Interessantissimo articolo.
Dal basso della mia ignoranza (vergognosamente, non ho ancora potuto procurarmi una copia di questo lavoro di Nagai, per cui le mie impressioni sono per quel che valgono), trovo intanto straordinario il fatto che un maestro orientale abbia voluto rileggere un'opera così profondamente occidentale; se poi l'intento di Nagai sia stato squisitamente personale, o ci sia stato da parte sua un desiderio di far conoscere Dante in Giappone, o entrambi, non lo so; in ogni caso, qualsiasi tentativo di avvicinamento tra diverse culture per me è sempre lodevole.
E, parlando da profana...
Capisco che possa sembrare strano il fatto che nei disegni della Firenze del '300 appaia la cupola di Brunelleschi; il fatto è che quella cupola "è" Firenze, esattamente come il Colosseo "è" Roma: quanti sobbalzerebbero, ad esempio, nel vedere il Colosseo in un film ambientato all'epoca di Cesare? Io non so se Nagai abbia disegnato la cupola non sapendo che all'epoca non esisteva, o se l'ha fatto coscientemente, ma sapendo che per i suoi compatrioti quella silhouette "è" Firenze; in ogni caso, non mi sento di dir nulla. Non oso pensare a che svarioni commetterei io, se dovessi scrivere qualcosa sul Giappone...
Quanto al fatto che Nagai si sia discostato da Dante: meglio così, e ci credo che proprio quelle siano le parti più vivaci! Seguire passo passo un'altra personalità è sempre difficoltoso, m'immagino Nagai che di tanto in tanto doveva lasciarsi un po' libero di rendere le cose a modo suo... che probabilmente, è un modo di vedere più vicino al suo popolo. In questo senso, apprezzo molto.
Interessante anche lo spunto buddista sulla lonza, che sempre lonza è, ma la si vede in modo diverso.
Concordo con DHR, sarebbe interessantissimo leggere il parere di qualche amico orientale.
Grazie per questo bellissimo articolo, ragazzi, e complimenti! A quando il resto?