Grazie!
Mi pare che qui si possa tranquillamente concludere che, a stregua dei contratti stipulati per la Francia, nessuno possa pubblicare in Gallia nulla di Goldrake se non autorizzato da Toei e Dynamic Planning.
Ora, se i contratti di distribuzione delle opere nagaiane per la Francia e per l'Italia fossero uguali, i principii sui quali hanno deciso i supremi giudici Francesi potrebbero essere, ripeto, con i dovuti distinguo, applicati anche nel nostro paese.
E qui possiamo fare un bel punto.
Attenzione, però!
Nel riassunto postato sopra si parla del marchio e delle opere su Goldrake, non del doppiaggio storico, il quale potrebbe costituire un patrimonio a parte rispetto al marchio di Goldrake.
In sintesi, bisogna vedere se e come i contratti a loro tempo stipulati tra Toei, RAI, società di distribuzione cinematografica, cooperative dei doppiatori o chi altri, prevedono a chi la proprietà dei doppiaggi debba rimanere.
E, nel conto dei danni che in Francia ammontano, leggo, a 7 milioni di Euro, bisognerebbe, trasponendo ipoteticamente il discorso in Italia, considerare come in buona o mala fede, coloro che si ritenevano, a torto o a ragione, proprietari del diritto di sfruttare detti doppiaggi, hanno agito.
Alimento ancora di più i vostri dubbi ribadendo che la registrazione di qualsiasi opera d'ingegno all'ufficio brevetti, come di qualsiasi opera alla SIAE, non costituisce garanzia perenne di intangibilità del riconoscimento della parternità di un lavoro, ma rimane, ovviamente, una dichiarazione soggetta a tutte le azioni civili o penali possibili o immaginabili.
Quindi, come dicevo, da quello che si legge in giro, e con un ragionamento sicuramente non a prova di smentite, direi che si tratta di discorsi complicati e di difficile decifrazione senza dare uno sguardo ai contratti.
Chi vivrà, insomma, vedrà!