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CALATEA's FICTION GALLERY, Solo autore

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view post Posted on 27/5/2013, 09:56     +1   +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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Aggiungo un breve indice.

Fan Fiction serie:
Insegnami - Un breve fuori le quinte.
Miracolo - Dopo l'incontro con Marku
Mentre tutto il resto si ferma - Una delle rarissime poesie di mio figlio.
Venusia; Alcor e Maria; Procton; Mizar - Le reazioni diverse alla notizia della partenza di Actarus
Basta - Una particolare notte insonne.
Sulle scale - Un fuori le quinte precedente alla serie.
Discussioni - Un battibecco sulla partecipazione alla guerra di Venusia.
Domani - Primo tentativo di un seguito all'anime.
Incomprensioni - A volte il ruolo pubblico si mette in mezzo ai sentimenti.
Markus - La storia del personaggio prima dell'apparizione nell'anime.
Il bene dei molti viene prima del bene del singolo - What if
E se invece… - Finale alternativo alla ff precedente.
Boule de Neige - Un gradito regalo di Natale.
Sarò sempre con te - Ricordo di una madre.
Vendette - Un altro seguito all'anime.
Rabbia - Fuori le quinte.
La sconfitta - What if
Prigionia - Altro what if.
La macchina del tempo- Un sequel

Fan Fiction sceme:
Natale - Conversazione al tavolo di un bar.
Omaggio a Terry Pratchett - Un mago e un baule piombano in mezzo ai robottoni.
Ecco perché Righel non è mai stato preso come ostaggio! - Il titolo parla da sé.
Omaggio ad Oscar Wilde - Un fantasma alla fattoria.
Vega 100 anni prima di re Yabarn - ff a sfondo ecologico semiseria antecedente alla serie.
Omaggio a Joe7 La Grande Ombra due… - Alcor avrà mica bevuto troppo?
L’arma segreta - Una particolare... molto particolare abilità del nostro amico alieno.
Pace - I nostri paladini di metalli vari in tempo di pace.
Letame - Interessante sistema di riciclaggio del materiale.
Cinghiali - Righel può essere davvero letale!
Alieno - Conosciamo davvero tutto del principe?
Oltre la tenda… - Dopo aver letto la ff di Pianetaazzurro il mio neurone si è acceso...
Competizione Concorso Go Nagai Net
I dolori del giovane Hidargos Anche i più cattivi sono stati ragazzi

Chi va con lo zoppo...Siate clementi: è una vita che non scrivo!

Questo piccolo interludio si svolge dopo la puntata 27.

Insegnami

Non la sente arrivare, ne percepisce la presenza, è sempre così.
La ragazza si siede al suo fianco, le ginocchia tra le braccia.
Le note fluiscono come una malinconica colonna sonora per il panorama della fattoria illuminata dalla luna.
-Actarus, come facciamo a capire i soldati di Vega?-
-Hanno un efficientissimo traduttore-
Il vento fa stormire le foglie.
-...Ti saresti sentito meno solo se avessi potuto parlare la tua lingua con qualcuno, quando sei arrivato sulla Terra?-
-...Forse-
Un uccello notturno fa udire il suo canto.
-Insegnami!-
-Perché! ormai è una lingua morta-
Ha risposto di getto, non voleva essere così brusco.
-...Se fossimo in due a parlarla, non sarebbe più una lingua morta, non credi?-
Le dita del ragazzo si bloccano a mezz'aria: quel commento, così semplice, espresso con tanta dolcezza...
Quando si gira verso di lei,Venusia è già corsa via, lieve.

Il sole, Actarus non ha quasi chiuso occhio: la conversazione della sera prima gli è risuonata nelle orecchie per buona parte della notte.
La trova il cucina, intenta a preparare la colazione, è sempre la prima ad alzarsi, il resto della casa è ancora immerso nel silenzio.
La osserva per alcuni istanti: si muove sicura, veloce, aggraziata, sembra stia ballando.
E' bella.
Le si avvicina e le sussurra nell'orecchio:
-Va bene!-
Venusia sussulta, era talmente assorta da non essersi accorta di lui.
Actarus la prende per la vita e la fa girare tra le sue braccia,
-Va bene!- ripete.
-Va bene cosa?-
-Va bene, ti insegnerò-

Edited by calatea4 - 6/11/2023, 10:35
 
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view post Posted on 27/5/2013, 14:49     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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Scusa, mi sono permessa di aprirti un thread per i commenti. :)

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Un altro "fuori le quinte", spero vi piaccia.

Miracolo

Ha sentito il bisogno di stare da solo, nel bosco, per riordinare i pensieri. Ha lasciato ad Alcor il compito di informare gli altri ed ora staranno certamente festeggiando.
Quello che è successo assomiglia molto ad un miracolo.

Marcus.
Si era rifugiato da lui su Altair 2 dopo la caduta di Fleed, e le armate di Vega avevano seguito Goldrake e devastato anche quel pianeta...come sta accadendo sulla terra.
Ma è proprio colpa sua? Suo padre ed Alcor hanno speso tanto fiato, e tempo, per spigare che Vega aveva già pianificato tutto, sarebbe successo lo stesso.
Accidenti è veramente stanco di sentirsi colpevole di ogni cosa, vorrebbe tanto convincersi che hanno ragione loro!
Ed oggi Marcus, invece di vomitargli addosso tutto il suo dolore e la sua frustrazione, come aveva fatto Naida, gli ha salvato la vita.
La spada di Damocle che pendeva sulla sua testa è miracolosamente sparita!
Cosa prova esattamente...dolore per l'amico, ancora un'altra persona cara che lo lascia, sollievo, gioia!
Veramente merita tutto questo?
Veramente merita di avere ancora la speranza di una vita tranquilla?
Forse non lui, ma di certo lo meritano le persone che gli sono vicine...il pensiero del dolore e del vuoto che potrebbe provocare la sua morte lo ha sempre atterrito più della morte stessa.

La guerra non è ancora finita, il pericolo non è scongiurato.
Si alza e stancamente si avvia verso il Centro Ricerche.
C'è qualcuno che lo sta aspettando ed è sicuro di sapere di chi si tratta.
Seduta sui gradini dell'ingresso, in ombra, lo ha atteso ed ora lo vede avvicinarsi, gli va incontro. Non lo guarda in viso: ha paura di quello che potrebbe leggervi, di essere stata ingannata.
-Alcor ci ha raccontato tutto. E' proprio vero...la ferita è guarita?-
Actarus alza la manica della maglia e mostra il braccio finalmente pulito.
Con dita tremanti la ragazza sfiora il punto dove, solo fino a poche ore prima, spiccava un largo segno rosso, finalmente alza il viso e lo guarda negli occhi.
-Sono felice!-
E' tutto quello che dice.
E' così bella illuminata dalla luna, le lacrime sembrano perle che le ornano il viso. Le prende il volto tra le mani e la bacia.
Si, le persone che gli vogliono bene lo meritano, questo miracolo è per loro, solo per loro.
 
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view post Posted on 29/5/2013, 10:00     +1   -1
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Questa non è opera mia, lo si evince dalla firma, l'ho trovata salvata sul mio PC mentre facevo "pulizia", l'autore aveva 15 anni.


Mentre tutto il resto si ferma


Il tempo si ferma
Quando mi abbracci
Mentre ti bacio
Quando mi guardi
Mentre mi sorridi
Quando mi parli
Mentre camminiamo
Quando ti tengo per mano
Mentre dormi e ti sto a guardare
Quando respiri e rimango ad ascoltare…
Mi sembra di cogliere il “sempre”
Mentre tutto il resto si ferma un instante…
Il tempo si ferma un attimo ancora
Mentre scrivo
Quando parlo di te
Mentre ricordo
Quando ti penso
Mentre cammino da solo
Quando la mattina mi sveglio e non ti trovo
Mentre vorrei tanto averti vicino…
Tutto il resto poi riparte lentamente
Ed io svogliatamente
ricomincio ad inseguire il quotidiano.

Rinaldo Napoli
 
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view post Posted on 31/5/2013, 07:27     +1   -1
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Qualcosa di un po' diverso.
In molti hanno scritto la loro versione di quello che può essere successo tra la fine dell'ultima battaglia e la partenza di Actarus e Maria.
Questa è la mia versione. L'ho divisa in diversi momenti.
Buona lettura!

Venusia

E’ finita, la guerra è finita!
Vega sconfitto!
Tornano al Laboratorio Ricerche come storditi.
Quando scendono dai loro velivoli vengono investiti da mani, braccia, sorrisi: la gioia ed il sollievo di chi finora ha tremato per loro li avvolge.
- E’ finita! -
E’ quello che le dice anche lui quando la abbraccia.
- Si, ora è finito tutto! -
E’ quello che risponde lei con voce triste.
La scosta da se per osservarla, quel tono di voce lo ha confuso. La ragazza sfugge il suo sguardo e si fa rapire da un altro abbraccio.
Continua a seguirla con gli occhi per qualche istante finché comprende: lei lo sa, ha capito.
Per questo le deve parlare, le deve spiegare, subito!

Legano i cavalli, Venusia si siede in riva al fiume con le ginocchia tra le braccia, Actarus le si siede dietro e la avvolge con le braccia.
- Lo sai cosa ti devo dire, vero? -
- Si. -
- Devo farlo, devo partire, lo capisci? -
- Si. -
Le lacrime scorrono incontrollate sul viso di Venusia, ma la voce rimane ferma.
- Portami con te! -
- Non è possibile. -
- Promettimi che tornerai! -
- … Non posso... Dovresti trovare... -
- Zitto! … Tu staresti con una persona che mentre è con te pensa ad un altro? -
- No! -
La voce comincia ad incrinarsi.
- Chiunque possa trovare sarebbe solo un un ripiego...è questo che vuoi per me? O sei tu che vuoi...-
Lui la stringe di più e piega la testa nascondendo il volto tra i capelli di Venusia, piange.
- No! -
- Però...-
- E’ mio dovere! -
Venusia parla a fatica
- Sei felice con me? -
- Si! -
- Non pensi di avere dei doveri anche verso te stesso e la tua felicità! -
- Loro vengono prima...-
- Anche di me. -
Actarus non risponde.
- Chiederai a Maria di partire. -
- Le lascerò la scelta... -
- Almeno non sono la sola che viene “dopo di loro”! -
Il sarcasmo è evidente nella sua voce anche se fa sempre più fatica a parlare.
-... Ti prego...-
- Ti sembro crudele... fa male lo sai? -
- Si! -
Rimangono in silenzio per diverso tempo.
Quando parla di nuovo la voce della ragazza è ferma.
- Vuol dire che vi raggiungeremo su Fleed. -
- La tua vita è qui, non posso chiederti questo! -
- La mia vita è dove decido io! E non me lo stai chiedendo tu lo sto affermando io! A meno che non sia tu che...-
Actarus rialza la testa e le da un bacio sulla tempia.
- Ti aspetterò! -
- Per come conosco Alcor, non dovrai aspettare molto! -
E’ il tramonto quando si alzano per rientrare.
- Facciamo una gara? -
- Va bene! -

Corri amico, corri, porta via tutto questo dolore.

- Continua-

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Edited by calatea4 - 31/5/2013, 14:11
 
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Alcor e Maria

Dopo cena, Actarus poggiato al muro riflette, Maria ed Alcor sulla veranda stanno ridendo, è Venusia che lo scuote.
- Diglielo subito, più aspetti e più sarà difficile per te e per loro.-
Si vede che gli costa molto, ma accetta il consiglio.
Raggiunge i due ragazzi sulla veranda.
- Cosa ti succede amico, non mi pareva ci fossero rospi a cena, sembra che tu ne abbia ingoiato uno! -
Sorride.
- Devo tornare su Fleed! -
Una doccia gelata non avrebbe avuto lo stesso effetto.
- Parli sul serio? Perché?-
- Sembra che il pianeta stia tornando alla vita...Devo aiutare la mia gente a ricostruirsi un’esistenza...vorrei potrer riportare il pianeta al vecchio splendore...per quello che sarà possibile! -
- Non puoi dire sul serio, ora che possiamo finalmente vivere come vogliamo, in pace, vuoi iniziare una nuova guerra, perché, scusami, ma è di questo che si tratta! -
- Non la penso così, sarà un lavoro duro e dal risultato incerto, ma devo provare! -
Maria ha ascoltato attonita, sa già cosa vorrebbe da lei il fratello.
- Ed io, Actarus? -
- Decidi liberamente, puoi venire con me o rimanere qui. -
Alcor rimane di sale, si riscuote dopo alcuni istanti.
- Libera di scegliere un corno! Sai già cosa deciderà di fare! Dovresti proteggerla, non esporla ad altri rischi! -
- E’ anche il suo pianeta, la sua gente...Ve lo ripeto, accetterò qualsiasi decisione. -
- E noi? La nostra amicizia, vuoi buttare tutto alle ortiche così? -
- Cosa ti viene in mente? Sarete sempre la mia seconda famiglia, non ho intenzione di rinnegare nulla! -
- Ma te ne vai, e vuoi portare con te Maria...Quando conteresti di tornare, sentiamo? Tra un anno, due, dieci? Pensi che qui rimarremo tutti congelati ad aspettare? No, certo! Non sei così stupido! Sai già che non tornerai più, perché non troveresti mai più quello che hai lasciato! Seconda famiglia un corno, sei un ipocrita! -
Rabbia, frustrazione, sono un pugno nello stomaco, ed in fin dei conti Alcor ha ragione. Actarus china la testa.
Maria è stata a testa bassa in silenzio ad ascoltare, un pensiero le fa sgranare gli occhi.
- Venusia! -
Si precipita in casa, cerca la sua amica in cucina, ma Venusia si è allontanata per non dover rivivere lo strazio ascoltando le reazione dei suoi amici.
Maria si gira verso i ragazzi che l’hanno seguita, fissa i suoi occhi in quelli tristi del fratello, le lacrime iniziano a scorrere, scappa verso le scale spostando di mala grazia Alcor.
- Non ti capisco, potresti essere felice e ti giochi tutto, per cosa? Spero tu ti renda conto della sofferenza che stai seminando. -
Non c’è rabbia nella sua voce ora, ma dolore, tanto.
Alcor esce di corsa dalla casa e parte sgommando con la moto.
Actarus rimane a fissare la polvere alzata dal suo amico, il peso della sua decisione gli toglie il fiato, ma deve sopportarlo.
Maria si precipita nella camera di Venusia, la trova già nel letto, le si getta tra le braccia e piange disperata. La ragazza cerca di consolare la sua giovane amica carezzandola con dolcezza. Le lascia piangere tutte le sue lacrime cullandola con una nenia sottovoce come faceva con Mizar quando era piccolino, finché, stremata, Maria si addormenta.
E’ questo che investe Actarus quando passa davanti alla camera di Venusia, lo sconforto lo assale.

Ha il diritto di fare questo a tutti loro?

- Continua-

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Procton

Actarus non ha dormito, ha passato la notte a riflettere sulla sua decisione: la sofferenza dei suoi amici e di sua sorella, le critiche, le obiezioni, ha messo tutto sul piatto della bilancia, ed ha tirato le somme. Ha concluso che, seppur dolorosa per tutti, è comunque una decisione obbligata, e non è ancora finita: deve parlare con il padre e con tutti gli altri, ma è convinto che il peggio sia passato.

Anche Alcor non ha dormito molto, è dispiaciuto per come ha trattato l’amico: non per quello che ha detto, è stato sincero,ma per come lo ha fatto.
Ha cercato una soluzione: Actarus e Maria hanno aiutato la Terra, lui e Venusia aiuteranno Fleed, andranno su quel lontano pianeta e daranno una mano, poi...poi si vedrà!

Trova suo padre nello studio.
- Posso parlarti? -
- Certo, ma credo di sapere già di cosa si tratta. -
- Anche tu hai capito? Devo essere decisamente trasparente! -
- Sapevo che sarebbe successo, prima o poi, solo...speravo non così presto. -
- Anche tu vuoi dirmi che sto sbagliando? -
- I ragazzi sono stati duri, vero? -
- Si! -
- Ti vogliono bene. -
- Lo so, ma rendono tutto così difficile! -
- Non pensi che anche per noi sia difficile? -
- Ma si certo! Però... -
- Abbiamo paura che sia un addio, e non possiamo abituarci all’idea di perderti. Ci sono in gioco sentimenti forti, profondi. -
Girato verso la finestra, Actarus fatica a trattenere le lacrime.
- Ti voglio bene come un figlio, e non nego che vorrei che tu rimanessi qui. Capisco le tue ragioni e da padre ti dico: vai e fai del tuo meglio! Non dimenticare che qui ci sono persone che ti amano e che sono disposte a sostenerti, sempre! -
- Grazie! -

Qualcuno bussa alla porta.
- Avanti. Ah Alcor buon giorno! -
- Buon giorno professore, Actarus sono contento che ci sia anche tu! Ho riflettuto molto ed ho deciso che non sono disposto a rinunciare ai miei amici! Sono certo che la pensano così anche Venusia ed il professore! Se non potrai tornare tu verremo noi! Voi avete fatto molto per la Terra ora è il nostro turno di fare qualcosa per voi! Avevo già pensato di costruire un’astronave con motori come quelli di Goldrake, avevo già buttato giù qualche schizzo, devo solo darmi da fare. Sicuramente anche Venusia ed il professore mi aiuteranno, per andare più veloce. In capo a pochi mesi saremo pronti per venire ad aiutarvi! -
Ha in mano un fascio di fogli che prontamente srotola sulla scrivania del professore, tutti si chinano per osservare.

Inizia un nuovo progetto per una nuova avventura!

- Continua -


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Edited by calatea4 - 3/6/2013, 12:04
 
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Mizar

Righel ha organizzato una festa magnifica per la fine della guerra. Tutto il personale del Centro Ricerche è presente, quale occasione migliore per rendere nota la sua decisione a tutti in una volta sola!
Ha scelto con cura il momento per non rovinare la bella serata.
Dopo i balli quando ormai gli ospiti si stanno rilassando davanti ad una fetta di dolce ed un bicchierino, si alza.

- Ti odio! Non voglio vederti mai più! -
Si aspettava le lacrime di Righel e gli sguardi di tristezza di tutti, ma non aveva previsto lo scoppio di rabbia di Mizar.
Rimane come pietrificato mentre il bambino corre verso casa.
Come una furia Mizar irrompe nella cucina dove la sorella si è rifugiata per evitare gli sguardi di commiserazione.
- Odio anche te perché non lo fermi? Impediscigli di partire! -
- Ci ho provato...non ci sono riuscita. -
La voce calma, la ragazza cerca di avvicinarsi al fratello.
Il bambino prende una pentola dal tavolo e la scaglia contro Venusia, la sorella la evita abbassandosi prontamente.
Actarus la trova, pochi istanti dopo, seduta in terra mentre tenta di asciugarsi gli occhi.
- Tutto bene? -
- Si. Vai a parlare con lui. -
- Mi spiace! -
La bacia sulla fronte.
Apre la porta della camera del bambino e viene investito da un gran numero di oggetti che Mizar gli scaglia contro con rabbia. Actarus li afferra quasi tutti mentre avanza lentamente.
- Ti ho detto che non voglio più vederti! Vattene! -
Lo abbraccia e lascia che si sfoghi piangendo ed urlando.
- Calmati ora, parliamo. -
- Tu parti e ti porti via anche Maria allora partirà anche Alcor e noi saremo di nuovo soli e mia sorella sarà triste e forse si ammalerà ed io, ed io... -
- Potrei tornare, non credi? -
- No! Non tornerai! Non tornerai più! E noi saremo di nuovo soli! -
- Potresti venire tu, ti piacerebbe? -
- E come? -
- Alcor sta progettando un’astronave per venire su Fleed, è già a buon punto per la verità.
Potresti venire a trovarmi tu! -
- Allora mia sorella ed Alcor verrano su Fleed, io rimarrò da solo con papà. Sarà uno schifo! -
- Non staranno di certo sempre su Fleed, e potrai venire anche tu, tutte le volte che vorrai! Ti voglio bene e lo sai, ci tengo a vederti crescere. Potai vedere cose nuove, imparare tanto, sarà bello vedrai! -
- Prometimelo! -
- Te lo prometto! -
Ora Mizar è calmo e si addormenta tra le braccia del suo amico.
Quando Actarus scende la festa è finita Venusia, Maria ed Alcor stanno riordinando, si unisce a loro.
Il rombo di due moto interrompe il silenzio della notte.
- Quando si tratta di lavorare, quei due si defilano sempre! -
- Hai ragione. -
Actarus e Venusia finiscono di riordinare.
E’ una strana notte ed i due ragazzi non la passano da soli

I preparativi per il viaggio e la costruzione della nuova astronave tengono tutti occupati.
L’ultimo giorno, per stare tutti insieme non pensando a domani.
L’ultima notte per i sospiri e le promesse, neanche questa notte passeranno da soli.

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E' una conversazione ascoltata da un avventore di un ristorante, è di spalle e non vede chi parla, sente solo le voci.
E' una piccola celia...

Natale.
Sono andati di comune accordo al Centro Commerciale solo per godersi le luci e la confusione.
In uno dei tanti ristoranti i sei ragazzi stanno prendendo un caffè dopo pranzo.
- Quelle ragazze erano tue amiche, Venusia? -
- Amiche non direi proprio! Compagne di scuola. -
- Non eri popolare? -
- Figurati! Con mio padre che rincorreva tutti i ragazzi con il cappio, e Banta che andava in giro a dire che ero la sua ragazza...Poi ero quella strana che non poteva uscire perché doveva badare al fratello ed alla fattoria! -
- Caspita un’esperienza traumatizzante! -
- Diciamo... un corso di sopravvivenza! -
- Accidenti! Ma chi è Banta? -
- Hai presente Boss? E’ praticamente uguale! -
- Ti capisco poverina! -
- Ma davvero tuo padre rincorreva i ragazzi con il cappio? -
- Si. -
- Dì Kabuto! Ha rincorso pure te? -
- Sicuro! E pure Actarus! -
- Ma dai! Non mi sembra che tu ti sia scoraggiato, però! -
- Ho tenuto duro... e poi Righel strilla ma è una persona splendida! -
- Gelosissimo! -
- Un po’! -
- E voi a scuola? -
- Io e Tetsuya abbiamo frequentato i primi anni all’orfanotrofio , poi abbiamo studiato al Laboratorio da soli. -
- Alcor? -
- Io a scuola ero molto popolare! -
- Il solito bullo spaccone! -
- Beh...si! Un po’ bullo lo ero, non ne sono orgoglioso! -
- E tu Actarus? -
- Istitutore, ed anche Maria. -
- Non so se pensarvi fortunati o meno! -
- Ci siamo rifatti all’università vero Tsurugi? -
- Si! Con Jun che guardava fulminando le altre ragazze! -
- E tu che hai fatto a pugni con quasi tutti i ragazzi del nostro corso? -
- Non mi piaceva come ti guardavano... -
- E tu Alcor all’università eri popolare? -
- La conosci Sayaka no? -
- Conosco anche te! Mi sbaglio o avete fatto come Tetsuya e Jun? -
- Più o meno...-
- Allora Venusia, oggi che ti hanno visto per mano a mio fratello, ti sei presa una bella rivincita!-
- Si! -
- Sono pettegole? -
- Lo erano a scuola. -
- Allora tra un po’ lo sapranno tutte le tue vecchie conoscenze! -
- Dai andiamo! Venusia deve sfoggiare il suo ragazzo e far diventare verdi quelle vipere! -

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Sabato notte mentre aspettavo il ritorno di Aglaia dalla cena di fine anno (terza media, sic!), ho impiegato il tempo così...

Basta

Sono ore che si rigira nel letto.
E’ stremato, in un giorno sono successi eventi che basterebbero per tre: ha rischiato di morire quando è stato attaccato da due robot di Vega, Il TFO è stato distrutto ed Alcor si è salvato per miracolo, Venusia ferita ha rischiato di morire, il Centro Ricerche è stato occupato, il professore torturato.

Basta! Tira via con rabbia le lenzuola e si alza.
Vorrebbe solo rilassarsi, così da poter dormire, invece le immagini ed i suoni della giornata gli tornano in mente ed i muscoli si contraggono.

Ancora, basta! Poggia la fronte sul vetro freddo. Il sollievo dura poco, di nuovo i muscoli si contraggono, ed una smania lo pervade.

Deve uscire!

Si chiude dietro la porta ed esita, forse se prendesse aria...
La porta accanto alla sua sembra chiamarlo, si avvicina, tiene la mano sul pomello alcuni istanti, poi entra.
Venusia dorme tranquilla, era cosi stanca che il medico ha consigliato che rimanesse al Centro Ricerche.
Si avvicina al letto e le carezza il volto con il dorso delle dita, leggero: una delle immagini che gli tornano alla mente più spesso è il suo viso pallido coperto dal respiratore, ed il suono del suo cuore che rallenta.
E’ un miracolo che sia arrivato in tempo, che il suo sangue fosse compatibile.

Si lascia scivolare lentamente in terra. Non vuole piu pensare a quello che poteva essere e non è stato: ha rischiato di morire, di perdere Alcor, il professore e Venusia.
Ha rischiato di perdere anche l’anima quando si è scagliato contro l’astronave di Hydalgos.
Ha agito per vendetta, lucida vendetta!
Dannazione, la teneva per il collo, sospesa nel vuoto, e poi l’ha lasciata cadere.
Avrebbe potuto perdere tutto in un giorno solo.

Basta, non vuole più pensare, vuole solo dormire.
Prende la mano di Venusia e ne bacia il palmo, la tiene vicino al viso e poggia la testa sul letto. Mentre dorme la ragazza gli carezza i capelli con l’altra mano: chissà cosa sogna.
Sorride: finalmente i muscoli non si contraggono piú, le palpebre si fanno pesanti e lentamente scivola nell'incoscienza.

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Questo brano è ambientato prima dell'arrivo di Alcor, poco tempo dopo l'arrivo di Actarus alla fattoria.

Sulle scale

Il grido di un bambino lo fa svegliare di soprassalto.
E’ già diverso tempo che non ha incubi, essere venuto in questa fattoria, vivere con questa famiglia affettuosa gli ha fatto un gran bene.
Il bambino urla di nuovo. Decisamente non si tratta di un incubo.
Esce di corsa dalla camera.
Venusia è arrivata prima di lui: sta cullando il fratellino mentre canta una dolce ninnananna sottovoce.
Rimane come stregato a guardare la scena, perso in un altro tempo, in un altro luogo.
E’ incredibile come nonostante pianeti diversi, diverse culture ed esperienze, il modo per calmare i bambini sia lo stesso.
Non si accorge nemmeno che Mizar si è riaddormentato.

Lo riscuote la voce della ragazza.
- Vuoi una tazza di latte caldo? -
Non lo fa neanche rispondere.
- Per favore puoi rimanere qui? Non dovrebbe svegliarsi, ma... -
Non deve aspettare molto, Venusia ritorna con due tazze di latte fumante.
La osserva mentre risale le scale: indossa un pigiama troppo grande che la fa sembrare ancora più esile, per evitare che i pantaloni le finiscano sotto i piedi nudi cammina in modo decisamente buffo.
Tutte le ragazze che ha conosciuto finora si sarebbero fatte uccidere piuttosto che farsi vedere da lui in quello stato, Venusia sembra non farci neanche caso, ed è graziosa anche con i capelli in disordine e gli occhi gonfi di sonno.

La ragazza gli porge la tazza e si siede sulla scala. Lui fa altrettanto.
- Mi spiace che Mizar ti abbia svegliato. Speravo che gli incubi fossero finiti lo scorso anno. -
- Come mai ha gli incubi? Sembra un bambino così sereno. -
- C’è un bambino più grande a scuola, che lo prende in giro in modo veramente pressante. -
- Per cosa? -
- Oh, c’è l’imbarazzo della scelta: perché Mizar non ha la mamma, perché papà è un tipo stravagante, perché Banta... -
- Non mi sembrano motivi validi per... -
- I bambini sono crudeli, Actarus, ed alcuni più di altri. -
Bevono il latte in silenzio.
Fare domande implica dover rispondere ad altre domande, ma questa volta Actarus non resiste.
- E’ morta da molto tua mamma? -
- Diversi anni ormai, Mizar la ricorda a stento. -
- Le somigli? -
- Il professor Procton dice di si, anche se lei aveva i capelli lunghi e ricci...era bella. -
Venusia vorrebbe saperne di più del bel giovane che le siede a fianco, avrebbe una lunga lista di domande, ma non le farà: il professore le ha raccontato che Actarus è figlio di una coppia di suoi amici, morti in un drammatico incidente davanti agli occhi del ragazzo.
Non vuole essere lei ad aprire il vaso di Pandora.
- A me hanno sempre detto che somiglio a mio nonno, il padre di mia madre. -
E’ una sorpresa anche per lui, ha parlato senza neanche riflettere.
Cambia rapidamente argomento.
- Pensi che Mizar sarebbe contento se domani lo andassi a prendere a scuola con la moto? -
- Scherzi, sarebbe entusiasta! -
- Non diciamogli nulla, allora, sarà una sorpresa. -
Venusia si alza e gli prende dalle mani la tazza vuota, le brillano gli occhi.
- E’ il caso di tornare a dormire, non trovi? Buonanotte. -
- Buonanotte. -
La ragazza scende più agevolmente: con la mano libera si tiene i pantaloni come fossero un abito lungo da sera ed Actarus non può impedirsi di sorridere.


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Edited by calatea4 - 10/7/2013, 18:54
 
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L'articolo di Joe, mi ha fatto venire in mente queste poche righe...spero vi piacciano!

Discussioni

Basta che mi stampi questo sorriso finto e faccia finta di evitarti, che cominci a ronzarmi intorno.
Proprio non puoi sopportare che io possa essere in collera con te.
Questa volta te lo meriti proprio: lo scherzo del burrone non mi è proprio andato giù, ti ho salvato la vita pilotando il Goldrake 2 e quando mi hai raggiunto, non hai neanche alzato la voce, hai emesso il tuo dictat e te ne sei andato.
Ecco che arrivi con quel tuo sguardo smarrito che mi fa impazzire.
- Sei arrabbiata con me?-
- No, perché?-
Brava Venusia ti manca solo l’aureola!
- Non sei venuta ad aiutarmi nella stalla.-
- Avevo da fare qui.-
- In genere lo fai dopo...-
Non ti avvicinare altrimenti mi sciolgo...
No hai già capito e ti irrigidisci, peccato avrei voluto divertirmi un altro po’ a tenerti sulla corda.
- Venusia, perché non capisci, non voglio che tu rischi la tua vita!-
- La vita è mia e ne faccio quello che voglio! Non sei il mio padrone!-
Accidenti! Questa me la potevo risparmiare!
Perché quello sguardo triste?
- La tua vita è troppo importante, devi pensare a Mizar e tuo padre, se ti succedesse qualcosa...-
Dillo, avanti dillo! Mi piace tanto quando me lo dici.
- Sei preziosa per me. Non posso pensare che ti succeda qualcosa di male.-
Quando mi guardi così e mi carezzi il viso faccio fatica a tenerti testa, lo sai ed usi bene le tue armi, ma sono capace anche io di usare le mie...
- Io invece devo accettare che tu rischi la vita tutte le volte!-
- E’ diverso!-
- Ti sei spiegato benissimo...non hai fiducia nelle mie capacità!-
Colpito!
- Non hai bisogno di dimostrare niente a me! So perfettamente cosa sei in grado di fare. Ma non voglio che tu lo faccia, e basta.-
Ti ho fatto saltare la mosca al naso proprio per bene! Ora mi starai ad ascoltare!
Avanti Venusia, sfoggia la tua voce più dolce.
- Actarus.-
Dai, girati e guardami...
- Ho capito quello che intendi: vorresti che io stessi sotto una campana di vetro, così non potrebbe succedermi nulla di male. Rifletti...la campana è di vetro, e si può rompere, e le schegge tagliano. Sono stata ferita quando non combattevo...-
Colpito e affondato!
- So quello che provi per me, e so perché ti comporti così, ma non puoi decidere per me. Voglio combattere per aiutarti e per il bene della Terra. E’ così difficile da accettare?-
- Non è solo per la tua vita che ho paura...la guerra cambia le persone...ed io non voglio che tu cambi, non posso accettarlo.-
- Tu sei cambiato?-
- Si, e non sai quanto, a volte mi fa orrore!-
- A me piace come sei ora...forse non mi saresti piaciuto prima...sto vivendo la guerra con te da quando è scoppiata, e se siamo cambiati lo abbiamo fatto insieme, ed insieme continueremo a farlo.-
Un bacio e te ne vai, la discussione è finita, per ora.

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Edited by calatea4 - 14/6/2013, 12:06
 
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A gentile sollecitazione rispondo :asd: :asd: :asd: !!!
Spero vi diverta come mi sono divertita io a scriverlo!

Omaggio a Terry Pratchett

E’ una battaglia cruenta. Alcor ed Actarus stanno fronteggiando un mostro spaventoso.
Un leggero tremito nell’aria, dentro la cabina di pilotaggio, ed un uomo appare, seduto dietro di Alcor.
Alto magro,indossa una tunica lunga ed un cappello a punta pieno di lustrini con una stella sghemba in cima ed un ricamo nel mezzo: Maggo.
Alcor non si avvede subito dell’intruso che da parte sua è letteralmente impietrito: la sua naturale propensione all’autoconservazione gli sta urlando di fuggire a gambe levate, ma non può farlo, non sa neanche dove si trova.
-Chi cavolo sei? E come sei entrato? Raggio Ciclonico!-
Alcor è basito, come accidenti ha fatto un estraneo a materializzarsi sul Goldrake 2!
-Alcor, con chi parli! Pugni Fotonici!-
-Actarus, c’è uno strano tipo nella cabina con me! Si è come materializzato! Lame Cicloniche!-
-E’ un veghiano? Ha usato il teletrasporto? Raggio Antigravità!-
Alcor si gira e guarda in modo critico il nuovo venuto.
-No, non mi sembra un veghiano, ha la faccia da idiota, ed un vestito da scemo! Raggio Ciclonico!-
La velata critica del guerriero di spalle riscuote l’intruso.
-Prego! Sono un mago! Il mio nome è Scuotivento!-
-Lame Cicloniche! Scuotiche???-
- Scuotivento, e...per favore non potrebbe smettere di far andare questo coso in tutte le direzioni???-
-Certo, se vuoi morire?! Lame Cicloniche!-
-Allora non potrebbe depormi al suolo? Sono allergico alle altezze!-
-Ma davvero??? E a cosa altro sei allergico??? Coppia di Missili!-
-Beh direi...al pericolo in generale...alla morte, ecco, si...-
-Anche io che ti credi!!! Lame Cicloniche!-
-DIVERTENTE QUESTO POSTO VERO?-
Una inquietante figura paludata con un mantello nero appare al fianco di Scuotivento, carezza una falce...
-Sei qui per me?-
-VEDI QUI C’E’ TANTO LAVORO IN QUESTO PERIODO...DEVO FARE GLI STRAORDINARI...PER CHI SONO VENUTO DIPENDE DALLA PERIZIA DEL TUO NUOVO AMICO!!-
- Non è amico mio!-
-Con chi diavolo parli ora? Raggio Ciclonico!-
-Credimi, non ti piacerebbe saperlo!-
-Hai detto di essere un mago. Che tipo di mago sei? Uno di quelli che fa i giochetti di carte per la strada?-
-Questo è un insulto! Sono un grande mago dell’Università Invisibile!-
-GRANDE...SICURO!!-
-Zitto tu!-
-E dove diavolo si troverebbe questa università? Coppia di Missili!-
-Ad Ankh-Morpork, diamine! Lo sanno tutti!-
-Dove? Mai sentita questa città! Dove si trova! Lame Cicloniche!-
-Come dove?...Sul Mondo Disco!-
-Mondo che? Ma tu sei da legare! Raggio Ciclonico!-
Un atroce sospetto si fa largo nella mente del mago.
-Qui dove siamo?-
-In Giappone, sulla Terra o Pianeta Blu. Lame Cicloniche!-
Scuotivento è terreo in volto.
-Anche questo pianeta è trasportato da una Tartaruga...?-
-Ma di che diavolo parli?! Tu sei matto! Coppia di Missili!-
-Prego non c’è bisogno di essere scortesi! Sono pur sempre un mago!-
-Se sei un mago, fai qualcosa per aiutarci a vincere contro questo mostro! Lame Cicloniche!-
-ORA COME LA METTI?!-
-Devo dire che...la congiuntura...l’allineamento...insomma...-
-Non sei capace di fare magie, vero? Missili Ciclonici!-
-Non è tutta colpa mia, mi sono applicato, ma...comunque sono un mago.-
-Si certo!-
-Non è importante cosa si fa, ma chi si è!-
La voce di Actarus alla radio suona preoccupata.
-Alcor! Cosa diavolo è quel coso? Doppio Bumerang!-
Una strana cassa di legno si sta avvicinando al mostro di Vega, cammina da sola grazie ad un gran numero di gambette rosa che spuntano dal fondo. E’ minacciosa...anche se non si può dire come si capisca esattamente...
-Accidenti a me se lo so!-
Scuotivento interviene con voce stanca.
-E’ il bagaglio.-
-Il che? Perchè si sta avventando contro il mostro?-
-Si arrabbia se qualcuno mi minaccia!-
-Ma davvero? Lame Cicloniche!-
Il bagaglio si arrampica sul mostro e tenta di azzannarlo...anche se forse non è il termine più giusto...certo è che il pilota del mezzo si distrae abbastanza da esporre il fianco agli assalti di Alcor ed Actarus.
Il mostro di Vega esplode e con lui il bagaglio.
-ALLA PROSSIMA,MAGO!-
-Ma anche no!-
Alcor si sente in dovere di dire qualcosa.
-Mi spiace, Scuotivento per il tuo...amico?!-
Il mago risponde con voce piatta.
-Bagaglio, non amico.-
-Non sembra ti importi molto di lui.-
Quando il fumo si dirada davanti a loro appare il bagaglio esultante...anche se non è il termine giusto per...
Alcor non crede ai suoi occhi.
-Ma cosa cavolo...! Come diavolo...!-
-E’ il bagaglio. E’ costruito con un legno magico che...-
-Si certo! Oggi ci rimetto il cervello!-
I due ragazzi atterrano e scendono dai lori mezzi insieme a Scuotivento.
Actarus è un po imbarazzato, ma è grato ai nuovi venuti.
-Dobbiamo ringraziarti per il tuo aiuto e quello del tuo...come hai detto che...?-
-Bagaglio. Non c’è di che. Io fossi in te non lo farei!-
Alcor si è avvicinato con curiosità al bagaglio per guardare dentro il coperchio socchiuso. Un rumore secco! Il ragazzo si è salvato solo grazie ai suoi riflessi.
-Ha tantato di mordermi!...Credo...-
Scuotivento risponde laconico.
-E’ suscettibile...ti è andata bene, a volte mangia le persone.-
-Mangia?!...-
-Si...beh...le mangia, ma poi non si trovano più al suo interno, non si sa dove vadano a finire.-
Un tremore nell’aria e improvvisamente come è apparso, Scuotivento scompare nel nulla.
I due ragazzi sconcertati si guardano intorno...davanti a loro solo il bagaglio.
Alcor parla sottovoce, non saprebbe neanche lui spiegare perché.
-Mi sta fissando...-
Anche Actarus è incerto.
-Anche me...sembra...triste?!-
-Forse demoralizzato è il termine miglio...ma che cavolo dico!-
Il bagaglio fa scattare il coperchio, si gira ed inizia a correre.
-Era un saluto?-
-Actarus...credo sia meglio tornare al Centro e dormirci sopra...non mi sento lucido...-
-Si credo sia meglio...-
-Forse dovremmo tenerci questa storia per noi!-
-Quale storia? Perché è successo qualcosa?-
-Ricevuto amico!-

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Ognuno di noi ha immaginato un seguito per Goldrake...anche più di uno.
Questa è la mia proposta.

Domani

L’astronave di re Vega è esplosa.
Goldrake ed il Cosmo Special rientrano nell’atmosfera terrestre.
Qualcuno sta osservando la scena. E’ il generale Thuban della Guardia Imperiale di Vega, era venuto per riunirsi all’esercito del re per portare l’attacco finale alla Terra.
E’ un uomo alto più di due metri con un fisico prestante, nonostante non sia giovane, assomiglia vagamente al generale Gandal, ha un colorito più tendente al grigio, ed i capelli scuri. Si raccontano diversi aneddoti sul suo conto tra le truppe, ha fama di essere un ottimo stratega ed un capo intransigente.
Quello che vede lo lascia quasi senza fiato, per alcuni istanti rimane come ipnotizzato senza poter distogliere gli occhi.
- Non avrei mai pensato di vedere questo spettacolo! -
- Generale, facciamo uscire i due mostri? -
Il terrore nella voce del soldato lo riscuote.
- No! Sarebbe del tutto inutile! Torniamo su Fleed! Abbiamo bisogno di un piano d’azione. -

Fleed era stato attaccato da Vega per i suoi scienziati e per le miniere di Green. Dopo la guerra che aveva portato alla quasi totale distruzione del pianeta, il comando era stato affidato al generale Thuban.
Gli scienziati erano stati radunati in una grande struttura, edificata per la costruzione di Goldrake, e costretti a lavorare per gli invasori.
Per garantire l’incolumità dei soldati veghiani e dei pochi civili fleediani sopravvissuti erano state costruite delle cupole sopra le città e sopra alcune fattorie che sarebbero servite per il fabbisogno alimentare. Molte colture all’inizio erano prodotte per via idroponica, nell’attesa di bonificare i terreni da coltivare, l’acqua veniva depurata, il resto importato dagli altri pianeti.
Ora l’aria è respirabile per un chilometro dalla superficie del pianeta, grazie alla perizia degli scienziati. Le montagne sono ancora impraticabili
Contrariamente alle aspettative le miniere di Green si erano esaurite con la costruzione di Goldrake, ma gli scienziati potevano essere sfruttati.
Il generale Thuban comanda con pugno di ferro i suoi soldati e gli scienziati; per il controllo dei cittadini fleediani si è fatto affiancare dal master, il primo ministro del re di Fleed, Doran: un bell’uomo, alto, sui cinquanta anni, porta i capelli lunghi, ancora scuri, legati a coda di cavallo.
Dopo alcuni episodi cruenti, con grandi sforzi, il master è riuscito a garantire la sicurezza dei cittadini, impegnati da subito nella ricostruzione e nella produzione di beni primari.
La notizia della caduta di Vega il grande, ad opera di Duke Fleed e dei suoi alleati terrestri, si diffonde rapidamente sul pianeta, non appena l’ammiraglia di Thuban atterra nell’ampio spazioporto.
Il generale riunisce i suoi sottoposti per stabilire un piano di azione: bisogna prepararsi per un prevedibile ritorno del principe.
Finito il breefing, Thuban convoca il master.
- Vega il Grande è caduto! -
- La notizia si è sparsa velocemente, generale.-
- Controlla i cittadini, non saranno tollerati neanche i commenti! -
- I cittadini saranno avvertiti. -
Il generale sfoggia un ghigno beffardo.
- Quanto odi essere un servo di Vega, ora? -
- Per aiutare i cittadini ed il mio pianeta farei qualsiasi cosa! -
Mostrarsi troppo entusiasta o servile sarebbe un errore: il generale sa che i fleediani detestano la loro condizione di sottomessi.
Il volto di Thuban è una maschera di ferocia.
- Spero che sia vero, quando scoppierà il nuovo conflitto, scegli bene da che parte stare.-
Doran si sente gelare il sangue.
- Nuovo conflitto? Contro chi?-
- Duke Fleed.-

E’ notte. Alcuni cittadini sono riuniti in segreto nella casa del master..
- Thuban ha parlato di un probabile ritorno del principe Duke. -
La sorpresa toglie il fiato a molti dei presenti.
- Credi dicesse il vero? -
Il master riflette.
- Non parlava tanto per farlo...si credo ci sia la reale possibilità che il principe possa tornare su Fleed! -
- Sarebbe subito catturato...o peggio! -
- Master, potremmo contattare in segreto il sovrano di Ruby perché avverta il principe.-
- Si è una cosa da fare subito! -

-Continua-

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-Domani -

Un soldato arriva trafelato.
- Generale! Goldrake ha lasciato la Terra. -
- Bene! -
Thuban sorride crudele.
“ Lasciare una sonda per spiare i movimenti sulla Terra è stata un’ottima idea! “
- Prepariamoci a ricevere degnamente il Principe! -

Venusia è rimasta seduta sul prato a guardare il cielo.
Una mano leggera le si posa sulla spalla.Non ha bisogno di girarsi, sa già chi è.
- Alcor, come stai? -
- Non te lo so dire, tu come stai? -
- Come te! -
Alcor si è seduto sull’erba vicino alla sua amica, dopo poco si sdraia, le mani dietro la testa, lo sguardo cupo.
- Avanti Alcor, cosa c’è? -
- Lo sai che prima di venire qui ho avuto una storia importante, vero? -
- Me ne hai parlato, si. -
- Sayaka ha un anno più di te. -
- Lo ricordo. Cosa c’è che non va? -
- Ti sembra possibile che io possa aver perso la testa per una ragazzina? -
- Maria è molto giovane, ma molto matura. -
- Mi sento patetico, ma non posso farci nulla, mi piace e già mi manca. -
- Anche lei è molto legata a te. -
- Ora! E se trovasse un altro su Fleed che le piace più di me? E’ così giovane! -
- Puoi comandare i sentimenti? -
- No! -
- Puoi scegliere di dimenticarla ora? -
- No, ci ho provato quando mi sono accorto di cosa stava succedendo, non ha funzionato. -
- Allora devi rischiare. Dalle tempo di crescere. Potresti essere tu, tra un po’ di tempo, a volere una ragazza più matura. -
- Ho pensato anche a questo. Sarebbe crudele averla illusa per poi cambiare idea. -
- Fai passare il tempo, non essere pressante con lei. Se siete destinati tutto si sistemerà, altrimenti...io sarò sempre disponibile per ascoltare. -
- Sei una vera amica. -

Durante tutto il tempo che hanno viaggiato nello spazio Actarus ha parlato nella lingua di Fleed, Maria ha ricordato lentamente, la comprende bene, ma la parla ancora a fatica.
Il ragazzo cerca di non pensare a quando due anni prima ha iniziato ad insegnare la sua lingua ad un’altra ragazza, si è stupito di quanto in fretta lei abbia imparato, la parla molto bene con un delizioso accento. In cuor suo ha sperato che non lo perdesse con la pratica, gli piace troppo.
Lei gli manca già molto.
- Maria quello è Fleed! -
Una comunicazione dall’esterno.
- Principe Duke, mi ricevi? -
Actarus è sorpreso.
- Chi sei? -
- Ti chiamo per ordine di re Markab di Ruby! Non puoi dirigerti su Fleed! Ripeto non puoi dirigerti su Fleed. Re Markab ti sta aspettando per spiegarti tutto! -
Maria è spaventata.
- Fratello cosa facciamo? -
- Andiamo su Ruby per saperne di più. Ricevuto dite a re Markab che accettiamo l’invito! -
- Ricevuto! -
La mente di Maria corre ai suoi amici sulla Terra ed ad uno il particolare, se fosse qui per aiutarli.
- Cosa sarà successo? -
- Inutile farsi troppe domande, tra poco sapremo tutto! -
A parole è facile, ma Actarus è impaziente e preoccupato

Re Markab è un uomo alto, leggermente in sovrappeso, con pochi capelli bianchi, ma piacente, accoglie i due fratelli con familiarità, li conosce da quando sono nati.
- Benvenuto Duke, abbiamo saputo delle tue gesta! Ti dobbiamo la libertà dall’oppressione di Vega! -
- Grazie Maestà, ma il merito non è tutto mio, ho avuto valorosi alleati sul Pianeta Blu oltre a mia sorella. -
- Avrò piacere di conoscere questi alleati, quando sarà il momento. Maria Grace? -
Maria è un po’ intimidita.
- Si Maestà! -
- Ti ricordo bambina e ti trovo una splendida ragazza! Sono felice che il piano di vostro padre abbia funzionato! -
Actarus è sorpreso.
- Quale piano Maestà? -
- Il piano per allontanare Maria Grace da Fleed durante l’invasione! -
- Non capisco...-
- Era un piano segreto: tuo padre non si è mai fidato di re Vega e quando lui ha proposto il tuo fidanzamento con la principessa Rubina, mi ha pregato di accogliere qui i bambini ed i ragazzi che sarebbero stati nascosti sulle navi mercantili, ha fatto lo stesso con altri pianeti. Dopo i ragazzi sono cominciate ad arrivare alcune donne. Se Vega avesse attaccato Fleed, Maria Grace sarebbe stata portata al sicuro durante la battaglia: sarebbe stato rischioso, ma era l’unica soluzione per fare in modo che i veghiani non scoprissero la fuga di tutti gli altri. Quando è iniziata l’invasione molti cittadini erano già in salvo.
Tanti altri, troppi, non sono sopravvissuti.
Actarus è confuso.
- Perché non ho saputo nulla di tutto questo? -
Il tono di voce del re si fa più dolce.
- Duke, tuo padre aveva moltissima fiducia e stima per te, lo sai, ma non si fidava di re Vega e neanche di Rubina! -
Il ragazzo si sente offeso e deluso.
- Aveva paura che mi lasciassi sfuggire informazioni importanti con lei! -
- Non puoi dargli torto, sembravi molto preso, e sembravi fidarti ciecamente di lei. -
- Per nessuno avrei tradito! -
C’è sdegno nella sua voce.
Il re gli sorride comprensivo ed Actarus cambia subito argomento.
- Perché ci avete impedito di scendere su Fleed? -
- Dopo l’invasione, il vostro pianeta è stato occupato dalle truppe di Vega: hanno costretto gli scienziati a lavorare per loro. Non conosco bene i particolari. I cittadini erano troppo pochi per tentare una rivolta ed hanno preferito mostrarsi collaborativi per evitare troppe rappresaglie. Quando Ruby e gli altri pianeti sono insorti, una parte dei soldati e dei mezzi sono stati mandati a sedare le rivolte, e su Fleed non ne sono rimasti molti, ma sono sempre temibili e troppi per i cittadini, ed anche per noi. Il master ci ha avvertirti che forse saresti tornato.
Il ragazzo è sorpreso.
- Il master, Doran è vivo! Ne sono felice! Quali altre informazioni abbiamo? -
- Ancora poche, i cittadini non corrono grandi pericoli, per ora, gli sono necessari, e questa è la cosa più importante.
Actarus riflette: è appena finita una guerra e ne comincia un’altra. Gli risuonano in testa le parole che Alcor gli ha urlato contro, quando lo ha messo al corrente della sua decisione di tornare su Fleed.
Sulla Terra c’erano i suoi amici ad aiutarlo e sostenerlo, improvvisamente si sente molto solo.
- Per ora non pensarci, sarete miei graditi ospiti. Voglio sapere tutto del Pianeta Blu e di questi tuoi valorosi alleati. Prima però ci sono delle persone che sono impazienti di incontrarvi. -
Re Markab accompagna i due fratelli in una grande sala dove tante persone stanno aspettando.
Sono cittadini esuli di Fleed.
Sono felici di vedere i due principi, li sommergono di domande. E’ solo Actarus che risponde per tutti e due: Maria è sopraffatta dall’emozione ed ha paura di commettere errori nel parlare.


-Continua-

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