Ho volutamente citato "gli autori" e non il solo Tomino, dato che è ormai evidente che lui sia stato solo una delle menti (e non la principale e unica) dietro al progetto. Ciò che Tomino abbia detto o direbbe in futuro (se ci saranno mai altre possibilità in cui dica qualcosa) potrebbe essere sempre e comunque solamente 'parziale', cioè quanto potrebbe dire a riguardo della sua esperienza. L'errore che abbiamo fatto per anni è attribuire a lui solo l'intera idea dietro alla serie, ma i documenti ufficiali che finalmente stanno emergendo dimostrano che c'era tutto un team, le cui menti sono differenti e che sicuramente hanno messo assieme tot idee.
Perciò, non possiamo affidarci al solo Tomino e di conseguenza tutto il castello di carte finora illustrato potrebbe non reggere più.
E' evidente ci sia stato molto di più dietro al progetto. Stiamo dando per scontate troppe cose e stiamo attribuendo al solo Tomino troppa importanza, quando lui stesso non ha mai dato nessuna importanza a Daitarn3. Il suo enigmatico punto di vista non può che essere parziale e quindi attendibile solo in parte.
Nessuno, nemmeno lui stesso, ha mai detto che Daitarn3 sia una sua idea poi sviluppata da altri. Lui ha diretto la serie ma l'opera è frutto di svariati autori, alcuni dei quali non sembrano aver mantenuto un rapporto solidale col loro regista. Finché non leggo una dichiarazione chiara che attribuisca le idee principali, il plot della serie, al solo Tomino (lo stesso che ebbe problemi psichici, che si è appassionato alla psicologia ecc, tutte cose che da sole ... non bastano a trovare la soluzione all'enigma, a meno che la si voglia dare per scontata, sbagliando) non sarà possibile avere un quadro completo della situazione.
Nel senso, è tutto molto bello (cit.) però non è convincente. O meglio, può essere convincente alla pari delle spiegazioni di Susanoo o altri utenti che hanno portato le loro motivazioni. Non c'è un "vincitore" qui e non può esserlo nemmeno la tesi che vedrebbe Tomino prendere ispirazione dal mito di Edipo. Non dopo aver letto i pareri dello sceneggiatore che parla genericamente di una serie dai contenuti largamente ironici e che ha pure subito la perdita di un paio di episodi finali per motivi di budget.
E' inutile girarci attorno, questa non è una gara a chi la spara più grossa, e più grossa è e più convincente sarà; semmai, è un tentativo di mettere assieme tutte le opinioni nella speranza di arrivare a una soluzione che metta tutti d'accordo; cosa che come vedi, è impossibile.
Non ricordo i nomi degli altri coinvolti ma a 'sto punto sarebbe quasi più interessante verificare che uno di questi, se ancora in vita, sia presente sui social ed eventualmente porgli un paio di domande mirate (questo potrebbero farlo solo gli utenti che abbiano un minimo di conoscenza del giapponese). Prima che sia troppo tardi, se già non lo è.
Ormai i miti li abbiamo tirati fuori (per serietà o scherzo) tutti, sia orientali che occidentali. Direi che è ora di basta (altra cit.).
Si riesumino tutte le fonti ufficiali mancanti, si tirino fuori tutti gli elementi finora rimasti inespressi (tu Stefano mi pare ne avessi tenuto celato ancora uno che devi illustrarci, e che avevi detto fosse un punto fondamentale per comprendere la tua teoria della timeline - non mi riferisco ai cinque anni in cui Garrison non toccava un fucile, c'era ancora qualcosa di accennato ma rimasto inespresso) una volta per tutte.
E ancora una volta ci sarà qualcuno che non sarà d'accordo, ma almeno la discussione procederà verso una risoluzione diversa, altrimenti rischia di diventare stagnante.
Ricordiamoci sempre che siamo solo NOI ad attribuire tutta 'sta grande genialità ad una sola persona (sempre lui, Tomino) per una serie che di geniale ha in realtà solo le sue zone d'ombra. Per gli autori doveva solo essere una robetta dai contenuti ironici e volutamente enfatizzati, per spezzare la troppa cupezza della serie precedente (infatti sono stati due flop di fila e solo in Italia hanno ottenuto il successo che si sperava avesse in Giappone...). Aggiungo che, personalmente, ciò che non sono mai riuscito a digerire di Daitarn3 sono proprio quegli elementi ironici (il robot che cambia espressione e varie strunzatine qua e là, anche se ogni tanto ammetto che risultano azzeccate perché generano ilarità) ; avrei preferito una serie più "seria" e meno legata al fattore "comico". Forse senza tutte quelle scenette gli autori avrebbero avuto più cura nel realizzare una sottotrama più coerente del pasticcio insulso che ne è uscito fuori.
Ho detto "insulso"? Ohibò! Eh sì, la reputo un pasticcio insulso, dato che sgorga da un progetto nato per vendere giocattoli e non per fornirci una storia di animazione al cardiopalma con tutti gli ingranaggi di sceneggiatura perfettamente oliati. Che sia nata per questo lo credete in quattro. A me pare semplicemente una delle tante serie d'epoca con un plot di base a cui venivano aggiunti o tolti elementi in base al gradimento, che in Giappone ai tempi della messa in onda non fu stellare per niente.
E' incoerente Mazinga Z che in confronto ha avuto un successo senza precedenti, figuriamoci Daitarn. Almeno Nagai ha avuto l'onestà di ammettere che molte delle idee dietro a quel progetto non sono farina del suo sacco. Qui invece si continua ad attribuire a Tomino fin troppa importanza, quando l'unica cosa di cui possiamo essere certi è che lui stesso ha trattato questa serie con sufficienza e niente di più.
Uno che dice e ridice che in Giappone gli spiegoni non sono graditi né necessari (perlomeno negli anni '70) non ha davvero nulla da aggiungere. Lui stesso non ha spiegazioni e non credo non ne abbia date (almeno, non più del dovuto) perché voglia portarsi il mistero nella tomba.
Ciò, ragazzi, cerchiamo di capirci: non riusciamo neanche a metterci tutti d'accordo sull'età di Banjo nonostante le fonti ufficiali, figuriamoci se possiamo esserlo sulle spiegazioni date dai singoli che stanno pontificando sulle proprie convinzioni. Detto col massimo rispetto, eh, perché è giusto che ognuno abbia la sua e la voglia portare avanti. Ma così non si arriva da nessuna parte, anche se negli anni avete fatto tantissimo.
|