Ecco qui il commento di Mario Verger: in rosso ci sono le mie risposte.
Ciao Joe,
Ciao, Mario!grazie per la nuova segnalazione: molto interessante anche quest’altro “episodio” della saga Jeeg!
Molto ben fatta la “catalogazione” della varie armi (che spesso sfuggono alla memoria) ad opera di Onion...
Lei ha fatto una faticaccia tremenda lì...sarà contenta di sapere che il suo lavoro è stato apprezzato! ^^Come ottime le tavole-omaggio delle due ragazze giapponesi: perfetta Miwa: ha delle forme e una delicatezza e forza nei colori che solo un’artista del Sol Levante conosce! Ma chi sono queste ragazze giapponesi in Italia che disegnano?
Non vivono in Italia: vivono in Giappone e sono delle collaboratrici del nostro forum. In effetti, sono delle ragazze in gamba! ^^Molto interessante, a firma tua, la parte sul film, da me tratteggiata in un precedente articolo su un altro sito; film indubbiamente stranissimo…
Il tuo (ottimo) articolo è stato quasi l'unica fonte: ho preso anche dal libro di Montosi su Jeeg Robot (ho citato lì come fonti sia tu che Montosi, of course! ^^)C’è comunque da chiedersi se i distributori hanno “gonfiato” i 16 mm o avevano in qualche modo dei 35 mm…Perché ho notato che la stampa della Tecnospes presentava un’ottima incisione!
Forse avevano dei 35 mm sottomano...questo è un mistero non ancora chiarito!Hai anche collegato coi riferimenti agli episodi, riportando:
«Inoltre, si può vedere che queste poche scene di raccordo, le quali servirono ai distributori italiani per modificare la trama, vennero estrapolate da vari episodi della serie (episodi 1, 2, 3, 4, 5, 7, 8, 10), disegnati da altri autori di gran lunga inferiori qualitativamente alla bravura di Nakamura».
Un lavoro – a mio avviso – quasi inutile al fine di modificare poco e niente la trama quando, con più competenza, si potevano selezionare episodi più rappresentativi di Kotetsu Jeeg!
Quoto...è stato un lavoro raffazzonato e messo su alla bell'e buona, ma era un film di Jeeg e non potevamo non parlarne...Perché non aggiungi una piccola parte sui vari episodi, con le varie scatole e locandine dei super 8 di Jeeg.?
Stiamo preparando qualcosa di simile: un nostro utente del forum ha una documentazione spaventosa su Jeeg Robot...^^In un mio recente libro sul cinema d’animazione intitolato, Il mio caro Pinocchio con l’introduzione del grande animatore italiano Giuliano Cenci, riporto diversi aneddoti su Jeeg Robot d’Acciaio, fra cui:
«Ricordo anche che, in una mattinata ancora estiva, con papà ci recammo a la Rinascente di Piazza Fiume, rimodernata dopo anni, dove avevano allestito uno stand per le stampe su maglietta della famosa immagine originale giapponese raffigurante Jeeg Robot d’Acciaio; ricordo che la maglietta, comprensiva di adesivo stampato a caldo, costava 5.000 lire e, pensando che non ci venisse accordato, chiesi con circospezione a mio padre di convincere il commesso di venderci singolarmente l’immagine adesiva; non potendo accontentarci, senza insistere acquistammo la calcomania e la maglietta separate; ricordo solo adesso che il commesso, forse senza capire l’importanza che per me aveva quel mega adesivo di Jeeg Robot di cui ancor oggi rammento un sapore intenso di gomma profumata, ci spiegò che se a casa avessimo avuto un… ripensamento in proposito, bastava rimediare con un semplice ferro da stiro!
Prima di andare via volli accertarmi dal ragazzo dello stand se oltre l’adesivo di Jeeg non avessero anche quello di Pinocchio (non si sa mai!...), e volli comunque ispezionare oltre al 4° anche il 5° piano (reparto giochi e scuola), qualora scovassi, col nuovo assetto, un gioco o un libro del mio caro Pinocchio… ma ancora niente…».
Bellissimo ricordo, mi sembra quasi di vedere la scena! ^^E un altro:
«Ricordo che verso la fine del ’79 uscì addirittura al cinema un film di montaggio italiano di quel che era diventato, dopo Goldrake, il mio robot giapponese preferito: Jeeg Robot contro i mostri di roccia/La più grande vittoria di Jeeg Robot. Papà mi disse di aver visto un negozio che vendeva le locandine e, chiedendogli in merito, mi aggiunse che esso era sito vicino all’Università dove lavorava mamma.
Un pomeriggio andammo a comprarle. Era un rivenditore di locandine e noleggio film in Via Marghera, vicino la stazione, dal cui locale, che esponeva il poster del film, si accedeva sulla strada e poi, salendo al secondo piano, c’era un piccolo ufficio; un posto abbastanza “losco”, ricordo; lì intorno alla zona v’erano tutti i noleggiatori di pellicole 35 mm per i cinema; ottimo affare per Jeeg Robot: mio padre me le comprò tutte per 3500 lire dell’epoca; parlando un po’ col rivenditore e fatta amicizia, non persi l’occasione di chiedergli se avesse anche le… locandone del Pinocchio e se avesse mai sentito parlare o avesse mai avuto in distribuzione un Pinocchio a cartoni animati con la voce narrante di Renato Rascel ma… niente, purtroppo! Era la fine del ’79 e avrei dovuto aspettare ancora due anni sino al settembre del ’81, dopo la separazione dei miei, per rivedere il mio caro Pinocchio. Non sapevo però che proprio nel ’81, come si leggerà in seguito, in un negozio a pochi passi, precisamente in una delle vie ortogonali a quella in questione, stavolta con mia madre, in una situazione molto simile ma molto più matura e ben riuscita recuperai in un altro ufficio le locandine del Pinocchio, le quali mi permisero ad arrivare a conoscere finalmente il suo straordinario creatore: Giuliano Cenci».
Quando penso che allora si potevano prendere quelle FANTASTICHE locandine per niente...aaah, un'occasione perduta! Ma torniamo al vostro articolo:
Molto interessante invece la parte sul doppiaggio curata da Kotetsu: ottima se non eccezionale per la sua efficacia l’idea dello “specchietto” personaggio/doppiatore:
Devo dire, infatti, che è stata una delle cose che mi ha colpito di più nel suo lavoro...non avevo mai visto prima il volto del personaggio doppiato e del doppiatore insieme, fa un certo effetto! Come quello tra Himika e la sua doppiatrice, per esempio...in alcuni casi sembra esserci quasi una corrispondenza “somatica” coi personaggi giapponesi… Non ricordavo che la straordinaria Emanuele Rossi doppiava anche Ran in Ryu: lei iniziò col timbro più saccente, da ‘monella’, con Pippi Calzelunghe;
Ha fatto anche Pippi Calzelunghe?? Questa è davvero una sorpresa! doppiatrice alla quale chiesi, ma non fu possibile, di doppiare il protagonista di un mio vecchio cartoon di un ventennio fa… Ma, non so perché, fu molto felice di sapere che la conoscevo e parlò molto a lungo con me al cellulare: addirittura trovando il numero mi richiamò lei, e la conversazione durò a lungo!
Attualmente è la moglie di Francesco Pannofino.
Grazie dell'informazione! Mi chiedo: mi ha mosso la curiosità leggere l’incognita: ma possibile che non si riesce a decifrare chi doppiasse Pancho?
A me sembra uno dei soliti che modifica la voce…
Se non ci riesce Kotetsu a scoprirlo, per me non ci riesce nessuno...^^Grazie ancora e a presto!
Mario Verger
Grazie a te per i commenti! Ti farò sapere per i prossimi articoli!
Joe7