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Profondo Rosso

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.Luce.
view post Posted on 6/9/2021, 09:42     +2   +1   -1




PROFONDO ROSSO


Paese di produzione Italia
Anno 1975
Durata 127 minuti
Genere thriller, giallo
Regia Dario Argento
Soggetto Dario Argento, Bernardino Zapponi
Sceneggiatura Dario Argento, Bernardino Zapponi
Produttore Salvatore Argento, Angelo Iacono
Produttore esecutivo Claudio Argento
Casa di produzione Rizzoli Film, Seda Spettacoli


L'opera segna, all'interno del percorso artistico del regista, il passaggio fondamentale tra la fase thriller, incominciata nel 1970 con L'uccello dalle piume di cristallo e quella horror intrapresa nel 1977 con Suspiria.
Fin dalla sua uscita nelle sale la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico: si segnalano i terrificanti effetti speciali, cui mise mano anche Carlo Rambaldi, e la musica del gruppo rock progressive dei Goblin. Alcune composizioni sono firmate anche dal pianista jazz Giorgio Gaslini.



Roma. Durante una conferenza sul paranormale, la sensitiva tedesca Helga Ulmann percepisce la presenza di un omicida tra il pubblico e, spaventata, è costretta a interrompere la seduta. Impaurita, dice a un collega, lo psichiatra Giordani, di sapere chi è la persona da lei percepita, scoperta che le sarà fatale in quanto quella sera il killer entra in casa sua e la uccide orribilmente dopo averla colpita diverse volte con una mannaia. L'assassinio è preceduto dalla registrazione di un'inquietante nenia per bambini, che la stessa sensitiva aveva percepito durante la conferenza.
Il pianista jazz Marc Daly, che abita nello stesso stabile di Helga, ha appena finito di provare con la sua orchestra e si trova nella piazza sotto casa sua con il suo amico Carlo, anch'egli abile pianista ma con gravi problemi di alcolismo. Qui i due sentono le grida della vittima e Marc la vede mentre viene scaraventata contro il vetro della finestra dalla quale stava chiedendo aiuto. Precipitatosi nell'appartamento non può che constatarne la morte. Il commissario Calcabrini interroga Marc più come sospettato che come testimone e non sembra interessarsi molto delle parole dell'uomo. Quando questi torna a casa è notte inoltrata e trova l'amico Carlo ancora in piazza, pesantemente ubriaco. Marc confida all'amico di aver notato un quadro entrando nell'appartamento del delitto, quadro che poi è misteriosamente scomparso. Carlo gli dice che quel quadro forse è stato fatto sparire perché nascondeva qualcosa di importante.
Anche la giovane giornalista Gianna Brezzi è interessata alle indagini sull'omicidio, dal quale spera di ricavare un buon articolo, e inizia a indagare con Marc, che inizialmente mal sopporta il comportamento libertino ed emancipato della ragazza, che al contrario sembra fin da subito attratta dal pianista.
Marc, dopo aver conosciuto la madre di Carlo, un'ex-attrice teatrale con segni di demenza, parla ancora con l'amico riguardo al quadro sparito, incuriosito dalle sue parole. Carlo tuttavia dà la colpa al suo stato di ubriachezza e consiglia al suo amico di dimenticare questa brutta storia e fuggire per non essere preso di mira dall'assassino. La sera stessa, mentre Marc si esercita al pianoforte, l'assassino riesce a entrare in casa sua. Marc avverte la sua presenza sentendo la stessa canzoncina che aveva preceduto la morte di Helga, sta per essere aggredito ma una telefonata di Gianna gli permette di barricarsi nella sala approfittando dell'effetto sorpresa. Il killer fugge, non prima di averlo minacciato di morte.

Il giorno seguente, Giordani dichiara che si tratta probabilmente di un paziente schizofrenico, che si serve della nenia per ricreare il clima di un precedente omicidio. Il brano tra l'altro avrebbe un collegamento con la leggenda della villa del bambino urlante, come riportato nel saggio "Fantasmi di oggi e leggende nere dell'età moderna". Attraverso il libro, Marc risale all'autrice Amanda Righetti, ma l'assassino, che sembra spiare i suoi movimenti, la rintraccia prima di lui. La sventurata scrittrice viene brutalmente assassinata in casa sua e il suo volto ustionato nell'acqua bollente della vasca da bagno. Marc troverà il cadavere qualche ora dopo. Avvertita Gianna, inizia a temere che si possa sospettare di lui, lei gli consiglia di scappare ma lui non ne vuole sapere e tra il pianista e la giornalista inizia a nascere qualcosa. Marc avverte Giordani, che il giorno successivo, in un sopralluogo sulla scena, riesce con un'intuizione a ricostruire la dinamica della morte di Amanda: prima di morire, la donna aveva scritto sul muro il nome di chi l'aveva uccisa sfruttando il vapore prodotto dall'acqua calda.
Marc riesce a rintracciare la villa della leggenda, disabitata da molti anni, facendosi dare le chiavi da un custode che vive nelle vicinanze, e vi trova nascosto in una parete un disegno infantile. Grattando via la parete, scopre che il disegno raffigura un bambino armato di un coltello insanguinato. Nel frattempo Giordani, dopo la sua scoperta, forse temendo per la sua vita, scrive appunti e tenta invano di avvisare Marc. Il killer però riesce a ucciderlo dopo averlo spaventato con un robot usato per distrarlo, colpendolo alle spalle e finendolo con un machete.

Scosso per la morte di Giordani e convinto di essere il prossimo obiettivo dell'assassino, Marc decide di lasciare Roma invitando Gianna, con la quale ha iniziato una relazione, a partire per la Spagna, ma, osservando meglio una foto della villa, nota che una finestra è stata murata. Cerca di avvisare Carlo e lascia un messaggio a Gianna e si reca nuovamente nell'inquietante struttura, abbattendo a colpi di piccone un muro e scoprendo una stanza segreta dove giace un corpo mummificato. Sconvolto, Marc indietreggia e viene tramortito. Quando si risveglia è all'esterno, Gianna è al suo capezzale mentre la residenza è in fiamme. Recatisi in casa del custode, i due notano un disegno identico a quello nella villa eseguito dalla figlia, la quale confida di essersi ispirata a un altro, rinvenuto nell'archivio della sua scuola. Giunti sul posto, Gianna decide di avvertire la polizia dopo aver sentito un rumore, ma viene chiamata da una voce. Quando Marc la va a cercare scopre che è stata pugnalata. Marc però ha capito chi è l'autore del disegno, risalente al 1950: Carlo, allora bambino. Questi gli punta una pistola e gli rinfaccia di non avergli dato retta quando gli aveva detto di scappare, così ora è costretto a ucciderlo pur volendogli bene. L'arrivo delle forze dell'ordine mette in fuga il giovane ma una volta in strada questi muore brutalmente, investito da una macchina dopo essere stato trascinato per diversi metri da un camion.

Dopo aver saputo che Gianna è fuori pericolo nonostante la coltellata, Marc torna a casa: camminando per la piazza si rende conto dell'estraneità di Carlo durante l'omicidio della sensitiva, in quanto si trovava con lui in quel momento. Gli tornano in mente le parole dell'amico riguardo al quadro scomparso, sicché torna sulla scena del delitto, per rendersi conto che non c'è mai stato un quadro in quel punto, ma uno specchio, e che quello che aveva visto era il volto dell'assassino, ovvero l'anziana madre di Carlo, che lo ha seguito e appare davanti a lui per ucciderlo e vendicare la morte del figlio. Ella, malata di mente, aveva assassinato suo marito, che voleva riportarla in clinica contro la sua volontà, davanti a suo figlio piccolo, nascondendo il cadavere nella villa. Carlo, traumatizzato, l'aveva coperta in tutti quegli anni e realizzato dei disegni raffiguranti il delitto. Marc tenta la fuga ma viene raggiunto e ferito dalla donna con una mannaia alla spalla. Durante la colluttazione, il medaglione di lei s'impiglia nell'inferriata dell'ascensore. L'uomo sanguinante preme il pulsante di rimando e la cabina, tirando con sé la collana, decapita la donna, ponendo fine alla catena degli efferati omicidi.

L'ultimo fotogramma, su cui parte la sigla di coda, mostra l'immagine di uno sgomento Marc riflessa nella pozza di sangue conseguente alla decapitazione della donna: il "profondo rosso" che dà il nome a tutta la pellicola.


Profondo rosso nasce, come altri film di Argento, durante le battute finali della realizzazione della sua opera precedente, l'atipico Le cinque giornate. L'idea di base, la medium che, durante una seduta, percepisce i pensieri di un assassino, risale addirittura a una prima stesura di 4 mosche di velluto grigio. Argento lavora febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fa aiutare da Bernardino Zapponi, tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l'idea di aver voluto rendere molto fisico l'orrore del film e di legarlo a un contesto realistico e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato fantastico della vicenda.
Il film, inoltre, risente della particolare situazione affettiva di Argento, che si era appena separato da Marilù Tolo, con cui aveva convissuto per un anno dopo il divorzio dalla prima moglie Marisa Casale. Argento ricorda quel periodo come ricco di febbrile creatività. Inoltre è sul set del film che la sua relazione con Daria Nicolodi si consolida. La Nicolodi stessa riconosce che nel personaggio di Gianna Brezzi, la giornalista da lei interpretata nel film, c'è molto del suo vero carattere e molto del giovane Dario Argento quando faceva il giornalista.

Le riprese si sono svolte dal 9 settembre 1974 al 19 dicembre dello stesso anno. Il film è formalmente ambientato a Roma e dintorni, ma le scene esterne sono state girate in prevalenza a Torino, e alcune a Roma e Perugia: la scelta di girare in luoghi di città diverse è da ricercarsi nella volontà dichiarata da Dario Argento di ambientare la pellicola in una città immaginaria, al fine di disorientare la percezione geografica e spaziale dello spettatore, come lo stesso regista espliciterà in numerose interviste.

La scena iniziale del film, con le prove del gruppo jazz di Marc, è stata girata all'interno del Mausoleo di Santa Costanza a Roma. La scena del congresso di parapsicologia è stata girata all'interno del Teatro Carignano di Torino, in piazza Carignano 6; questo teatro verrà in seguito riutilizzato dal regista 25 anni dopo per alcune scene di Non ho sonno. Per anni si è erroneamente ritenuto che fra i figuranti in platea ci fosse l'attore Mario Scaccia: in realtà si tratta di una comparsa che gli somiglia.

La fontana dove ha luogo il colloquio tra Carlo ubriaco e Marc, è la Fontana del Po, in piazza C.L.N. a Torino. Il palazzo dove viene uccisa la sensitiva Helga e dove vive anche Marc è sito sempre nella stessa piazza, di fronte al civico 222; tuttavia le riprese interne sono state fatte nei teatri di posa De Paolis a Roma. La scena del funerale della medium Helga è stata girata a Perugia, nella sezione ebraica del Cimitero monumentale. La scuola media Leonardo da Vinci, dove Marc e Gianna entrano di notte per cercare il disegno, è in realtà il liceo classico "Terenzio Mamiani" che si trova a Roma, in viale delle Milizie 30.

La lugubre Villa del bambino urlante dove Marc rinviene il cadavere e il disegno sotto l'intonaco, che nella finzione del film si trova nelle campagne romane, in realtà è sita nel quartiere torinese di Borgo Po, in corso Giovanni Lanza 57 ed è nota come Villa Scott; all'epoca in cui fu girata la pellicola era di proprietà dell'ordine delle Suore della Redenzione (che avevano adibito la struttura a collegio femminile, con il nome di Villa Fatima), e per girare le scene la produzione pagò un periodo di villeggiatura a Rimini alle suore ed a tutte le ragazze allora ospitate nel collegio. La sperduta casa di campagna di Amanda Righetti si trova a Roma, in via Della Giustiniana 773.
Sempre nella capitale, infine, si trova l'abitazione di Rodi e della piccola Olga, in via Della Camilluccia 364.
 
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view post Posted on 6/9/2021, 12:58     +1   -1
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In assoluto il mio film preferito del regista romano, il suo indiscusso capolavoro(anche se non disdegno anche il suo “ciclo degli animani”: “Il gatto a nove code, “L’uccello dalle piume di cristallo”, “Quattro mosche di velluto grigio”).
Penso che anche chi conosce questo film solo di fama, non appena sente nominarlo avrà subito in mente l’incalzante musichetta(un vero colpo di genio dei Goblin), i bambolotti impiccati(
l’omicidio della scrittrice è qualcosa di terrificante,confesso che non ho mai provato tanta fifa in tutta la mia vita
), la cantilena per bambini che accompagna ogni singolo omicidio, il sudore che scorre sulla fronte del protagonista quando sente che l’omicida è penetrato in casa sua, le ombre che si aggirano nell’oscurità, l’atroce dipinto semi-nascosto dalle pareti.
Nonostante siano passati quasi trentanove anni, questo film incute ancora terrore negli occhi di chi guarda come se fosse la prima volta.
Non manca di difetti, la recitazione non è delle migliori(ma come ho già detto questo è sempre stato il tallone D’Achille di Argento) ma l’atmosfera che il regista romano è riuscito a creare è ineguagliabile, da quel colore rosso sangue che caratterizza tutto il film a quella matita sugli occhi dell’assassino che ancora mi procura un brivido lungo la schiena, a quella scena che mi rimarrà sempre impressa,
quando il protagonista entra nell’appartamento della donna uccisa e, percorrendo il corridoio pieno di quadri, supera uno specchio dove riflesso c’è il volto dell’assassino
, a quel bambolotto che entra nella stanza(per anni ho avuto un idiosincrasia nei confronti dei bambolotti, frutto della turbata visione di questo film).
Grandissimo Argento, un film che ha fatto la storia del cinema italiano, che è stato fonte d’ispirazione per molti registi(Quentin Tarantino su tutti, ha spesso dichiarato di essersi ispirato al regista romano per il suo cinema), che è divenuto negli anni una pietra miliare del cinema mondiale.
 
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.Luce.
view post Posted on 6/9/2021, 13:24     +1   -1




Un vero capolavoro, con una colonna sonora azzeccatissima!
Molto curato il lato psicologico dei personaggi chiave, il bambino che disegna l'omicidio: la madre accoltella il marito la sera di Natale perchè lui insisteva a mandarla in una clinica a farsi curare.
Di forte impatto la reazione della medium che verrà subito uccisa, quando sente di essere entrata in contatto con una mente perversa.

Tu... hai già ucciso e ucciderai ancora... dice puntando il dito in un punto indefinito tra i presenti nella sala.
 
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view post Posted on 7/9/2021, 15:04     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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La cantilena era tremenda, concordo... il bambolotto era inquietante, e io odio le bambole... e anche il primo piano dell'occhio truccato mi ha sempre fatto una certa impressione.
Non vado pazza per Hemmings e la Nicolodi, ma trovo sublime la Calamai, in vero stato di grazia.
 
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view post Posted on 23/7/2022, 18:14     +1   +1   -1
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Un assoluto e gigantesco capolavoro che trascende tempi, spazi, nazionalità e generi.
Me lo porto nell'anima.

Marcus Daly è uno dei miei eroi cinematografici principali.
 
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view post Posted on 23/7/2022, 18:50     +1   -1
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Ill.mo Fil. della Girella

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CITAZIONE
, a quel bambolotto che entra nella stanza(per anni ho avuto un idiosincrasia nei confronti dei bambolotti, frutto della turbata visione di questo film).

Mai capito però dove l'assassino si fosse procurato il bambolotto.
Pupazzo che secondo me citato pure in un episodio del cartone USA di Goldie Gold ( sotto a 14:05)

 
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view post Posted on 23/7/2022, 19:49     +2   +1   -1
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Dato che ho vissuto a Torino questo film mi é rimasto impresso.

Assieme a Phenomena e Suspiria lo metto sul podio tra i film Argentiani , chiaramente l'enigma dello specchio scambiato per un quadro dal protagonista fino alla scena finale é l'architrave su cui si basa tutta la storia.

La giornalista Gianna un po "schizzata" da quello che ho letto in un libro sui film di Dario doveva morire nella sceneggiatura originale poi é stata miracolata in seguito.

Il Bar in piazza Cln invece é totalmente inventato
 
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view post Posted on 24/7/2022, 18:37     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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Il bambolotto è fonte d prese x il c... martellanti al film (anche nel mio gruppo cinefilo/collezionistico d cinema bis).
profondorosso-kWsB-U3050583242988mo-593x443Corriere-Web-Sezioni
Eeeeh!!!
La scena è d'effetto ma Darione in stato d grazia (e d qualcosa d'altro) poteva risparmiarsela.
La comnistione colonna sonora/montaggio (che detta il ritmo a tutte le situazioni + intense) è il vero colpo d genio della pellicola.
Il brano "Death dies" svetta in testa su tutti x me.

Sublime capolavoro
 
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view post Posted on 24/7/2022, 19:37     +1   +1   -1
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Io SONO la Girella

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QUOTE (Zio Sam @ 23/7/2022, 19:50) 
Mai capito però dove l'assassino si fosse procurato il bambolotto.
Pupazzo che secondo me citato pure in un episodio del cartone USA di Goldie Gold ( sotto a 14:05)

Il bambolotto è davvero terrificante, al 100%. L'intera scena è sublime e agghiacciante.
In milioni di forum cinefili americani che ho frequentato, tutti hanno sempre elogiato questa scena... PR è un film perfetto al millimetro, ogni elemento è indispensabile.

Il killer era
SPOILER (click to view)
un'attrice molto famosa decadi addietro, e probabilmente ha ancora delle "amicizie" nel campo delle scenografie e dei "props" cinematografici. E' probabile che una conoscenza di tipo "professionale" le abbia procurato il bambolotto. La donna coltiva in gran segreto un feticismo per dettagli "bambineschi" come questo, tra le tante caratteristiche deviate che ha.
 
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view post Posted on 25/7/2022, 11:22     +1   -1
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Ill.mo Fil. della Girella

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PR è un film perfetto al millimetro, ogni elemento è indispensabile.

Perfetto proprio no, visto che è pieno delle illogicità nella trama tipiche di Argento.
Tipo l'assassino che gira nel bagno degli uomini a inizio film e nessuno che passa trovi strana la cosa.
 
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view post Posted on 25/7/2022, 13:24     +1   -1
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QUOTE (Zio Sam @ 25/7/2022, 12:22) 
QUOTE
PR è un film perfetto al millimetro, ogni elemento è indispensabile.

Perfetto proprio no, visto che è pieno delle illogicità nella trama tipiche di Argento.
Tipo l'assassino che gira nel bagno degli uomini a inizio film e nessuno che passa trovi strana la cosa.

Non è "pieno". Ce n'è qualcuna, e meno male che ci sia, perché:
Le illogicità argentiane sono un marchio di fabbrica.
E poi, è tutto molto "giustificabile", con un po' di sforzo mentale. Cibo per la mente.

Se non vado errato, c'è solo una persona che entra nel bagno dei maschi (per lavarsi le mani), mentre si vede l'occhio dell'assassino che "spia" da un buco.
Il teatro è quasi vuoto, a prescindere dalla conferenza di Helga.

Per
SPOILER (click to view)
Marta
è facilissimo muoversi
SPOILER (click to view)
indisturbata
, anche perché
SPOILER (click to view)
il teatro
è il suo habitat naturale.
 
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view post Posted on 25/7/2022, 13:49     +1   -1
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view post Posted on 25/7/2022, 16:43     +1   +1   -1
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La scena del pupazzo camminante sollevato da terra è d'effetto ok ma al contempo ridicola a bestia.
Riguardandola bene fa sganasciare dalle risate + che far paura.
Fa il paio con il pupazzo d "Non si sevizia un paperino" (il capolavoro del maestro Lucio Fulci) al termine del film.
Su Profondo rosso esiste una bella curiosità fumettistica.
Prima ancora dell'uscita del film uscì un Oltretomba gigante la cui trama ricorda mooolto il film.
1669390-oltretgig0092
La recensione d Davide Pulici d ormai diverso tempo fa
www.nocturno.it/il-grido-del-capricorno/
ne svela i retroscena
 
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view post Posted on 25/7/2022, 18:28     +1   -1
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Ill.mo Fil. della Girella

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CITAZIONE (SACHA MARIANI @ 25/7/2022, 17:43) 
La scena del pupazzo camminante sollevato da terra è d'effetto ok ma al contempo ridicola a bestia.
Riguardandola bene fa sganasciare dalle risate + che far paura.

E vogliamo parlare che il pupazzo esce da una porta, mentre l'assassino si trova dietro la tenda che è dalla parte opposta ?
Come ha fatto a lanciarlo, con un telecomando ( negli anni 70 ) ?

CITAZIONE
E poi, è tutto molto "giustificabile", con un po' di sforzo mentale. Cibo per la mente.

Non è giustificabile in alcun modo.
Non era meglio andare nel bagno delle donne ?
E poi nello specchio del bagno del cinema, si vede benissimo che è un uomo.
Non parliamo poi come faccia una donna bassa e anziana, ad avere una forza ed agilità capace di sopraffare qualsiasi vittima .
E nel finale, l'ascensore che si muove verso il basso quando il protagonista preme il pulsante ?
Ma se l'ascensore era nello stesso piano in cui si svolge la scena, non potrebbe andare nè su e nè giù, rimarrebbe fermo sul posto.
I film di Argento sono ottimi come stile visionario, ma scritti da un bambino di 10 anni .
 
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