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Io sono un gatto, Natsume Soseki

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view post Posted on 26/11/2021, 13:58     +1   +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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gatto

Rivolgo questa domanda prevalentemente a chi ha l’immensa fortuna di possedere un micio: vi siete mai chiesti cosa pensi lui di voi? Che cosa pensi del genere umano e di ciò che lo circonda? Se potesse parlare, cosa direbbe? Sarebbe magnanimo con il genere umano oppure ce ne direbbe di tutti i colori? Ipotesi tanto affascinante quanto suggestiva, ipotesi messa in pratica dalla fantasia dello scrittore giapponese Natsume Soseki che, in questo suo grottesco e surreale romanzo, realizza il sogno di molti noi gattofili, quello di guardare il mondo attraverso gli occhi e il cuore di questo meraviglioso animale.
Protagonista di questo romanzo è un gatto randagio di cui non ci è concesso conoscere il nome. Non è nemmeno bello, a detta sua(ma è una finta modestia la sua, per me bello lo è, come lo sono tutti i gatti). E’ dotato di un profondo spirito di osservazione, di una innata curiosità(come ne sono provvisti tutti i mici) e, soprattutto, di quella saggezza che coloro che possiedono un micio possono ogni giorno scoprire nel suo sguardo.
Come ho scritto sopra non sappiamo quasi nulla del micio, né il nome né da dove provenga, sappiamo solo che viene adottato da un professore piuttosto strambo e un po’ misantropo che riversa su di lui tutte le frustrazioni di una vita mal riuscita.
Attraverso i suoi occhi Soseki critica senza pietà lo stile di vita e il pensiero della sua società, una società caratterizzata da un forte individualismo(come la nostra), egoismo(come la nostra), superficialità(come la nostra), provocati, a detta sua, dal troppo amore per il mondo occidentale che ha infettato i giapponesi del diciannovesimo secolo come un morbo letale.
Prova di tutto ciò ne è il modo distruttivo in cui ne escono i poveri umani del libro, a partire dal padrone del micio, il professor Kushami, mediocre insegnante di liceo che si atteggia con la sua innata presunzione a uomo di cultura e grande dotto, che si cimenta in una marea di attività e di passioni senza però ricavarne mai nulla di buono, passando poi per le sue figlie, stupide e viziate, per l’esteta Meitei, con i suoi discorsi senza senso, per Sanpei, un giovane borghese che ostenta la sua ricchezza fumando sigarette costosissime.
Il micio li osserva tutti, li scruta con curiosità, ascolta i loro farneticanti discorsi e da alla fine un giudizio impietoso, ossia che gli esseri umani sono, per la maggior parte, arroganti, cinici e pronti a tutto pur di ottenere successo dalla vita.
C’è da dire che molti potrebbero trovarlo noioso dato che la maggior parte della narrazione è dedicata ai pensieri astrusi del professore(come quello sul naso della vicina) ma mi sento di consigliarlo agli amanti del Giappone senza alcun dubbio(anche se il paese del Sol Levante rimane un po’ in disparte) ma soprattutto agli amanti dei gatti, perché anche se non si sa nulla di lui alla fine è quasi impossibile non affezionarsi a questo simpaticissimo gatto.
Un libro che fa sorridere e fa riflettere, promosso a pieni voti per me, anche se a volte devo dire che ho un po’ faticato nella lettura.
 
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view post Posted on 26/11/2021, 15:17     +1   +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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Grazie Minerva, molto interessante.
 
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view post Posted on 26/11/2021, 17:06     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Prego 😊
Se si amano i gatti è una lettura da fare assolutamente.😊
 
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2 replies since 26/11/2021, 13:58   32 views
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