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Delari
view post Posted on 23/11/2015, 18:23 by: Delari     +1   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Fine carriera pre-natalizia
Racconto satirico


Qualche giorno fa tornando a casa incontrai in cortile il nostro vicino Rolando, insieme al suo figlioletto di sei anni.
“Un attimo!” mi chiese ed estrasse un pezzo di panpepato dalla tasca.
“Oh, grazie,” risposi e feci per prenderlo.
“Non è per te!” sbottò Rolando irritato e diede il dolce a suo figlio. Lui se lo infilò in bocca, quindi si girò e fece per defilarsi. Il padre lo acchiappò per il cappuccio del giaccone.
“Gianfilippo!” disse Rolando. “Il tuo testo. Per favore!”
Gianfilippo biascicò qualcosa di incomprensibile in direzione dei suoi stivali.
“Molto bene,” lodai, perchè a quanto pare i due se lo aspettavano, e mi volsi per andare a fare la spesa.
“Un attimo, per piacere,” mi chiese Rolando. “Gianfilippo sa fare di meglio. Non è vero, Gianfilippo?”
Gianfilippo fece una smorfia, ma suo padre non mollava la presa.
“Gianfilippo! Il tuo testo, un’altra volta,” comandò. “Forte e chiaro! Per favore!”
“Una stella...” balbettò Gianfilippo. “Una stella!”
“Bravissimo!” lodai. “Scusate, ma ho fretta di acquistare qualcosa.”
Quando ritornai i due mi aspettavano in entrata vicino allo scalone.
“Fuori cominciava a fare troppo freddo,” spiegò Rolando. “E Gianfilippo vuole recitare ancora una volta il testo per te. Sai, ha bisogno di pubblico per essere davvero bravo.”
Rolando diede a suo figlio un’altro pezzo di panpepato.
“Concentrati, Gianfilippo!” disse. “Per favore!”
Gianfilippo diede un morso al dolce, deglutì e si inginocchiò. “Una stella,” declamò, lo sguardo afflitto indirizzato alla lampada dell’atrio, “una stella!”
“Bravissimo!” esclamai. Quindi aggiunsi, nel silenzio pieno di aspettative che seguì: “Di cosa si tratta?”
“E’ per la rappresentazione del presepe vivente a scuola,” disse Rolando. “Certamente ne hai sentito parlare, sarà una gran cosa. Il regista è un vero professionista. E Gianfilippo ha il ruolo più importante di tutta la rappresentazione. A ragione, come hai già visto, con il gran talento che ha...”
“Chi interpreta?” chiesi cortesemente. “Giuseppe?”
“No,” rispose Rolando.
“Gesù Bambino?” domandai, cominciando a rompermi la testa e a imprecare segretamente perché l’ascensore non arrivava. “Erode? Pinocchio?”
“Non scherzare,” sorrise Rolando. “Il suo è il ruolo chiave di tutta la rappresentazione. L’uomo senza il quale tutta la storia della cristianità, l’intera storia umana si sarebbe svolta diversamente: il pastore!”
“Quale pastore?” domandai irritato.
“Il pastore, no!” esclamò Rolando. “L’uomo che vide la cometa sopra alla stalla di Betlemme. Senza questo pastore, senza nostro figlio, nessuno al mondo si sarebbe accorto che il Redentore era nato!”
Feci finta di essere molto impressionato.
“Deve imparare molto testo?” chiesi.
“Il testo lo sa a perfezione, come hai appena potuto constatare,” disse Rolando e ci spinse tutti e tre nella cabina dell’ascensore. “Stiamo solo rifinendo l’interpretazione. Lo sanno tutti che per un attore è la parte più dura del lavoro.”

Un paio di giorni dopo incontrai ancora Rolando e suo figlio sulle scale. Volevo svignarmela, ma Rolando mi fermò.
“Vuoi ascoltarlo ancora?” mi chiese e tirò fuori il panpepato.
“Naturalmente,” risposi a malavoglia.
Gianfilippo diede un morso al panpepato, masticò e quindi si inginocchiò sul pianerottolo. “Una stella!” esultò. “Una stella!”
“Ebbene?” domandò Rolando.
“Molto espressivo,” risposi. “Ma perché mangia sempre panpepato prima di declamare?”
“Fa parte del ruolo,” rispose Rolando. “Il pastore si accingeva a cenare quando si è accorto della stella.”
“Siete sicuri che il pastore stesse mangiando un panpepato?” domandai.
Rolando sospirò con impazienza.
“Probabilmente no. Ma a Gianfilippo non piace il pane semplice, allora il regista ha deciso di optare per il panpepato. Gli siamo molto grati e lo abbiamo già invitato a cena tre volte, anche se rutta e si pulisce le mani con la tovaglia. Venerdì viene da noi un’altra volta.”
“Con quelle pessime maniere?” domandai.
Rolando mi guardò incredulo.
“Non capisci?” mi chiese. “E’ il regista! Se ce lo facciamo amico fino alla rappresentazione forse permetterà a Gianfilippo di avvicinarsi al pubblico ancora di uno o due passi. O gli permetterà di dire qualche parola in più per sottolineare l’importanza del suo ruolo.”

La prossima volta incontrai Rolando e suo figlio vicino ai bidoni per le immondizie. A mia richiesta Gianfilippo non dovette inginocchiarsi sul lastricato per recitare ma ottenne il permesso di rimanere in piedi. Notai che la sua pronuncia era molto migliorata. Però c’era qualcosa di strano.
“Come mai ha un tappo di sughero in bocca mentre parla?” domandai.
“Un vecchio trucco degli attori per migliorare la pronuncia,” mi spiegò Rolando. “Ho acquistato dei DVD per l’allenamento linguistico registrati da attori professionisti. Scusami ma dobbiamo continuare. Ho preso delle vacanze apposta.”

Quando entrai nell’ascensore la settimana dopo trovai Gianfilippo che sonnecchiava appoggiato alla parete. Sembrava piuttosto ingrassato. Quando gli tolsi il tappo dalla bocca lo morse automaticamente e si inginocchiò con lo sguardo volto verso l’alto.
“Una stella!” esclamò con voce sonora. “Una stella!”
“Ottimo, Gianfilippo,” lo applaudii. “Credo che l’esercitazione basti ormai.”
“Il mio allenatore la vede diversamente,” disse Gianfilippo. “E mio padre dice che mi potrò riposare solo dopo la rappresentazione.”
“Il maestro lo ha aspettato per un’ora,” mi disse Rolando scuotendo la testa dopo che avevo accompagnato il suo sbadigliante figlio alla porta di casa. “Queste lezioni di recitazione ci costano troppo se continua a dimenticarle per il sonno!”
A quel punto domandai a Rolando se forse non stava pretendendo un po’ troppo da suo figlio.
“Al contrario,” disse Rolando. “Con il suo enorme talento gli serve un vero professionista come maestro. Noi vogliamo solo il meglio per nostro figlio.”
“Sei sicuro che tutto questo sia necessario?” gli domandai.
“Non capisco,” disse Rolando. “Ti aspetti forse che permettiamo a uno degli altri scolari di sorpassarlo? Che un’altro scriva i voti migliori? Finisca meglio la maturità, scriva un diploma, un dottorato migliore? Per poi alla fine portargli via l’impiego migliore?!”
“Ma Rolando, si tratta solo di dire due frasi per un presepe vivente!” osai dire.
Rolando boccheggiava.
“E allora?” esclamò. “I genitori di Luigi si stanno esercitando con loro figlio sin dalla fine delle vacanze estive. La madre di Elisa adesso lavora solo metà giornata anche se Elisa è la Madonna e non deve spiccicare una parola. E i genitori di Torben hanno prenotato per lui un corso in un Actor’s Studio a Los Angeles - interpreta Giuseppe e ha tre frasi intere.”
“Sono tutti matti,” commentai.
“No,” corresse Rolando. “Matti sono i genitori di Alain. Alain interpreta uno dei Re Magi, ma i genitori vorrebbero un ruolo singolo per lui.”
“Allora?”
“Vogliono che ci sia un solo Re, cioè lui!” mi spiegò Rolando impaziente. “Prima hanno invitato il regista a fare le vacanze a Mallorca. Lui ci è andato, ma dopo si è ancora rifiutato di riscrivere il testo con un ruolo per il solo Alain - perché a quanto pare secondo la Bibbia non va. Adesso la madre di Alain, che è responsabile per il rinfresco, tenta di irritare gli altri due Re con commenti maligni durante le prove. E suo padre ha offerto ai due una discreta sommetta se si ammaleranno il giorno prima della rappresentazione.”
Cercai di fuggire in direzione del nostro appartamento, ma Rolando mi bloccò.
“In questo riguardo volevo ancora chiederti un consiglio,” mi disse. “Forse sai già che nella rappresentazione c’è un angelo che parla al pastore. Lo interpreta un certo Giuliano, ma in maniera così dilettantesca che temiamo che possa influenzare negativamente l’interpretazione di Gianfilippo, se capisci cosa intendo dire...”
“Capisco perfettamente,” dissi e lo spinsi via. “Perchè non rapite semplicemente questo Giuliano prima del fatidico giorno?”
“Ci abbiamo già pensato”, disse Rolando che mi rincorreva. “Ma negli ultimi tempi i rapimenti sono diventati la regola prima delle rappresentazioni dei presepi viventi, quindi saremmo subito i primi sospettati. Allora, se hai qualche altra idea... Fermo! Dove vai?!”

Toccò anche a me e mia moglie andare a vedere il presepe vivente, Rolando non ci aveva lasciato scelta.
L’aula era piena zeppa di genitori e altri parenti, tutti con lo sguardo fisso al palcoscenico e le labbra che si muovevano in silenziose preghiere.
La rappresentazione non era neanche male. Fino al punto in cui Gianfilippo apparve sul palcoscenico e si inginocchiò vicino al fuoco da campo che crepitava allegramente. Tirò fuori di tasca il suo panpepato, gli diede un morso, masticò, deglutì. Alzò in alto lo sguardo e - si gettò a terra tossendo mezzo strozzato.
Rolando saltò su dalla sedia e si buttò in ginocchio per terra vicino a noi, ripetendo ancora e ancora il testo di suo figlio.
Finché mi riuscì di salire sul palcoscenico e dare a Gianfilippo qualche pacca sulla schiena perché riprendesse a respirare... aveva già cominciato a parlare l’angelo.
Rolando dice che la carriera del suo unico figlio è andata distrutta per colpa mia.



Traduzione: dicembre 2015.
Disclaimer: eseguita senza fini commerciali, solo per uso privato.

Edited by Delari - 25/12/2022, 18:07
 
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