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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:19 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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F.B.I. OPERAZIONE UFO

1_19

“Buongiorno, bene alzato, complimenti! Già di buon’ora il super alcolico, continua pure così, vedrai che la mente ci gode e com'è bella sveglia ora che devi progettare un attacco coi controfiocchi senza sbagliare! Continua pure a collezionare insuccessi, il nostro sire è felicissimo, al settimo cielo! L’alcol è tutta salute per il fisico, la mente e il tuo ruolo, non c'è dubbio!”
Così Lady Gandal pungolava con ironia e perfidia sopraffina Hydargos, il quale, coi nervi a fior di pelle per i continui insuccessi si macerava negli alcolici e, fissando il fondo del calice, sperava inutilmente di trovare idee brillanti per distruggere una volta per tutte l'odiato Goldrake.
Con sforzo eroico ce la mise tutta per non spaccare ciò che aveva davanti e mantenersi freddo davanti a quell'essere pieno di sadismo e cattiveria gratuita; ogni suo insuccesso era per lei un'occasione magnifica per ridurlo a pezzetti.
Anche Gandal non era tanto benevolo, però lei era crudeltà pura, studiata, come ci godeva ad esaltare i suoi errori, li ripeteva, ingigantiva, ridicolizzava davanti a tutti e quando pareva aver esaurito il repertorio, tornava all'attacco con un'altra scarica di offese ancora più pesanti e in grado di distruggere chiunque.
Intanto Hydargos ripassava mentalmente tutte le idee poco brillanti di lei e consorte, ma sapeva bene che era inutile, perchè i loro sbagli non erano mai da considerarsi tali, solo incidenti di percorso che potevano capitare a tutti, figuriamoci! Se il mostro di turno finiva disintegrato dal tuono spaziale, non era loro la colpa, ma dei tecnici, del pilota incapace e, soprattutto, di lui, Hydargos, perchè non aveva diretto bene l'attacco, non era stato preciso, non aveva previsto, non aveva revisionato, era solo un essere inetto, ecco perchè!
Strinse forte la mascella imponendosi una calma che non provava affatto, ma sapeva molto bene che se avesse reagito alla provocazione, tutto ciò sarebbe finito solo a suo danno e di guai ne aveva già troppi messi insieme, non era davvero il caso di aggiungerne altri.

“Va bene, vado a darmi una sistemata, questa mattina sono in ritardo. A più tardi.”
Dopo queste parole, Lady Gandal si decise finalmente a lasciare la stanza, era ora!
“Fai bene a darti una sistemata, ne hai davvero bisogno, anche di una ristrutturazione totale: se hai un compagno è solo perchè siete due teste in un corpo solo, altrimenti, ti saluto!
Chi vuoi che ti voglia, palla al piede rompiscatole?” sibilò a denti stretti Hydargos malignando con soddisfazione.
Si decise quindi a mettersi con impegno e tanta buona volontà alla progettazione di un piano d'attacco infallibile.

Dopo circa venti minuti, comparve il segnale di chiamata; senza dubbio era quella iena che si era ricordata di qualche offesa non ancora elargita e voleva rifarsi, non era certo la prima volta che succedeva.
“Stavolta mi sente, non ne posso più.”
Accese la comunicazione e, senza preamboli, urlò digrignando i denti con voce rabbiosa.
“Delinquente!”
Pochi secondi dopo, sul monitor si materializzò l'immagine arcigna e per nulla benevola del suo sovrano.
“A che punto sei col progetto, si può sapere?” ruggì provocando uno spostamento d'aria.
Hydargos cadde dalla sedia, sia per lo spavento, che per il doppio liquore tracannato a digiuno.
Si alzò subito, poi cercò disperatamente di sistemare i fogli caduti dalla scrivania.
“Ti degni di rispondermi? Sto aspettando!”
Altro tuono, altra zaffata che provocò la caduta della bottiglia di cognac.
“Tutto a posto sire, ci sono” gli rispose tremando e balbettando.
“Pensavo di scendere adesso sulla Terra per attuare il progetto.”
“Allora che ci fai ancora lì? Sparisci!”
Senza farselo ripetere, Hydargos si dileguò velocissimo e per la fretta si trascinò dietro la tovaglia, quindi con gran fracasso, finirono a terra la scrivania, due sedie e una lampada.

“L’estate è quasi finita e io non ho ancora parlato nemmeno con un ufo, come faccio?” borbottava tra sé Rigel sconsolato e depresso. Il malumore se lo teneva tutto dentro, sapeva molto bene che in famiglia lo scherzavano per questa sua passione stravagante.
Decise di sistemare il fieno per non pensare troppo, e quando entrò nella stalla, vide qualcuno che finora era stato presente solo nei suoi sogni, quindi per ben due volte chiuse gli occhi e poi li riaprì, sicuro di non vaneggiare.
Un piccolo essere alto come lui e tutto verde stava lì, quasi lo aspettasse.
“Ma… ma… tu, cioè… voglio dire… che ci fai qui?”
Poi, con un sorriso a trentadue denti realizzò: “Allora avete ricevuto i miei messaggi, le mie chiamate sono state ascoltate, evviva!”
Rigel non stava più nella pelle, saltellava, lo toccava con cautela per essere certo che fosse vero. L’altro non diceva nulla, si muoveva poco e dava l’idea di non sapere dove si trovasse.
Dopo una mezz’ora di felicitazioni, monologhi ininterrotti, Rigel decise che l’avrebbe tenuto lì nascosto per un certo periodo, cioè fino a quando non l’avrebbe conosciuto bene, quindi presentarlo a tutti e lasciarli con un palmo di naso.

Su Skarmoon intanto, Hydargos era interrogato da Gandal circa la sua ultima spedizione.
“Questa spia che hai inviato, sei ben sicuro che sappia il fatto suo? E’ in grado di arrivare alla base, ma soprattutto infiltrarsi e scoprire una dannatissima volta per tutte lo stramaledetto nascondiglio di quello schifoso, super dannato robot? Ad ogni modo lo sapremo presto, perché dal monitor siamo collegati… hai messo la micro spia sopra quell’essere, dico bene?”
Il Comandante lo aggrediva verbalmente, gli puntava l’indice contro, scandiva bene le parole per essere certo di essere capito e che tutti i dispositivi fossero stati messi a regola d’arte.
Hydargos aveva la faccia di Gandal sopra la sua, avrebbe voluto farsi indietro, ma rischiava di cadere dalla sedia; l’ultimo sorso di grappa bevuto in fretta e di nascosto lo faceva vedere doppio.
Che nervi! Gli stava addosso, non si fidava per niente, poi si aspettava che da un momento all’altro la sua dolce metà comparisse all’improvviso per regalargli altri insulti gratuiti, studiati apposta per lui durante la notte.
“Ho studiato tutto molto bene, potete fidarvi di me Comandante, niente è stato lasciato al caso” riuscì ad articolare Hydargos con voce che solo una dose esagerata di buona volontà, dava parvenza di sottomissione.
“Lo vedremo” rispose Gandal poco convinto.

E aveva ragione; il suo sottoposto infatti, tra la sbornia, i rimproveri mal digeriti, la fretta, l’ansia di fare tutto subito e senza errori, aveva commesso una fondamentale dimenticanza.
Il piccolo essere verde, XZY, era stato spedito in fretta e furia sulla Terra senza microchip, né telecamere strategiche, quindi si trovava là allo sbaraglio senza sapere come muoversi, cosa fare, dove andare e con chi comunicare. Stava infatti sempre in mezzo ai cavalli nella stalla, attendeva notizie dalla base, voleva contattarli e non poteva, era praticamente un essere inutile sotto ogni punto di vista.

A dire il vero, Rigel comunicava con lui tutti i giorni e più volte nell’arco della giornata; doveva ancora convincersi che era vero e non un’allucinazione. Tutto contento, non vedeva l’ora di fare le dovute presentazioni, Procton in primis.
“Ancora qualche giorno e ti farò conoscere i miei amici, vedrai come andrete d’accordo!
Però anche tu devi dire qualcosa, mi raccomando, non farmi fare brutta figura!” gli raccomandava Rigel con voce carezzevole, mentre gli portava i migliori piatti che uscivano dalla cucina.

Alla base lunare, Gandal in persona si decise a cercare un contatto con quell’essere spedito in Giappone, per sapere se finalmente aveva qualcosa di concreto in mano.
Niente. Silenzio. Vuoto totale, nessun segnale.
Prima di chiedere un rendiconto a quel buono a nulla di Hydargos, ebbe la brillante idea di segnalare il fatto a Zuril, il quale doveva trovarsi nei pressi del Giappone ad improntare una nuova base nascosta.

“Novità?” chiese subito l’illustre scienziato.
Gandal spiegò brevemente la situazione, l’altro afferrò tutto al volo e partì come un razzo verso il ranch Betulla Bianca.
Sapeva bene che quell’alieno, essendo un prodotto delle sue ricerche scientifiche, anche se non aveva addosso alcun strumento per mettersi in contatto, dalla Terra dove entrambi si trovavano ed essendo quindi così vicini, dei segnali della sua presenza comunque gli sarebbero arrivati.
Così avvenne. Zuril avvertì delle luci intermittenti, quindi si nascose dietro una fitta siepe che costeggiava tutto il ranch e attese.
Neanche mezz’ora dopo, vide XZY nel cortile, tenuto per mano da un bizzarro personaggio che gli diceva: “Aspettami qui, vado a chiamare tutti, non muoverti mi raccomando.”
Zuril si materializzò all’improvviso e con la sua pistola a laser, disintegrò in pochi istanti quell’inutile vuoto a perdere.

Su Skarmoon lo attendevano le sospirate lodi di re Vega e il compito di relegare in qualche abisso siderale quell’alcolizzato di Hydargos, buono solo a fallire, perdere tempo e armi in missioni deleterie partorite dalla sua mente atrofizzata.

Rimasto solo nei suoi appartamenti, Zuril tirò un gran sospirone di sollievo.
“Che fortuna ho avuto oggi, meno male! Se solo penso che Gandal poteva cercarmi più tardi, mi avrebbe sorpreso mentre parlavo col maestro di musica. Mi stava aspettando, avevamo appuntamento… eh sì, dice che ho talento, mi ha accettato a prendere lezioni di opera lirica, ho una gran voce, prometto molto bene… posso fare carriera…
A quanto pare, ho preso due piccioni con una fava: aumento di gradi e stima quassù, grande e futuro artista laggiù. Oggi la mia buona stella è più splendente che mai!” si disse lo scienziato con un gran sorriso, mentre dava fondo alla bottiglia di cognac sottratta a Hydargos.


FINE
 
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113 replies since 20/4/2016, 12:44   1873 views
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