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Delari
view post Posted on 31/1/2016, 17:32 by: Delari     +1   +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Che salame
Racconto satirico


A quei tempi abitavamo in periferia, in mezzo al verde. Nostro figlio Luigi faceva parte di un asilo gestito da un’iniziativa di genitori. La riunione serale dei genitori si teneva una volta al mese; lo trovavo un po’ frequente, ma non commentavo. La riunione a volte si protraeva fino all’una di notte, il che secondo me era un po’ lungo, ma non dicevo nulla. Si vede che si tratta di genitori con iniziativa, pensavo, più iniziativa di quanto ne abbia io.
Una sera, una di quelle in cui non c’era riunione, mi trovavo in cucina intento a mangiare un panino al salame. In quel momento mi chiamò al telefono Giorgio, uno dei padri dell’iniziativa genitori e loro presidente, per chiedermi dove fosse stato comprato il salame per la colazione dei bambini all’asilo.
“Non lo so,” risposi e deglutii il mio pezzo di pane e salame più piano possibile.
“Non era la tua responsabilità fare la spesa per la colazione dei bambini questa settimana?” chiese Giorgio.
Io risposi di sì, ma aggiunsi che non avevo acquistato affettati.
Allora doveva continuare le sue ricerche, disse Giorgio, chiamare la maestra, gli altri genitori. Non voleva che i bambini si nutrissero di salame, lo avrebbe impedito con tutti i mezzi. Il salame fa male ai bambini, diceva.
“E il formaggio era del Conad,” aggiunse con voce tagliente.
“Sì,” risposi io.
“Non lo hai comprato nel negozio di alimentari biologici,” disse.
“No,” risposi io.
“Aha!” fece lui con voce da commissario, e mise giù il telefono. Io mi preparai un secondo panino al salame.

Nei giorni che seguirono, Giorgio mi chiamò ripetutamente. Non era solo il presidente dell’iniziativa genitori, era anche una specie di vigilante alimentare. Mi telefonava per esempio anche quando sul tavolo della colazione vedeva pane bianco invece che integrale, biscotti contenenti zucchero, mele non biologiche e carote non ecologiche.
Forse che non sapevamo...? chiedeva a me e mia moglie. Non avevamo sentito...? Non avevamo capito...?
Tutte le volte che metteva giù il telefono mi veniva un gran appetito di salame. Sviluppai una dipendenza al salame. La voce di Giorgio bastava per svegliare in me un’incontrollabile appetito per qualsiasi pietanza a base di carne; di sera spesso facevo un salto alla stazione di servizio per comprare prosciutto o insalata di carne di produzione industriale, che mi pappavo ancora seduto in macchina.
Un giorno, all’asilo mia moglie Paola fece l’errore di preparare delle polpette per pranzo. Subito Giorgio organizzò un raduno speciale; discutemmo due giorni e due notti per infine decidere l’abolizione del salame e di qualsiasi tipo di carne, in particolare quella tritata. Arrivato a casa mi preparai undici polpette e le mangiai, con ottimo appetito, insieme a otto fette di salame grosso.

Purtroppo, non molto dopo successe questo fatto: Luigi diede in testa a un altro bambino un trattore (di legno), perché questo non lo aveva voluto mollare. Purtroppo, l’altro bambino si mise a sanguinare. Purtroppo si trattava del figlio di Giorgio.
Quando telefonò era in casa solo la nonna. Le gridò che era stufo, che questa era l’ultima goccia! La nonna lo pregò di parlare con suo figlio invece di urlare nell’orecchio a lei.
“Quel salame di Suo figlio!” gridò Giorgio. “Bella famiglia davvero!”
In fretta e in furia venne organizzato un raduno speciale per discutere il problema “Luigi”. Giorgio ci tenne un discorso riguardo all’educazione dei figli a un atteggiamento sociale e pacifista, che aveva elaborato per iscritto. Intanto io uscii dalla sala raduno per aprire il frigo portatile che stava nel portabagagli, aiuto ormai insostituibile, e mangiai tre panini al prosciutto, otto scaloppine fredde e un’intera gelatina di maiale.
Quindi rientrai per chiedere a Giorgio se una pestatina tra bambini non è una cosa comune.
“E gli skinheads muniti di mazza da baseball, forse che anche quelli sono fatti comuni?!” urlò Giorgio.
Tornai fuori. Aprii il portabagagli e ne estrassi sei prosciutti affumicati, due salsicce al fegato, due altre salsicce al sanguinaccio. Quindi rientrai. Giorgio stava dichiarando che aveva “una pessima impressione della nostra intera famiglia”.
In quella sentii qualcosa farsi largo sotto le radici dei miei capelli: ero ebbro di colesterolo. Urlai in faccia a Giorgio che gli interessava soltanto poter controllare tutto e tutti, e che era un fascista del salame. Uscii sbattendo la porta. Appena tornati a casa mi preparai un chilo di spaghetti con salsa alla bolognese.

Alla fine siamo traslocati, in città. Nostro figlio va in un altro asilo, dove i raduni dei genitori si limitano a una volta all’anno.
Io sto ancora vivendo di insalata e frutta fresca. E soprattutto vivo senza Giorgio, senza Giorgio, senza Giorgio...



Traduzione: gennaio 2016
Disclaimer: eseguita senza fini commerciali, solo per uso privato.

Edited by Delari - 28/5/2016, 23:14
 
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