Pettegolezzi storici

NAPOLEONE III
Da sempre, l'imperatore francese era molto sensibile al fascino delle belle donne, e ben lo sapeva Cavour, che non per nulla gli inviò la Contessa di Castiglione; purtroppo per lui, il nobiluomo nelle faccende amorose era un tantino… come dire? Imbranato.
Il giovane non era ancora imperatore quando si prese per amante la moglie di un fornaio: il marito a causa del suo lavoro era via da casa gran parte della notte e la cosa ai due andava benissimo. Ogni sera, col buio, il giovane raggiungeva la sua amata, e per maggior cautela andava travestito per non farsi riconoscere.
Una sera andò a bussare alla porta di lei vestito da donna (speriamo che all'epoca non avesse i suoi famosi baffi!).
Con sua grande sorpresa, si trovò davanti il marito, che evidentemente aveva subodorato qualcosa e non si era recato al lavoro.
Il giovanotto comunque mantenne il suo sangue freddo, e parlando un falsetto alquanto improbabile tentò di spacciarsi per la modista della signora.
Finì come doveva finire: urli, insulti e il futuro imperatore di Francia preso a calci nel regale deretano...

E se il marito è come Socrate, sporco, disordinato e incurante degli orari dei pasti, diventi come la povera Santippe, che doveva non poterne proprio più di lui, povera donna...

NICOLAJ GHIAUROV
Nel nostalgico mondo della lirica, è sculacciabile abitudine salutare qualsiasi nuovo talento rifacendosi alle vecchie glorie del passato: una giovane promettente soprano sarà sempre la “nuova Maria Callas”, un tenore “un secondo Pavarotti”.
Nicolaj Ghiaurov, straordinario basso bulgaro, a inizio carriera venne osannato da un critico entusiasta: – Complimenti, giovanotto, lei è un secondo grande Scialiapin!
E Ghiaurov, con gentilezza: – La ringrazio, ma piuttosto di un secondo grande Scialiapin preferirei essere un primo piccolo Ghiaurov…

Il solito viziaccio di voler paragonare i giovani alle vecchie glorie...!

VICTOR HUGO
Il grande romanziere era già all'apice della sua fama quando incontrò un giovanotto di belle speranze che gli promise d'inviargli il proprio scritto, supplicandolo di leggerlo e di fargli sapere che ne pensasse.
Hugo in realtà non aveva alcuna intenzione di farlo, ma non ebbe il coraggio di rifiutare. Pensò di cavarsela scrivendogli e fingendo d'aver apprezzato il lavoro.
Fu così che un giorno il giovanotto si vide recapitare una lettera piena di complimenti da parte di Hugo, che dopo aver lodato la sua opera concluse il tutto con un saluto molto ottocentesco: “Complimenti vivissimi, caro amico! Io sono un astro che tramonta, ma Lei è un sole che sorge!”.
Peccato che pochi giorni dopo il giovanotto si vedesse recapitare indietro il suo manoscritto, mai giunto a destinazione per un errore di affrancatura…

Pensare che Hugo aveva detto una bugia "a fin di bene" per non offendere lo scrittorello...

PIETRO MASCAGNI
Un giorno, mentre passeggia per le vie di Roma, Mascagni sente che qualcuno sta eseguendo una delle sue musiche. Incuriosito segue il suono, trovandosi davanti un musicista ambulante.
A questo punto, Mascagni non resiste: sentendo alcuni errori, interrompe il suonatore, si presenta e gli spiega come eseguire correttamente la sua musica.
Qualche giorno dopo, Mascagni ripassa per quella via.
L'ambulante è sempre lì a suonare, e davanti a lui c'è il cartello “Allievo di Mascagni”.

DANTE ALIGHIERI
Cacciato da Firenze e condannato a morte, Dante trascorse l'esilio ospitato da diversi signori nei loro palazzi.
Un giorno era uscito dal castello che l'ospitava per andare a fare una passeggiata, quando incontrò degli individui con faccia da tagliagole: Dante comprese subito che si trattava di potenziali assassini, ma riuscì a far finta di nulla.
– Scusate – l'interpellò uno di loro – Dante Alighieri è su al castello?
– Finché io ero là, lui c'era! – rispose prontissimo Dante; e mentre gli altri si avviavano verso il castello, si affrettò ad allontanarsi al più presto, salvandosi così la vita.

Sempre su Dante, uomo dalla memoria prodigiosa.
Un giorno incontra per strada un tale che gli chiede: – Qual è il miglior boccone?
– L'ovo! – risponde il poeta.
L'anno successivo incontra di nuovo il tizio, che riconosciutolo lo mette alla prova chiedendogli a bruciapelo: – Con che cosa?
– Col sale! – fu la rapida risposta.

Devo averlo già citato in un altro thread, ma mi pare giusto riportarlo anche qui.

ALESSANDRO MANZONI
Giovane promessa della letteratura, Manzoni è invitato nel salotto di una nobildonna che ha il pallino dei giochi di società.
Viene proposto un indovinello: “buchetto nero e maleodorante assai”.
La risposta sarebbe stata “L'uscita della canna della pistola”, ma Manzoni ebbe a dire che a suo parere si trattava del buco del… ehm.
La nobildonna, indignata, chiama il maggiordomo: – Portate subito il cappello e il bastone del signore, e indicategli l'uscita!
Anni dopo, Manzoni è ormai famosissimo e viene gentilmente riammesso nel salotto della signora; questa, perfidamente, ripropone apposta l'indovinello “buchetto nero e maleodorante assai”.
Senza scomporsi, Manzoni si alza e chiama il domestico: – Per favore portatemi bastone e cappello, perché per me rimane sempre il buco del…!