|
|
| Umanamente sono dispiaciuto che una persona se ne sia andata così giovane ed a causa di una malattia così infame, e massimo rispetto per la sua sofferenza ed il suo coraggio e per il dolore delle persone che la amavano. Detto questo, bandendo l'ipocrisia, non posso fare a meno di pensare a ciò che la sua filosofia di vita e la sua letteratura hanno alimentato nel pensiero comune: il disprezzo per il genere maschile, con uscite anche piuttosto imbarazzanti (uomini come figli di mafiosi), l'etichettatura e il dileggio pubblico nei confronti di chi la pensa diversamente da lei (il dottor Morelli), e la divulgazione di storpiature nel nostro linguaggio (schwa, asterischi e quant'altro). Per me quindi, sì all'umana compassione ma anche no alla sua santificazione che però, purtroppo, è inevitabile.
|
| |