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IL MAESTRO DELLE GESTA DEL GUTTLER

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Icarius
view post Posted on 16/6/2010, 13:20     +1   -1




Questo vuole essere un omaggio ad un vecchio amico.
Un amico che ha animato tante giornate passate qui sul forum a discutere, fantasticare, sognare fra tutti noi.
Giornate spensierate che, penso, ci porteremo dentro sempre, ricordandole di tanto in tanto come si fa quando, in quelle malinconiche sere, i ricordi ci assalgono.
Un omaggio quindi alla passione ed all’entusiasmo che sempre deve esserci quando si fa qualcosa.
Che sia per gioco o per altro.
Il Guttler è come tanti sogni che si fanno.
Sogni che spesso non si riesce a seguire fino in fondo, diventando come un’ombra, un velo, sul grande oceano dei nostri ricordi.




IL MAESTRO DELLE GESTA DEL GUTTLER


Il Termobus percorreva la soleggiata strada, che regolare saliva pian piano sul pendio di quelle boscose colline.
Il cielo era limpido e di un azzurro luminosissimo, mentre una lieve e fresca brezza ammansiva la calura mattutina.
La classe V G era tutta presa da una festosa vivacità, come sempre accade durante una gita scolastica.
La scolaresca, infatti, quel giorno avrebbe visitato il bellissimo e lussureggiante complesso del Foro dei Migliori, un enorme parco celebrativo edificato per il centenario del governo degli Aristoi.
Ma in realtà, a rendere eccitati e felici quei ragazzi era il pensiero di ciò che avrebbero visto in quel parco. Qualcosa cioè che da sempre animava i loro sogni: il Guttler.
Infatti, nel bel mezzo del Foro, davanti alla basilica dedicata alla Santa Vergine della Liberazione, edificata per ringraziare la Santa Madre di Dio in seguito alla vittoria nella I° guerra contro le forze nerdoniane, si ergeva un monumento unico al mondo, che più di tutti rappresentava il significato che il Guttler aveva per la popolazione: la colonna istoriata del Guttler.
Il Termobus giunse così all’immenso complesso e subito fu difficile per la signorina Miriam tenere a bada l’entusiasmo dei suoi alunni.
“Buonasera!” Disse un ometto che, appena vista la scolaresca, si fece avanti. “Sono Pannon e sono uno dei custodi.”
“Miriam ringraziò annuendo ed accennando un lieve inchino.
“Prego, seguitemi. Accederete attraverso la porta Aurea.” Aggiunse il custode. “Così eviterete le rumorose file di turisti che si accalcano presso l’ingresso principale.”
“La ringrazio.” Rispose la maestra.
“Si figuri. Sono padre di 4 figli e so cosa vuol dire tenere a bada dei bambini, soprattutto in mezzo alla confusione!”
La scolaresca giunse così davanti all’imponente colonna celebrativa dell’invincibile robot.
E subito nel vederla, quei ragazzi furono colti da viva meraviglia, cessando subito di ridere e chiacchierare, cosa che avevano fatto per tutto il cammino, nonostante i richiami della loro maestra.
“Eccola, ragazzi!” Esclamò Miriam, quasi avvertendo l’emozione dei suoi alunni. “Questa è la colonna del Guttler e descrive tutte le battaglie del nostro formidabile robot.”
Andross aveva atteso quel momento da mesi.
Da quando cioè la loro maestra aveva annunciato quella gita.
Lui il Guttler l’aveva visto per lo più alla tv, o sui giornali. Aveva a casa diversi modellini che lo raffiguravano e non si lasciava sfuggire mai un nuovo videogame che avesse come protagonista il suo invincibile eroe.
Le guerre erano finite da anni ormai e nessun che avesse meno di 15 anni aveva mai visto, nemmeno di sfuggita, il Guttler dal vivo.
E vedere quella colonna, dove ad ogni spirale venivano rappresentate le gesta di quel robot, era per il piccolo Andross un emozione mai nemmeno immaginata.
“La colonna” cominciò a spiegare Miriam “rappresenta tutte le battaglie, con protagonista il Guttler, durante le due Guerre Sacre, tra le forze terrestri e quelle aliene nerdoniane. La colonna è formata da 29 blocchi di marmo, posti l’uno sull’altro. Ogni blocco è fissato a quello successivo tramite perni, dando stabilità all’intera struttura. E nel marmo sono impresse, con la tecnica del basso rilievo, le gesta del nostro robot.”
“Ci sono tutte le battaglie?” Chiese un alunno.
“Si, tutte.” Rispose Miriam. “Dal basso verso l’alto sono raffigurati tutti gli episodi delle due guerre. E la figura di un Angelo, con sullo scudo inciso un ringraziamento a Dio, divide poi la narrazione della I guerra dalla II.”
Andross ascoltava e guardava rapito ogni piega, ogni solco, ogni rilievo di quella superba scultura.
Il Guttler che affrontava immense astronavi, che solcava i cieli ed emergeva dalle acque. Che faceva scempio di terribili mostri e proteggeva città assediate.
E tutte queste scene prendevano vita e forma davanti allo sguardo estasiato di Andross.
“Chi l’ha costruita, maestra?” Chiese un altro alunno.
“L’artista che l’ha scolpita, blocco su blocco, è sconosciuto.” Rispose Miriam. “Nessuno sa chi sia. E’ noto con un soprannome… il Maestro delle gesta del Guttler.”
E dopo un attimo di silenzio, come a voler far assorbire dai suoi ragazzi l’emozione che quella straordinaria opera suscitava in loro, riprese a dire:
“Di lui sappiamo solo che era un grandissimo artista, un genio assoluto. Egli ha raccontato ogni battaglia imprimendola nel marmo, donando a tutte le immagini un senso narrativo e visivo senza precedenti. Guardando ogni scena si ha l’impressione che il marmo diventi carta ed illustri davanti ai nostri occhi tutti gli avvenimenti di quelle terribili guerre, dove milioni di persone hanno dato la vita affinché tutti noi oggi e chi verrà dopo di noi, potessimo vivere da uomini liberi. Guardate con attenzione le scene della I guerra e paragonatele a quelle della II. Osservate con attenzione l’immagine del Guttler come cambia. Chi sa dirmi in che modo?”
“Nella I il Guttler somiglia più ad un robot…” rispose uno dei bambini “… nella II invece sembra vivo.”
Si, è vero!” Risposero in gruppo tutti gli altri.
“Si, bravissimi!” Esclamò Miriam. “L’artista infatti ha dato due immagini diverse del Guttler, nel passaggio dalla I alla II guerra. Se infatti osservate il robot, nelle prime battaglie ci appare come un vero e proprio automa, una macchina. Nelle battaglie del II conflitto invece, viene rappresentato quasi come un essere divino. Guardate in alto a destra la scena in cui il Guttler sorge da quelle nuvole, mentre i raggi del Sole ne disegnano quasi la scia. Oppure in basso al centro, mentre il popolo quasi si prostra davanti al robot per ringraziarlo. E in alto lì, possiamo vederlo mentre colpisce un mostro meccanico con la sua spada, assumendo quasi l’immagine dell’Arcangelo che trafigge il demonio sotto i suoi piedi.”
“Il Guttler è un Angelo allora, signora maestra?” Chiese ingenuamente uno dei bambini.
“Si…” rispose sorridendo Miriam “… è un po’ come un Angelo.”
Ma per Andross lo era davvero.
Il Guttler, proprio come un Angelo di Dio, era sceso dai Cieli per scacciare i demoni venuti dallo spazio. Un Angelo che frequentava ogni notte i sogni di Andross.
“Oggi il Guttler è conservato a Neapolis, nel Tempio della Concordia Celeste, come simbolo di pace e di libertà.” Disse Miriam. “E se sarete buoni e studierete sempre, un giorno andremo a vederlo!”
E tutti i bambini esultarono e gioirono a quella promessa.
La giornata trascorse poi tra le varie attrattive del Foro, per la gioia dell’intera scolaresca.
Andross però tornò a vedere quella colonna, restando a sognare davanti al suo lucente marmo.
“Ehi, Andross!” Lo chiamò all’improvviso Antea. “Dove eri finito? La maestra ha detto che dobbiamo tornare tutti al Termobus! Sbrigati!”
“Un giorno ci riuscirò…” disse Andross senza togliere mai gli occhi da quella colonna.
“Riuscirai a fare cosa?” Chiese la bambina.
“A diventare il pilota del Guttler…”
“Ma sei solo un ragazzino che va a scuola! E poi i nerdoniani sono andati via.”
“Io so che torneranno…” rispose Andross “… ed il Guttler combatterà di nuovo… un giorno tornerà… non so dove… non so quando… ma tornerà…”
In quel momento Miriam chiamò i due bambini.
Ed Andross, prima di andare, guardò di nuovo l’immagine del Guttler che scendeva dai cieli. Proprio come un Angelo.
Il ragazzino sorrise, come si fa quando si saluta un vecchio amico e tornò, insieme ad Antea, al Termobus.
E di nuovo, come tutte le notti, sognò del suo invincibile eroe.
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zaffìro
view post Posted on 17/6/2010, 01:49     +1   -1




Quanta malinconia è placidamente riversata in queste righe come chete acque che mestamente solcano il letto del fiume.La colonna di Traiano rende perfettamente l'idea della faticosa ascesa verso i sogni e la possenza verso la quale ci si proietta se si crede in essi.
Il ragazzino piloterà il suo robot,un giorno,ne sono certa.Battiti per i tuoi sogni,Icarius.Sempre.
 
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isotta72
view post Posted on 17/6/2010, 10:05     +1   -1




Ho letto ieri, Icarius, ma non sapevo dove commentare. Visto che Zaffiro ha fatto da apripista, seguo a ruota.. se poi non va bene, spostate..

Non so molto del Guttler: quando sono arrivata sul forum il progetto già mi sembrava che fosse un pò in stato di abbandono, ho letto solo i profili dei personaggi, ma prima o poi troverò il tempo per leggere qualche altra cosa.
I progetti attorno ai quali si riuniscono più persone per pura passione mi lasciano piacevolmente stupita, e nelle tue righe c'è tutta la malinconia ed il rammarico per qualche cosa di interrotto.

Ma c'è anche la certezza che, a prescindere da come vanno le cose, la forza dell'amore e dell'immaginazione di un bambino, che se siamo fortunati riusciamo a mantenere in piccola parte anche da adulti, sono in grado di mantenere in vita qualunque sogno.

Mi è piaciuto, Icarius! :clap: :clap:

 
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Rubina71
view post Posted on 17/6/2010, 11:26     +1   -1




Complimenti anche da parte mia!!!
Spero che questo progetto venga ripreso prima o poi, è un peccato lasciarlo morire!!!
 
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3 replies since 16/6/2010, 13:20   347 views
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