I PENNARELLI
Ho sempre disegnato molto nell’infanzia. Usavo ogni sorta di strumenti: matite colorate, acquerelli, penne colorate, cera, pennelli… tutto.
Facevo creazioni con la creta e il Dash, poi le coloravo.
Andavo in estasi alla vista di un quaderno nuovo, un album per colorare, tutto ciò che era in cartoleria aveva un fascino meraviglioso
All’inizio dell’età scolare si usavano i pennarelli, molto più delle matite.
Da sempre mi compravano una scatola di Carioca da 24 e si finivano presto. Mi pare costassero mille lire.
Appena entravo in classe con la nuova scatola, qualche compagna mi chiedeva di prestarglieli e io non sapevo dire di no.
Mi trovavo quasi subito a secco, e prima di chiedere a mia mamma di comprarmene una nuova prendevo il discorso alla lontana, ero a disagio, temevo di sentirmi dire di no
Alla fine indovinava lei, e il giorno dopo me li faceva trovare.
Li ho sempre avuti e ne ero felice.
Ma un giorno, vidi alcuni compagni che avevano una bella scatola di plastica rigida, non di cartone come la mia e da 36!!! Come li volevo! Erano meravigliosi ai miei occhi! Li amavo pazzamente, però mai avrei avuto il coraggio di chiederli.
“Ho questa scatola, ma tra qualche giorno i miei me ne regalano un’altra”, disse un giorno un bambino. Com’era possibile? Questo era troppo, che dolore e senso di ingiustizia!
Quando una cosa mi piace così tanto, mi dà una terribile soggezione e senso di vergogna, un po’ come quando ti piace un ragazzo
e hai paura che tutti se ne possano accorgere.
A scuola fantasticavo: mi vedevo arrivare a casa e trovare in bella mostra la scatola da 36! Ma erano solo sogni che mai si realizzavano
Però un giorno sono arrivati: erano per mia sorella e ormai di loro non m’importava più niente.
Così ho anche potuto dire a tutti quanto li avevo ambiti per tanti anni.
“E perché non l’hai mai detto?”
Eh già, perché?