Carissimi amici.
Carissime amiche .
Sapevo che un giorno sarebbe potuto accadere . E alla fine così è stato.
È venuto a mancare all affetto di TUTTI la più grande icona che noi stessi abbiamo mai potuto avere .... BUD SPENCER .
È con la morte nel cuore e le lacrime negli occhi che vi do questa notizia ,appena appresa da una fredda chat privata .
Potrei inondarvi di parole e ricordi ... di come questo attore e le storie che venivano raccontate grazie ai suoi film hanno plasmato la mia passione e il mio carattere .... ma se siete qui io sono certo che avete avuto la mia medesima esperienza.
Si. Stiamo parlando di un attore.
Si. Stiamo parlando di una persona che cavalcava un palcoscenico e recitava dei copioni .... ma nonostante questa consapevolezza.... io ,come sono certo anche voi , con tale notizia è come se un velo si fosse levato dagli occhi .... come se .... solo ora io mi rendessi conto di essere un adulto e che il mondo della fantasia è un qualcosa di assolutamente fasullo e lontano.
Ma sono certo che questa sensazione passerà. Passerà man mano che vedrò e rivedremo quelle pellicole che ci accompagnano da sempre e che da sempre sono presenti nella nostra vita . .
. Tanto da imprimere la presenza di BUD come un vero amico sempre al nostro fianco.
Odo ancora il suono di quegli sganassoni tanto finti quanto esaltanti mentre rivedo le locandine e le foto che cominciano ad affacciarsi sul web ... e sono certo che ora più che mai sono felice dell infazia che ho avuto grazie ad un uomo che ha sempre espresso infinita bontà nei ruoli che gli sono stati affidati .
Ciao Bud .veglia su di noi !
Vi incollo in appendice la notizia copiata dal sito dell ansa
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Addio a Bud Spencer, gigante buono del cinema
Aveva 86 anni, mitica coppia con Terence Hill
Bud Spencer e Terence Hill in 'Continuavano a chiamarlo Trinità' © ANSA FOTO
Redazione ANSA
27 giugno 201622:37NEWS
E' mrto Bud Spencer (SCHEDA ANSA CINEMA) Per tutti era il gigante buono che menava sganassoni sempre in coppia con l'amico Terence Hill (SCHEDA ANSA CINEMA). L'omone barbuto degli spaghetti western degli anni '70, quelli che hanno conquistato generazioni di ragazzini innamorati dei due scanzonati protagonisti di Lo chiamavano Trinità.
Ma Carlo Pedersoli, classe 1929, per tutti Bud Spencer, morto questa sera in un ospedale romano, è stato in realtà protagonista di una carriera lunga e poliedrica nella quale, accanto ai film più popolari, c'è stato spazio per il thriller (diretto da Dario Argento in Quattro mosche di velluto grigio), per il cinema d'autore con Ermanno Olmi e persino per il dramma di denuncia civile con Torino nera di Carlo Lizzani. Tante esperienze, tanti successi, e anche un po' di amarezza per non essere abbastanza considerato da quel mondo del cinema in cui era entrato un po' per caso finendo per dedicargli la vita: "In Italia io e Terence Hill semplicemente non esistiamo - si lamentava negli ultimi anni - nonostante la grande popolarità che abbiamo anche oggi tra i bambini e i più giovani. Non ci hanno mai dato un premio, non ci invitano neppure ai festival" L'ultima apparizione in tv era stata nel 2010 con I delitti del cuoco, fiction di Canale 5.
E l'anno scorso era stato festeggiato a Napoli con una medaglia e una targa per la sua lunga carriera che gli aveva consegnato il sindaco De Magistris a Palazzo San Giacomo in nome della sua città. Insieme o separati, Bud Spencer e Terence Hill hanno scritto momenti diversi e importanti di alcune tra le stagioni più felici della produzione italiana: dalla serie indimenticabile degli 'Spaghetti western' (un genere declinato a modo loro, fino a farne un marchio di fabbrica), all'avventura comica (altro genere in cui si sono diversamente specializzati), dal cinema di qualità (Spencer e' stato anche un indimenticabile protagonista per Ermanno Olmi), alle produzioni internazionali di intrattenimento. Carlo Pedersoli nasce a Napoli (quartiere Santa Lucia) il 31 ottobre del 1929. Il padre è un uomo d'affari bresciano e il lavoro lo porta lontano dal Golfo quando Carlo ha appena 11 anni e tutta la famiglia si trasferisce a Roma (quartiere Parioli) nel 1940.
Lasciati gli amici di scuola (tra cui Luciano de Crescenzo), il ragazzo si iscrive al liceo e a un corso di nuoto, risultando brillante in entrambi i casi, tanto che arriva all'università (corso di chimica) ad appena 17 anni. A guerra finita, pero', la famiglia cambia nuovamente città, i Pedersoli finiscono a Rio de Janeiro e Carlo deve abbandonare gli studi. Farà l'operaio, il bibliotecario, il segretario d'ambasciata come nelle leggende delle star americane. Tornato a Roma, può riprendere gli studi ma soprattutto l'attività in piscina dove si segnala presto come un vero asso. Continua anche a studiare (questa volta giurisprudenza, laurea che porterà a buon fine nonostante gli exploit sportivi) e viene notato dal cinema nel pieno della stagione di Hollywood sul Tevere. Grazie al fisico scultoreo, viene scritturato come comparsa in 'Quo Vadis?' e poi finisce sul set di 'Annibale' dove non incontra mai il giovane attore Mario Girotti - Terence Hill - che diverrà il suo partner d'eccellenza pochi anni più tardi. Tocca a Mario Monicelli affidargli il primo, vero ruolo, quello del manesco Nando in 'Un eroe dei nostri tempi' (1955). Chiuderà col nuoto dopo i Giochi di Roma del 1960 e tornerà in Sud America per una lunga parentesi lontano dai suoi interessi.
Rientrato in Italia apre una propria società, sposa Maria Amato (la figlia del grande produttore Peppino Amato), mette al mondo i primi due figli, scrive canzoni ottenendo un discreto successo. Con il cinema la gavetta è lunga e Bud Spencer conquista il ruolo di protagonista nel western 'Dio perdona io no' soltanto nel 1967 grazie a Giuseppe Colizzi. Prima rifiutato per le richieste economiche ma poi arruolato perché risulta il solo adatto alla parte di gigantesco e minaccioso partner del protagonista, Pedersoli incontra qui di nuovo Mario Girotti. I due decideranno, alla fine del film, di cambiare i propri nomi sui manifesti per attrarre il pubblico e Pedersoli sceglierà il suo in omaggio alla birra Bud e all'adorato Spencer Tracy. Il successo del film è più che lusinghiero, ma sarà l'episodio successivo, 'Lo chiamavano Trinità' (E.B. Clucher, 1970) a consacrare il successo personale del duo. Un vero e proprio colpo di fulmine con il pubblico che si ripeterà, infallibile, per altre 16 volte in tutto. Il cliché del personaggio e' sempre lo stesso e Spencer lo riutilizzerà anche da solo: un gigante dal cuor d'oro che mena sganassoni, sorride sempre come un bambino, ristabilisce i torti e si gode la vita. Cow boy o investigatore (la serie di Steno 'Piedone lo sbirro'), avventuriero o buon padre di famiglia, Bud Spencer mette perfino a punto un tipo di pugno a martello che lo renderà inconfondibile.