CLEOPATRA: REGINA NERA?Il nuovo documentario Netflix, voluto da Jada Pinkett Smith, che intende far divulgazione sulle donne nere della storia, presenta una controversa Cleopatra nera.
Adele James nel ruolo di CleopatraGli studiosi egizi sono subito insorti, accusando la serie di falsificare la storia: Cleopatra non era affatto nera. Non era neppure di origine africana, bisogna dire: era greca, come l’intera dinastia tolemaica di cui faceva parte. L’abitudine di sposarsi tra fratelli e sorelle toglie anche la possibilità di immissioni di sangue “estraneo”. Un faraone poteva avere tutte le concubine che voleva, certo; ma regnare, era un fatto strettamente di famiglia.
Le accuse di strumentalizzazione sorgono ogni volta in cui si tratta la questione del colore della pelle dei faraoni d’Egitto; in realtà, a parte alcune eccezioni, i re d’Egitto erano non più scuri di un tunisino o un libico, più simili a un greco o un siciliano che non a un nigeriano o un senegalese.
Re e regine neri ve ne sono stati, certamente: la XXV dinastia dei sovrani di Kush (il nome egizio della Nubia, l’odierno Sudan), con capitale a Napata. Da questi sovrani ebbe origine il Regno di Kush, che fiorì quando l’Egitto perse la sua indipendenza e divenne romano. Con capitale a Meroe, sovrani e sovrane neri regnarono sul loro popolo, continuando certe tradizioni egiziane, e introducendone di nuove. Importantissime le candace o kandake, titolo che designava le regine madri, figure fondamentali per il popolo di Kush. Nomi come Amenardis e Amanitore appartengono a regine nere che avrebbero figurato perfettamente nella serie Netflix; ma la famosissima Cleopatra era un boccone più ghiotto, e il risultato è l’ennesima polemica circa il colore della pelle. Come se importasse veramente.
Quanto a Cleopatra: era greca d’origine, portava un nome greco (Criopadra, significava “Gloria del Padre”, un po’ come Patroclo, equivalente maschile), parlava greco e regnava su una popolazione egizia sì, ma dalla cultura ormai spuria, in certi casi ai limiti dell’irriconoscibile. Solo in epoca tolemaica troviamo come normalità i casi di neonati esposti, specie se femmine. Nei secoli precedenti, complici anche un clima mite e una terra fertilissima, gli egizi avevano sempre accettato i neonati, maschi o femmine che fossero. Non erano stati rifiutati nemmeno bimbi deformi: si conoscono diversi casi di nani e non vedenti che hanno fatto carriera, i primi come funzionari, i secondi come musicisti.
Ma torniamo a Cleopatra, e soprattutto al suo aspetto fisico.
Greca, come già detto, contrariamente al padre e ai suoi antenati parlava però correttamente anche il demotico (la lingua egizia dell’epoca), e si sentiva profondamente egizia. Egizi i suoi abiti, le sue acconciature, egizia la sua titolatura regale, il suo modo di vivere, il suo credo religioso. Eccola rappresentata in un bassorilievo:
Ma perché Cleopatra era greca?
Perché apparteneva alla dinastia cosiddetta Tolemaica, di sovrani di origine macedone.
La questione ebbe inizio con Alessandro Magno che, dopo aver conquistato un impero enorme, muore senza eredi.
In realtà, Alessandro Magno aveva due figli: uno era un neonato, figlio legittimo della regina Rossane, ma troppo piccolo per far valere i suoi diritti, e l’altro, più grande, era un figlio naturale con gravi problemi psichici.
Si scatenò quindi una guerra tra i suoi seguaci, durante la quale muoiono diversi contendenti, tra cui la stessa Rossane e il piccolo. La carneficina ebbe termine con la cosiddetta Spartizione di Babilonia, dove l’impero fu smembrato e diviso tra i vari alti ufficiali di Alessandro Magno. L’Egitto, con ogni probabilità il boccone più ricco, fu assegnato a Tolomeo, forse il più fedele tra i seguaci di Alessandro e suo amico d’infanzia. Circolavano voci che fossero addirittura fratellastri, dato che Tolomeo era figlio di una ex concubina di re Filippo II, data in sposa a un dignitario. Ma forse fu lo stesso Tolomeo a insinuare che sua madre fosse incinta al momento delle nozze, in modo da rendere più forte la propria posizione.
In ogni caso, Tolomeo ebbe l’Egitto, si fece incoronare faraone e regnò secondo le tradizioni millenarie della Terra del Nilo.
Meno tradizionale fu il comportamento della dinastia tolemaica: dediti alla triphé, la sfrenatezza tanto cara ai seguaci di Dioniso, i sovrani tolemaici si dimostrano regnanti decadenti, dediti ai piaceri personali e con una forte propensione per l’assassinio dei propri parenti. Ben pochi sono i membri di quella famiglia che morirono di morte naturale, dato che omicidio e suicidio erano fatti a dir poco normali. La stessa Cleopatra scampò a vari tentativi di omicidio, e se visse a lungo fu solo perché fu lei per prima ad eliminare fratelli, sorelle e chiunque potesse attentare alla sua vita.
Ma torniamo all’aspetto di Cleopatra.
Eccola in una statua scolpita durante gli anni in cui visse a Roma, e sicuramente attribuibile a lei:
Cleopatra – Altes Museum, BerlinoLa statuaria romana tendeva a ritrarre abbastanza fedelmente le persone, anche se poteva esserci una certa inclinazione ad abbellire; e Cleopatra era una regina. Scontentarla, non sarebbe stato saggio. Eccola in un altro ritratto sicuramente attribuibile a lei.
Cleopatra – British Museum, LondraLe monete, invece, presentavano in genere un ritratto più verosimile. Cleopatra fu la prima donna a veder coniato il proprio profilo. Eccola in una moneta; nell’altra, è rappresentato Marco Antonio.
Dunque, che aspetto aveva davvero, Cleopatra?
Le fonti dell’epoca la descrivono come piccola e minuta. Dai ritratti, vediamo capelli ricci, un naso importante e un mento forte. Non la bellezza incantatrice cui Hollywood ci ha abituati, dunque.
Qui sotto, due diverse ricostruzioni tratte dal primo ritratto di Cleopatra.
Questa, invece, dal secondo.
Ma allora, in cosa risiedeva il suo fascino?
Pare avesse una voce molto bella ed espressiva, capace di grande dolcezza, ma anche di battute pungenti. Aveva comunque una personalità molto spiccata: intelligente, volitiva, molto colta, poliglotta e soprattutto indipendente, ai romani dovette apparire qualcosa di assolutamente aberrante. Abituati a donne sottomesse e di cultura scarsa o nulla, una personalità come quella di Cleopatra doveva apparire scandalosa. Oltretutto era una donna che non solo regnava, ma che trattava gli uomini dall’alto in basso, con il piglio superiore di chi sa di essere poco meno che una dea. I romani ne furono scandalizzati, Cicerone per primo, che la trovava detestabile.
Al contrario Cesare, altrettanto intelligente, sagace, colto e poliglotta, dovette trovare in lei uno spirito affine, un’abile conversatrice capace di rispondere battuta per battuta.
Caio Giulio Cesare – Musei VaticaniSmitizziamo un altro punto: Cleopatra non fu il mostro di seduzione dipinto da certe leggende. Non fu nemmeno una donna lasciva e piena d’amanti: storicamente, sposò prima un suo fratello, Tolomeo XIII. Tolto di mezzo questi, che aveva a sua volta cercato di ucciderla (legittima difesa, se vogliamo!), Cleopatra sposò il fratello minore, Tolomeo pure lui. Il giovane morì poco dopo l’assassinio di Cesare, forse tolto di mezzo dalla sorella stessa, resa prudente dalle passate esperienze di famiglia. A questi due matrimoni, che altro non erano che obblighi dinastici, possiamo aggiungere Giulio Cesare e Marco Antonio, con cui convolò a regolari nozze. In pratica, l’unico amante che le si possa storicamente attribuire è proprio Cesare.
Cleopatra – Royal Ontario MuseumMa allora, perché è passata alla storia come donna fatale e lussuriosa?
Perché contro di lei fu scatenata una vera e propria macchina del fango.
Quando infatti Marco Antonio la sposò, mettendosi chiaramente dalla sua parte contro Roma, Ottaviano si trovò in grave imbarazzo: Antonio era ancora molto popolare, farlo passare per traditore sarebbe stato davvero pericoloso.
Decise allora di gettare tutta la colpa su Cleopatra, presentandola al popolo romano come una sorta di perfida incantatrice, talmente abile da ridurre un grand’uomo come Antonio simile a cera molle tra le sue mani rapaci. Fu allora che cominciarono a circolare voci su Cleopatra viziosa, piena di amanti, capace addirittura di prostituirsi e di darsi ai peggiori eccessi. La regina fu dipinta nel peggiore dei modi, in primis da Cicerone, che come già detto la detestava, e che non esitò a presentarla come viziosa e perversa.
Sfatiamo un ultimo mito: Cleopatra non fu mai l’unica regina d’Egitto. Regnò sempre in coreggenza.
Cleopatra e Tolomeo XV CesarioneIn Egitto, la coreggenza era cosa comune: spesso erano due i faraoni sul trono. Più facilmente erano padre e figlio, in modo che non vi fossero problemi dinastici al momento della dipartita del sovrano più anziano; più raro, il caso di donne che regnarono come faraoni veri e propri, ma in coreggenza con un sovrano maschio, di cui erano la figlia o la moglie-sorella.
Fu il caso di Cleopatra: fu associata al trono da suo padre Tolomeo XII, regnò poi col fratello Tolomeo XIII, poi col fratellino Tolomeo XIV, che resse da solo l’Egitto nei due anni circa che lei trascorse a Roma. Dopo l’assassinio di Cesare, Cleopatra tornò in Egitto. Qualche mese dopo il suo rientro Tolomeo XIV morì, forse fatto avvelenare dalla sorella, cui ormai probabilmente quella coreggenza andava stretta; del resto, Tolomeo aveva ormai compiuto quindici anni, la maggiore età per un egizio, e probabilmente avrebbe preteso una maggiore autonomia di quella concessagli.
Fu allora che Cleopatra mise sul trono accanto a sé suo figlio, Tolomeo XV Cesarione (“Piccolo Cesare”, in greco), figlio del grande condottiero romano, che all’epoca doveva essere un bimbo di circa tre anni. Ovviamente, il piccolo non era re che di nome: avrebbe pensato la madre a regnare per lui, almeno fino alla maggiore età.
Poco dopo il suicidio di Cleopatra, Cesarione fu fatto assassinare da Ottaviano, che mal sopportava quel figlio di Cesare che avrebbe potuto avanzare pretese sull’eredità paterna.
Tolomeo XV Cesarione morì a diciassette anni.
Fu l’ultimo vero faraone d’Egitto.
Tolomeo XIV Cesarione
Concludendo: Cleopatra Thea Filopatore, settima regina a portare quel nome, fu senz’altro una sovrana africana; ma non fu una sovrana nera.