DALLA PARTE DELLE BAMBINE«Le radici della nostra individualità ci sfuggono; altri le hanno coltivate per noi, a nostra insaputa.»
La tradizionale differenza di carattere tra maschio e femmina non è dovuta a fattori "innati", bensì ai "condizionamenti culturali" che l'individuo subisce nel corso del suo sviluppo. Questa la tesi appoggiata da Elena Gianini Belotti e confermata dalla sua lunga esperienza educativa con genitori e bambini in età prescolare. Ma perché solo "dalla parte delle bambine"? Perché questa situazione è tutta "a sfavore del sesso femminile". La cultura alla quale apparteniamo come ogni altra cultura si serve di tutti i mezzi a sua disposizione per ottenere dagli individui dei due sessi il comportamento più adeguato ai valori che le preme conservare e trasmettere: fra questi anche il "mito" della "naturale" superiorità maschile contrapposta alla "naturale" inferiorità femminile. In realtà non esistono qualità "maschili" e qualità "femminili", ma solo "qualità umane". L'operazione da compiere dunque "non è di formare le bambine a immagine e somiglianza dei maschi, ma di restituire a ogni individuo che nasce la possibilità di svilupparsi nel modo che gli è più congeniale, indipendentemente dal sesso cui appartiene".
Non ho mai letto questo libro, ma in prima Superiore, la prof di Pedagogia ce ne parlò molto.
In sostanza l'autrice sostiene che: vengono
imposte alle femmine solo certi tipi di giocattoli come la bambola, la cucina, eccetera, mentre loro
devono essere come i maschi. Avere il trenino, il meccano, le armi giocattolo.
Ho sempre pensato che, se davvero lei ha scritto così, ha fatto un'imposizione a rovescio.
La cosa più saggia che si può fare per lasciare liberi nelle scelte maschi e femmine, sia chiedere loro cosa preferiscono e ci sta anche che vogliano entrambi i tipi di giocattoli a seconda dei momenti.
Un bambino aveva la Barbie e Ken, li vestiva ci giocava con le amiche (non era effeminato, i genitori lo avevano fatto scegliere), diceva che l'indomani si sarebbero sposati, e via discorrendo.
Lasciar scegliere e fare molto attenzione a non scaricare le proprie eventuali frustrazioni (maschilismo, oppressioni, imposizioni) sui bambini.