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Delari
view post Posted on 18/12/2015, 12:03 by: Delari     +1   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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L’angelo di orpello (Rauschgoldengel)
Leggenda


Norimberga, 1570

Erasmus Ebner era uno dei Consiglieri della città di Norimberga e un ottimo commerciante. Secondo gli atti del tempo veniva chiamato “approntatore di ottone”, il che significa che la sua professione era quella del fabbro.
Soprattutto, Ebner viene descritto come uomo circospetto la cui voce aveva molta importanza nel Consiglio e che veniva spesso appuntato delegato della città in caso di trattative difficili.
Inoltre era una persona generosa che tentava di aiutare chi si trovava nei guai. Fu così che durante il gelido inverno dell’anno 1570 diventò responsabile di alcuni senzapatria che erano dovuti fuggire dalla Francia a causa della loro religione, chiamati ugonotti, e che ora pellegrinavano per i paesi tedeschi cercando un posto dove poter rimanere.

Per dare il buon esempio Ebner stesso accolse un profugo in casa sua insieme alla figlia. Lo straniero veniva da un paesello nei pressi di Lyon. Era intagliatore di legno di professione, e a giudicare dalle figure che portava nella sua sacca da viaggio era un vero maestro nel suo campo, per cui tutti lo chiamavano “Maestro” e il suo vero nome non venne tramandato.
La sua figlioletta aveva il nome di Anne; era una bambina buona, piuttosto delicata e malaticcia. Per anni i suoi genitori avevano vagabondato per le strade pregando la buona gente di dare loro un tetto qui e un pezzo di pane là. Ma la madre non sopravvisse agli stenti e morì. Così il Maestro raggiunse Norimberga vedovo e con la figlia orfana di madre, entrambi stanchi e scoraggiati dalle sventure.
Erasmus Ebner e la sua famiglia fecero il possibile per occuparsi degli ospiti, e i bambini della casa presero Anne sotto alla loro protezione e fecero del loro meglio per distrarla e divertirla.
Una domenica Anne volle visitare la messa protestante insieme agli altri, ma si vergognava del suo abito da viaggio tutto liso. La signora Ebner allora le regalò un vestito nuovo, ricamato e decorato con nastri colorati, del tipo che in quei tempi usavano portare le bambine nei giorni di festa. Era composto da una lunga gonna a pieghette, un grembiule di colore allegro, un corpetto nero di velluto e uno scialle con un disegno di fiori. Il tutto era coronato da una cuffia che veniva posta sui capelli acconciati a trecce.
La famiglia Ebner era orgogliosa della loro graziosa ospite, a cui il costume tradizionale donava molto. Anche il Maestro era contento per lei. Anne era grata per l’affetto e l’aiuto che riceveva, ma rimaneva chiusa e malinconica perché spesso si sentiva stanca.

Un giorno Anne si ammalò seriamente; solo ora che aveva avuto il tempo di riposarsi un po’, si manifestò la grave malattia che aveva incubato. Alla fine dovette mettersi a letto, e di lì non si alzò più. Gli Ebner mandarono a cercare dei medici, e il padre li implorava di fare qualcosa per la figlia, ma fu tutto inutile. Anne morì e secondo il desiderio della famiglia Ebner fu posta nella tomba di famiglia, vestita del suo bell’abito tradizionale.
Il padre era inconsolabile. Il destino non aveva avuto pietà: dopo la patria e la compagna gli aveva rubato anche la sua unica figlioletta. Per settimane, il Maestro andò in giro per la casa con gli occhi spenti, quando non si rinchiudeva in camera sua, ed era così cupo in volto che nessuno osava avvicinarlo.

Una mattina la signora Ebner si fece forza e tentò di incoraggiare il padre in lutto: gli posò gli arnesi da lavoro sul tavolo e gli chiese di ricominciare a lavorare. Il lavoro, disse, era una cosa che dava consolazione a molti.
In questo tempo il fabbro di casa era riuscito a produrre una foglia di ottone molto fina, che venne chiamata orpello (Rauschgold). Orgoglioso, venne nella camera del Maestro per mostrargli il bel materiale. Questo toccò con ammirazione l’orpello, ma non disse una parola.
Sconsolato, Ebner se ne tornò nel suo laboratorio e si domandò come sarebbe finita questa triste storia.

La risposta non tardò a venire: un giorno il Maestro era sparito dalla casa degli Ebner. Sul tavolo della sua cameretta trovarono una bella figurina raffigurante un angioletto, il cui abito era fatto di orpello. L’abito era quello tradizionale, con la gonna, il grembiule, lo scialle; non mancava nulla, tutto era ben pieghettato e i colori erano in armonia uno con l’altro. Solo la cuffia non era una cuffia normale ma ricordava una corona, come quella che viene attribuita a coloro che sono andati nell’aldilà. Per completare la rappresentazione angelica il Maestro aveva approntato due lunghe ali pieghettate alla schiena della figura.
La parte più bella era però il viso, che il Maestro aveva intagliato da un pezzo di legno di tiglio. Tutti si avvidero subito che rappresentava il viso della figlioletta morta.
Vicino alla figura trovarono un biglietto con una breve notizia. “Miei cari, vorrei ringraziarvi per il bene che avete fatto a me e mia figlia. Perdonatemi, ma non resisto qui perché dopo la morte della mia Anne non trovo più pace. Devo dunque ripartire per il mio viaggio. In segno di gratitudine vi lascio questa figurina. Non so se vi piacerà, ma penso che forse potrà piacere ad altri, soprattutto a coloro che hanno bisogno della consolazione di Dio. Vi benedico, non dimenticatemi come io non vi dimenticherò.”

Questa storia presto fece il giro di tutta la città di Norimberga. Molti vollero venire a vedere il grazioso angelo vestito di orpello, e siccome si era sotto Natale molti ne desiderarono una copia per le decorazioni festive. Gli intagliatori e i fabbri ebbero ben presto un bel daffare per soddisfare tutte le ordinazioni che entravano.

Con il passare degli anni, l’angioletto vestito di orpello diventò l’articolo più importante di vendita ed esportazione della città, e infine diede al tradizionale mercato natalizio il nome che porta fino ad oggi: Christkindlasmarkt. *



* Christkindl: Figura tradizionale bavarese e austriaca chiamata “Gesù Bambino” ma con le sembianze di una fanciulla.

Edited by Delari - 28/5/2016, 23:14
 
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