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I Santi

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view post Posted on 3/7/2014, 11:22     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Presento qui i santi che sono festeggiati nei loro giorni: così ciascuno potrà trovare il santo col suo nome e conoscerà il suo onomastico.

Innanzitutto, il giorno in cui sono festeggiati i santi corrispondono spesso al giorno della loro morte, perchè nello stesso tempo è anche il giorno della loro nascita in Cielo.

Oggi, 3 Luglio, si festeggia San Tommaso, uno dei Dodici Apostoli, famoso per essere stato "l'apostolo incredulo".

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Fu scelto come uno dei Dodici da Gesù stesso. Il suo nome in aramaico (un dialetto ebraico, lo stesso che parlava Gesù) significa "gemello". Dopo la resurrezione di Gesù e la sua apparizione tra i Dodici - in cui non c'era Tommaso - tutti gli dicevano di aver visto il Signore. Ma Tommaso non credeva che fosse risorto e disse la frase famosa: "Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il suo dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel costato (dove Gesù fu ferito dalla lancia del centurione), non crederò". Una settimana dopo, Gesù, a porte chiuse, apparve in mezzo agli Apostoli, disse loro : "Pace a voi!" poi disse a Tommaso: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere più incredulo, ma credente". Tommaso gli rispose: "Mio Signore e mio Dio!"

Secondo la tradizione, Tommaso andò ad evangelizzare in Siria, poi a Edessa; fondò anche la comunità cristiana di Babilonia (l'attuale Iraq: i cristiani che soffrono le attuali persecuzioni, infatti, sono residenti laggiù da duemila anni). Probabilmente si recò anche in Cina. Subì il martirio il 3 Luglio a Mylapore, in India, dove era andato a predicare, nell'anno 72: fu trafitto dalle lance. Per questo è anche raffigurato con una lancia in mano. Ancora oggi, da quelle parti, in India, c'è la "comunità di Tommaso", una piccola comunità di cristiani che dura da venti secoli. Una meta tipica dei cristiani indiani è la basilica denominata «casa di San Tommaso» dove, secondo la tradizione, si trovava la tomba dell'apostolo e da dove, a causa delle persecuzioni, furono portate via le ossa.
Infatti, le ossa di San Tommaso furono trasportate a Ortona (Abruzzo) il 6 Settembre 1258 e riposano nella Basilica di Ortona di San Tommaso Apostolo. Nel 1986, alcuni studiosi dell’Università di Chieti compirono una ricognizione scientifica sulle ossa, e conclusero che i resti scheletrici sono quelli di un uomo con ossatura genericamente gracile, di statura 160 + - 10 cm, di età scheletrica compresa tra i 50 e i 70 anni. Inoltre, l’individuo esaminato mostra le tracce di una frattura dell’osso zigomatico, dovuta ad un colpo a taglio. La frattura non era quella tipica di un fendente pesante, tipo quella di una spada, ma piuttosto di una lama tagliente ben affilata, la cui azione si è limitata al taglio, piuttosto che alla spezzatura meccanica. Una lancia, molto probabilmente.

Tommaso è patrono degli architetti.

Le varianti del nome di Tommaso sono : Tom (Tom Cruise, l'attore, per esempio), Tommy, Tomas (es: Tomas Milian), Tomaso, Tomas, Thomas, Tomè. C'è anche lo stato africano dell'isola Sao Tomè, col nome dedicato al Santo: la capitale, con lo stesso nome, fu fondata dai portoghesi: Tomè, infatti, significa Tommaso in portoghese.

Edited by joe 7 - 3/7/2014, 17:36
 
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Ill.mo Fil. della Girella

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Oggi, 4 Luglio, si festeggia Santa Elisabetta del Portogallo.

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Non è una santa molto conosciuta qui da noi, ma in Portogallo ovviamente sì, essendone stata la regina. E’ chiamata anche Isabella d’Aragona, perché in Aragona (la regione dove è nata) e in Portogallo Elisabetta si dice Isabel.

Figlia del Re di Aragona (Spagna), nacque a Saragozza nel 1271. Fu data in moglie a 12 anni a Re Dionigi, re del Portogallo, che fu un buon sovrano, ma un pessimo marito, sempre circondato da altre donne e padre di altri figli, oltre che dei due avuti da Elisabetta. Lei però gli rimase fedele, tutta dedita ai figli Alfonso e Costanza e dedicandosi ai sofferenti e ai malati di Lisbona. Rappacificò il marito col figlio Alfonso, che erano diventati rivali e stava per scoppiare una guerra tra di loro, con eserciti schierati e pronti alla battaglia. Alla fine, anche il re Dionigi si convertì e passò insieme alla sposa gli ultimi anni della sua vita. Dopo la morte di re Dionigi, salì al trono Alfonso, il figlio di Elisabetta, col nome di Alfonso IV detto il valoroso, re del Portogallo. L'altra figlia, Costanza, sposò il re Ferdinando di Castiglia, diventando regina di Castiglia.
Elisabetta si ritirò nel monastero delle clarisse (il ramo femminile dei francescani) a Coimbra. A 65 anni è costretta ad uscire dal monastero per riconciliare suo figlio Alfonso IV col cognato re Ferdinando di Castiglia. Ma, ormai vecchia e malata, dopo aver incontrato il figlio, muore il 4 Luglio nella cittadina di Estremoz. Il suo corpo viene riportato al monastero di Coimbra.

Quattrocento anni dopo, nel 1612, il suo corpo sarà trovato incorrotto: è un fenomeno che è accaduto a diversi santi. Sarà canonizzata (cioè, proclamata santa) da Papa Urbano VIII nel 1625. Il suo corpo incorrotto riposa ancora oggi nel monastero di Coimbra.

Il nome Elisabetta viene dall'ebraico e significa: "Dio è il mio giuramento"

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E' da notare che i santi che si festeggiano ogni giorno sono più di uno, senza contare i venerabili, servi di Dio, beati, che sono sulla strada per essere nominati santi. Per esempio, oggi, oltre a Santa Elisabetta del Portogallo, si ricordano anche: il beato Pergiorgio Frassati, sant'Antonio Daniel, santa Berta di Blangy, beata Caterina Jarrige e altri.
 
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view post Posted on 5/7/2014, 11:35     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Oggi, 5 Luglio, si festeggia Sant'Antonio Maria Zaccaria.

Sacerdote dei tempi del Rinascimento, è famoso per essere stato il fondatore dei Barnabiti, un ordine di sacerdoti chiamati a predicare a tutti, vicini e lontani.

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Nacque nel 1502 a Cremona da famiglia nobile e rimase ben presto orfano di padre. Studiò medicina e ottenne la laurea di medico, ma alla fine preferì diventare sacerdote. A Milano fondò la società dei Barnabiti (dal nome della loro prima chiesa, dedicata a San Barnaba) per formare dei sacerdoti più vicini alla gente.
Predicatore e catechista, indicò in Cristo crocifisso la risposta ai perchè dell'uomo e promosse le Quarant'ore: si tratta di una forma di adorazione che si fa in chiesa per quaranta ore consecutive, fatte a turno (un tot di ore l'uno, un tot di ore l'altro). Le ore di adorazione sono effettivamente quaranta in tutto, in ricordo del periodo di tempo trascorso da Gesù tra la sua morte (Venerdì pomeriggio alle tre) e la sua risurrezione (Domenica mattina): 9 ore di Venerdì + 24 ore di Sabato + 7 ore di Domenica = 40 ore in tutto. Promosse anche l'iniziativa di far suonare i rintocchi della campana alle tre del pomeriggio di ogni Venerdì, a ricordo della morte di Cristo.
Morì ancora giovane, a 37 anni. Il suo corpo riposa incorrotto nella chiesa di San Barnaba a Milano.

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Il nome Antonio è greco e significa "nato prima", o "che fa fronte ai suoi avversari".
 
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view post Posted on 6/7/2014, 09:56     +1   -1

Ill.mo Fil. della Girella

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Con questo post concludo, per adesso, questa breve carrellata sui santi: visto che ce ne sono almeno cinque da festeggiare ogni giorno, potete capire che si tratta di una quantità sterminata. Volevo solo fare un breve excursus su questa realtà poco conosciuta: e oggi concludo con una santa molto giovane, di 12 anni, che si festeggia oggi.

Grazie a tutti per aver letto.

Oggi, 6 Luglio, si festeggia Santa Maria Goretti.
E’ una santa quasi dei nostri tempi, morta molto giovane a 12 anni, uccisa da un ragazzo che voleva farle violenza.

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Nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 Ottobre 1890, terza figlia di contadini mezzadri che, a causa della loro povertà, furono costretti ad emigrare nelle malsani paludi pontine del Lazio. All’età di 10 anni le morì il padre di malaria, e la madre dovette addossarsi tutto il peso dei lavori nei campi, affidando alla figlia le cure della casa dove la famiglia Goretti conviveva, in un’unica stanza, con la famiglia Serenelli, anche loro mezzadri.
Un pomeriggio del 5 Luglio 1902, Alessandro Serenelli, un ragazzo diciassettenne della famiglia convivente, già invaghito di lei, mentre tutti erano a lavorare nei campi, cercò di abusare di Maria, ma la resistenza della ragazzina non gli permise di agire. Maria gli diceva “E’ peccato, Dio non vuole, Alessandro, tu vai all’inferno!” mentre il ragazzo la minacciava col suo pugnale da campi in mano. Esasperato, la colpì ripetutamente con 14 pugnalate e scappò via: ma alla fine venne catturato e messo in carcere. Maria fu portata in fretta all’ospedale di Nettuno e si fece tutto il possibile per salvarla, ma le ferite erano troppo gravi: inoltre, a quei tempi non c’era l’anestesia, quindi la ragazzina soffrì terribilmente.
Sul letto di morte, ricevette i conforti religiosi e al parroco di Nettuno, che le chiedeva se perdonasse Alessandro, disse: “Sì che lo perdono, anzi, lo voglio vicino a me in Paradiso!”. Morì il giorno dopo, il 6 Luglio.
Dopo aver accertato i miracoli ottenuti per intercessione di Maria Goretti, Papa Pio XII la proclamò santa il 24 Giugno 1950 in Piazza San Pietro alla presenza di mezzo milione di fedeli. Alessandro Serenelli fu condannato a 30 anni di prigione: pentito del suo gesto, dopo aver scontato la pena, chiese perdono alla madre di Maria e lo ottenne. Insieme a lei, partecipò alla cerimonia di canonizzazione di Maria Goretti nel 1950. Si ritirò in un convento di cappuccini a Macerata dove passò il resto della sua vita come giardiniere e portinaio: morì il 16 Maggio 1970, a 88 anni, raggiungendo Maria Goretti. Il suo testamento è qui trascritto:
"Sono vecchio di quasi 80 anni, prossimo a chiudere la mia giornata. Dando uno sguardo al passato, riconosco che nella mia prima giovinezza infilai una strada falsa: la via del male che mi condusse alla rovina. Vedevo attraverso la stampa, gli spettacoli e i cattivi esempi che la maggior parte dei giovani segue quella via, senza darsi pensiero: ed io pure non me ne preoccupai. Persone credenti e praticanti le avevo vicino a me, ma non ci badavo, accecato da una forza bruta che mi sospingeva per una strada cattiva. Consumai a vent’anni il delitto passionale, del quale oggi inorridisco al solo ricordo. Maria Goretti, ora santa, fu l’angelo buono che la Provvidenza aveva messo avanti ai miei passi. Ho impresse ancora nel cuore le sue parole di rimprovero e di perdono. Pregò per me, intercedette per me, suo uccisore.
Seguirono trent’anni di prigione. Se non fossi stato minorenne, sarei stato condannato a vita. Accettai la sentenza meritata; rassegnato espiai la mia colpa. Maria fu veramente la mia luce, la mia Protettrice; col suo aiuto mi diportai bene e cercai di vivere onestamente, quando la società mi riaccettò tra i suoi membri. I figli di San Francesco, i Minori Cappuccini delle Marche, con carità serafica mi hanno accolto fra loro non come un servo, ma come fratello. Con loro vivo dal 1936.
Ed ora aspetto sereno il momento di essere ammesso alla visione di Dio, di riabbracciare i miei cari, di essere vicino al mio angelo protettore e alla sua cara mamma, Assunta.
Coloro che leggeranno questa mia lettera vogliano trarre il felice insegnamento di fuggire il male, di seguire il bene, sempre, fin da fanciulli. Pensino che la religione coi suoi precetti non è una cosa di cui si può fare a meno, ma è il vero conforto, la unica via sicura in tutte le circostanze, anche le più dolorose della vita.
Pace e bene! »
Il corpo di Maria Goretti è conservato a Nettuno (Roma), nel Santuario di Nostra Signora delle Grazie.

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Il nome “Maria” ha molti significati, non tutti sicuri: in genere, significa “amata da Dio” o “signora”. E’ un nome egiziano-ebraico.
Maria Goretti è la patrona delle donne vittime di violenza, delle adolescenti, delle vergini, della castità.
 
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.Luce.
view post Posted on 23/7/2022, 08:35     +1   -1




Sant' Apollinare di Ravenna Vescovo e martire
20 luglio (23 luglio)
circa II-III secolo


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Sant'Apollinare, originario di Antiochia, per primo rivestì la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna, forse incaricato dallo stesso apostolo San Pietro, di cui si dice fosse stato discepolo. Si dedicò all'opera di evangelizzazione dell'Emilia-Romagna, per morire infine martire, come vuole la tradizione. Le basiliche di Sant'Apollinare in Classe e Sant'Apollinare Nuovo sono luoghi privilegiati nel tramandarne la memoria. Il suo culto tuttavia si diffuse rapidamente anche oltre i confini cittadini. I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) ne favorirono la diffusione anche a Roma, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell'area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell'attuale Cattedrale cittadina. Sant'Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell'intera regione Emilia-Romagna.

Apollinare è un giovane di belle speranze, che vive ad Antiochia con la sua famiglia di religione pagana. Un giorno nella sua città arriva qualcuno che parla di un modo nuovo di amarsi gli uni gli altri, proprio come Dio ci ama. Si chiama Pietro e le sue parole sono quelle di Gesù, il Figlio di Dio che egli con i suoi occhi ha visto morire e poi risorgere per redimere l’umanità, e dal quale ha ricevuto l’incarico di costruire la Sua Chiesa. Per questo Pietro viaggia in lungo e in largo e intorno al 44 arriva proprio in Siria. Apollinare resta folgorato dalla Parola e decide di seguirlo a Roma. Da qui Pietro lo invia a Classe, vicino Ravenna, dove la marina romana ha una base con centinaia di marinai per lo più provenienti dalle terre orientali. Alcune fonti descrivono anche una missione evangelizzatrice in Mesia e Tracia della durata di circa 3 anni.

Apollinare interpreta alla perfezione la missione pastorale del vescovo, riuscendo a conquistare alla fede l’anima di molti. Normale che a un certo punto finisse nel mirino dei pagani. Siamo sotto il regno di Vespasiano, nell’anno 70 d.C. Gli intimano addirittura di non predicare, ma lui si rifiuta di obbedire. Un giorno, di ritorno dalla visita a un lebbrosario, lo battono talmente forte da ridurlo in fin di vita: infatti, muore sette giorni dopo. Sul luogo del martirio verrà edificata una basilica – l’attuale Sant’Apollinare in Classe – consacrata nel 549. Il suo culto si diffonde rapidamente, anche oltre i confini cittadini: arriva a Roma grazie ai pontefici Simmaco e Onorio I, mentre il re franco Clodoveo gli dedica una chiesa vicino Digione. Nel IX secolo, infine, le sue reliquie vengono portate in città, e conservate nella chiesa che da quel momento prende il nome di Sant’Apollinare Nuovo.

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Sant’Apollinare, protovescovo di Ravenna e primo evangelizzatore dell’Emilia-Romagna, visse al tempo dell’Impero Bizantino d’Occidente, in periodo collocabile all’incirca tra la fine del II e gli inizi del III secolo. Secondo la tradizione Apollinare proveniva da Antiochia e sarebbe stato addirittura discepolo dell’apostolo San Pietro. Questi lo avrebbe destinato a ricoprire per primo la carica episcopale nella città imperiale di Ravenna. Questa tradizione nacque nel VII secolo e non è documentata storicamente, tanto da contrastare con le probabili datazioni prima esposte. A quanto pare risalirebbe al tempo dell’arcivescovo Mauro (642-671), che quasi certamente ne fu l’autore, forse per conferire un maggior prestigio alla Chiesa locale di questa città che stata cominciando ad assumere sempre maggiore importanza.
Sin dai primi tempi Apollinare fu sicuramente venerato quale martire, come asserì il vescovo ravennate San Pier Crisologo in un suo sermone, ed il suo culto si diffuse assai, nonostante non si tramandino molti dettagli attendibili sulla sua vita o sulla sua morte.
Menzionato per la prima volta dal Martirologio Gerominiano del V secolo in data 23 luglio quale “confessore” e “sacerdote”, ancora oggi il Martyrologium Romanum lo commemora in tale anniversario, anche se la memoria liturgica è anticipata di tre giorni. Quando infatti, dopo il Giubileo del 2000, papa Giovanni Paolo II volle ripristinare nel calendario liturgico della Chiesa latina la memoria facoltativa di Sant’Apollinare, dovette optare per la data del 20 luglio onde evitare sovrapposizioni con altre festività obbligatorie.
La splendida basilica di Sant’Apollinare in Classe, presso Ravenna, fu consacrata nel 549 e custodiva la tomba del santo; un prezioso mosaico lo raffigura nella volta dell’abside. Nell’VIII secolo l’antica basilica di San Martino in Ciel d’Oro fu restaurata e ridenominata Sant’Apollinare Nuovo al fine di divenire nuovo centro del culto tributato al santo protovescovo.
I pontefici Simmaco (498-514) ed Onorio I (625-638) favorirono la diffusione anche a Roma della venerazione verso Sant’Apollinare, mentre il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa presso Digione. In Germania probabilmente si diffuse ad opera dei monasteri benedettini, camaldolesi e avellani. Una chiesa era a lui dedicata anche a Bologna nell’area del Palazzo del Podestà, ma siccome fu demolita nel 1250 il cardinale Lambertini gli dedicò un altare nell’attuale Cattedrale cittadina. Sant’Apollinare è considerato patrono della città di cui per primo fu pastore, nonché dell’intera regione Emilia-Romagna.
 
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Una Sant'Arianna non mi risulta. :via: Al massimo due famose Caterine (il mio secondo nome): da Siena (anoressica), d'Alessandria (decapitata). Non sono esempi molto incoraggianti...
 
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view post Posted on 23/7/2022, 17:42     +1   -1
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Caterona d'Alessandria però ha zittito con il suo sapere i filosofi che volevano metterla a tacere, e quando volevano martirizzarla con una ruota dentata, la ruota si è spezzata miracolosamente. Ragazza in gamba.
 
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.Luce.
view post Posted on 10/8/2022, 06:05     +2   +1   -1




SAN LORENZO
Diacono e martire


1_619

Nascita Valencia o Huesca, forse 31 dicembre 225
Morte Roma, 10 agosto 258
Venerato da tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Santuario principale basilica di San Lorenzo fuori le mura, Roma
Ricorrenza 10 agosto
Attributi graticola, ramo di palma, dalmatica, libro ed elemosina
Patrono di diaconi, osti, cuochi, bibliotecari, librai, pasticcieri, vermicellai, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro.
Patrono dello Sri Lanka, di Grosseto, Norimberga, Rotterdam, Tivoli, Rapino, Tavullia Torre Orsaia e molti altri luoghi (vedi sezione dedicata). Compatrono di Roma, Prato e Perugia.

Le notizie sulla vita di san Lorenzo, che pure in passato ha goduto di una devozione popolare notevole, sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle falde dei Pirenei.
Ancora giovane, fu inviato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; fu qui che conobbe il futuro papa Sisto II. Questi insegnava in quello che era, all'epoca, uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro papa era uno dei più conosciuti ed apprezzati. Tra maestro e allievo iniziarono quindi un'amicizia e una stima reciproche. In seguito entrambi, seguendo un flusso migratorio allora molto vivace, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma.
Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove.

Martirio
(Tascio Cecilio Cipriano, Epistola lxxx, 1)
L'editto fu eseguito immediatamente a Roma, al tempo in cui Daciano era prefetto dell'Urbe. Sorpreso mentre celebrava l'Eucaristia nelle catacombe di Pretestato, papa Sisto II fu ucciso il 6 agosto insieme a quattro dei suoi diaconi, tra i quali Innocenzo; quattro giorni dopo, il 10 agosto, fu la volta di Lorenzo. Non si è certi se egli fu bruciato con graticola messa sul fuoco.

Culto
L'urna che contiene la graticola di san Lorenzo, chiesa di San Lorenzo in Lucina, Roma
A partire dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma. Costantino I fu il primo ad edificare un piccolo oratorio nel luogo del suo martirio. Tale costruzione fu ampliata e abbellita da Pelagio II (579-590).
Sisto III (432-440) costruì una grande basilica con tre navate, con l'abside appoggiata all'antica chiesa, sulla sommità della collina dove Lorenzo fu seppellito. Nel XIII secolo Onorio III unificò i due edifici, che costituiscono la basilica che esiste tutt'oggi.
Le vicende più note del martirio di Lorenzo sono descritte, con ricchezza di particolari, nella Passio Polychromi, di cui abbiamo tre redazioni (V-VII secolo); che in questo racconto siano contenuti elementi leggendari è un dato di fatto, anche se talune notizie qui presentate sono note anche da testimonianze precedenti, come quella di Ambrogio nel De officiis ministrorum.

Per il martirio di Lorenzo abbiamo la testimonianza particolarmente eloquente di Ambrogio nel De Officiis Ministrorum, ripresa, in seguito, da Prudenzio e da Agostino d'Ippona, poi ancora da Massimo di Torino, Pier Crisologo, papa Leone I, e infine da alcune formule liturgiche contenute nei Sacramentali romani, nel Missale Gothicum e nell'Ormionale Visigotico.

«205. San Lorenzo,... vedendo il suo vescovo Sisto condotto al martirio, cominciò a piangere non perché quello era condotto a morire, ma perché egli doveva sopravvivergli. Comincia dunque a dirgli a gran voce: "Dove vai, padre, senza il tuo figlio? Dove ti affretti, o santo vescovo, senza il tuo diacono? Non offrivi mai il sacrificio senza ministro. Che ti è spiaciuto dunque in me, o padre? Forse mi hai trovato indegno? Verifica almeno se hai scelto un ministro idoneo. Non vuoi che versi il sangue insieme con te colui al quale hai affidato il sangue dei Signore, colui che hai fatto partecipe della celebrazione dei sacri misteri? Sta' attento che, mentre viene lodata la tua fortezza, il tuo discernimento non vacilli. Il disprezzo per il discepolo è danno per il maestro. È necessario ricordare che gli uomini grandi e famosi vincono con le prove vittoriose dei loro discepoli più che con le proprie? Infine Abramo offrì suo figlio, Pietro mandò innanzi Stefano. Anche tu, o padre, mostra in tuo figlio la tua virtù; offri chi hai educato, per giungere al premio eterno in gloriosa compagnia, sicuro del tuo giudizio".»

«206. Allora Sisto gli rispose: "Non ti lascio, non ti abbandono, o figlio; ma ti sono riservate prove più difficili. A noi, perché vecchi, è stato assegnato il percorso d'una gara più facile; a te, perché giovane, è destinato un più glorioso trionfo sul tiranno. Presto verrai, cessa di piangere: fra tre giorni mi seguirai. Tra un vescovo e un levita è conveniente ci sia questo intervallo. Non sarebbe stato degno di te vincere sotto la guida del maestro, come se cercassi un aiuto. Perché chiedi di condividere il mio martirio? Te ne lascio l'intera eredità. Perché esigi la mia presenza? I discepoli ancor deboli precedano il maestro, quelli già forti, che non hanno più bisogno d'insegnamenti, lo seguano per vincere senza di lui. Così anche Elia lasciò Eliseo. Ti affido la successione della mia virtù".»

«207. C'era fra loro una gara, veramente degna d'essere combattuta da un vescovo e da un diacono: chi per primo dovesse soffrire per Cristo. (Dicono che nelle rappresentazioni tragiche gli spettatori scoppiassero in grandi applausi, quando Pilade diceva di essere Oreste e Oreste, com'era di fatto, affermava d'essere Oreste, quello per essere ucciso al posto di Oreste, Oreste per impedire che Pilade fosse ucciso al suo posto. Ma essi non avrebbero dovuto vivere, perché entrambi erano rei di parricidio: l'uno perché l'aveva commesso, l'altro perché era stato suo complice). Nel nostro caso nessun desiderio spingeva san Lorenzo se non quello d'immolarsi per il Signore. E anch'egli, tre giorni dopo, mentre, beffato il tiranno, veniva bruciato su una graticola: "Questa parte è cotta, disse, volta e mangia". Così con la sua forza d'animo vinceva l'ardore del fuoco»

Racconti più particolareggiati del martirio di Lorenzo furono composti anche all'inizio del VI secolo. In essi furono collegati tra loro in maniera romantica e totalmente leggendaria vari martiri della via Tiburtina e delle due catacombe di santa Ciriaca e di sant'Ippolito. I dettagli dati in questi atti del martirio di san Lorenzo e della sua attività prima della morte non possono essere considerati credibili. Si racconta secondo la tradizione che un soldato romano che assistette al supplizio – mediante graticola posta su carboni ardenti – raccolse con uno straccio gocce di sangue e grasso mentre il martire spirava, portandole al paese di Amaseno (FR) dove la reliquia è tuttora custodita e ogni 10 di agosto avviene il miracolo della liquefazione del Sangue di S. Lorenzo (molto simile al sangue di San Gennaro).

La celebrazione liturgica di san Lorenzo ricorre il 10 agosto e il suo emblema è la graticola.
È considerato patrono di bibliotecari, cuochi, librai, pasticcieri, vermicellai, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro. È inoltre il patrono della città di Grosseto e della città di Tivoli, della città di Sant'Agata li Battiati in provincia di Catania, della città di Aidone in provincia di Enna dove si venera anche una sua reliquia e uno dei tre patroni della città di Perugia, della città di Alba, nonché compatrono di Viterbo. Il Duomo di Genova è intitolato a San Lorenzo, benché egli non sia annoverato tra i quattro santi patroni della città (San Giorgio, San Giovanni Battista, San Bernardo e San Siro).

Un'altra reliquia si trova nel paese di Amaseno, l'ampolla del sangue di S. Lorenzo martire che ogni 10 agosto si liquefà.
 
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view post Posted on 10/8/2022, 09:34     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Chissà se si vedono ancora le stelle cadenti😍
 
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In genere, se ne vedono di più uno o due giorni dopo. Purtroppo, la luna piena quest'anno non aiuta.
 
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Noi ne abbiamo vista qualcuna, tra il 12 e il 14 agosto.
 
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Do notte qui è sempre nuvoloso... ma mio marito ne ha vista una di giorno.
 
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.Luce.
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ESTATE DI SAN MARTINO


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L'estate di San Martino è il nome con cui viene indicato un periodo autunnale in cui, dopo i primi freddi, si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell'emisfero australe il fenomeno si osserva tra fine aprile e inizio maggio, mentre nell'emisfero boreale all'inizio del mese di novembre (San Martino viene festeggiato l'11 di novembre).

San Martino divide il suo prezioso mantello con un povero, particolare della facciata del Duomo di Lucca dedicato al santo.
Il nome ha origine dalla tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours (poi divenuto San Martino), nel vedere un mendicante seminudo soffrire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l'altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite, come se all'improvviso fosse tornata l'estate.
Il nome di "estate di San Martino" è condiviso con le culture iberofone e francofone; nei paesi anglosassoni il fenomeno viene chiamato Indian Summer ("estate indiana"), mentre in alcune lingue slave, tra cui il russo, è chiamato Bab'e Leto.

Durante l'estate di San Martino venivano rinnovati i contratti agricoli annuali; da qui deriva il detto "fare San Martino", cioè traslocare. Tradizionalmente, durante questi giorni si aprono le botti per il primo assaggio del vino nuovo, che solitamente viene abbinato alle prime castagne.
 
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.Luce.
view post Posted on 6/12/2022, 09:24     +1   -1




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.Luce.
view post Posted on 13/12/2022, 07:51     +1   -1




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