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HARIS VON HAYESER's FICTION GALLERY

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Haris von Hayeser
icon7  view post Posted on 23/3/2010, 20:00 by: Haris von Hayeser     +1   -1

Filologo della Girella

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Io lo sapevo. Lo sapevo che andava a finire così. Il Pavone che è in me ha sentenziato che avrebbe fatto la ruota anche in questa sezione, e io non sono riuscita ad oppormi...

Deliri a parte, benvenuti nella mia Fiction Gallery, dove troverete buona parte dei miei scritti (inediti e non) dal 2003 ad oggi ^^.

Parto subito con un inedito che sta vedendo la luce in questi giorni: è un racconto riguardante la squadra del Neo Getter, in particolare Sho Tachibana e Go Ichimonji, una roba di ampissimo respiro che spero di poter aggiornare almeno settimanalmente (non posso garantire, però... :/ ) e che percorre un arco di tempo di due-tre mesi... Per renderla fruibile anche a chi non conosce la serie di OAV di Shin Getter Vs Neo Getter, devo però dare un minimo di riferimenti: (metto sotto spoiler)
SPOILER (click to view)
L'azione prende le mosse dalle premesse dell'OAV: dopo la morte di Musashi Tomoe, avvenuta due anni prima a causa dell'esplosione del primo Getter Robot (da lui stesso provocata per porre fine all'ultima guerra contro l'Impero dei Dinosauri) e la distruzione dell'intera Manatthan dovuta alle radiazioni generate dalla deflagrazione, gli studi sull'energia Getter vengono boicottati, a favore di quelli verso fonti meno "imprevedibili". Entra così in scena la base Nisar, a capo della quale si trova Hayato Jin, già pilota del Getter Robot e della sua evoluzione, il Getter Robot G. Hayato e il suo staff (tra cui ritroviamo il prof. Shikishima, un vecchio scienziato squilibrato e geniale che fu collaboratore di Saotome), con la collaborazione del prof. Tachibana, padre di Sho, sviluppano un nuovo robot con caratteristiche di combattimento e di assemblaggio delle navette che replicano alla perfezione quelle dei vecchi Getter, ma che, grazie ad un generatore al plasma, eviterà che possano avvenire incidenti come quello che portò alla distruzione di Manatthan e dell'eroico Musashi.


E adesso, signore e signori, andiamo a incominciare :inchino: ...



___________________________________________________________________________________


27 Settembre




L'espressione preoccupata che le rivolse Go e le sue parole la lasciarono di sasso:

- Come, Sho, non lo sapevi? Tuo padre è stato ricoverato stanotte...

La notizia le congelò un'espressione incredula sul volto, solitamente serio e compassato, e la documentazione coi dati dell'ultimo test le cadde dalle dita inerti. Come poteva essere? Suo padre...

… Solo la sera prima lo aveva incrociato nei corridoi della base. Lei veniva da un'esercitazione per testare i nuovi armamenti ideati dalla mente vulcanica di Shikishima per il Neo, seguita da Go e Gai che facevano battute e ipotesi fantasiose sulla prossima infornata di ammennicoli bellici che quel singolare misto di idiozia e genialità avrebbe architettato durante la settimana successiva, mentre il professor Tachibana era appena uscito da una conversazione lunga e piuttosto tesa con il comandante Jin circa la necessità o meno di potenziare ulteriormente il robot con quelle nuove armi.
Ricordava di aver prestato un orecchio distratto alle critiche pacate ma sottilmente taglienti di suo padre, alle quali aveva risposto tranquillamente, mentre i suoi compagni d'arme la superavano, confermando la sua piena fiducia al Comandante. “Secondo me ti stai preoccupando troppo, papà.” aveva concluso con un sorriso indulgente nei confronti del genitore, “Il comandante Jin sa bene di che parla, in fondo è stato faccia a faccia con quei rettili prima di noi, e se giudica che il Neo Getter possa trovarsi in difficoltà con l'equipaggiamento attuale, beh... io gli credo.” Tachibana aveva sospirato stancamente, scrollando le spalle e guardandola con occhi scettici e segnati che tradivano tutta la sua tensione, ma addolcendo l'espressione con il sorriso che le riservava, fin da quando la ragazza potesse ricordare, nelle occasioni in cui la piccola Sho si intestardiva ossessivamente su qualcosa: “Probabilmente hai ragione tu, bambina. In fondo, sei tu il soldato, e ne saprai sicuramente più di me”. Il professore si era poi portato la mano al volto, massaggiandosi la radice del naso “Ora scusami, ma sono veramente molto molto stanco... casomai ne riparliamo domani, sei d'accordo, cara?”. Un saluto, un gesto della mano, ed entrambi avevano ripreso la loro strada: il professor Tachibana verso l'uscita della Nisar e la sua auto, e sua figlia verso i due ragazzi che l'aspettavano all'entrata della sala briefing, con Go che la chiamava incitandola a sbrigarsi, 'ché era stanco morto e non avrebbe potuto vedere il letto prima di aver finito la riunione con il Comandante!!' e Gai che osservava le plateali rimostranze del compagno con un sorriso divertito sul viso paffuto...

- Sho? Ehi, Sho! Diavolo, davvero non ti hanno detto niente?

La voce contrita di Go non sembrava nemmeno arrivarle dalla stessa stanza. Non si accorse nemmeno di essersi appoggiata col retro delle cosce alla scrivania dietro di lei, scivolando lungo lo spigolo e finendo per sedersi sul bordo del piano, né di aver chinato la testa in avanti. Fu solo vagamente consapevole del pavimento che scorreva nel suo campo visivo, delimitato solo dal rosso dei capelli che le erano finiti davanti agli occhi.
Vedendola così shockata, il pilota della Neo Eagle si avvicinò goffamente, chinandosi appena verso
di lei, cercando di sbirciarle il volto per capire se era il caso di lasciarla sfogare in privato o se...

-Sho? - disse con la voce più delicata che riuscì a modulare.

Nessuna risposta.

- Oh, mer..! - imprecò a denti stretti il ragazzo, distogliendo lo sguardo per un momento, sentendosi improvvisamente in colpa per aver affrontato il discorso in maniera così diretta - Scusami, pensavo che... non volevo, credimi, io... - balbettò imbarazzato.

La voce di Sho suonò secca e atona nella stanza:

- Cosa gli è successo?

Go, che stava iniziando a pensare che fosse il caso di chiamare il medico della base, quasi trasalì nel sentirla parlare in quel momento, ma un attimo dopo si era già ripreso, ravanando nella memoria alla ricerca delle parole più neutre possibili per informarla del resto.

-Pare che abbia avuto un... - beh, c'era un solo modo per descrivere un'emorragia cerebrale, e lei non era una stupida, ma proprio non ce la faceva a mettergliela giù così duramente, non dopo averle sbattuto in faccia la cosa in quel modo. -... l'ho saputo da Gai, questa mattina, mentre stavamo facendo colazione... sì, insomma, lui...

- Co-sa dia-vo-lo gli è suc-ces-so, Go. - disse lei. Senza alzare la voce, senza inflessioni particolari... solo scandendo quelle poche parole come se stesse parlando con un bambino ritardato.

Quel tono lo urtò profondamente: già non era tagliato per fare la spalla su cui piangere o l'amichetto consolatore, e stava facendo uno sforzo titanico per non usare parole che fossero troppo crude, ma se quella... quella... oh, chiamiamole col loro nome, le cose!, quella stronza gli si rivolgeva pure in questo modo, allora...

- Emorragia cerebrale.- disse ruvidamente, il volto da cui era sparita ogni traccia di compassione e su cui era tornata la solita espressione rabbiosa. Allontanandosi di un paio di passi le diede le spalle. Bene, se voleva la verità in questo modo, che fosse! Contenta, Iron Maiden?

Solo che dopo un istante avrebbe voluto mordersi la lingua: lui stesso era passato attraverso lo smarrimento che ora provava Sho, e aver reagito in quel modo a causa del tono che la ragazza aveva usato in un momento di nervosismo più che comprensibile lo fece sentire un verme. Inspirò a fondo, cercando di gestire il disagio che avvertiva passandosi la mano sinistra fra i corti, disordinati capelli neri, voltandosi e preparandosi a scusarsi, quando la vide alzarsi dalla scrivania, con movimenti innaturalmente rigidi, e chinarsi per raccogliere le carte che le erano cadute di mano, la frangia di capelli che continuava a coprirle ostinatamente la parte superiore del viso.

Go notò chiaramente che le mani le tremavano. E questo lo fece sentire ancora peggio.

Si piegò sulle ginocchia per aiutarla a radunare quella piccola risma di grafici, fogli di calcolo e numeri incasellati secondo la politica di ottimizzazione della carta partorita dall'equilibrato Shikishima; sapeva di dover dire qualcosa, ma quel qualcosa non riusciva a disincagliarglisi dal gozzo. Mentre rimuginava su ciò che avrebbe voluto dire o fare, i fogli erano nuovamente in mano alla ragazza, che si rimise in piedi, guardandolo con gelo quasi palpabile dagli occhi azzurro scuro.

-Ti ringrazio per l'aiuto.

Dalla faccia che aveva non sembrava.

- Sho, ascolta - Go fece un breve sospiro, prima di riprendere a parlare. Espirando, si rimise eretto facendo forza sui soli muscoli delle cosce e sugli addominali, con i medesimi movimenti fluidi e scattanti che gli erano valsi l'attenzione del tenente Yamazaki e del comandante Jin come potenziale candidato alla guida del Neo Getter 1. Nello sguardo che le rivolse si leggeva una profonda comprensione, sebbene il giovane tentasse di mascherarla, e quando riprese a parlare, lo fece con il massimo grado di tatto e delicatezza che era riuscito a racimolare nelle corde vocali: - Ti chiedo scusa, per poco fa. Non volevo essere così brutale, ma onestament...-

Gli occhi della pilota della Neo Jaguar lo inchiodarono come stalattiti di ghiaccio.

- Scusa, ma il Comandante sta aspettando questi documenti. - tagliò corto, gelida, sottolineando quanto fosse assoluta la sua volontà di troncare il discorso facendo il gesto di “stop” con la mano libera. - Non posso trattenermi oltre, Go. Buona giornata.

Così dicendo se lo lasciò alle spalle, avanzando con passo forse troppo affrettato nel corridoio antistante gli uffici, stringendo il fascicolo nella destra con più forza del dovuto. Lui la guardò allontanarsi, trattenendo l'impulso di fermarla per chiarire subito quel malinteso che già gli stava procurando un serpeggiante malessere allo stomaco. A quel punto, però, poteva solo aspettare che lei superasse il momento e tornasse la solita, disciplinatissima ma decisamente più trattabile Sho. Solo allora avrebbe potuto parlarle e spiegarsi senza rischiare di ricevere in pieno un'altra dose di azoto liquido.
Si chiese se non avesse fatto meglio a tacere, e lasciare che fosse chi di dovere ad affrontare l'argomento. Ma tanto sapeva che non l'avrebbe fatto, e aveva anche il sospetto di avere intuito quale potesse essere la ragione del suo silenzio... e non gli piaceva per niente.




continua...

 
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5 replies since 23/3/2010, 20:00   842 views
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