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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:26 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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RELAZIONI PERICOLOSE E PERICOLANTI

1_256

“Oggi decido tutto io, chiaro? Sono stanca, stanca, ancora mille volte stanca di non avere voce in capitolo su niente. Non posso mai dire la mia opinione, il mio parere su quel certo mostro, su quel piano d'attacco che, guarda caso, ogni volta finisce in un clamoroso fallimento, mai che mi venga concesso di fare una critica al più infimo dei soldati, niente, non ne posso più!”
Una mattina di un giorno qualsiasi, Lady Gandal seconda maniera aveva con forza attaccato il consorte, arrabbiatissima; il viso di lei era l'unico visibile e aveva tutte le intenzioni di farsi ammirare per molte ore e soprattutto farsi sentire da tutti.
“Oggi tutti vedranno solo la mia faccia e sentiranno solo la mia voce, tu devi sparire, non ti sopporto più, ti disprezzo, sei insopportabile, odioso, ignorante, supponente, menefreghista... poi, che altro? Ci devo pensare, ma di epiteti me ne verranno ancora fuori tanti, stanne certo”.
Gandal era stupefatto e senza parole: nulla che fosse successo negli ultimi tempi poteva fargli presagire una simile sfuriata.
Non erano solo le parole dure e taglienti, ma, essendo entrambi in un corpo solo, poteva sentire tutta la rabbia repressa di lei; si stava sfogando è vero, però era ancora piena di veleno, almeno l'80% doveva ancora rompere gli argini. Sentiva anche un certo mal di gola, perchè gridava tanto usando male la voce e sforzava le corde vocali senza risparmio.
Voleva dirle qualcosa, ma sembrava avesse messo una serratura a doppia mandata, perchè lui non poteva uscire.
Quasi gli avesse letto nel pensiero, lo investì con una raffica di accuse.
“Stai male lì dentro, vero? Ti senti in galera? Bene, benissimo, è quello che volevo farti provare da non so nemmeno io quanto tempo, quindi adesso mi ascolti fino alla fine, che tu lo voglia o no.
Quando ci fu l'incendio dentro la nave madre, che poi andò distrutta, io stavo per bruciare e soffocare come in un forno crematorio, lo sai? No, non me l'hai mai chiesto, però per te stesso eri preoccupato, eccome.
Quando sei stato operato, non si sapeva se saresti tornato come prima, quindi tutti avevano cura di te sia fisicamente che moralmente e in più non eri mai solo.
Adesso parlo e dico tutto per filo e per segno e voglio che alla fine tu ti senta un lurido verme schifoso ed egoista. Hai la pur minima vaga idea, di cosa significhi essere dentro un forno incandescente?
Tu bussi per farti aprire, ma nessuno ti ascolta, nessuno ti apre la porta, né ha la compassione di allungarti un goccio d'acqua, un po' di ghiaccio, un refolo d'aria fresca, nulla.
Dopo un tempo che a me sembrò eterno, persi conoscenza e non ho mai saputo quanto sia durato questo periodo, nessuno si è preoccupato di dirmelo, ma nemmeno di chiedermi come stavo, se avevo degli incubi per il trauma subìto, niente.
Tutti stavano lì ad osservare solo i tuoi progressi e, quando videro che l'operazione era riuscita, nemmeno allora qualcuno pensò a me, no, niente.
Solo parecchi giorni dopo, quando venne qui il ministro Zuril e solo perchè ero necessaria, mi fu concessa udienza. USATA! Questa è la parola giusta, usata, usata e ancora usata, ignoranti e ottusi che non siete altro!
Come non bastasse, era normale che io stessi bene, tanto normale che nessuno mi ha nemmeno posto la domanda di circostanza, niente! La decenza di salvare vagamente le apparenze non ce l'ha nessuno su questa base lunare, vero?
E tutto questo disastro dell'incendio si sarebbe potuto evitare se solo mi aveste interpellata, ma no, niente! Avete fatto una cretineria delle più demenziali della vostra carriera, caro Gandal e mai rimpianto Hydargos! Scemi, dementi e imbecilli! E sono ancora buona!
Uno era ancora attaccato alla bottiglia dell'alcol durante l’attacco e tu non dicevi e facevi niente, un ebete, un infermo mentale, un invalido, e che altro?
Dato che era finita in niente l'occupazione al centro ricerche, sarebbe stato intelligente ritirarsi e studiare poi con calma un nuovo piano un tantino più intelligente, invece no! Noi sconfitti?
Quando mai? L'altro imbecille ha deciso bene di schiantarsi contro quel dannato robot, poi da vero cretino con tasso alcolemico al di sopra di ogni immaginazione, mica ha pensato di non essere il solo passeggero, ma quando mai? Mi schianto, quindi vittoria piena e sicura, evviva!
Se poteva agire così, era perché, pur essendo un tuo suddito, aveva carta bianca, dico bene?”

Un sorriso amaro e ironico accompagnava lo sfogo interminabile della donna, assieme ad una forza fisica oltre la sua reale resistenza, perchè era attinta dalla rabbia e dal senso di impotenza a lungo repressi.
“Se hai qualcosa da dire, ti ascolto” disse poi lei con voce dalla calma imposta, mentre un tremito interno la scuoteva facendola tremare, la mente sveglia e pronta alla ricerca di nuove accuse da puntare come arma diretta e mortale.

La spenta e inespressiva faccia di Gandal apparve interamente per alcuni istanti, poi sparì di nuovo.
“Bene, allora vado avanti col mio discorso.”

In quel momento, il segnale rosso lampeggiante indicava che re Vega voleva subito incontrarli.
“Arriviamo sire.”
“Buongiorno... ma... suo marito dov'è?”
Un'altra furibonda ondata di livore montò dentro Lady Gandal, come un fiume che ha rotto gli argini.
“Ecco, è sempre così. Tutte le volte appare lui e mai che il re ci faccia caso, chieda dove sono io, come sto, eccetera. Nemmeno mi dice un educato buongiorno, chieda se sto bene, figurati!
Oggi che lui è celato, subito nota la stranezza del fatto, se io sparisco per intere settimane tutto normale... Ma mi vendicherò molto presto, me la pagheranno, non ne posso più di questa cosa, è ora di finirla.”
Così la donna macinava con odio queste parole nel suo animo, mentre con un sorriso tutto miele rispondeva a Vega che il suo adorato consorte non stava tanto bene, forse perchè la sera prima aveva lavorato troppo, aveva studiato troppi mostri insieme all'eminenza grigia che è Zuril, si era stancato, si era applicato.
“La prega tanto di scusarla, ma tra poche ore sarà da lei mio sovrano, puntuale e inappuntabile come sempre” gli rispose con tutta l'ipocrisia e la faccia tosta di cui era capace. Teneva tutta la rabbia sotto ghiaccio, sostenuta solo dalla forza che le dava il pensiero del piano diabolico e vendicativo che prendeva corpo e forma sempre meglio definita nella sua mente.
Lasciò la stanza rapidamente, permise che il consorte fosse libero di rivelare la sua faccia e non recriminò più.
Gandal sospirò.
“Tutto passato, tanto rumore per nulla. A volte bisogna lasciarla sfogare, poi, se si evita di darle corda, si smonta. La conosco bene, come no, sono fuochi di paglia che si spengono subito; ora prendo il video da far vedere al sovrano, così sarà tutto contento.
Sono rimasto fino a notte fonda a montarlo con Zuril, ora le nostre fatiche saranno premiate.”
Decise di essere gentile con la consorte, quindi le chiese con cortesia estrema: “Cara, andiamo di là a mostrare il bel lavoro da noi svolto a re Vega?”
“Va bene, posso guardare anch'io?”
“Sicuro! Tu sei la mia coscienza, la luce dei miei occhi, cosa farei se non ci fossi tu?”
“Non faresti la brutta fine che stai per fare e che ti meriti, allocco!” pensò tra sé la donna, poi ad alta voce con rinnovata e disgustosa gentilezza: “Quello che io non potrei mai fare senza di te, caro! Ti voglio bene, è tutto passato adesso, andiamo, sai, forse ho dormito male, oppure mi è rimasta indigesta la cena di ieri sera.”
Mielosa, falsa e sottomessa si adattò al volere della sua metà.
“Maestà, ecco il video che rappresenta la simulazione del prossimo attacco; abbiamo pensato che non basta fare i progetti solo sulla carta, si vedono meglio in diretta, quindi, cosa dice se facciamo buio in sala e lo guardiamo?”
“Sì, ma dov'è Zuril?”
“Eccomi!”
Tutto verde brillante, apparve come per magia l’illustre scienziato.
“Allora ci siamo tutti, possiamo cominciare.”

Sul muro apparve subito un fotogramma, dove si vedevano molto chiaramente Gandal e Zuril mentre pugnalavano Dantus a tradimento, schiacciavano col piede i comandi del King Goli rendendolo inoffensivo, proprio quando, al massimo della sua potenza, stava per ridurre in polvere Goldrake e Goldrake2 pilotato da Alcor.

“... il ministro Dantus ha incontrato una morte onorevole sul campo... si è battuto con coraggio...”
Queste erano state le parole pronunciate a re Vega dai suoi fidatissimi e onestissimi collaboratori, proprio il giorno di quella battaglia finita male.

Alcuni giorni dopo…

La rivista di alta moda giaceva spiegazzata e in stato di abbandono sul tavolo della camera dei coniugi Gandal.
Sul tavolo della toeletta c’erano un rossetto quasi consumato, limette per le unghie, lacca per i capelli, un pettine, smalti multicolori, forbicine, gel, strass e sul pavimento qualche paio di scarpe col tacco a spillo spaiate e disordinate.
Un lungo abito di seta era buttato sulla poltrona di velluto come uno straccio vecchio e inutile.
La calma apparente denunciava una lotta appena combattuta e senza esclusione di colpi, dove, come sempre avviene questi casi, non ci sono mai vincitori né vinti, ma solo risentimento, dolore, orgoglio ferito, sentimenti di vendetta e rivalsa che aspettano solo l'occasione propizia per farsi strada ed esplodere ad altissima violenza.

Dopo che Lady Gandal aveva pensato bene di farla pagare a tutti, esibendo il video che dimostrava il tradimento di Gandal e Zuril nei confronti del loro re e la bugia era stata scoperta, un silenzio pesante e irreale era sceso per molte ore sulla base lunare.
Una notte insonne aveva oppresso il cuore e la mente di tutti e, alle prime luci dell'alba, Vega era voluto rimanere solo con la donna per un lungo colloquio.


“Dimmi perchè non vuoi, del resto, per tutti questi anni sono io che mi sono adattata a te, ora non possiamo fare un giorno per uno?”
Gandal non disse niente.
“Ascoltami, mi sono sempre adattata ad apparire ogni tanto e solo per pochi istanti, ad accettare abiti maschili e restare nell'ombra, essere usata solo al momento del bisogno e senza un ringraziamento da parte di nessuno, ho lasciato credere che molte delle mie buone idee fossero le tue, non mi sono lamentata della solitudine, della tristezza, dell'ingratitudine...”
Tacque alcuni istanti vinta dalla stanchezza, poi riprese.
“Perchè adesso non ricominciamo tutto daccapo come niente fosse avvenuto e ci riprendiamo i nostri spazi e ruoli ben distinti.
Non possiamo separarci, andare dove uno vuole, questo lo sappiamo bene tutti e due, quindi cerchiamo di venirci incontro. Nei giorni pari ci sarai tu e solo tu, in quelli dispari tutti vedranno solo me, potrò vestirmi e pettinarmi come meglio credo.
Perchè non si può fare, cosa c'è di tanto assurdo in questo?”

Lunghi minuti di pesante silenzio scesero nella camera come una condanna muta e improrogabile.
“Io... io ho cambiato totalmente aspetto fisico, tu no” disse la donna in un sussurro.
“Hai mai pensato come vivo questa cosa? Come mi sento? Certamente no, perchè né tu, né altri avete mai pensato di chiedermelo. Devo ancora abituarmi alla nuova immagine e non ci riesco.”
Tacque, sopraffatta ancora una volta dal senso di impotenza che quella lotta solitaria e inutile le procurava, intanto la memoria le riportava con precisione estrema, come in un film, tutto il dialogo avuto con Vega.
Le parole le ferivano ancora l'anima come lame affilate, facendola sanguinare.
“... avete fatto questo solo per voi, non per onestà verso il vostro re. In tutti questi mesi siete stata complice di quei due e ora, per una personale vendetta, fate finta di essere dalla mia parte, vi siete decisa a parlare, o meglio, con quel filmato avete detto tutto.
Immagino che la vostra fantasia si sia popolata con vivide immagini della mia riconoscenza, la gratitudine per voi, i due traditori buttati fuori...
NO! Non è questo il modo di combattere e vincere la guerra!” gridò il re, battendo un pugno sul tavolo.
“Non avete capito niente, nessuno qui ha capito niente!”
Dopo alcuni istanti di silenzio, riprese con voce bassa, ma molto grave.
“Qui dentro tutti siete indispensabili, ora più che mai!
Non abbiamo più il nostro pianeta, i mostri da combattimento sono pochi e messi male, e cosa ancora più grave, a perdita d'occhio si vanno esaurendo tutte le materie prime; per questo la conquista della Terra è indispensabile e deve avvenire a tempo di record, sennò è la fine. Solo restando uniti possiamo evitare la catastrofe.”
Lady Gandal era accasciata sulla poltrona di pelle nera e non replicava: grosse lacrime le scendevano dagli occhi senza posa.
Erano lacrime dovute ad un profondo e radicato senso di inutilità, sapeva che ogni discorso sarebbe stato vano, ma intuiva con chiarezza lucida e chiaroveggente che insistere con la lotta li avrebbe portati sempre più in fondo al baratro dentro al quale erano già precipitati senza via d'uscita.
Ricordava con precisione dolorosa il giorno in cui si erano recati dal quel famoso scienziato: aveva intravisto un barlume di comprensione per il suo stato, era la prima volta che qualcuno si preoccupava di lei come persona e come donna, del suo cambiamento fisico e di come la sua psiche ne fosse coinvolta. Una volta a casa, aveva letto subito e avidamente quel bellissimo libro: L’arte di amare.
Secondo il dottore era sottinteso che andava letto e commentato insieme, anche per lui, la sua metà, ma con stupore doloroso, una mattina, aveva scoperto che faceva solo finta per accontentarla, la copertina del libro nascondeva in realtà tutt'altro volume, quello delle formule chimiche.
Certo, aveva pensato con un sorriso amaro, la competizione!
Vuole competere con Zuril, diventare meglio, saperne più di lui; poteva finire anche lì come con Dantus, tutto era possibile ormai.

Man mano che i giorni passavano, la consapevolezza che continuare la guerra sarebbe stata solo la fine per i veghiani diventava certezza, ma non poteva dirlo con nessuno, l'avrebbero presa per pazza e tolto anche quel briciolo di voce in capitolo che le restava.
“Io voglio la pace, abitare sulla Terra, essere ospitata dai terrestri e finire così la mia vita, non c'è altra soluzione, ma non posso. Parlarne con qualcuno nemmeno per scherzo, andarmene da sola è impossibile. Sono in prigione, un'ergastolana che nemmeno può ipotizzare l'evasione, quindi una persona inutile, che non può agire come vuole, né andare dove le piacerebbe. Non ne posso più!”
Questo stato morboso mai l’abbandonava, era diventato una costante nella sua testa, ma non lo subiva passivamente, nonostante tutto, perché c’era sempre una parte di lei che cercava una via di fuga, un mezzo per ottenere l’indipendenza.
In un momento di maggiore sconforto aveva accarezzato l’idea di dividersi da lui usando un coltello, una lama, qualcosa: erano istanti febbrili, terribili e pericolosi.
Decise di mostrarsi sottomessa con tutti, faceva finta di approvare i nuovi piani d’attacco e intanto studiava il mezzo per liberarsi da tutto ciò, fino al giorno in cui la soluzione vincente le apparve davanti agli occhi della mente con lucidità perfetta e razionale.
“Renderò Gandal innocuo per alcune ore… so bene come fare… non potrà uscire né fermarmi…avrò così tutto il tempo per uccidere re Vega se oserà ostacolarmi.
Quando rimarrò sola, sarò finalmente libera. Libera da tutti e per sempre!”


FINE
 
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113 replies since 20/4/2016, 12:44   1873 views
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