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L'Uccello dalle piume di cristallo

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.Luce.
view post Posted on 10/9/2021, 09:58     +1   -1




L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO


Paese di produzione Italia, Germania Ovest
Anno 1970
Durata 96 minuti
Genere thriller, giallo
Regia Dario Argento
Soggetto Dario Argento
Sceneggiatura Dario Argento
Produttore Salvatore Argento

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L'uccello dalle piume di cristallo è un film del 1970, il primo diretto da Dario Argento, che dell'opera ha firmato anche soggetto e sceneggiatura, liberamente ispirata al romanzo La statua che urla (The Screaming Mimi) di Fredric Brown.

Il film è il primo episodio della Trilogia degli animali diretta dal regista.


Sam Dalmas, italo-americano, lavora a Roma in un istituto di scienze naturali (lavoro trovato grazie all'aiuto di un suo amico ornitologo, Carlo); in realtà è uno scrittore, che ha deciso di passare un po' di tempo in Italia, il suo paese di origine, per ritrovare calma e ispirazione. Sam ha appena terminato uno studio sulle caratteristiche dei tipi più rari di uccelli e si appresta a ripartire per gli Stati Uniti con la sua ragazza italiana, Giulia.
Una sera, mentre torna a casa, assiste ad una colluttazione in una galleria d'arte in cui una donna, Monica Ranieri, moglie del direttore della galleria, Alberto, cade a terra ferita e Sam avverte la polizia.

Il caso viene affidato al commissario Morosini, che è convinto che l'aggressore sia lo stesso che ha già ucciso tre donne nel giro di un mese. Dalmas racconta tutto quello che sa, ma ammette di non ricordarsi un particolare che potrebbe essere decisivo ai fini delle indagini e per questo il commissario gli ritira il passaporto per qualche giorno. Nel frattempo l'omicida è di nuovo in azione: uccide una ragazza di 28 anni che vive da sola, accoltellandola dopo averle strappato gli indumenti intimi. Quando la donna che ha salvato viene dimessa dall'ospedale, Sam si reca a casa sua ma il marito di lei gli spiega che è sotto l'effetto dei sedativi e non può parlare.

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Dalmas decide di indagare sul primo omicidio. La prima vittima lavorava come commessa in un negozio di antiquariato. Si reca nel negozio per cercare informazioni. Il titolare gli spiega che il giorno stesso dell'omicidio ha venduto uno strano quadro, che raffigura una violenza su una ragazza. Dalmas ottiene una fotografia del dipinto e lo porta a casa dove lo appende ad una parete.
Pochi giorni dopo il commissario restituisce il passaporto a Sam, ma lo scrittore decide di non partire perché sente di essere vicino alla scoperta dell'assassino. Il commissario gli assegna un uomo di scorta.

Una sera, mentre tornano a casa insieme, Sam e Giulia subiscono un attentato: il poliziotto di scorta viene investito da un'auto, Sam riesce a mettere al riparo Giulia e, rocambolescamente, sfugge all'agguato. Questa volta è riuscito a vedere il suo aggressore in volto. Racconta tutto alla polizia, che gli mette di scorta due uomini, e contemporaneamente si mette ad indagare sull'uomo che ha attentato alla sua vita. Riesce a scoprire dove potrebbe abitare, ma quando arriva a casa sua, lo trova morto.

L'assassino si fa vivo con una telefonata sia alla polizia, per dire spavaldamente che ucciderà ancora, sia con Sam per dirgli di desistere, minacciando di uccidere la sua fidanzata. Entrambe le telefonate vengono registrate. La sorprendente conclusione delle analisi scientifiche è che provengono da due voci diverse. L'ispettore Morosini deduce che l'assassino ha un complice. In una delle due registrazioni si sente anche un rumore strano. La polizia scientifica lo confronta con centinaia di altri rumori, senza però arrivare ad una conclusione. Un giorno Sam fa ascoltare a Carlo quello strano rumore. L'amico percepisce qualcosa e si porta a casa il nastro per studiarlo meglio. Quella notte intanto l'assassino aggredisce una ragazza mentre rientra a casa, colpendola a morte a colpi di rasoio dentro l'ascensore.
Alla ricerca di indizi, Sam decide di andare a parlare col pittore autore del quadro che, presumibilmente, è stato comprato dall'assassino. L'artista, Berto Consalvi, vive ad Alviano in una casa con porte e finestre sbarrate, da solo con dei gatti, di cui peraltro si ciba, ed è appena approdato a un altro stile: sta vivendo un periodo mistico. Sam riesce a farsi dare un'informazione su quel dipinto: Consalvi aveva sentito in giro una storia che narrava di una donna aggredita dieci anni prima; lei fu salvata, l'aggressore invece fu rinchiuso in un manicomio.

Intanto l'omicida decide di uccidere Giulia; questa si barrica in casa e tenta di telefonare per chiedere aiuto ma l'assassino taglia il cavo telefonico e il cavo della corrente e con un coltello colpisce la porta aprendovi una fessura; Giulia reagisce prendendo delle forbici e piantandole nella fessura senza riuscire a colpire l'assassino; in quel momento arriva Sam e l'omicida scappa.
Il giorno dopo torna Carlo: ha capito da dove proviene il rumore. È il verso di un uccello che vive nel Caucaso meridionale, chiamato comunemente l'uccello dalle piume di cristallo. Fuori del Caucaso esiste un solo esemplare vivo, allo zoo di Roma. Subito Sam, Giulia, Carlo e la polizia si recano allo zoo per vedere il volatile. Giunti davanti alla gabbia, Sam nota come l'abitazione del marito dell'unica vittima scampata all'assassino dia proprio sullo zoo. I tre sentono delle grida provenire dall'edificio e si precipitano a vedere. Sfondano la porta e trovano Alberto mentre sta tentando di uccidere la moglie. Salvano la donna ed accerchiano l'uomo, ma questi nel tentativo di salvarsi uccide un poliziotto e scivola fuori dalla finestra mentre Sam tenta di tirarlo su ma senza successo. Caduto sull'asfalto e ferito, confessa di essere l'assassino e muore.
Sam intanto va alla ricerca della moglie di Alberto che è fuggita. Arrivato in uno stabile apparentemente disabitato, sale le scale ed entra nella prima stanza dove gli interruttori non si accendono perché i fili della luce sono staccati. Trova Carlo, che tiene in mano un coltello insanguinato, ma il suo corpo gli cade addosso: è stato pugnalato alla schiena.
Poi sente una risata: è una voce di donna. Appare sul fondo della stanza la moglie del gallerista che impugna un grosso pugnale. Sam lo vede e gli viene in mente quel particolare decisivo che non era riuscito a ricordare davanti al commissario: nella colluttazione era la donna che aveva in mano il pugnale. Quindi era lei la vera autrice dei delitti, e voleva assassinare anche il marito, ma era stata ferita da lui che poi era scappato quando si era accorto di essere stato visto da Sam. Alberto, per non abbandonarla, ingaggiò un sicario per eliminare Sam, ma il killer fallì, uccidendo la guardia di scorta. L'uomo, per non lasciare testimoni, aveva ucciso il sicario.

La donna scappa e Sam la insegue. Dopo avere attraversato un ingresso la donna accende la luce: siamo nella galleria d'arte. Ma la donna ha teso una trappola a Sam e gli fa cadere addosso una scultura. Monica comincia a giocare con un coltello vicino alla testa di Sam immobilizzato, ma prima che lo colpisca viene fermata dal pronto intervento della polizia. Giulia era stata rapita dalla donna, ma era riuscita a liberarsi ed a dare l'allarme. Sam deve a Giulia la sua vita. Durante un'importante intervista, lo psichiatra di Monica racconta la sua storia: dieci anni prima la donna venne aggredita e subì un trauma. Un giorno si trovò per caso a guardare il dipinto dove era ritratta la scena di violenza e, in un istante, si risvegliò in lei la schizofrenia dalla quale era guarita. Stranamente, si identificò non nella vittima, ma nell'aggressore, forse per scacciare via quel drammatico ricordo. Suo marito, per proteggerla, era divenuto anch'egli uno schizofrenico, al punto da diventare suo complice. L'indomani Sam e Giulia possono finalmente ripartire con l'aereo e tornare in America.



Bernardo Bertolucci aveva avuto l'incarico di far realizzare un film tratto dal romanzo La statua che urla (The Screaming Mimi) di Fredric Brown. Conosceva molti giovani promettenti. Per l'adattamento del romanzo al grande schermo scelse l'allora quasi sconosciuto Dario Argento, ex critico cinematografico e sceneggiatore con il quale aveva collaborato per la sceneggiatura di C'era una volta il West. Argento si impegnò moltissimo in fase di scrittura, e la storia che ideò cominciò ad appassionarlo al punto tale che decise a mano a mano di modificarla, modellandola in base alle sue fantasie e alle ispirazioni oniriche e inquietanti. Terminato il lavoro, Argento iniziò a proporre a vari produttori il soggetto, ma il copione rischiava sempre di essere modificato o attribuito a sceneggiatori dal nome già affermato. Così, aiutato da suo padre Salvatore, Dario Argento fondò la società di produzione autonoma Seda Spettacoli, con la quale finanziò e diresse di persona questa storia, alla quale teneva moltissimo per tutto l'impegno personale che aveva profuso nello scriverla. Inoltre proprio l'autore ha dichiarato che le caratteristiche peculiari della pellicola, sia come contenuto sia come stile visivo, la rendessero talmente insolita ed in controtendenza rispetto alle consuetudini narrative e formali tipiche dell'epoca, come per esempio il fatto di essere ambientata a Roma, al punto di spingerlo ad occuparsi della regia in prima persona, per mancanza di fiducia nei confronti degli altri colleghi.


L'uccello del titolo, l'Hornitus Nevalis (gru delle nevi), non esiste ed è in realtà una comune gru coronata, Balearica pavonina.
 
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