| Sposto qui un intervento che avevo postato altrove e che finiva per essere OT...
Sawa faceva notare che le vendite dei manga classici (Ishinomori, Nagai, ecc.) sono bassissime... ci si attesta sulle 10.000 copie. Considerate che editori quali Bonelli CHIUDONO una testata se questa scende sotto le 40.000 copie...
Mamma mia... il panorama è veramente triste... immaginavo che le vendite fossero basse... ma qui siamo veramente al di sotto dell'accettabile. In realtà non è stranissimo. Per la maggior parte dei più giovani i fumetti dei grandi autori come Tezuka, Matsumoto, Ishinomori, Nagai o Yokoyama sono obsoleti e (soprattutto, a sentir loro) DISEGNATI MALE. E' ovvio che SORVOLEREMO su questa affermazione, ma non c'è dubbio che lo stile anni '60-'70 di questi maestri, evidentemente, non riesce a catturare l'attenzione dei più giovani. Io non li leggo... ma dico BEN VENGANO Naruto e One Piece (o Tex) che fanno leggere fumetti a un gran numero di persone salvaguardando l'editoria... ma è un vero peccato che i ragazzi non provino nemmeno ad avvicinarsi ai grandi del passato (e in alcuni casi anche del presente).
Quando ero più giovane amavo leggere la collezione di mio padre di Topolino (parlo di numeri molto vecchi) e le vecchie storie di Paperino degli anni '60 pubblicate da Mondadori mi affascinavano. Lo stesso dicasi per il Braccio di Ferro di Segar. Forse sono così perché sono cresciuto in una casa dove i fumetti ci sono sempre stati. Mio papà aveva anche la collezione de "IL MAGO", una vecchia rivista di fumetti dove ho imparato ad apprezzare Shultz, Jacovitti, Pratt, Segar e molti altri.
Però non capisco il "disinteresse" verso quegli autori che il manga se lo sono inventato o che, in qualche modo, hanno steso le basi per i manga di oggi.
Vi racconto uno dei miei pallosi aneddoti. Quando andavo alle superiori (mooolti anni fa) avevo già iniziato a giocare ai giochi di ruolo ed ero già un appassionato di fantasy. Avevo letto "lo Hobbit" ma non riuscivo a digerire il Signore degli Anelli. I compagni di scuola mi dicevano: "ma come? Ti piace il fantasy e non hai letto il Signore degli Anelli?"
Ma io, cocciuto, niente da fare. Riuscivo a leggere poche pagine del primo capitolo "Una festa a lungo attesa" e poi smettevo. Trovavo lo stile prolisso, ridondante, vecchio, VECCHIO, VECCHISSIMO! Preferivo roba del tipo DRAGONLANCE e altri romanzacci del genere. Tutta azione, molto veloci, facili da leggere.
Qualche anno dopo, vedendo il Signore degli Anelli nella mia libreria, mi sono detto: "Aoh! Ma non è possibile che proprio tu che ami il fantasy, non ti sei ancora letto quella che è considerata LA BIBBIA del fantasy! Coraggio!" ho preso il libro e ho iniziato a leggerlo con l'idea che dovevo leggerlo, perché tutto quello che mi piaceva era, in qualche modo, scaturito da quel libro.
Inutile dire che è stato bellissimo. Ho letto il Signore degli Anelli in pochissimo tempo (vista la voluminosità del tomo) e ne ho un ricordo vivido, splendido. Dopo, la robetta come la DRAGONLANCE si è rivelata per quello che era: un romanzetto superficiale e terra terra.
Bisogna sempre cercare di andare al di là della prima impressione.
Non so se sia possibile fare qualcosa in merito. Spesso succede che le opinioni di chi ha oggi una quarantina d'anni vengono in genere bollate come "girellare a priori", come se il giudizio su questi fumetti sia oscurato da nostalgie e malinconie. E allora come, se possibile, gli editori potrebbero promuovere la lettura di questi classici?
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