| -Candy- |
| | CITAZIONE (joe 7 @ 9/11/2010, 23:41) Dunque...Candy Candy...bè, devo dire la verità: anche se sono un maschietto, Candy la conosco bene. Non solo ho visto da piccolo il cartone animato, ma ho anche letto il fumetto della Fabbri. Erano i miei primi contatti col fumetto giapponese e mi incuriosiva e intrigava questo diverso modo di raccontare, diverso dai Tex e Topolino... I personaggi erano azzeccati ed indimenticabili: Stear e le sue invenzioni assurde, Archie il dandy, Albert che va in giro per il mondo, Annie l'indecisa, Patty l'amica semplice che ti sta vicino, Anthony il principe, Terence il "bello e maledetto", Iriza l'emblema dell'invidia, Neal il debole e vigliacco...per non parlare dei personaggi secondari, tutti ben definiti (Miss Pony e Suor Maria...) Ho riflettuto spesso su certe situazioni che avevo trovato sconcertanti sulla storia, cercando di trovarne le soluzioni...ne avevo parlato anche su un forum su Candy che parlava di queste cose. Ti lascio qui il link alla pagina (ne ho parlato anche alla pagina successiva): http://candycandy.forumfree.it/?t=2941328&st=105Inoltre, qualche disegno su Candy l'ho fatto, ma pochi, per la verità...nonostante l'apparenza, Candy non è semplice da disegnare! Ti lascio qui i link: http://candycandy.forumfree.it/?t=37944531Infine, ti posto qui l'ultimo disegno di Candy che ho fatto, insieme a Terence e ad un mucchio di altre persone che festeggiano il Natale...vediamo un pò se le conosci tutte!! Ho letto i tuoi interventi ed in parte sono d'accordo con ciò che scrivi sulla filosofia orientale, specie sul sacrificio. Una persona ti salva la vita, tu gli sei debitore. Però i personaggi e soprattutto la storia di Candy mi sanno più di occidentale (emancipazione della donna nella scelta del lavoro, sfruttamento del lavoro denunciato, amore non spirituale...) ed infatti è ambientato in America, emblema dello sporco mondo capitalista E in più, sacrificarsi poi per una VISCIDA quale era Susanna... la scena più brutta dell'anime è quando Candy la salva nell'atto di buttarsi giù dal tetto, sarebbe stato così bello se lei si fosse buttata per davvero Copio qui le parole di riflessione di questa utente, è stato bellissimo leggerle... "Una mia teoria sul teatro mi ha portato ad elaborarne un’altra su Candy e Terence. Provo a spiegarla, anche se ho paura di non essere chiara.
In teatro, molto spesso capita di impersonare dei ruoli che sono più forti di te: hanno una loro identità, una loro volontà, e per quanto ti affanni a cercare di offrire una tua chiave di lettura, c’è qualcosa di forte, di incontrollabile che ti spinge e ti trasporta in un’altra direzione. In questi casi bisogna lasciarsi andare, mettersi nelle loro mani, cercare di “sentirli”, di evocarli, di entrare in simbiosi con loro, di mettersi al loro servizio e lasciarsi suonare come uno strumento (che ovviamente deve essere accordato), perché il modo migliore per trasmetterli è lasciarli parlare, dare loro lo spazio che vogliono. Bisogna accettare il fatto che non sei tu a interpretare loro, ma loro che si rivelano attraverso te. Se cerchi di prevalere su di loro, se li sopprimi, se non dai loro voce, loro ti schiacciano e risulti falso al pubblico. Questo è un “prodigio” che riscontro sempre con i personaggi forti, con i personaggi storici e, in generale, con i testi dei grandi autori. Non capita mai con autori di scarso rilievo e non capita mai con una “tinca” (nome col quale in teatro si definisce un personaggio rilevante ma senza spessore che non può dare all’attore che lo interpreta soddisfazione e visibilità). La mia spiegazione a questa “forza misteriosa” è “la memoria del personaggio". In un personaggio storico, è presto detto: è la sua memoria che gli rimane impressa, la sua "anima". Mntre la memoria di un personaggio leggendario è la memoria del popolo che si tramanda di generazione in generazione, è "l'anima del popolo". Nel caso di un personaggio inventato, è "l'anima dell'autore", la memoria del personaggio. Se l’autore è un GRANDE, se il suo lavoro è frutto di un lungo e sudato travaglio, tutta la passione, lo spirito, l’energia, l’ardore, la tenacia, il vissuto che ha stillato nei suoi personaggi rimangono impressi per sempre nella loro memoria… e chiunque si ritrova ad interpretarli, si ritroverà ad avere a che fare con questa “memoria”. Restarne indifferenti o evitare di farsi investire da essa, sarebbe un errore grave, oltre che un oltraggio.
Secondo me questo fenomeno può verificarsi anche nella scrittura, ma solo quando si racconta una storia vera, quando si scrive su un personaggio storico o leggendario, oppure quando ci si ispira a capolavori scritti da altri grandi autori.
Ho riconosciuto i segni di questo fenomeno in Candy e Terence. Come avevo già postato qualche tempo fa (…e mi ha molto piacevolmente sorpresa, più tardi, constatare che anche Kiara aveva già scritto, prima di me, la stessa cosa), con Terence la Mizuki si è lasciata prendere la mano. Secondo me neanche lei si rendeva conto che stava dando vita ad un AMORE VERO (vero perché non ci ha fatto solo sognare, ma ci ha fatto anche piangere e soffrire), un amore che andava oltre le favole, oltre il fumetto, oltre la sua stessa creatività. Candy e Terence escono fuori dal copione e si innamorano davvero. Secondo me, tra le pagine della Mizuki, Candy e Terence si guardano, si sfiorano, si cercano, si desiderano, si fanno l’occhiolino, si amano… e fanno di tutto per incontrarsi. Il loro amore cresce, cresce a dismisura oltrepassando il confine della fantasia e divenendo reale.
Ma Candy e Terence non è una coppia storica, non è una leggenda, non è un capolavoro letterario al quale la Mizuki si è ispirata e, soprattutto, non è Candy e Terence la coppia per la quale l’autrice si prodiga, per la quale spende le sue energie. Non c'è "l'anima dell'autrice" in Candy e Terence.
Avevo già scritto da qualche parte che secondo me la Mizuki avesse già tutto chiaro in testa: voleva riscrivere la favola di Cenerentola, ma non voleva la classica rammollita che aspetta, mentre tutti la calpestano, che il suo principe azzurro venga a salvarla. Voleva di più, voleva una favola in cui la protagonista fosse una DONNA VERA e l’unico modo perché ciò avvenisse era farla passare attraverso una vita ricca di emozioni, di avventure, di sogni, di scelte, di arrivederci, di addii. Candy doveva sperimentare la gioia, il dolore, il tradimento, il lutto, Candy doveva cadere e imparare a rialzarsi, doveva crescere, doveva VIVERE per meritarsi il “lieto fine”. Del resto, è impensabile che un personaggio vero possa arrivare alla maturità e alla capacità di amare senza esperienza, per questo era necessario che Candy non si innamorasse un’unica volta come invece succede ad Annie e a Patty. E così nascono Anthony e Terence che, secondo me, per la Mizuki erano solo dei mezzi per fare diventare Candy la donna che poi diventerà.
Quindi non è a Candy e a Terence che la Mizuki riserva tutta la sua passione e la sua energia, bensì a Candy e ad Albert (il cerchio si apre con lui e si chiude con lui). Ma allora perché è Terence che appassiona la maggior parte dei fans? Perché, nonostante non sia alla coppia Candy-Terence che l’autrice dona la sua anima e imprime la sua memoria, sono Candy e Terence ad essere capaci di uscire fuori dal manga e dall’anime?
Perchè, nonostante il finale della Mizuki, Candy e Terence sono più forti di lei!!! Ma come fanno ad essere più forti di lei, se è lei stessa che li ha inventati?
Secondo me (e finalmente siamo alla mia teoria) la Mizuki, senza rendersene conto, ha messo in moto forze più grandi di lei, senza saperlo, ha chiamato in causa due entità reali. Secondo me, da qualche parte in qualche luogo, in qualche tempo, Candy e Terence sono realmente esistiti e hanno guidato le mani della Mizuki nella stesura di questo fumetto che è molto più di un fumetto!!! Peccato che la Mizuki non abbia voluto accettare del tutto la volontà dei suoi personaggi. Non si è lasciata andare completamente, non si è messa nelle loro mani, non ha cercato di “sentirli”, di evocarli, di entrare in simbiosi con loro, di mettersi al loro servizio e lasciarsi suonare come uno strumento. Non li ha lasciati parlare, non ha dato loro lo spazio che volevano. Non ha accettato il fatto che non era lei a inventarli, ma loro che si rivelavano attraverso lei. Ha voluto prevalere su di loro, li ha repressi, non ha dato loro voce, e loro l’hanno schiacciata facendola risultare falsa al pubblico. Intendiamoci, Albert è STUPENDO io, personalmente, lo ADORO!!! Ma Albert è la perfezione, è la favola romantica, è il lieto fine, è l’amore senza ostacoli e senza rischi, è il principe ricco, bello, generoso, ribelle, affidabile, libero, affascinante, colto, vagabondo, misterioso è l’uomo dei sogni che alla fine riconsegna la scarpina a Cenerentola! Terence (con tutti i suoi difetti) è VERO, per questo appassiona di più!
Candy e Terence sono il bacio, la Mizuki è lo schiaffo! Candy e Terence sono la voglia di stare insieme, la Mizuki è il tranello di Iriza. Candy e Terence sono l'armonica, la Mizuki è la prigione Candy e Terence sono il continuo rincorrersi, la Mizuki è gli incontri mancati. Candy e Terence sono il riconoscersi tra mille, la Mizuki è il dubbio che si insinua, è la carrozza che se ne va. La Mizuki è il destino che si accanisce, Candy e Terence sono il breve incontro dal treno. Candy e Terence sono il biglietto di sola andata, la Mizuki è Susanna. Candy e Terence sono l'AMORE, la Mizuki è la rassegnazione, è l’ADDIO. Ma Terence non ci sta e si ribella… la Mizuki, ovviamente, interviene.
...interviene... ma... se anche dopo trent’anni la maggioranza non si rassegna al finale studiato a tavolino dalla Mizuki, significa che Candy e Terence sono davvero più forti di lei!"Joe, i tuoi disegni sono veramente belli, se un giorno non avessi niente da fare e me ne vorresti fare uno lo appenderei in cameretta Nell'ultimo disegno ci sono veramente tutti, pure il Monkey hai messo... bellissimo CITAZIONE (H. Aster @ 9/11/2010, 23:57) Io invece preferivo Albert, mi pareva più affidabile. Non ho mai amato i belli e impossibili... Albert rappresenta la vita tranquilla, serena, che non ti delude mai... Terence rappresenta le emozioni, il tormento ma anche l'estasi, la passione, le lacrime, il cuore che batte, vivo...
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