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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 18:46 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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MOLTI RICORDI E POCHI RIMPIANTI

2_66

Il TFO di Alcor giaceva come sempre parcheggiato dentro il deposito del ranch Betulla Bianca.
Rigel era più che mai deciso ad usarlo, voleva a tutti i costi provare l’ebbrezza di spiccare il volo e approfittare dell’occasione per incontrare i suoi amatissimi amici dello spazio.

“Come membro del comitato ho il dovere di contattarli, altrimenti potrebbero offendersi, devo fare di tutto per riuscire a vederli. Voglio assolutamente approfittare di questa giornata in cui Alcor starà fuori tutto il giorno, quindi prenderò finalmente il volo col suo mezzo. Lui non vuole mai lasciarmelo usare, non si fida di me, ma si pentirà quando gli porterò notizie dallo spazio, anzi, qualcuno verrà fin qui alla fattoria per stare con noi! Non sto più nella pelle al solo pensiero, voglio partire subito!”

Pieno di energia e ottimismo, con una pala tentava invano di aprire il cofano, ma dopo un’ora di inutili fatiche, si trovò a terra tutto sudato e con la testa che gli girava.
“No, non va, niente da fare, ma io non mi arrendo per così poco! Ho un’idea, vado nello studio di Procton e lui mi metterà in contatto con gli ufo!”
Tutto contento della geniale idea, montò sopra ad un puledro intento a brucare l’erba.
“Al galoppo!”
Con stupefacente energia salì sopra l’animale, ma non avendo ben calcolato le misure, si trovò a terra dopo aver sbattuto la testa contro un albero.
Proprio in quel momento, il dottor Procton avanzava verso il ranch per incontrare Rigel; quest’ultimo lo vide in lontananza e alzatosi gli corse incontro.
“Caro Procton, qual buon vento? Hai avuto la mia stessa idea, stavo giusto pensando di venire da te.”
L’amico non gli rispose subito, si limitò a guardarlo intensamente, di certo i suoi pensieri erano lontani, la sua persona trametteva un vago senso di rimpianto, una velata malinconia, qualcosa di intenso e indefinibile.
Ospitale come sempre, Rigel lo fece accomodare in veranda, e passando rapidamente dalla cucina, uscì con due bicchieri pieni di liquido arancio.
“Oggi tutti i nostri ragazzi sono andati in città per compere importanti, ho saputo.”
Dopo un attimo di esitazione, il dottore confermò.
“Sì, li ho mandati io per ritirare dei pacchi alla stazione ferroviaria: il corriere avrebbe tardato molto di più ad arrivare, e noi ne avevamo bisogno subito.”
Rigel attaccò uno dei suoi interminabili discorsi saltando di palo in frasca, il lavoro alla fattoria, aneddoti del passato, fatti realmente accaduti mescolati ad una buona dose di fantasia. Non la finiva mai di conversare, ma il suo amico non lo sentiva più; la mente lo stava riportando ad un passato lontano, dove molto tempo prima di trasferirsi in Giappone, aveva fatto un incontro importante e che ora si ripresentava sulla scena della memoria in ogni suo particolare, senza bisogno di evocarlo, vero e tangibile.
“Buonasera. Cosa le porto da bere?”
“Vorrei la specialità del locale, purchè sia analcolico, grazie.”

Pochi minuti dopo, la ragazza serviva al dottore una flute contenente un liquido ambrato e leggermente frizzante, ornato di scorze d’arancia e foglie di menta.
Il night era piuttosto piccolo e senza pretese, la luce verde soffusa unita alle note di un motivo americano in voga in quel periodo, davano a quel luogo un lieve tocco di teatralità.
“I clienti se ne stanno andando via quasi tutti e anche il mio turno sta per finire, le dispiace se le faccio compagnia?” gli chiese la ragazza e senza attendere risposta, si sedette nell’unico posto libero di quel piccolo tavolo rotondo.
Aveva lunghi capelli biondi ondulati, la figura armoniosa e una voce gradevole con un lieve accento sudamericano. Gli disse che lavorava lì da un paio d’anni: se ne era andata via di casa, perché non tollerava l’idea di vivere ai margini della città in una famiglia di agricoltori senza un briciolo di cultura e interesse che non fosse quello di allevare bestiame, piantare cotone, ammazzarsi di fatica per poi invecchiare anzitempo accumulando denaro senza averne mai capito il valore.
“… durante il giorno ho mille interessi, mi piace molto leggere, ma soprattutto viaggiare, coi risparmi conto di poter avviare molto presto una mia attività, il mio sogno è investire in un negozio di abbigliamento esclusivo, oppure in un’agenzia di viaggi…”

Dopo una mezz’ora di monologo quasi ininterrotto gli chiese: “Mi chiamo Lorna. E lei di dove viene?”
“Mi occupo di astronomia e sono in questa città, perché per un’intera settimana ci sarà un convegno molto importante, al quale anch’io darò un contributo in qualità di scienziato.”
“Allora possiamo rivederci, tra l’altro avevo proprio deciso di prendere una settimana di ferie.”

Procton accettò di buon grado, quella ragazza lo intrigava davvero, era molto diretta, aveva preso lei l’iniziativa, ma per quanto assurdo potesse sembrare, non era per nulla invadente o inopportuna, poteva paragonarla ad una lieve brezza, un raggio di sole che non ferisce l’occhio, la sua voce pareva accarezzargli l’orecchio.
Il locale stava per chiudere, entrambi si alzarono, lei prese il bicchiere e bevve quel che restava del suo contenuto.
“Com’era? Non male” giudicò con una lieve smorfia. “Ma c’è di meglio”, concluse.

Nei giorni a venire si incontrarono molto spesso: quando il dottore non era impegnato nei suoi studi e nel stilare relazioni, uscivano, visitavano musei, negozi, facevano lunghe camminate nell’immenso parco al centro della città.
“Domani verrò a sentire la tua conferenza, sarò in prima fila, vedrai!”
Lui si illuminò tutto. Era la prima volta che provava un così forte feeling con una donna, benchè molto giovane e con un passato tanto diverso dal suo.
Quella sera cenarono in un ristorante davvero elegante e raffinato; Lorna aveva un abito di raso blu molto scuro e i gioielli di acquamarina azzurro chiarissimo come i suoi occhi, spiccavano sullo sfondo della stoffa ed emettevano bagliori multicolori al contatto della luce dei lampadari di cristallo pendenti dall’alto soffitto.
“Mi sembra di averti sempre conosciuta, è come ci fossimo aspettati da lunghi anni e dati appuntamento qui. Lorna, io voglio stare per sempre con te”, così le sussurrò l’eminente scienziato di fama mondiale, in una limpida e tiepida sera di giugno, fissandola profondamente.
“Anch’io”, gli rispose con semplicità.
Lui le prese la mano e la baciò. Nello stesso istante, l’acquamarina che portava al dito, brillò come in segno di approvazione.

Il pomeriggio seguente, Procton si recò alcune ore prima dell’inizio della conferenza nella sala dei convegni, ripassò tutti i suoi appunti, salutò con piacere i colleghi e insieme parlarono a lungo dei loro progetti, delle scoperte, delle nuove possibilità.
La sala si riempiva rapidamente di persone, Lorna arrivò puntuale, vestita con un elegante abito a giacca color pesca e attese.
Iniziò la conferenza e a turno, gli scienziati esposero le loro teorie. Fu un grande successo: tutti applaudirono a lungo e il dottore ebbe un meritato successo personale.
Alla fine, dopo che tutti si furono congratulati a vicenda e congedati, ognuno prese la sua strada.

“Caro Procton, a cosa stai pensando? Guarda che se non bevi adesso quel bicchiere di oransoda, presto non sarà più fresco. Cosa ti succede? Mi sembri strano”, osservò Rigel tornato finalmente a terra e con una leggera apprensione.
“No, niente, stavo solo pensando al contenuto dei pacchi e all’uso che devo farne”, gli rispose prontamente: intanto ricordava con precisione estrema e in ogni suo particolare, l’epilogo di quella storia.

Il mattino successivo alla conferenza, il dottore si era svegliato quando il sole era già alto nella sua camera d’albergo e al posto di Lorna, aveva trovato una sua lettera di congedo.

… è stato tutto molto bello il tempo trascorso con te e avrei voluto con tutto il cuore, passare la vita al tuo fianco… ma ieri sera, quando ti ho visto così preso dalla tua passione per l’astronomia, l’intensità della luce nei tuoi occhi quando esponevi le tue ricerche, l’interesse per i colleghi... ho capito che non c’è spazio per altro, che resterò sempre all’ultimo posto, anche se sono convinta che mi vuoi bene veramente e tu sia sempre stato sincero con me.
E’ solo che hai altre priorità e tra quelle io non sono compresa, come quella di crearti una famiglia, l’ho capito molto bene questa notte, quindi esco dalla tua vita in punta di piedi, ma sappi che ti voglio bene veramente e questi giorni passati insieme non li dimenticherò mai più, avranno sempre un posto speciale nel mio cuore e mi daranno la forza per affrontare la vita in tutti i suoi aspetti e le sue difficoltà.

Grazie di tutto, addio.

Lorna


Dopo che il ricordo ebbe preso tutto lo spazio che esigeva nella mente di Procton e il sipario delle sue fantasie si chiuse, arrivarono di corsa Actarus, Alcor e Venusia con la macchina piena di acquisti.
Oltre ai pacchi che dovevano servire per il centro ricerche, avevano fatto la spesa per tutta la settimana e comprato anche qualche capo di abbigliamento nuovo per Mizar, visto che stava crescendo a vista d’occhio.

“Ecco qua i nostri ragazzi!” dissero in coro i due uomini.
Andarono loro incontro sorridendo, per aiutarli a scaricare e sistemare ogni cosa e nel cuore del dottore si compì definitivamente l’elaborazione di quella perdita, che in realtà non era stata tale, ma un arricchimento, un’esperienza indispensabile in quel capitolo della sua esistenza.
Si rese conto che Lorna l’aveva capito ben più di quanto lui conoscesse sé stesso a quel tempo, era stato giusto così, tutto aveva avuto un senso, un inizio e una fine.
La vicinanza con quella ragazza anche se solo per un breve periodo, la sua allegria, la sua giovinezza e finta spensieratezza, erano stati valori aggiunti per lui e allo stesso modo era stato per lei.

Non gli mancava proprio niente e quando un giorno la guerra con Vega sarebbe finita, i suoi progetti sarebbero continuati, sì, niente si era perso, anzi, ora aveva molto di più, pensò, mentre lo sguardo avvolgeva tutte le cose e persone che gli erano accanto in quel momento.
Era quello il suo mondo, la sua vita, ed era ciò che desiderava davvero.



FINE
 
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113 replies since 20/4/2016, 12:44   1873 views
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