Eccomi a te.
Bello il fatto di richiamarci ad immagini dell'anime che tu arricchisci di pensieri e della tua visione dei fatti, che qui non stonano. Non ricordavo più la frase di Righel in cui dice a Venusia di essere destinata ad un uomo che viene dallo spazio. In quel momento mi sono sempre chiesta come si fosse sentito Actarus. Fra me e me mi sono sempre detta che doveva aver scosso la testa con benevolenza di fronte alla disarmante ingenuità del vecchietto che, invece, in questo caso aveva avuto ragione. Questo non tanto perché si considerasse destinato a Venusia, ma perché in realtà a Righel un alieno stava già girando per casa.
Non ho mai pensato ad un Actarus che invece, spinto da un romanticismo alla Romeo&Giulietta, ci vedesse un segno premonitore per poi passare all'"atto concreto"
del bacio. Idea originale.
L'inizio mi ha fatto vedere le cose sotto un'altra ottica: sembra quasi tu consideri la famiglia Makiba, tranne, Procton, degli immigrati dalle terre d'America : quasi Righel fosse in realtà un americano trasferitosi in Giappone al seguito del Professor Umon, a cui é legato da stretta e sincera amicizia nonché da una passione naïf per "gli spaziali". Me lo immagino magari sposato ad una giapponese da cui poi sono nati dei "meticci": Mizar e Venusia. Non so, questa é l'idea che mi é venuta leggendo l'incipit. Che poi ci starebbe. Anche Hara e Banta sono "messicani".
Io personalmente ho sempre visto questi aspetti "stranieri" come un segno di apertura ad altre culture tipico di quell'epoca (tenendo conto che il Giappone degli anni '70 era molto più chiuso su sé stesso rispetto all'Europa di allora).
Mi ricordo che fine '70-inizio '80 anche noi sognavamo/idealizzavamo l'"America", quella post rivoluzione dei figli dei fiori, con il suo senso di libertà, le moto, il "West" con le sue sconfinate praterie e l'uomo "Marlboro" (mai stata fumatrice, ma le pubblicità dell'uomo Marlboro erano, almeno per me, poesia pura). Erano i tempi in cui calzavamo le Timberland con l'idea che avessimo ai piedi le scarpe per affrontare le montagne rocciose a dorso di cavalli (ricordo che hai tempi me ne portò un paio originalissime dagli USA mio zio, chissà cosa credevo di avere ai piedi!
)... ecco, ho sempre immaginato che i nostri eroi fossero lo specchio di quei tempi dove "lo stile americano" venisse un po' idealizzato nelle sue declinazioni più "libere" (senza parlare del completino di Acty, sia il primo stile anni settanta che quello successivo un po' metallaro inizio ottanta. Oppure la pantagonna di Venusia... (l'ultima che ho visto, tra l'altro molto ben portata, era nel '90 da Julia Roberts in Pretty Woman...retaggio anni '80)...)
Oppure sono io che ci ho ricamato su, e per te sono semplicemente una famiglia giapponese al 100% partiti e poi ritornati...
Beh, poi ci sta tutto lo scombussolamento provato da Venusia dopo quel primo bacio. E chi avrebbe voglia di preparare la cena! E chi avrebbe fame dopo un bacio del Princy?
Molto dirette le sensazioni della ragazza.
Infine una nota al senso di "casa" che regna fra di loro: discorsi comuni, che potremmo fare noi, tipo quelli sulla cena che si raffredda o semplice, quasi a segnalarci un'atmosfera distesa che invece é difficile percepire nell'anime, tranne forse in qualche raro momento ilare alla fattoria. Nell'anime infatti spesso prevalgono tensione e discorsi formali come quelli per es. tra il principe e suo padre (gli da del "voi") che trasmettono distacco, chiusura e sofferenza interiore...
Per concludere, spaccato interessante, che stimola la discussione!
Alla prossima