Anche i cattivi più cattivi sono stati ragazzini.
I dolori del giovane HidargosNon. Poteva. Crederci.
Giallo…
Ora che andavano di moda quelli rosa fosforescente, il meglio che era riuscito a produrre era un foruncolo giallo. Anche Sgrunt, lo sfigato della classe, ne aveva uno rosa pallido.
Il ragazzino di fronte allo specchio del lavabo, girava e rigirava il volto, spostava la mascella a destra e sinistra, ma il colore del brufolo sul mento non cambiava. Giallo era e giallo rimaneva.
Meglio sbarazzarsene prima di venire sbeffeggiato dai compagni. La pressione di due dita mise fine all’esistenza di quell’orrore. Nessuno veniva additato per una crosta cremisi.
Sospirò alla sua immagine riflessa e toccò un lato dello specchio. Tra le voci che iniziarono a scorrere selezionò quella che cercava con ansia: “Unguento del dot. Corok”.
Un nuovo sospiro. Era sicuro di aver seguito le istruzioni alla lettera e non vedeva l’ora di vedere il risultato.
Doveva funzionare!
Aveva investito tutto il suo capitale per acquistare l’intruglio e la fascia speciale.
Ricontrollò le indicazioni:
1) Spalmare l’intruglio puzzolente e appiccicoso sulla parte da modificare. Fatto.
2) Strizzare a morte con la speciale fascia elastica lasciando spazio per la crescita. Fatto
3) Sagomare a piacere. Fatto.
4) Andare a dormire con tutta quella roba e attendere il mattino. Fatto
Chiuse gli occhi e si vide entrare a scuola sfoggiando un doppio riccio in cima alla testa. Vide la bella Freva sgranare gli occhioni viola, lasciare il fianco di quell’odioso di Camargo Ishtar con il suo riccio singolo e abbrancare il suo braccio per farsi accompagnare in classe di fronte a tutti gli altri compagni verdi di invidia. Con il suo nuovo doppio riccio, finalmente, sarebbe stato il ragazzino più popolare della classe, forse dell’intera scuola!
Basta perdere tempo. Era ora di continuare con la procedura. Lesse ad alta voce:
5) Srotolare delicatamente la fascia elastica partendo dalla base.
Con diligenza il ragazzino staccò dalla fronte uno dei capi e lentamente eseguì la procedura senza guardarsi nello specchio. Quando tutta la benda era stata rimossa alzò gli occhi.
Non era cambiato nulla. Il cono era netto come era sempre stato.
Anzi ora aveva dei solchi che salivano come una scala a chiocciola fino alla punta della testa.
L’immagine che vide riflessa era così ridicola, così deprimente… così tipica della sua vita che non ebbe neanche la forza di arrabbiarsi. A capo chino e spalle curve si infilò nella doccia sonica per togliere il puzzo dell’inutile poltiglia che si era spalmato la sera prima e si massaggiò vigorosamente la testa per cercare di togliere i segni sulla pelle.
Avrebbe volentieri dato una capocciata al muro ma aggiungere un bernoccolo multicolore al già triste spettacolo era decisamente troppo.
Possibile che solo a lui non avesse funzionato? Aveva letto tutte le recensioni prima di investire i suoi risparmi fino all’ultimo spiccio, e non aveva trovato neanche un’opinione negativa: l’Unguento del dot Corok” aveva fatto crescere e permesso di stilizzare a piacere diverse parti del corpo, tutti gli utilizzatori erano rimasti entusiasti dei risultati ma lui… magari… magari aveva utilizzato poco prodotto… magari la testa era cresciuta ma così poco che… perché aveva usato poca poltiglia o l’aveva tenuta qualche minuto di meno…
Uscì a precipizio dalla doccia e toccò febbrilmente lo specchio per scegliere la funzione appropriata e dare il via alla scansione. Un raggio blu avvolse l’intero corpo del giovane e dei numeri apparvero sulla superfice riflettente. Era alto nella media, come il giorno prima, secco allampanato come il giorno prima. La testa era identica a quando era andato a dormire: non c’era una variazione nella lunghezza neanche nei decimali e nemmeno un minimo accenno di riccio sulla punta.
Spense lo specchio con un singolo colpo di asciugamano.
“Hiddino? Hiddino, sei ancora nel bagno? Sbrigati! Farai tardi a scuola!”
Si afferrò le orecchie tirandole verso il basso e pestò i piedi dalla rabbia: la voce chioccia di sua madre che lo chiamava con quel ridicolo diminutivo era troppo! Perché suo padre non poteva essere nel Genio Guastatori come il padre di Janko o nel reparto di SNADDM (Sviluppo nuove armi di distruzione di massa) come la madre di Dano invece che Manutentore dell’areazione nella cupola? E perché sua madre non era nella sezione Torture come la madre di Freva, invece che nel reparto Gestione Infanti dell’ospedale? Neanche i suoi nonni si salvavano: tutti nella produzione e manutenzione delle macchine sintetizzatrici. Ed erano pure orgogliosi delle loro occupazioni! Da non credere! Sembrava che senza di loro sarebbero tutti morti di fame o soffocati o senza infanti sani! Seee, lallero!
“Hiddino! Datti una mossa che fai tardi!”
“HD, ma’! HD!” Ruggì il giovane con quanto fiato aveva in gola.
“Sì, sì, va bene Hiddino, basta che ti sbrighi!”
“HD, ma’!”
Forse si può capire da dove arrivi quella simpatia per le bevande alcooliche del comandante di Vega. Se volete offrere anche voi un calice,
qui grazie!