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| CITAZIONE (H. Aster @ 7/2/2024, 18:07) Per come la vedo io, il cognome non conta, gli eredi diretti sono i figli, maschi o femmine che siano. La comunione dei beni non ha il minimo impatto sulle eredità che ricevono i singoli coniugi, quello che eredita A resta di A, comunione o meno dei beni. Però se A muore, il coniuge B può ereditare da lui. Alberto poteva ereditare la quota spettante a sua moglie. All'epoca della morte di Caterina, i suoi beni andavano spartiti tra gli eredi. In genere, in assenza di testamento (c'era?) si considerano TUTTI gli eredi, per cui i figli e, in loro assenza, i nipoti. In teoria, e se non ho capito male, Alberto ha diritto alla quota che gli vin da sua moglie. Il resto era degli altri eredi, o dei loro figli. Non aveva quindi diritto a affittare o vendere. Avrebbe potuto liquidare gli altri eredi pagando, oppure si sarebbe dovuto vendere e fare le divisioni. Ripeto, se non c'è un testamento, e se sono in vita gli altri eredi di Caterina. Considera poi che, testamento o meno, i figli hanno comunque diritto alla quota legittima. Comunque, io ne parlerei con un'avvocato. Alla morte di Caterina Alberto era risposato,cmque ,e non mi dite come,non ha ereditato nulla,e la sua parte è andata hai fratelli di Antonella,morti anche loro,quindi hai nipoti,oggi tutti morti,hai figli di Giovanna non è andato niente
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