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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 18:17 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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MORDERE LA VITA

2_64

I nostri quattro piloti, Actarus, Alcor, Venusia e Maria, quando escono dalla Base ed entrano in formazione (Maria permettendo), intonano questo motivo deciso da loro nei momenti di pausa tra un attacco veghiano e l’altro. E’ per farsi coraggio, vincere la paura, caricarsi e avere una marcia in più, è l’inno che li rappresenta, la voglia di combattere per una giusta causa.
Viene cantata in coro da tutti, non ci sono solisti, però anche qui la competizione non manca.
Alcor e Maria sono convinti di avere le voci migliori del coro; lui è il più bravo tenore del mondo, lei Maria Callas se la mette sotto un dente. Quindi non mancano battibecchi, liti, fare a gara a chi grida di più, così arrivano stecche improvvise e sgraditissime, accuse reciproche per gli errori, mettere il muso, “te lo faccio vedere io chi è il migliore, non capisci niente, vatti a nascondere, eccetera”.
In questi casi, Actarus e Venusia si ammazzano dalle risate.
“Bravi ragazzi” di Miguel Bosè.

Bravi ragazzi siamo amici miei, tutti piloti noi del ’56.

Anche se non è vero, hanno deciso di essere nati tutto nello stesso anno per par-condicio.
Maria è stufa di essere messa in un angolo (a suo dire) e di essere trattata come una ragazzetta incapace. I tre, hanno deciso di accontentarla, sperando che questo gesto democratico la faccia smettere una volta per tutte di partire per prima, uscire dalla formazione, attaccare il super mostro cattivone da sola, mettersi nei guai, far perdere tempo a tutti, nonché rischiare e far rischiare grosso.

A spasso in un mondo che si dà via la vita è solo acrobazia.
Camminiamo sul filo del cielo a più di cento metri dall'asfalto.
Siamo un punto là in alto, bandiere nel vento di città.

E stare in piedi è quasi una magia, tra tanti imbrogli, tanta ipocrisia.
Andiamo avanti senza mai guardare giù, tornare indietro non si può più.
Camminiamo allo sbando in un mondo, che sta quasi per toccare il fondo.
Sospesi nel tempo, in crisi da un'eternità.


Camminiamo sul filo nel cielo, si può cadere da un momento all'altro
Sospesi nel tempo, spossati nel vento di città.



Re Vega vuole la Terra a tutti i costi, lo sappiamo bene. Ormai non ci dorme più la notte, è il suo chiodo fisso; un giorno, senza nemmeno sapere come, ha intonato un motivo con parole molto chiare che lasciano intendere bene la sua fissazione.

“Io vivo per lei” di Andrea Bocelli.

Il sovrano sta fissando lo schermo e il suo agognato pianeta azzurro è lì davanti agli occhi: il suo sguardo è offuscato dalla rabbia mista al senso di impotenza.
Improvvisamente dalla sua bocca esce una canzone inventata lì per lì dalla disperazione.

Re Vega:
Vivo per lei da quando sai, la prima volta l’ho incontrata, non mi ricordo come ma
mi è entrata dentro e c’è restata.
Vivo per lei perché mi fa vibrare forte l’anima, vivo per lei e non è un peso.


Zuril:
Vivo per lei anch’io lo sai e tu non esserne geloso, lei è di tutti quelli che
hanno un bisogno sempre acceso, come uno mostro in camera, di chi è da solo e adesso sa,
che è anche per lui, per questo io vivo per lei.
È un pianeta che ci invita a sfiorarlo con le dita, attraverso un robot forte
la morte è lontana, io vivo per lei.

Re Vega:
Vivo per lei che spesso sa essere dolce e sensuale,
a volte picchia in testa una è un pugno che non fa mai male.
Vivo per lei lo so mi fa girare di città in città,
soffrire un po’ ma almeno io vivo.

In coro:
È un dolore quando parte.
Vivo per lei dentro Skarmoon.
Con piacere estremo cresce.
Vivo per lei nel vortice.
Attraverso la mia voce si espande e amore produce.


Zuril:
Vivo per lei nient’altro ho e quanti altri incontrerò
che come me hanno scritto in viso: io vivo per lei.


Re Vega:
Io vivo per lei
sopra un grattacielo o contro ad un muro…
Vivo per lei al limite.
… anche in un domani duro.

In coro:
Vivo per lei al margine.
Ogni giorno una conquista, la protagonista sarà sempre lei.


Re Vega:
Vivo per lei perché oramai io non ho altra via d’uscita,
perché la Terra lo sai davvero non l’ho mai tradita.
Vivo per lei perché mi dà pause e lotte in libertà.
Ci fosse un’altra vita la vivo,
la vivo per lei.


In coro:
Vivo per lei è unica.
Io vivo per lei.
Io vivo per lei.
Io vivo per lei.


Actarus e Maria sono appena tornati su Fleed. Ovunque si respira un silenzio così pesante che anche il loro respiro sembra un grido.
“La voce del silenzio”.

Actarus:
Volevo stare un po' da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio
una voce dentro me
e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai
e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un'onda nei miei occhi
e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più.


Maria:
Ci sono cose in un silenzio che non m'aspettavo mai,
vorrei una voce. Ed improvvisamente
ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto
ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore
stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai,
che non avevi perso mai, che non avevi perso mai.

In coro:
E quello che mi manca nel mare del silenzio
mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio
che non m'aspettavo mai, vorrei una voce
e improvvisamente ti accorgi che il silenzio
ha il volto delle cose che hai perduto
ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore
stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai
non avevi perso mai, non avevi perso mai.


Contemporaneamente, sulla Terra, Alcor e Venusia puliscono le stalle e intonano la stessa nostalgica melodia con voce rotta, spezzata da un groppo che sale continuamente dalla gola.
Correre alla Base e salire sulla Cosmo Special per andare a fare un salutino ai loro amici è un attimo: hanno avuto entrambi la stessa idea e scappano senza salutare nessuno.
A metà strada un disco a loro molto familiare taglia la strada e quasi fanno uno scontro.
I loro amici fleediani hanno avuto la stessa idea e lacerante nostalgia, ora devono solo chiedersi e mettersi d’accordo per: “facciamo a casa nostra o vostra?”


FINE
 
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