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DAITARN 3 CONTRO LUPIN 3! E il passato di Banjo!

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joe 7
view post Posted on 9/10/2010, 17:18 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Riassunto: Lupin è interessato al deposito d’oro che si trova nella villa di Haran Banjo, il pilota del Daitarn 3. Quest’ultimo, dopo aver sconfitto i Meganoidi, ha creato la Solar Corporation, un’azienda internazionale che produce materiale ad energia solare. Durante una festa alla villa di Banjo, si presenta sotto mentite spoglie Fujiko Mine, della banda di Lupin…


Mentre la festa dell’inaugurazione andava avanti, c’era un certo brusio tra gli invitati: “Dov’è il presidente?” “Banjo?” “Sì, Banjo, non è ancora arrivato…” “Dicono che sia un bell’uomo…” “Chissà perché si è dipinto i capelli di verde?” “Bè, sai, i ricchi sono stravaganti…”
Tutti, insomma, stavano aspettando il famoso (e famigerato) Haran Banjo. In uno dei corridoi della villa, una ragazza in abito da sera blu scuro, con capelli castani lunghi e molto curati camminava impaziente, guardandosi in giro. Era Reika Sanjo dell’Interpol, una delle due assistenti di Banjo. In quel momento, era come minimo di umore nero cupo. Banjo si era nascosto chissà dove un’altra volta.
Ma possibile che quell’imbecille non capisca la sua posizione? Adesso è il presidente di un’azienda, non può continuare a fare come gli pare! pensò Reika.
Banjo non rispondeva al telefono e la ragazza aveva appena finito di controllare tutte le quarantasei stanze principali della villa: aveva i piedi stanchi e nutriva dei desideri vagamente omicidi. Il telefonino squillò. Reika lo afferrò velocissima.
“Banjo?”
“No, signorina Reika. Sono Garrison. Il signor Banjo non c’è ancora? Stanno tutti aspettando il suo discorso per l’inaugurazione del nuovo modello ad energia solare…”
Reika si coprì gli occhi con una mano, respirando profondamente per un certo tempo. Era una tecnica yoga che le avevano insegnato all’Interpol per mantenere la calma. Giusto. Calma. Stiamo calmi. Bill Gates della Microsoft. L’emiro degli Emirati Arabi. I rappresentanti delle ambasciate dell’America, della Francia e della Germania. Tutti i ricchissimi investitori privati e non so quanta altra gente importante è lì ad aspettare il suo discorso. E quel £$%£$£”& di Banjo li sta facendo aspettare tutti. Ma dove diavolo è??
“Adesso lo trovo, Garrison. Non preoccuparti.”
Tolse il contatto e rifletté. All’improvviso, le venne in mente che non c’era nemmeno Beauty, l’altra assistente di Banjo. Dov’era?

Il letto era pieno di vestiti da sera della più diversa varietà. Da quasi un’ora, Beauty Tachibana, in sottoveste e reggicalze, si stava specchiando, osservando con cura e attenzione come le stavano gli abiti. Era indecisa una volta per le scarpe, una volta per le combinazioni dei colori, un’altra volta per certi particolari dell’abito: roba da far impazzire qualunque commesso di un negozio di vestiti. Alla fine, si decise: un abito nero con paillettes brillanti e ben distribuite, con un doppio spacco assassino davanti e dietro, insieme a due scarpe in pelle nera col tacco alto e una borsetta dello stesso colore. Dopo essersi specchiata per la centesima volta, si spruzzò un profumo francese dal nome impronunciabile e si guardò soddisfatta, toccandosi i boccoli dei suoi lunghi capelli biondi.
Questa volta avrai Banjo ai tuoi piedi, piccola Beauty! si disse lei, facendo l’occhiolino all’immagine sullo specchio, quando la porta si aprì di scatto, sbattendo contro il muro con fragore.
“Beauty!”
“Reika!” rispose lei con un sobbalzo “E’ questo il modo di entrare?”
“Ma cosa fai ancora qui? La festa è già iniziata da un pezzo! Dov’è Banjo?”
Beauty guardò l’orologio e sussultò.
“Perbacco, è così tardi? Non me n’ero neanche accorta!”
“Non mi meraviglia.” rispose acida Reika “Bisogna trovare Banjo, subito!”

Il droide abbassò la pesante mazza ferrata, ma Banjo l’evitò per un soffio. Con le mani appoggiate a terra e i piedi sollevati, lo colpì in pieno volto, facendogli perdere l’equilibrio. Un altro colpo ben assestato e il robot cadde a terra. Altri due lo assalirono alle spalle, ma Banjo si abbassò, sfuggendo alla loro presa. Poi spiccò un salto e fece sbattere insieme le teste dei due automi. Ma non era finita: dal pavimento spuntarono delle aste metalliche con dei piccoli globi in alto, che mandarono dei laser verso di lui. Banjo estrasse la pistola e li colpì a uno a uno. La sessione era finita.
“Tempo?” chiese Banjo al computer Tute, asciugandosi la fronte.
“Due minuti e ventitré secondi, signor Banjo” disse una voce meccanica.
“Abbastanza buono. Però è stato troppo facile. La prossima volta raddoppia i robot e armali meglio.”
“Sissignore.”
Banjo si tolse i vestiti sudati e si diresse verso la doccia. Si sentiva stanco ma soddisfatto. Aveva bisogno di sfogarsi. Riunioni, conferenze, sorrisi, contratti, questioni legali, codicilli e fesserie varie. Al confronto, affrontare Don Zauker è stato un picnic.
Chissà a che ora c’è quella festa della villa? si chiese. Non si era ancora reso conto che la festa era già iniziata. In quel momento, una gigantesca voce gli perforò i timpani delle orecchie, facendolo sobbalzare.
“Banjo, pezzo d’idiota! Cosa ci fai qui?”
Reika gli stava gridando dal megafono, che lei aveva alzato apposta al massimo volume. Per avere un’idea dell’effetto che fece su Banjo, basti pensare ai mille decibel di Mazinga Z. Quasi istupidito, Banjo balbettò:
“Re…Reika? Ma cosa c’è da urlare a quel modo? Sei impazzita?”
“C’è l’inaugurazione adesso! Corri subito a cambiarti, ti stanno aspettando!”
“Vado, vado” rispose lui rassegnato.
“Non c’è niente da fare.” sospirò Reika “Tutte le volte devo stanarlo!”
“Si vede che non gli piace fare il direttore.” commentò Beauty.
“E allora perché ha costruito l’azienda? E’ troppo tardi per ripensarci. Banjo ha voluto la bicicletta, adesso pedala!”

Quando Banjo apparve sul palco, col frac rosso e accompagnato da Reika e Beauty, l’applauso fu scrosciante. Lui sorrise nervosamente e iniziò il discorso leggendo quello che gli aveva scritto Garrison. Per fortuna tutto andò liscio senza problemi: Banjo aveva una gran paura di impappinarsi. Però, proprio quando stava per finire (con gran sollievo della folla: Banjo non era un grande oratore) dovette interrompere subito, perché si sentirono dei rumori di colluttazione, insulti e voci varie. All’improvviso, comparve un uomo che avanzava senza paura, trascinando con sé una delle guardie che lo stava trattenendo mettendogli le braccia addosso. La persona appena apparsa aveva un impermeabile e berretto: teneva alzata una mano che mostrava un distintivo e imprecava:
“Lasciami andare, idiota! E’ una questione di vita o di morte!”
“Chi siete, signore?” chiese Banjo, scendendo dal palco.
“Sono l’Ispettore Zenigata dell’Interpol! Mi mandi via questo idiota!”
“Vai pure, Sam. E’ tutto a posto. E’ una persona che conosco.” disse Reika alla guardia.
“Ah, sì! Lei è…è Reika Sanjo, vero? La mastina dell’Interpol!” esclamò Zenigata, felice nel vedere una collega. Le strinse la mano con gran calore. Lui aveva l’impermeabile completamente spiegazzato e l’aspetto di uno che ha fatto le mille miglia a piedi. Banjo era un po’ perplesso e sussurrò a Reika:
“Ma è davvero un ispettore, questo? Mi sembra un matto!”
“Non fidarti delle apparenze, Banjo. E’ in gamba, anche se è un po’ fissato.” rispose Reika, a bassa voce.
“Ehm…come mai è qui, ispettore? E’ successo qualcosa di grave?” chiese Banjo, sorridendo imbarazzato, come si fa con un pazzo per tenerlo calmo.
“Lupin vuole rapinarvi, signor Banjo! Leggete qui!”
Zenigata estrasse dall’impermeabile un foglio spiegazzato che Banjo dovette aprire bene. Lesse:
“Cara Centrale di Polizia,
ho saputo che il povero Haran Banjo è pieno di preoccupazioni per il suo oro. Questo mi riempie di dolore: perciò lo voglio aiutare, portandoglielo via tutto tra una settimana.
Lupin III
PS: Ciao, Zazà!”

Banjo sorrise: “Chi è questo Lupin?”
“Un ladro internazionale, signor Banjo! Sguinzaglierò tutta la polizia alla difesa della vostra villa! Non passerà qui neanche uno stuzzicadenti senza permesso!” rispose Zenigata, accalorandosi.
Mentre la folla osservava incuriosita lo spettacolo, Fujiko contemplò con eccessivo interesse i macchinari esposti, coprendosi la faccia con la borsetta. Sudava freddo: doveva comparire proprio Zenigata adesso!
Maledetto Lupin – pensò Fujiko – Perché ti sei messo di mezzo? L’oro di Banjo lo volevo io!
Al primo piano, un cameriere osservava la scena dalla finestra. Togliendosi la maschera, Lupin disse sogghignando:
“Gli attori sono pronti. E’ ora che inizi lo spettacolo.”
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Sabato prossimo: Lupin alla villa di Banjo!

Se volete commentare, il link è qui: https://gonagai.forumfree.it/?t=50887256#lastpost

Se volete scaricare la puntata in formato word, qui sotto c'è l'allegato.

Ecco la lista dei personaggi apparsi in questa puntata:

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HARAN BANJO: l'eroe che pilota il Daitarn 3.


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BEAUTY TACHIBANA: assistente bionda di Banjo.


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REIKA SANJO: assistente bruna di Banjo. Agente dell'Interpol.


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LUPIN III: Discendente del famoso Arsenio Lupin, più che un ladro è una persona che ama le sfide: più sono difficili o addiruttura impossibili, più per Lupin è impossibile rinunciare.


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KEIBU ZENIGATA Tenace e sfortunato ispettore dell'Interpol, sempre all'eterna caccia di Lupin III.


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FUJIKO MINE: Bellissima e consapevole di esserlo, usa la sua seduzione per usare Lupin per i suoi scopi, Il suo unico amore è il denaro, anche se una certa (piccola) attrazione per Lupin ce l'ha...



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