| Come vincere il panico del volo
Questa storia me l’ha raccontata un’amica, anni fa.
Sua madre aveva una paura matta degli aerei, ma una volta lei riuscì a convincerla ad andare insieme in Grecia. Il viaggio cominciò sotti i “migliori” auspici: un guasto al motore che all’ultimo momento, quando i passeggeri erano già tutti seduti, rinviò la partenza. Il capitano si scusò personalmente per il disagio, assicurò ai passeggeri che si trattava solo di una cosa temporanea, e, da bravo amburghese dotato di umorismo nero, aggiunse: “Ma come dico sempre io: meglio fare tardi in questa vita che arrivare troppo presto nella prossima, ah ah…” La madre della mia amica era vicina al collasso. Continuava a chiedere chi gliel’aveva fatto fare, e che se avesse saputo che finiva così non l’avrebbe mai partorita, e via dicendo…
Per far passare il tempo, l’equipaggio annunciò che tutti i bambini che volevano potevano venire a ispezionare il cockpit. La mia amica aveva più di vent’anni, ma si sentì rodere dalla voglia di andare a vedere. I piloti si intrattennero un po’ con lei, e lei confessò che sua madre non si sentiva per niente bene; al cui i piloti invitarono anche lei a entrare nel cockpit.
Insomma, rimasero lì fino al decollo e oltre. Le stewardess le intrattennero a spumante, arrivati in quota i piloti inforcarono gli occhiali scuri, e via verso un sole che spuntava proprio sopra le nuvole… una cosa indimenticabile. La madre della mia amica portò a casa la bottiglia di spumante che le avevano regalato a bordo come un trofeo, e parlò con entusiasmo per giorni con chiunque la ascoltasse di quanto fosse bello volare. E alla figlia, continuava a dire: “E tutto questo lo devo a te!!”
Non chiese mai più perché l’aveva messa al mondo, dopotutto…
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