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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:54 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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PREMONIZIONI

1_262

Nel mattino di un giorno qualsiasi, Actarus, Alcor, Venusia e Maria, stavano davanti al grande schermo del Centro di Ricerche e attendevano disposizioni dal dottor Procton.
“Siccome da molti giorni i miei collaboratori non segnalano presenze sospette, credo sia meglio che Alcor e Maria facciano un lungo giro di ricognizione tenendo gli occhi bene aperti. Sono dell’idea che i veghiani stiano tramando qualcosa di serio, ma in maniera quasi invisibile” disse il dottore aspirando una lunga boccata di fumo dalla pipa.

Dopo una breve pausa, aggiunse: “Dato che hanno installato una base sottomarina, partite col giro per tutta la costa e al ritorno controllerete l’entroterra senza lasciarvi sfuggire nessun particolare. Io resto comunque in contatto con voi, quindi, in tempo reale, sarete in grado di segnalarmi se c’è qualcosa che non va: Actarus e Venusia resteranno qui, pronti ad intervenire all’occorrenza.”
“Tutto chiaro. Andiamo Maria, non perdiamo tempo.”
La ragazza l’aveva preceduto infilando di corsa il lungo corridoio e in breve era già salita sulla Trivella Spaziale.
“Muoviti, sei sempre in ritardo!” gli disse lei in tono sarcastico.
“Lo vedremo, chi è il più svelto!”
Alcor andò al posto di guida del Goldrake2, accese i motori a tutto gas e si lanciò nel cielo turchino.

Dopo un’ora di volo, Maria cominciò a subissare Alcor di domande sui suoi problemi personali.
“Alcor, perché mi trattate tutti così?”
“Così come, Maria?” le rispose dopo un lungo sbadiglio.
“Come non fossi adulta, non avete fiducia in me e io ne soffro tanto.”
“Ma no… che significa questo? E’ vero che la tua età anagrafica non può ancora considerarsi adulta, però Venusia ti stima moltissimo e tiene molto a te.”
“Ma che c’entra questo? Io intendevo ben altra cosa. Tu e mio fratello, mi trattate come una bambina, non mi lasciate prendere iniziative, avete sempre paura che mi succeda qualcosa, raccomandazioni, divieti, consigli. Uffa!”
“Veramente le iniziative le hai sempre prese tu da sola e molte volte siamo dovuti correre noi tre a toglierti dai guai, se ben ricordi.”
“Non cambiare discorso, adesso. La verità è che ti dà fastidio che io abbia una spiccata potenzialità ai poteri ESP, questo mi rende superiore a te, ti ho salvato la vita ben due volte; essendo fleediana ho tante altre qualità che non ti sto ad elencare per intero, perché una giornata intera non basterebbe” rispose Maria in tono piccato e con un’espressione di superiorità in viso.

Alcor, dal canto suo era rimasto basito: per ben due volte aveva tentato di aprire la bocca, voleva rispondere per le rime a tutte quelle assurdità, ma non gli venivano le parole.
Il terzo tentativo andò meglio.
“Maria, intanto se tu hai queste doti superiori a noi terrestri, non posso fare altro che essere felice per te, e te lo dico sinceramente. Ti faccio però notare che, se tu ora ti fai un vanto di avere la facoltà precognitiva, al momento in cui la stessa si manifestò, tu la rifiutasti come fosse la peggiore delle disgrazie. Mi fa piacere che ora tu abbia cambiato idea, però devi ammettere che sempre negavi l’esistenza di questa cosa, solo ad accennare l’argomento scappavi via come un fulmine, ripetevi che non era vero, che volevi essere una ragazza come tutte le altre, quindi suppongo intendessi dire, come una ragazza terrestre. Sbaglio?”

Silenzio di tomba per molti secondi.

“Mmm… in un certo senso è così, però spesso faccio strani sogni che mi lasciano un ricordo indelebile per alcuni giorni, unito a strani presentimenti che poi si avverano. Alla fine, ho accettato questa cosa. Poi, sai che ti dico? Mi diverto a fare le carte per indovinare il futuro e sempre ci azzecco!”
“Bene, allora dimmi, cos’hanno detto i tuoi tarocchi per questa giornata?”
“Niente, non faccio consulti ogni giorno, dipende dalla disposizione del mio animo” rispose Maria con un tono adulto e un tantino saccente.
“Ho capito. Ad ogni modo, è vero che mi hai salvato la vita almeno due volte e te ne sarò grato per sempre. Bene, ora che ci siamo chiariti continuiamo il nostro giro.”

Re Vega intanto, aveva mandato sulla Terra Gandal per cercare del vegatron: un loro satellite aveva segnalato una presenza importante nei pressi del Giappone, in un luogo poco abitato.
Il Comandante scese dalla nave madre, e camminando, andò nella direzione di una grande casa in mezzo ad un bosco. Doveva trattarsi dell’abitazione di un qualche scienziato, certamente ne aveva una grossa scorta per studiarla: era necessario impadronirsene al più presto.
Gandal si avvicinò alla villa e si accorse che non c’era nessuno. Entrò con cautela e senza far rumore. Aveva con sé il radar che gli segnalava il punto dove il prezioso materiale si trovava.
La porta a vetri che dava su una grande sala era solo accostata: l’aprì e con lo strumento cercò in ogni angolo della casa. Il segnale cominciò a lampeggiare nei pressi di una camera da letto.
Il comandante entrò e nella penombra il radar vibrava sempre di più.
“Che strano… un materiale del genere dovrebbe essere in uno studio, un laboratorio… forse è qui provvisoriamente. Bene, ora devo trovarlo!”
Gandal aprì tutti i cassetti e l’armadio: velocemente buttò a terra il contenuto. Ancora nessuna traccia di vegatron, accidenti!
“Ma ora lo trovo, è questione di secondi, il mio radar non sbaglia mai!”

Dalla porta della cucina, la padrona di casa era entrata con due borse colme di spesa. Posò sul tavolo il contenuto, poi decise di cambiarsi d’abito per iniziare le faccende domestiche.
Si tolse le scarpe col tacco alto e scalza entrò nella camera.
La scena che registrò la retina dei suoi occhi, mandò un immediato impulso al cervello, un ordine di fare a pezzi, massacrare quell’orribile individuo che toccava la sua roba, i suoi vestiti, gli oggetti personalissimi. Non era tanto la sensazione di un ladro in cerca di preziosi, quanto un lurido, sporco bastardo che si era preso tale licenza.
Afferrò un sandalo dal grosso tacco di dodici centimetri e con quello prese a colpire con tutta la forza e dove capitava quella creatura celeste scialbo, col preciso intento di cambiare la triste nuance, in un bel blu elettrico più vivo e brillante che mai.
“Prendi, porco animale, bastardo schifoso! Ti ammazzo sai? Lascia subito questa casa, vattene imbecille, quella è roba mia, chi ti ha detto di toccarla? Mi fai schifo, ti odio, ti riduco in polpette per cani, ti faccio a fette, ti friggo in padella, sparisci subito, se non vuoi finire dentro l’inceneritore!”
La donna era in preda ad una rabbia tale che aveva la bava alla bocca, gridava con tutta la sua voce, l’adrenalina le aveva messo una forza fisica ben al di sopra delle sue reali capacità.
Gandal era stato preso alla sprovvista perchè non l’aveva sentita entrare, tutti quei colpi lo stavano massacrando ed era incapace di difendersi, quindi da vero cavaliere, pensò bene di uscire dalla scena e far salire su quel teatro di violenza, la sua dolce metà. Si chiuse bene a chiave con tripla mandata e Lady Gandal subì un terribile martirio. La sua pelle chiara e diafana, fu ben presto costellata da chiazze bluastre, gli occhi cerchiati di rosso vermiglio, la fresca pettinatura un groviglio di nodi inestricabili, l’abito nuovo in pura seta, ridotto a striscioline.
In una frazione di secondo in cui la terrestre aveva allentato la presa, riuscì miracolosamente a fuggire in giardino, quindi scomparve nella polvere. Velocissima rientrò nella nave macinando improperi e promesse di vendetta all’indirizzo del consorte, e filò dritta come un fuso alla base lunare.
Si mise in contatto col sovrano per notiziarlo: “Missione fallita, maestà” e chiuse subito senza attendere risposta.

Dal laboratorio di Procton intanto, venivano mandati messaggi continui ad Alcor e Maria.
“Attenzione, ci sentite? Abbiamo avvistato la nave di Vega in prossimità di un bosco, correte subito a controllare!”
Niente – nessuna risposta. A quel punto, Actarus e Venusia si precipitarono coi loro mezzi nel luogo indicato dal monitor.

Come mai i due piloti non sentivano i messaggi via radio? Semplice: stavano di nuovo litigando con toni molto accesi, ed erano scesi a terra.
“Ti dico che non puoi pretendere di usare la mia Trivella! E’ mia e solo mia, l’hanno costruita apposta per me!”
“Mi stai dicendo quindi che, se tu per caso sei ammalata o lontana, dobbiamo lasciarci fare a fette dai veghiani perché il tuo velivolo – progettato e costruito da Procton e collaboratori, tra l’altro – è solo tuo, proprietà privata, guai a chi lo tocca sennò suona l’allarme, si rovina, eccetera, eccetera…”
“Esatto, proprio così!”
“Ti faccio presente, cara Maria, che la tua prima uscita in campo è stata col mio Goldrake2! Ti ricordi? Non te l’ho certo impedito, anzi!”
“Per forza, stavi a letto mezzo morto con la testa fasciata!”
“Appunto! Ma lo stesso potrebbe succedere a te!”
“Impossibile! Io sono fleediana, ricordi? Sono superiore, nulla di tutto ciò potrà accadermi.”
“Vedremo! Per adesso finiamo il nostro giro.”
Alcor si accostò al suo disco e vide una lunga lista di chiamate dal Centro.
“Pronto? Pronto… ci avete cercato?”
Rispose Hayashi: “Sicuro, da più di mezz’ora! Ma dove siete? Per caso, la zona non riceve?”
“Ehm… sì, esatto, non c’è campo, ma cosa dovevate comunicarci?”
“Abbiamo avvistato la nave di Vega, ora Actarus e Venusia sono corsi sul posto, per ora non ci sono novità.”
“Ho capito, provo a contattarli io.”

“Non guardarmi in quel modo, Alcor! Non ho sentito pericoli, i miei super poteri non mi hanno comunicato niente” attaccò subito Maria nello stile di tutti i colpevoli, i quali, sapendosi nell’errore, si difendono prima ancora di venire accusati.
“Pronto, Actarus? Dove siete? Sul litorale ad est? Ah, vicino a noi allora. Niente da segnalare? Avete bisogno? No? Bene, vi aspettiamo qui.”

Base Lunare Skarmoon

I coniugi Gandal, appena parcheggiato, corsero in infermeria e lì rimasero un paio di ore.
Uscirono zoppicando e tutti incerottati: lentamente bussarono alla porta della sala del trono. Vega li stava aspettando.
Appena li vide così conciati, si alzò dalla poltrona e li osservò con aria incredula.
“Cosa… come… cioè, perché… perché siete così?” domandò a bassa voce e tono apprensivo.
“Ecco maestà… ci hanno aggredito.”
“Che significa?”
“Significa che, molto probabilmente, ci hanno creduto dei ricchi signori pieni di denaro e gioielli, noi non eravamo preparati all’aggressione… ad ogni modo erano un bel gruppo di delinquenti, noi solo due… cioè, due è una parola grossa, insomma, alla fine siamo riusciti a fuggire e salvarci per miracolo.”

Il re non parlò per lunghi minuti, osservandoli senza posa.
Dalla porta laterale entrò Zuril, li osservò attentamente, poi disse: “Avevo fatto un brutto sogno premonitore su voi due, ma non ho fatto in tempo a dirvelo, perché eravate già partiti. Ad ogni modo siete salvi, questo è ciò che conta in fondo.
Maestà, se permettete, lascio sul vostro tavolo queste carte.”
Si congedò dopo un breve e ossequioso inchino.

“Non sapevo che il nostro Ministro delle Scienze, fosse diventato anche chiaroveggente!”


FINE
 
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