Go Nagai Net

DAITARN 3 CONTRO LUPIN 3! E il passato di Banjo!

« Older   Newer »
  Share  
joe 7
view post Posted on 5/11/2010, 22:01 by: joe 7     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

Group:
Bannati
Posts:
10,245
Reputation:
+4

Status:


Riassunto: Lupin III è interessato al deposito d’oro che si trova nella villa di Haran Banjo, il pilota del Daitarn 3. Quest’ultimo, dopo aver sconfitto i Meganoidi, ha creato la Solar Corporation, un’azienda internazionale che produce materiale ad energia solare. Lupin scopre che il grosso dell’oro è su Marte. Fujiko intanto fa finta di essere una giornalista ed intervista Banjo per avvicinarsi a lui…

La macchina di Fujiko Mine entrò nella villa di Banjo, attraversando il cancello, che si aprì e si chiuse dietro di lei. Adesso arriva il momento più difficile, pensò. Scese dalla portiera ostentando serenità: ma il suo cuore batteva come una mitragliatrice. Sapeva che Zenigata l’aveva già identificata e stava correndo lì come un matto. Infatti, fu subito bloccata da due agenti.
“Cosa succede, signor poliziotto?” chiese in modo innocente.
“Mi dispiace, signorina, ma dobbiamo arrestarla.” rispose uno di loro, mettendole a malincuore le manette. Era troppo bella per essere una criminale, per loro.
“Come?” replicò Fujiko, esprimendo stupore.
Zenigata comparve quasi subito.
“Ci si vede, Fujiko. Come sta Lupin?” sogghignò.
“Chi è questa Fujiko?” disse la ragazza. Poche donne sapevano recitare così bene come Fujiko Mine. “Io sono Hitomi Kant, una giornalista! Devo intervistare il signor Banjo! Controllate le mie credenziali, se non mi credete!”
“Non m’inganni, bellezza. Hai cambiato la voce e il colore dei capelli è diverso, ma tu sei Fujiko Mine, della banda di Lupin. Ti conosco fin troppo bene!”
“Lasciatela stare, ispettore.” disse una voce dietro di lui. Era Reika, l’assistente di Banjo: anche lei era dell’Interpol, come Zenigata, ed aveva fatto una ricerca approfondita su Hitomi Kant la sera prima. Tutto corrispondeva: l’identità della giornalista, il suo lavoro al Sunday Tribune, persino la sua famiglia…Reika dovette arrendersi all’evidenza. Fujiko aveva fatto un ottimo lavoro, facendosi costruire un passato fittizio: la verità sarebbe venuta a galla, ma non subito. Inoltre, a Fujiko non avevano mai fatto in passato le impronte digitali: quindi era impossibile fare confronti. Zenigata era furioso, ma dovette arrendersi. Disse però ai poliziotti:
“Non perdetela di vista quando esce!”

Fujiko entrò nello stesso salone del giorno prima, accompagnata da Garrison e Reika. Quest’ultima non era molto convinta dell’innocenza della “giornalista”: in qualche modo, lei sentiva che era davvero Fujiko Mine. Ma non aveva prove: la somiglianza non era sufficiente. Preferì tenerla d’occhio: per questo aveva accettato che intervistasse Banjo. Al minimo errore, l’avrebbe smascherata.
Banjo, Beauty e Toppi salutarono allegramente la bella giornalista; Banjo le offrì da bere, ma lei rifiutò gentilmente.
“No, grazie, signor Banjo. Sono ansiosa di intervistarla. Sa, è stato sempre il mio sogno!”
Lui era sensibile alle sviolinate: imbarazzato, rispose mostrandole una poltrona del salotto:
“Bè...allora, si accomodi!”
Fujiko si sedette e tirò fuori dalla sua borsetta un registratore, appoggiandolo sul tavolo. Estrasse un bloc notes con penna e disse:
“Sono pronta, signor Banjo.”
Gli altri si sedettero vicino, in religioso silenzio e con una certa curiosità. Fujiko premette l’avvio del registratore: appena si accese la spia rossa, iniziò:
“Per cominciare, signor Banjo, mi sembra giusto presentarla ai lettori del nostro giornale. Lei è conosciuto come Haran Banjo, fondatore della multinazionale Solar Corporation, che vende in tutto il mondo i suoi prodotti ad energia solare. Ma lei è famoso soprattutto per essere stato il pilota del robot gigante Daitarn 3 e di aver liberato il mondo da esseri misteriosi chiamati Meganoidi, dei quali non si sa molto. Pochi mesi fa la rivista Capital le aveva dedicato la copertina, cosa che fa di solito con persone diventate famose a livello mondiale. Tuttavia, anche se lei ha un’indubbia fama, resta lo stesso un uomo misterioso. Potrebbe dirci innanzitutto dove siete nato?”
“Sono nato a Kyoto, sulla Terra, e non su Marte, come pensano alcuni.”
“La sua famiglia da chi era composta?”
“Mio padre si chiamava Haran Sozo, ed era uno scienziato specializzato nella cibernetica ed in altri campi. Mia madre si chiamava Midori, mentre mio fratello maggiore si chiamava Ded.”
“Suo padre aveva fatto molte ricerche sul campo dell’energia solare e sulla cibernetica applicata a livello medico. Si dice che questi Meganoidi siano stati costruiti proprio da suo padre. E’ vero?”
Banjo si irrigidì leggermente. Quella vecchia ferita lo tormentava ancora: il fatto che suo padre avesse creato l’esercito meganoide era sempre stato un grande dolore per lui. Rispose semplicemente:
“Sì, è vero.”
“Può dirci come è successo?”
“E’ una storia un po’ lunga, miss Kant. Ci starà nel registratore?”
“Stia tranquillo. Potrebbe parlare per un mese senza problemi.” rispose sicura Fujiko.
“D’accordo. Come in tutte le cose, sarà bene cominciare dall’inizio. E la storia cominciò non con mio padre, e nemmeno in Giappone. Cominciò con un americano di New York, Kronin Krask. Forse ne ha sentito parlare, miss Kant.”
“Il presidente della Krask International. Mi ricordo di lui. Il suo impero industriale ed economico era tale da influenzare nazioni intere: lo avevano paragonato a Paperon dè Paperoni o a Carlo V, l’imperatore che diceva che “nel mio impero non tramonta mai il sole”. La Krask International attualmente esiste ancora, anche se è gestita da un pool di azionisti. Sembra che abbia ancora la stessa potenza di allora. Ma non si sa più nulla di Kronin Krask. Scomparve improvvisamente.”
Fujiko in effetti aveva fatto diversi colpi alla Krask International: quindi la conosceva a menadito.
“E’ molto informata, miss Kant, complimenti.” commentò Banjo, ammirato “Deve sapere che Kronin Krask era un uomo molto potente e ricco, ma anche malato. Voleva assolutamente trovare un metodo scientifico che gli permettesse non solo di guarire, ma anche di vivere per sempre.”
“Era piuttosto ambizioso.” commentò Fujiko.
“Inevitabile, visto fino a dove era arrivato. Tra le altre cose, la Krask Corporation favoriva anche la spedizione di sonde spaziali per esplorare i pianeti del sistema solare. Su Marte, in particolare, il governo americano aveva costruito una colonia abitata da tecnici specializzati che analizzavano l’ambiente. Le condizioni di vita di quella colonia erano rese simili a quelle della Terra, grazie a complessi sistemi artificiali. La Krask Corporation era la società che aveva finanziato per la maggior parte questa colonia. Infatti, le sonde private di Krask gli avevano permesso di scoprire che nel sottosuolo di Marte c’era un’immensa quantità di oro, tanto che era persino difficile misurarne l’estensione. La colonia aveva anche lo scopo segreto dell’estrazione e deposito dell’oro in lingotti fusi sul posto. Con abili mosse economiche, alla fine Krask divenne il proprietario assoluto della colonia, come pure l’unico beneficiario dell’estrazione di tutto l’oro.”
Accidenti, pensò Fujiko, quello che Lupin aveva scoperto era proprio vero! L’attenzione della donna al racconto di Banjo da quel momento fu totale.
“Incredibile” disse la finta giornalista, sinceramente sorpresa. Immagini di montagne d’oro luccicante le volteggiavano nella mente. Ma Fujiko si ricordò che in quel momento era una giornalista, quindi continuò: “E…suo padre cosa c’entrava in tutto questo?”
“Ci arrivo tra poco. Krask sentì parlare delle scoperte di mio padre sulla cibernetica e ne fu molto interessato: forse aveva scoperto un modo per guarire. Era interessato soprattutto al progetto “Mega”, che mio padre aveva esposto in un congresso, dove sosteneva la possibilità di immortalità attraverso un processo di trasformazione parziale dell’uomo in una macchina. E’ difficile da spiegare: chiamarlo “cyborg” sarebbe riduttivo e chiamarlo “androide” sarebbe errato. Per questo mio padre coniò il termine “Meganoide”: un “Grande androide”. In sostanza, un Meganoide era un essere in parte uomo e in parte macchina, e questa doppia caratteristica era fusa in modo tale da rendere quasi impossibile distinguere la parte umana da quella meccanica.”
“Molto fantascientifico. Doveva essere assai difficile da realizzare.” disse Fujiko.
“Per questo fece il progetto “Mega” su Marte. Ma andiamo con ordine.”

Mentre Banjo continuava a raccontare, nella sua mente i ricordi scesero a valanga. Gli veniva in mente, quand’era bambino, che quel giorno in cui gli avrebbero detto che sarebbero andati tutti su Marte tra poco, era andato ancora al Luna Park di Kyoto, a vedere non solo le giostre, ma soprattutto lo spettacolo di Edwin, il prestigiatore. Era meraviglioso: Banjo stravedeva per lui. Avevano perfino fatto amicizia e lui gli aveva perfino insegnato qualche trucchetto. Ancora adesso Banjo provava tristezza nel ricordare che quella persona meravigliosa era diventato un capitano meganoide. Dopo quello spettacolo, Banjo era corso a casa, entusiasta: ma la sua gioia durò poco, quando gli dissero che avrebbero dovuto andare tutti su Marte. Banjo non ci credeva: sua madre era fermamente contraria e i suoi genitori litigavano spesso su questo argomento. Eppure alla fine lei aveva ceduto. Solo molto tempo dopo, Banjo capì perché: le pressioni economiche di Krask avrebbero distrutto la famiglia e di conseguenza anche la madre dovette piegarsi al diktat.

Infatti, da anni il professor Haran Sozo, insieme al suo assistente Minamoto, lavorava nella ditta Nakia come progettista: molti erano sorpresi del suo talento. In cibernetica era senza dubbio il migliore: il problema era che la ditta Nakia faceva parte della Krask Corporation. Per il dottor Sozo fu una sorpresa sapere che il presidente in persona, l’anziano e temuto Kronin Krask, era venuto fino in Giappone per parlargli di persona. Lo scienziato entrò nella sala riunioni con le gambe che gli tremavano. Krask era seduto a capo del tavolo, da solo, oltre ad una donna dai capelli rossi che era in piedi dietro di lui. Per essere vecchio, era ancora prestante e ben curato: il suo fisico era enorme e solido, nonostante la malattia. Alzandosi in piedi per salutare il dottor Sozo, lui si accorse di quanto era alto: più di un metro e novanta, con spalle ampie e poderose. Aveva uno sguardo vivo e penetrante; i baffi bianchi e folti rimediavano alla sua calvizie. Era vestito in modo elegante e impeccabile, con abiti fatti su misura anche per via della sua mole. Come si poteva pensare che un simile gigante fosse anziano e malato? La stretta di mano fu impressionante: il dottor Sozo pensò che Krask avrebbe potuto spappolargli la mano con gran facilità. Non era solo il fisico a mettere soggezione allo scienziato: sapeva infatti che per Krask distruggere la vita delle persone era facile come un battito di ciglia. Si sentì come un topo in bocca al gatto. Ma Krask gli sorrise e gli fece cenno di accomodarsi. La donna, molto bella, con gli occhiali scuri, spostò la sedia in modo che il professore potesse sedersi accanto a Krask. Si sedette anche lei e si tolse gli occhiali da sole, fissandolo con occhi blu profondi e sensuali, ma con una certa durezza adamantina che le brillava nel profondo. Krask fece le presentazioni, rimediando all’imbarazzo del professore:
“Lei è la mia assistente, miss Leilah Shinozuka.”
“Piacere, dottor Haran.” disse lei con voce gentile ma ferma.
“Ah…molto…molto piacere, signorina” balbettò lo scienziato, stringendole la mano: tutti sapevano che Leilah era la donna di Krask, ma nessuno osava parlarne. L’autorità di Leilah era equivalente a quella di Krask: non si era mai capito chi dei due comandasse davvero.
“Mio caro dottor Haran” iniziò Krask “dobbiamo parlare di cose molto importanti.”

Prossimamente: Krask e il dottor Sozo; vita su Marte.

Se volete commentare, qui c'è il link: https://gonagai.forumfree.it/?t=50887256#lastpost

Se volete scaricare la puntata in formato word, qui sotto c'è l'allegato.

Qui posto il classico elenco dei personaggi:


image
FUJIKO MINE: Bellissima e consapevole di esserlo, usa la sua seduzione per usare Lupin per i suoi scopi, Il suo unico amore è il denaro, anche se una certa (piccola) attrazione per Lupin ce l'ha...

image
KEIBU ZENIGATA Tenace e sfortunato ispettore dell'Interpol, sempre all'eterna caccia di Lupin III.

image
REIKA SANJO: assistente bruna di Banjo. Agente dell'Interpol.

image
GARRISON TOKIDA: fedele maggiordomo di Banjo

image
HARAN BANJO: l'eroe che pilota il Daitarn 3.

image
BEAUTY TACHIBANA: assistente bionda di Banjo.

image
TOPPI: ragazzino amico di Banjo

image
HARAN SOZO: Il padre di Banjo. Scienziato e creatore dei Meganoidi.

image
HARAN MIDORI: La madre di Banjo.

image
HARAN DED. Il fratello maggiore di Banjo.

image
EDWIN: prestigiatore ammirato da Banjo quand'era bambino. Alla fine, diventò un capitano meganoide e suo acerrimo nemico.


Download attachment
INIZIA_IL_PASSATO_DI_BANJO.docx ( Number of downloads: 283 )

 
Web  Top
22 replies since 19/9/2010, 18:37   4687 views
  Share