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Il Gatto a nove code

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.Luce.
view post Posted on 10/9/2021, 09:50     +1   -1




IL GATTO A NOVE CODE

Paese di produzione Italia, Francia, Germania Ovest
Anno 1971
Durata 89 min e 112 minuti
Genere thriller, giallo
Regia Dario Argento
Soggetto Dario Argento, Luigi Cozzi, Dardano Sacchetti
Sceneggiatura Dario Argento
Produttore Salvatore Argento

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È il secondo capitolo della Trilogia degli animali che all'inizio degli anni settanta contribuì a consolidare la fama del regista, affermandolo come uno dei maggiori autori di thriller in Italia. È il secondo film nel quale Argento ha piena autonomia riguardo al soggetto, alla sceneggiatura e alla regia.

Il film è stato girato tra Torino, Roma e Pomezia.

Il giornalista Carlo Giordani e l'anziano enigmista non vedente Franco Arnò, anch'egli ex giornalista, indagano sulla strana morte del dott. Calabresi, un genetista morto in un misterioso incidente alla stazione ferroviaria. La tragedia sembra legata a un inspiegabile episodio di intrusione notturna nell'istituto dove Calabresi lavorava, dove pare non vi sia stato alcun furto. A tutto ciò seguono dei brutali omicidi, compiuti da qualcuno che sembra volere nascondere qualcosa.

Primo fra tutti il fotografo Righetto, amico di Giordani, il quale si trovava per caso in stazione per fotografare una diva e invece ha immortalato non solo Calabresi mentre precipitava sotto il treno, ma anche un braccio e una mano che lo spingevano. Verrà ucciso nel suo studio prima che Giordani possa andare da lui a ritirare le foto, che vengono fatte sparire.

Le tracce dei due improvvisati investigatori, che indagano parallelamente alla polizia, portano i sospetti tra le persone legate a quel laboratorio: il prof. Terzi, direttore dell'Istituto; Anna, la giovane e attraente figlia; il dott. Braun, collega tedesco omosessuale di Calabresi; il dott. Casoni, affascinante ricercatore dell'Istituto; il dott. Morbelli, freddo e silenzioso scienziato che lavora nell'Istituto; e il dott. Esson, ricercatore inglese invaghitosi di Anna.

Mentre Giordani segue la pista dei ricercatori avvicinandosi ad Anna, Franco e la sua nipotina Lori si recano da Bianca Merusi, fidanzata di Calabresi, per scoprire perché la vittima si trovasse in stazione. La donna sapeva che il compagno aveva un appuntamento importante in stazione, appuntamento che poteva dare una svolta alla sua carriera, ma l'uomo non le aveva detto con chi si dovesse incontrare. Bianca sembra però nascondere qualcosa, motivo per il quale, una volta recatasi in stazione e trovato nell'auto di Calabresi il biglietto dell'appuntamento con il nome di chi doveva vedere e nascostolo nel doppiofondo del suo ciondolo, invece di andare alla polizia contatta Franco, dicendosi disposta a consegnare solo a lui il biglietto. Il misterioso assassino però l'ha seguita e la uccide non appena lei termina la telefonata con Arnò, cercando invano il biglietto da lei nascosto.

Iniziata una relazione con Anna, Giordani inizia a fare domande anche ai ricercatori: il presunto furto nell'istituto e gli omicidi sembrano legati a degli studi sulla sindrome 47,XYY, ma gli scienziati non sembrano voler collaborare, temendo ritorsioni.

L'assassino a questo punto prende di mira Arnò e Giordani, che scampano fortunosamente ai suoi tentativi di ucciderli. Carlo decide di andare sempre più a fondo e riesce a introdursi nello studio privato del professor Terzi, scoprendo non solo che Anna non è figlia biologica del professore in quanto adottata dall'uomo ma che i due sono legati da un torbido e incestuoso rapporto. La polizia scopre anche una brutta faccenda di spionaggio industriale legata all'istituto che vedeva coinvolti Bianca e il dottor Braun. Carlo e Franco sospettano quindi del tedesco, che viene però trovato assassinato.

Lui e Arnò scoprono, indagando sulla morte della Merusi, che la donna aveva nascosto il biglietto costatole la vita nel ciondolo, e che questi si trova ancora al collo della donna, quindi nella bara. Appurato che quel biglietto contiene il nome dell'assassino, i due si recano in cimitero in piena notte, ma mentre Carlo riesce a fatica ad aprire la bara e prendere il ciondolo affidandolo a Franco, questi viene sorpreso dal killer e Giordani si ritrova chiuso dentro la tomba.

Riapparso e riuscito a liberare l'amico, Arnò ha il bastone pieno di sangue: il colpevole ha rapito Lori per farli desistere dalle indagini e si è preso il biglietto, ma lui è riuscito a ferirlo. I due insieme alla polizia giungono a Villa Terzi e Carlo accusa Anna di avergli mentito, sospettando di lei anche riguardo agli omicidi e al rapimento. L'inseguimento prosegue per i tetti e alla fine l'assassino viene smascherato: si tratta di Casoni, che cerca di uccidere Carlo ferendolo. Inseguito dalla polizia si trova davanti Franco al quale confessa ogni cosa: segretamente affetto dalla sindrome 47,XYY, si era introdotto nell'istituto per rubare le carte che parlavano della sua malattia, ma era stato scoperto e ricattato da Calabresi e aveva quindi ucciso il collega e quanti si stessero avvicinando alla verità. Quando Franco gli chiede dove sia sua nipote, Casoni gli fa credere di averla uccisa e Arnò lo spinge facendolo volare giù dalla tromba di un ascensore.


Le riprese del film iniziarono a fine agosto del 1970. Il gatto a nove code sarebbe dovuto uscire a gennaio 1971, ma il distributore italiano, Goffredo Lombardo della Titanus, cercò di fermarlo, affermando che il film era venuto male e che non avrebbe fatto paura a nessuno. Dopo non pochi contrasti, la situazione si sbloccò e la distribuzione slittò con un ritardo di un mese rispetto al termine iniziale. Il film andò molto bene in sala: fu un grande successo e gli incassi furono doppi rispetto a quelli di L'uccello dalle piume di cristallo, cosa che permise a Dario Argento di avere minori difficoltà per la realizzazione dei suoi film successivi.

Il film prevedeva in origine una conclusione differente: dopo la morte dell'assassino, un'ultima scena mostrava James Franciscus a letto, medicato con delle fasciature per le ferite riportate nella colluttazione con l'omicida; accanto a lui Catherine Spaak. Insieme si riconciliavano.
 
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view post Posted on 10/9/2021, 13:07     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Forse è il film meno riuscito di Dario Argento, forse non rispetta l’intreccio del giallo classico, forse il tutto avviene troppo precipitosamente nei primi quindici minuti ma nonostante tutto ciò siamo davanti a un grandissimo film, a mio parere uno dei migliori del regista italiano e che non ha mai ricevuto i giusti riconoscimenti e che ha sempre vissuto ingiustamente all’ombra di “Profondo Rosso”.
Dario Argento con maestria è riuscito a costruire un piccolo gioiello in cui tutto è curato in modo quasi maniacale, a partire dalle tetre ambientazioni, una Torino angusta, opprimente, quasi claustrofobica, resa alla perfezione da un’eccellente fotografia, ad alcune sequenze d’antologia (
la scioccante scena del dottore gettato sotto il treno, una scena che all’epoca avrà fatto stringere parecchi stomaci, non tanto per i fiumi di sangue versato ma per la sensazione dolorosissima di fugacità,la morte così improvvisa che riesce a farti sentire le ossa che si stritolano nella morsa delle rotaie impazzite, l’omicidio del fotografo, una scena priva di splatter ma con una forza visiva davvero impressionante, il giornalista chiuso nella cripta con un morto che ha appena profanato per arrivare infine allo splendido finale, un’incredibile sequenza sui tetti di Torino che richiama il cinema di Hitchcock con una disinvoltura inaspettata, fino all'orribile morte del colpevole
).
Le straordinarie musiche di Ennio Morricone fanno il resto, ora macabre e spettrali, ora quasi jazzate, perfette nel ritmo e nell'adattarsi idealmente a ogni scena.
Un film talmente crudo, talmente forte visivamente, così incredibilmente macabro e dal ritmo perfetto da impressionare chiunque, anche chi non è amante del genere.
Un film da riscoprire e da rivalutare per me.

Piccola curiosità: la bambina che interpreta la nipote di Franco Arnò è una giovanissima Cinzia de Carolis, la futura "voce" di Lady Oscar, di Bia e di Geena Davis.
 
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1 replies since 10/9/2021, 09:50   39 views
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