Dopo la visione delle due meravigliose serate, vorrei dedicare due parole a ciò che per me, ma probagbilmente anche per molti di voi, è stata l'unica vera sorpresa di tutto il ciclo dei mediometraggi nagaiani, ossia La grande guerra del disco spaziale in italiano. Naturalmente, in lingua originale l'avevo già visto svariate volte. Se la memoria non m'inganna, la prima visione di questo film l'avevo avuta intorno al '96 o '97, su un vhs che ero riuscito a reperire dopo faticose ricerche a cui mi aveva spinto un lungo e pionieristico servizio in uno degli ultimi numeri della sfortunata testata "Manga Classic" (la pubblicazione di Granata Press con i fumetti di Ota, interrotta per scarse vendite dopo la conclusione del Grande Mazinga). Avevo perciò già avuto modo di apprezzarne gli ottimi disegni, i colori vivaci, l'intensità dei dialoghi che traspariva dalla recitazione, e tutto ciò che della storia si poteva cogliere anche in base alla conoscenza della trama generale di Goldrake. Ma per qualche strano motivo, non avevo mai visto nessuna delle versioni sottotitolate che pure mi pare siano circolate in rete. E di questa inspiegabile "mancanza" stasera sono stato ben lieto, perchè mi ha reso possibile avere il mio primo vero incontro con il dramma raccontato in questo film in condizioni che, leggendo "Manga Classic", non avrei veramente mai potuto immaginare, cioè su un grande schermo e con un adattamento e un doppiaggio che mi sono sembrati davvero validi. E ho avuto un grande piacere nel vedere come, malgrado la brevità della pellicola, vi siano già in nuce molte delle cose che ho amato e amo della serie di Goldrake: il disgusto per la guerra, che divide gli uomini e ne affligge i destini, la tensione che attraversa le scelte del protagonista, attaccato alla terra -o piuttosto agli orizzonti di serenità che ai suoi occhi di profugo questo pianeta sembra offrire -, ma costretto a combattere e a rinunciare a ciò che ama per risparimare alla sua seconda casa le sofferenze già patite sul pianeta natale. Certo, molti aspetti della storia, ad un esame più attento, appariranno sommari ed irrisolti, e non potrebbe essere altrimenti vista la brevità del film e considerato che anche nella serie, per via della sua struttura ad episodi tendenzialmente autosufficienti, tanti elementi della trama risultano in parte oscuri, come stanno a dimostrare le lunghe e belle discussioni che, nel furum, vengono portate avanti intorno a questi temi, Ma nel complesso mi pare un film scritto e realizzato veramente bene. Sul piano strettamente tecnico, le due serate cinematografiche mi hanno lasciato una curiosità: qual'è l'aspect ratio originale del Toei Sope? In tutti i film ho infatti notato un'eccedenza, lieve ma sensibile, dei disgni rispetto al taglio dell'inquadratura. Questo mi farebbe ritenere che per essere proiettati nel rapporto 2,35:1 tipico del Cinemascope/Panavision possano aver subito un adattamento da un formato leggermente più sviluppato sull'asse verticale (2,30:1 o 2,25 :1). Ringrazio chi mia aiuterà a risolvere questo dubbio.
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