| Ritorno sul capitolo 23, ma più in generale, non solo su cosa pensano i due nella grotta (vedi discussione a parte). Nell’analisi di Gerdha/Joe si lascia sottinteso che l’intimità tra i due protagonisti esiste già per il fatto che Venusia non reagisce sconvolta quando si ritrova “nuda”(perché lui l’ha spogliata mentre lei era inerme) di fronte all’uomo che credeva di conoscere e da cui è attratta. Personalmente sono abbastanza d’accordo sul fatto che poi successivamente si svilupperà una vicenda amorosa (e non solo) fra i due, ma a questo punto della storia mi sembra che tra loro non vi sia quel sentimento tale da aver permesso già, “fuori schermo”, un ‘intimità come si vuole far intendere. Mi sembra più un messaggio della regia a futura memoria, a sottolineare quello che poi avverrà (anche se mai illustrato esplicitamente nelle immagini). Per quanto concerne le reazioni dei due protagonisti in questa scena, come detto nella discussione succitata, mi pare una situazione della nudità sia legata alla necessità del caso specifico e compresa dai due come tale (ossia abiti fradici da togliere al più presto). Resta di fatto però che, per accettare senza battere ciglio una simile situazione, Venusia deve aver fatto pressione sul suo istinto di “fuga dall’alieno” che aveva manifestato nella scena precedente, e questo presuppone che, vinte le emozioni più recondite, lei ha una razionalità indiscussa (e lo dimostrerà anche più avanti in molte occasioni) che la induce a continuare a fidarsi di lui nonostante tutti i recenti avvenimenti (nel senso che è vero, come più tardi dirà Actarus, “capirà”, ma in realtà deve aver già metabolizzato parecchio di quanto avvenuto fino a quel punto, altrimenti sarebbe fuggita a gambe levate, nuda o non nuda!). Questo sentimento non è solo invaghimento ma è qualcosa di più profondo e , soprattutto, fiducia perché sa che, nonostante la recente tempesta, Actarus è una persona buona e onesta che mai approfitterebbe di quanto rivelatole. Il fatto che io ritenga che un amore fisico non si sia già consumato fra i due a quel momento è soprattutto per l’atteggiamento di Actarus: lui è un uomo bellissimo, nobile, intelligente, colto, con un senso del dovere estremo e, in ambito amoroso, abituato ad essere si corteggiato, ma nella posizione di poter scegliere per tutta una serie di motivi impliciti nel ruolo che aveva su Fleed. Poi vive una guerra devastante, la perdita di tutti i suoi affetti, averi e ruolo e infine pianeta, seguita da una fuga al limite della sopravvivenza durata anni, fino a precipitare (fisicamente e non solo) in una realtà ignota, in fin di vita … da che chiudersi a riccio e desiderare di sparire. Actarus è dunque una persona assolutamente sofferente (di una sofferenza che ti marca la vita per sempre), con un’ipersensibilità esasperata e quindi psicologicamente molto vulnerabile (e lo sa!): come può in queste condizioni lasciarsi andare al sentimento più coinvolgente, puro, altruista ed estraniante che un essere vivente possa sperimentare? Per di più probabilmente il suo cuore appartiene ancora a Naida, quasi fosse un amore fossilizzatosi (visto poi il suo comportamento nel cap. 25), e poi la guerra, quella che lui purtroppo conosce fin troppo bene, è ricominciata annullando ogni desiderio, perché la guerra è questo: annullamento di ogni fatto, desiderio, fino all’annullamento di sé stessi psicologicamente e, spesso anche fisicamente (morte). Lui sta già facendo un percorso di elaborazione di un lutto molto ingombrante (Fleed e tutto quanto connesso alla vita sul suo pianeta), e chiaramente al momento dell’inizio dell’anime è tutt’altro che concluso, anzi i suoi fantasmi, gli incubi e soprattutto i sensi di colpa (che ci sono inevitabilmente in ogni reduce di guerra a tal punto che è scientificamente provato che i suicidi aumentano per tanti motivi, ma di sicuro certi ricordi, stravolti, risultano insopportabili), non possono concedergli il lusso di innamorarsi. Ciò non toglie che Actarus si lasci prendere per mano da questa ragazza intraprendente che è Venusia, perché lei sa dargli calore umano, conforto e soprattutto speranza che qualcosa di bello nella vita possa accadere ancora nonostante tutto: Actarus deve imparare di nuovo a vivere, ma ha estremamente paura di soffrire ancora, perché sa che c’é una guerra in corso che potrebbe ancora una volta riportargli via tutto. Lui ora sa fare solo la guerra, e anche questo è in antitesi con la sua personalità, ma deve riscattare i sensi di colpa che lo attanagliano, deve compiere un’espiazione e proteggersi da ulteriori sofferenze che gli sarebbero intollerabili. Obietterà al coinvolgimento di Venusia in guerra fino all’incomprensibile, ma ritengo che sia perché lui sa quanto lei sia preziosa per lui (un po’ di egoismo, ma chi non ce l’ha) … per risorgere, per sopravvivere e probabilmente (sicuramente, perché qualche goffo tentativo lo fa anche in questa fase dell’anime… ma è proprio un bietolino!) per amarla come lei merita… ma ci riuscirà? …
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