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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:45 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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REGALI NATALIZI

1_21

Sulla base lunare Skarmoon, Gandal, Zuril e il Comandante Zigra osservavano da vicino le abitudini dei terrestri, i quali, verso la fine di ogni anno, addobbavano gli abeti con palline multicolori e altri svariati materiali luccicanti.
Tutti e tre, per mezzo di un potentissimo e nuovo telescopio, vedevano e commentavano questa strana consuetudine: naturalmente, l’idea che prendeva forma nella loro testa, era di usare quell’innocua e decorativa usanza per ingannarli, sfoderando con l’occasione le loro micidiali armi belliche.
“Non sarebbe una cattiva idea, far recapitare allo studio di Procton una bella scatola piena di palline coloratissime con scritto sopra: “fragile” e un biglietto di auguri per tutti, insieme alla raccomandazione di decorare tutti gli abeti vicini al Centro e alla fattoria. Naturalmente saranno palline ad alto potenziale esplosivo! Ah, ah, ah!!!”
Così si esprimeva il Comandante ridendo sguaiatamente, mentre Zuril e Gandal incassavano il colpo con malcelata acredine, perché questa idea avrebbero dovuto farsela venire loro, non un estraneo, il quale, tra l’altro, se fosse andato a genio al loro sovrano, portava il grosso pericolo che loro due venissero messi alla stregua dei soldati o poco più.
Lady Gandal non aveva nemmeno fatto il più piccolo tentativo di intervenire: era pericolosamente depressa e fuori combattimento, quindi ancora più temibile del solito.
Zigra, intanto, si avviò con passo celere verso gli appartamenti di re Vega e, dopo un leggero colpo alla porta, entrò senza nemmeno aspettare il permesso.
Pieno di boria, superbia e alterigia, scompostamente seduto sulla grande poltrona di velluto verde acido e i piedi taglia quarantasette sopra alla scrivania, espose al re la sua brillantissima idea, il quale, dopo pochi istanti di riflessione si illuminò tutto: era così estasiato che pareva quasi bello.
“Il vostro piano è eccellente Comandante, mettetevi subito al lavoro.”
Sottovoce e con una piega di disprezzo nell’espressione: “I miei funzionari non hanno neppure da lontano un’intelligenza pari alla vostra: fanno fanno, dicono dicono, ma sono buoni soltanto a collezionare sconfitte, insuccessi e umiliazioni.”
Da dietro la porta, Gandal e Zuril ascoltavano il colloquio e, via via che i minuti passavano, una gran rabbia li invadeva. Alla fine, il Ministro delle Scienze decise: “Vedremo cosa porterà questa grande idea, intanto torniamo ai nostri lavori: ci sono centinaia di minidischi da rimpiazzare, due bei mostri che ho disegnato da realizzare. Non ho mai saputo che per conquistare un pianeta, basti fare un regalo con palline colorate, anche se tutt’altro che innocue. Il bello si vedrà solo alla fine: ride bene, chi ride ultimo” concluse Zuril, sfregandosi le mani con perfida soddisfazione.
Gandal era dello stesso parere, quindi lo seguì nella sala dove si svolgevano le progettazioni più importanti.
Stranamente, l’altra metà del Comandante taceva: era un fatto insolito, perché, ogni volta che si presentava alla base un potenziale avversario, lei prendeva subito la parola, zittiva il coniuge e le studiava tutte per rimanere sempre la numero uno.
A onor del vero, Zuril, intendeva usare la sua scienza anche per qualcosa di segreto e molto personale: di nascosto, aveva creato una serie di profumi dalla fragranza insolita e finissima. Voleva fare un regalo a Rubina, appena il tutto fosse stato pronto, l’avrebbe spedito con un apposito missile per posta celere su Rubi.
Con una scusa, lasciò Gandal al lavoro, quindi, si diresse velocemente verso i suoi appartamenti.
“Ecco, ci sono! Che meraviglia, sono un genio. Quando la principessa annuserà queste delizie, non potrà non essermi riconoscente… dalla riconoscenza si passa alla gratitudine… alla fine dovrà per forza cascarmi tra le braccia, e se non funziona nemmeno questo sistema, non so che dire… ma deve per forza dare il risultato che voglio io!”
Allineò sul tavolo una decina di piccole bottiglie, ognuna venne avvolta in un fazzoletto di seta pura, poi le adagiò in una scatola di cristallo; chiuse bene il tutto, lo confezionò con una carta colorata, scrisse “fragile” e l’indirizzo di Rubi, il mittente era la base lunare, ma all’interno, un piccolo biglietto recava la sua firma non molto ben leggibile e piena di svolazzi, contornata da tanti cuoricini rossi e rosa.
Credendo di essere solo, il grande scienziato saltellava tutto contento da un punto all’altro della stanza. Non sapeva che Lady Gandal aveva da poco scovato il sistema di dissociarsi dal consorte, anche se per pochi minuti: in quel momento era proprio lì, nascosta dietro una tenda e aveva visto tutto.
“Bene, è come avevo pensato: ora ne vedranno di scintille” pensò la donna, mentre rientrava silenziosa come un gatto a far tutt’uno con Gandal.
Contemporaneamente, nella sala del trono, Zigra mostrava al re, con dovizia di particolari, le palline colorate che avrebbero dovuto adornare gli abeti terrestri in una precisa zona del Giappone.
“Ecco maestà, io dico di scrivere “fragile” e al centro della scatola “regalo natalizio”: Procton è uno scienziato di fama mondiale, di sicuro non sospetterà nulla, è normale che i suoi colleghi si ricordino di lui durante le festività annuali.”
“Mmm, speriamo… ad ogni modo, teniamoli sempre d’occhio con quello speciale telescopio… sono così sospettosi…”
“Certamente, ma con una bella scatola come questa, piena di addobbi stagionali, che sospetti potranno avere? Posso inviare il tutto subito?”
“Sì, ma prima voglio che mi spiegate alla perfezione come funziona.”
Zigra si accese un sigaro e dopo aver aspirato una lunga boccata di fumo, sempre pieno di boria e con tono più che saccente, esordì: “Appena i terrestri avranno aperto la scatola, capiranno al volo l’uso delle palline; tra l’altro, come vedete, in fondo alla scatola, c’è il disegno di un bell’abete e la spiegazione, anche se non ce ne sarà assolutamente bisogno, perché sulla Terra è un’usanza comune per quasi tutte le nazioni. Dalla base lunare, con un telecomando a distanza, daremo il via all’esplosione.”
“Mmmm… ma questa esplosione, di quale portata sarà?”
“Grandiosa!” rispose Zigra con un sorriso perfido e pieno di superbia che gli arrivava fino alle orecchie appuntite.
“Distruggerà il Centro, quindi?”
“Per forza, e anche i malcapitati che avranno la disgrazia di passare vicino agli alberi addobbati!”
“Mi avete convinto, spedite pure il pacco bomba.”
In meno di un’ora, la scatola regalo volava verso il pianeta Terra.
Il Comandante Zigra, aveva dato lui stesso gli ordini ai soldati per la spedizione: Lady Gandal si era offerta come volontaria per la supervisione e tutti avevano approvato.
Come spuntato dal nulla, apparve Zuril.
“Ho visto che avete ordinato il missile per le spedizioni veloci: c’è anche un mio pacco da mandare via.”
“Cosa devi inviare?” chiese Gandal con uno sguardo sospettoso.
“Cose mie, cose importanti di chimica, va bene? Oh, ma guarda se uno deve rendere conto agli altri di ogni cosa: sarò padrone di fare il mio lavoro in santa pace? Mi intrometto forse nei fatti tuoi?”
“Stendiamo un velo pietoso che è meglio” sussurrò Gandal.
Finito il battibecco, i due pacchi andarono ciascuno al proprio destino: uno sulla Terra, l’altro verso il pianeta Rubi.
Il primo ad arrivare fu il regalo per il dottor Procton.
Rigel gironzolava e ficcanasava da ore nello studio, appena vide quella grossa scatola con tanto di fiocco e carta luccicante, ebbe l’idea fulminea di portarlo alla fattoria.
“Tanto non interessa a nessuno lì dentro… sono tutti persi con gli occhi fissi su quei monitor… lo porto a casa e lo metto sotto l’albero che ho addobbato questa mattina insieme a Mizar. Naturalmente, lo apriremo insieme il giorno di Natale e tutti saranno invitati.”
Il pacco era grande e bellissimo. Venusia e Maria, di tanto in tanto, passavano ad osservare i regali e ad aggiungere i propri: quello all’insaputa di tutti, veniva dallo spazio, stuzzicava a tal punto la loro curiosità che ognuna, di nascosto all’altra, ebbe la tentazione di sbirciare dentro e leggere il biglietto di sfuggita.
“Ohhh, Alcor mi ha fatto la dichiarazione scritta con questo dono, quanti cuori ha disegnato, non ci posso credere!” sussurrò Maria, portandosi una mano alla bocca, mentre il cuore batteva all’impazzata.
“In questo modo, sarà palese a tutti: sono molto felice, ma anche imbarazzata, come farò a nascondere l’emozione?”
Per non pensarci troppo, Maria corse a prendere la sua moto e, a tutto gas, prese la via dei campi. Una corsa solitaria nell’aria fredda, le avrebbe fatto bene.
Venusia stava passando lo straccio umido per tutta la sala e, nonostante si fosse imposta di non aprire nemmeno un pacchetto prima di Natale, come una calamita, la sua mano scostò un poco la carta del famoso regalo: capì subito che il contenuto era una serie di costose bottiglie profumate e subito un sorriso le illuminò il viso.
“Oh, Actarus! Ti sei ricordato di quella volta che ti avevo accennato al fatto che mi piacciono i profumi e che avrei voluto averne tanti per poterli variare tutti i giorni. E’ stato molto tempo fa, però non l’hai dimenticato, te ne sono molto grata” pensò subito la ragazza e, con quella magnifica prospettiva, si rimise al lavoro con energia rinnovata, tanto che, in meno di mezz’ora, la sala brillava come uno specchio.

Sul pianeta Rubi, i soldati avevano fatto recapitare alla principessa, un pacco tutto infiocchettato.
“Altezza, c’è qualcosa per voi, viene dalla base lunare.”
La ragazza alzò di poco lo sguardo dal computer e liquidò subito la faccenda.
“Non ho tempo per guardare nulla, non mi interessa, aprite voi la scatola.”
Il Comandante non se lo fece ripetere due volte, quindi, in men che non si dica, le palline coloratissime giacevano sul tavolo del soggiorno.
Anche gli altri soldati stavano intorno al regalo pieni di curiosità: lessero le istruzioni, quindi pensarono di mettersi subito all’opera. Rubina non avrebbe avuto nulla in contrario se quelle magnifiche palline avrebbero rallegrato le siepi, del resto era stata lei a dire che al momento non poteva occuparsi di cose futili.
Un’ora dopo, l’albero più grande del giardino pensile del palazzo, luccicava come non mai.
Alla base lunare, il potente telescopio tenuto in mano dal Comandante Zigra controllava quando avrebbe dovuto premere il tasto del telecomando per far esplodere quelle micidiali palline decorative, le quali, secondo i suoi calcoli, dovevano già essere appese sugli abeti giapponesi.
Gandal e Zuril gli stavano sempre attorno con aria canzonatoria e l’espressione di uno che gli sta dicendo: “Non è ancora il momento buono? Ma credi davvero che il tuo piano funzionerà?”
Non potendo sopportare un minuto di più le occhiate di scherno di quei due incapaci, Zigra afferrò nervosamente il telecomando e pigiò con forza il dito sul tasto.
“Ecco fatto, tutto a posto! Ora vedremo chi è il più in gamba tra tutti noi!” esplose pieno di rabbia.
Re Vega, intanto, stava contattando Rubina per sapere le ultime novità: sapeva che, da alcune settimane, la figlia si stava impegnando ad un progetto bellico di rara portata e lo faceva tutto da sola, non aveva voluto l’aiuto di nessuno.
“Che ragazza in gamba! Mica per niente, ma è mia figlia, per forza è intelligente! Vediamo se riesco a trovarla… sì, di solito a quest’ora è libera.”
Accese il monitor e, in un secondo, gli apparve sullo schermo un’immagine spaventosa.
“Aiuto! Un mostro ci sta attaccando! L’allarme, devo dare l’allarme!”
Prima di premere il tasto, il re si fermò ad osservare meglio quella strana creatura, perché vagamente gli ricordava qualcosa di familiare e poi gli stava puntando il dito contro.
Quella figura era tutta nera di fumo, dalla cima del capo fino ai piedi e non la smetteva più di tossire: quando si fu calmata, spalancò due grandi e atterriti occhi celesti.
“T… tu… mi… mi… hai quasi ammazzata… cosa ti è saltato in mente di mandarmi quegli oggetti esplosivi? Hai deciso di sbarazzarti di me? Non mi vuoi più? Nemmeno io ti considero mio padre, ti ripudio!!!”
Rubina parlava con voce roca e bassa, mentre si vedeva che, gesticolando, tentava di urlare con tutto il fiato, ma gliene era rimasto molto poco. Era arrabbiatissima, incredula, alla fine chiuse la comunicazione promettendo vendetta.
Su Rubi, era avvenuta una vera tragedia: appena i soldati ebbero finito di decorare il giardino reale, le palline erano esplose all’improvviso, uccidendone una dozzina, altri erano rimasti gravemente feriti, poi era scoppiato un incendio che aveva distrutto il parco e un’ala del palazzo era crollata.
Rubina era abbastanza lontana da quella zona e non aveva corso gravi pericoli, però il fumo era ovunque, e lei ne era la prova.
Nel boudoir di Lady Gandal, il computer acceso riproduceva tutta la scena avvenuta su Rubi e Skarmoon: lei si stava limando le unghie e, con calma serafica, decideva il colore dello smalto da usare.
“Ecco, questo può andare, un bel rosso rubino, tanto per stare in tema.”
Spense il monitor e tutta soddisfatta si adagiò meglio sulla poltrona.
“Tanti auguri Rubina, a te e tutti gli altri.”


FINE
 
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