| Io ricordo che quando ero piccolo, proprio verso quest'ora, si sentivano le voci delle madri che ci chiamavano su. Noi si giocava a calcetto nei parcheggi, in questi stessi isolati, e si annusava un piccolo pezzo di asfalto sconosciuto ogni giorno. E allora, proprio sul più bello, si alzavano le voci. A volte imperiose, a volte scocciate, a volte un pò preoccupate, perchè magari stava per piovere, proprio come ora. Da ogni parte, senza preavviso, scendevano in picchiata sulle nostre partite infinite. Dopo il tramonto, il cielo si cospargeva di questa miriade di suoni, in tanti timbri diversi, un coro di contralti e di soprani per nulla estemporaneo, a me sembrava anzi che si fossero messe d'accordo; talvolta mi veniva il dubbio che una madre desse il là, e le altre si accodassero. Il tempismo di queste voci era inarrivabile; al solito si era sul momento cruciale della partita. A pensarci puoi capirlo quando una madre è stanca, dal modo in cui chiama suo figlio. Ma allora mica lo si capiva. Ricordo solo che mi cresceva dentro un odio, ma un odio, grande come il cielo, mentre salivo a casa. Ed è anche per questo che noi, ovviamente, finivamo per non darvi ascolto, facendo finta di non aver sentito: e allora le voci finivano per svolazzare per un pò, sospese nel cielo come uccelli di diversa grandezza, mescolandosi all'odore delle cene. Ma la tregua durava poco: individuato nuovamente l'obiettivo, le voci si scagliavano nuovamente all'attacco, più decise di prima, finendo col decimarci puntualmente. Ai pochi sopravvissuti non rimaneva che ripiegare su qualche triste palleggio, prima di decidere di tornarsene mestamente a casa. Tanto tra poco pure il loro turno sarebbe venuto. Io queste voci non le sento più. Sembrano scomparse. Forse perchè i bambini si chiudono in casa a giocare a videogiochi, forse perche possono rimanere fuori piu a lungo, forse perchè invece di giocare a pallone a dodici anni si esce già con le prime ragazze, o forse perche certe voci le puoi sentire solo da bambino. Sì, dev'essere così, una frequenza che si perde crescendo, come tante altre cose. Però le ricordo.
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