Ammetto che si tratta di una puntata che non ho mai amato troppo, probabilmente troppo sentimentale per i miei gusti cinici, che erano ancor più cinici quando avevo 10 anni.
Ma rivedendola ieri, sono stata colpita dalla bellezza delle musiche che accompagnavano i momenti più strappalacrime del racconto: quelle, sì, da brivido.
Non ricordo che effetto mi abbia fatto, ai tempi, riconoscere nella lettura della madre la storia della piccola fiammiferaia: oggi però mi chiedo l'impressione che poteva fare a un bambino giapponese. Probabilmente era un tocco esotico, come esotiche erano per noi le scritte e le tradizioni giapponesi che ogni tanto spuntano e che per il target originale dell'anime rappresentavano al contrario la normalità. Anni fa ho seguito una conferenza su una serie di film animati (
World Masterpiece Theater), che dal 1975 in poi presentavano ai bambini del Sol Levante i classici della letteratura europea, e in fondo anche questo episodio rientra in quel filone.
Infine, una cosa che amo moltissimo di Ufo Robot è il modo in cui il racconto segue le stagioni, cosa non scontata per gli analoghi prodotti occidentali dell'epoca: questa è una puntata natalizia, che in Italia è stata trasmessa in aprile inoltrato, ma anche gli episodi vicini sono "invernali".
Quindi, anche su una puntata non molto amata c'è tanto da dire... ma il punto fondamentale, oltre a
Santa Alcor, è l'uso a fini non bellici del Raggio Antigravità come ponte dell'arcobaleno
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