Le origini del dottor Hell nel manga di Ota francamente non le conosco…
Ho visto
Joker insieme a mio marito e abbiamo entrambi avuto l’impressione che il film volesse ritrarre il protagonista in maniera compassionevole: ci siamo calati nel personaggio in pochi minuti. Questa è unicamente la
sua storia, da cui il titolo e la totale assenza di un eroe - Arthur Fleck è antieroe e villain in una persona. Gli scenari del ilm sono crudemente realistici, non hanno l'opulenza favoleggiante dei film di Batman, che ritraggono un mondo parallelo dove molte cose sono possibili - per esempio che uno cada in un contenitore di acido e invece di morire assuma le sembianze distorte di un clown.
Secondo me non farebbe senso prendersi la briga di descrivere la vita di un personaggio avvicinabile per tre quarti di un film per infine fare esplodere la bomba che si è preso gioco di noi. Arthur Fleck mi ha colpito come una persona che era inizialmente ancora “salvabile” nonostante i suoi molti problemi, arrivando in un vicolo cieco dopo gli omicidi commessi nel metrò.
Mi ha anche ricordato
Carrie di Stephen King: la ragazza è indubbiamente una vittima e viene ritratta come una persona gentile e sensibile, ma nel momento della sua peggiore violazione e umiliazione fa uso dei suoi poteri paranormali per vendicarsi. Ciò che fa è terribile, ma rimane la domanda morale agli spettatori se la tragedia non fosse stata evitabile se la ragazza fosse stata trattata meglio dalle persone che aveva intorno.
Molto importante è la questione dell’arma. Penso che tutti noi siamo stati calpestati e / o umiliati qualche volta nella nostra vita e non abbiamo reagito. Ora la domanda è, non lo abbiamo fatto perché siamo tanto buoni, o perché in quel momento non avevamo un’arma (la pistola di Arthur, i poteri di Carrie)? Penso che molti di noi attreversino dei momenti dove davvero non ne possiamo più e vorremmo spaccare tutto, solo che non abbiamo la possibilità di divenire violenti sottomano.
Considerando l’attuale situazione politica e sociale negli Stati Uniti e le molte voci critiche riguardo a) la facilità con cui si può ottenere un’arma, b) le enormi disparità economiche, c) la mancanza di servizi sociali ecc., per me Joker è un film sociopolitico, non la storia di un uomo che diventa un villain perché era il suo destino diventare tale affinché dall’altro lato emergesse un eroe. Anzi, è un avvertimento a stare attenti, come società, a non far divenire cattive le persone, invece di chiudere gli occhi e rifiutare le proprie responsabilità, e poi dover lottare contro i ‘cattivi’.
Nel caso di Arthur Fleck questo viene accentuato dal fatto che Thomas Wayne era segretamente suo padre, cioè che se non lo avesse ripudiato entrambi i suoi figli non si sarebbero trovati in quella situazione.
Batman contro Joker è una situazione affascinante in un fumetto (anche perché alla fine vince sempre Batman), ma nella cruda realtà guardia e ladri non è un gioco, quindi forse bisogna chiedersi se non farebbe più senso impedire che il male nasca, invece di condannarlo alla morte o all’ergastolo dopo.
Comunque, lo dico e lo ripeto - de gustibus, e i punti di vista sono sempre differenti. Just my two cents.