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Pettegolezzi storici

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view post Posted on 4/11/2016, 18:42     +1   +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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LUIGI XIV IL RE SOLE
Il sovrano era appassionato di bocce e amava giocare tutti i giorni.
Una volta rimase molto incerto sul risultato di una partita. Chiese il parere dei cortigiani presenti, ma nessuno osò pronunciarsi.
Vide allora passare di là il conte di Grammont e gli chiese la sua opinione.
– Avete perso, Sire – rispose subito il conte.
– Ma come potete dir questo – s'indispettì il re – se non vi ho ancora detto come siano andate le cose?
– Semplicissimo… se aveste vinto, questi signori si sarebbero affrettati a darvi subito ragione!
 
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view post Posted on 5/11/2016, 22:11     +1   -1
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HERBERT VON KARAJAN
Il grandissimo direttore d'orchestra era un uomo tirannico che pretendeva ore e ore di prove senza intervalli: bisognava obbedire senza fiatare e guai contrariarlo.
Un giorno, terminato di provare un brano, Karajan udì dei rumori provenire dall'esterno.
– Ma chi è che fa questo baccano? – sbottò.
E uno degli orchestrali: – Il mondo libero là fuori.
 
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view post Posted on 6/11/2016, 18:19     +1   -1
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CARMELO BENE E VITTORIO GASSMAN
Tra i due attori non è mai corso buon sangue.
Una sera mentre stava recitando, Carmelo Bene scorse Vittorio Gassman seduto in platea come uno spettatore qualsiasi. Bene non resistette e lo apostrofò pesantemente davanti a tutti; Gassman si alzò e, prima di andarsene, gli disse un secco: – Ma stai zitto, tu, che sei così ignorante da non sapere cosa sia un anacoluto!
All'epoca, i due scrittori satirici Amurri e Verde ebbero a commentare che, se Carmelo è Bene, Vittorio è Meglio.



Per chi, come me, non ricorda mai che cavolo sia un anacoluto: una frase in cui il costrutto non è rispettato. Una lecita sgrammaticatura, insomma.
Esempio: Il coraggio, chi non ce l'ha non se lo può dare (Manzoni. E se lo usa lui...)
 
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view post Posted on 7/11/2016, 17:50     +1   -1
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ARISTOTELE
Un giorno, il grande filosofo viene bloccato da un seccatore, che gli attacca un discorso interminabile. Aristotele rimane serafico e intanto l'altro parla, parla, parla…
– Oh, scusa – dice improvvisamente il seccatore – Mi sono dilungato anche troppo con i miei discorsi…
– Ma non è niente – sorride Aristotele – Mentre tu continuavi a parlare, io pensavo agli affari miei!
 
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view post Posted on 8/11/2016, 19:28     +1   -1
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CLARK GABLE
Esce in tutta America Via col vento, con il successo che sappiamo.
Dopo pochi giorni, arriva una lettera indignata: una signora denuncia il fatto che sia stato messo in circolazione un film “sconcio, c'è tutta una scena in cui Clark Gable ha la patta dei pantaloni aperta!”.
Adesso sarebbe un semplice blooper, ma all'epoca la faccenda era scandalosa. Contattano Gable, lo interpellano: lui crolla dalle nuvole, non si era certo accorto di aver girato una scena in una simile, imbarazzante situazione. Ritiro immediato delle copie e inizio della visione frenetica del film da parte del regista, di Gable e di qualche pezzo grosso assortito della Metro Goldwin Mayer.
La signora ha specificato che si tratta di una scena con Clark Gable, si possono dunque escludere le altre… peccato che Gable sia il coprotagonista, e quindi lo si veda spessissimo!
È così giocoforza vedere e rivedere il film svariate volte senza trovar nulla; poi si seppe che era stato uno scherzo probabilmente orchestrato dalla concorrenza.
 
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view post Posted on 8/11/2016, 22:36     +1   -1
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Parlando di Hollywood... :innocent.gif:


Il "terribile scandalo" di Anatole Litvak e Paulette Goddard

1940: Litvak era uno dei registi del momento e la Goddard un'attrice famosissima. Si innamorarono e divennero una coppia fissa - finché una sera avvenne uno scandalo che scoppiò come una bomba e di cui i rotocalchi starnazzarono per anni a venire.
I due si erano trovati al Club "Ciro's" di Hollywood, quando a un tratto successe… qualcosa. Gli altri ospiti presenti giurarono che i due avevano fatto l'amore in pubblico... sotto a uno dei tavolini... sulla pista da ballo... al gabinetto degli uomini... no, quello delle donne...
Litvak, assillato e assediato dai giornalisti, soffrì un esaurimento e dovette andare in un sanatorio in Svizzera a curarsi. Perfino il presidente Roosevelt non era estraneo alla bruciante curiosità: quando lo venne a trovare una deputatessa californiana la fece attendere per ore perché aveva una domanda importantissima per lei... La donna si sentì domandare cosa fosse successo quella famosa sera al Ciro's. Inutile: anche lei non sapeva nulla di preciso.

Decenni dopo, Litvak si trovò in macchina insieme a Billy Wilder dato che volevano andare a trovare un comune amico. Mentre attraversavano una landa deserta, scoppiò un nubifragio così spaventoso da costringerli a fermarsi e attendere. Sembrava la fine del mondo.
Finalmente Wilder, notoriamente un uomo buono ma non privo di malizia, si rivolse all’amico: “Anatole, qui davanti a me e Dio non puoi mentire. Vuoi dirmi una buona volta cos’è successo quella notte tra te e Paulette?”
Anatole alzò solennemente due dita della mano destra in segno di giuramento, quindi rispose: “Ero follemente innamorato di lei. Ballavamo e lei indossava un abito da sera con le bretelline sottili. Insomma, nel movimento una di queste scivolò sul suo braccio. Io le baciai la spalla e quindi riportai la bretellina al suo posto usando la bocca. Quello fu tutto, e che Dio sia il mio testimone!”
Il commento di Wilder, quando raccontò questo aneddoto nella sua autobiografia: “Dato che poco dopo le intemperie si placarono e il cielo si schiarì, deduco che Anatole Litvak mi abbia detto la verità, e nient’altro che la verità.”
 
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view post Posted on 9/11/2016, 19:08     +1   -1
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LUIGI XVI
Il fratello di Luigi XVI, il conte d'Artois, era insofferente a obblighi e doveri e molto amante dei divertimenti.
Un giorno, per evitare un'importante ma noiosissima cerimonia di corte, mandò a dire al re che si sentiva male, aveva un terribile dolore di testa che lo costringeva a ritirarsi nei suoi appartamenti. Era tutta una scusa, naturalmente: poco dopo, il conte d'Artois era già in carrozza diretto a Parigi, dove voleva recarsi a una festa.
Appena arrivato alle porte della città, sentì sparare un cannone.
– Ma che succede? – chiese alle guardie daziarie.
– Signore, per ordine del re il cannone annuncia l'ingresso in città del conte d'Artois! – fu la risposta che ottenne.
Smascherato subito… il conte dovette far ritorno a Versailles, dove trovò suo fratello che lo salutò ironicamente: – Vedo con piacere che il mal di testa vi è passato. Sono o non sono un bravo medico, io?
 
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view post Posted on 10/11/2016, 10:59     +1   -1
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Sondaggio negli USA
Negli anni 60, qualcuno ebbe l’idea di iniziare negli Stati Uniti un sondaggio riguardo al comunismo. Per questo, diverse persone andarono in strada a chiedere a comunissimi passanti, a casaccio, cosa pensassero fosse il comunismo.
Nessuno seppe rispondere. Molti si spaventarono a morte e tirarono dritto frettolosamente, senza dire una parola.
Solo una signora rispose, con molta onestà: “Ecco, non sono sicura di che si tratti, ma ho sentito che è meglio che a Washington non ci sia.”
 
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view post Posted on 11/11/2016, 19:36     +1   -1
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FRANCO CORELLI
Il grandissimo tenore è all'Arena di Verona intento a provare Carmen, un ruolo che per lui è un cavallo di battaglia; oltretutto, la splendida voce e l'eccezionale presenza scenica ne fanno una vera e propria star, capace di calamitare una vera folla di pubblico.
Giunge a dirigere il direttore Sewisky, un perfetto sconosciuto che però si dava arie di grandissimo artista. Ad assistere in platea alle prove, il sovrintendente dell'ente lirico.
Si prova il secondo atto, e per la precisione l'aria “Il fior che avevi a me tu dato”. Corelli attacca tenendo le note lunghe.
Il direttore interrompe: vuole un tempo più serrato.
Ricominciano, Corelli attacca ancora con la stessa velocità di prima: non è da tutti avere una simile capacità di tenere fiati lunghi e fermissimi, solo un grande cantante può farlo. Sewisky non apprezza, protesta, rimprovera aspramente Corelli.
Altra prova: il tenore tiene duro, sa perfettamente che quell'aria va eseguita con lentezza.
A questo punto, Sewisky ha una crisi isterica molto artistica.
– O io, o lui! – strilla a mo' di conclusione, rivolgendosi al sovrintendente dell'ente lirico.
E questi, senza esitare: – Fuori!
Non poteva certo rimetterci una superstar come Corelli, no? Comunque, gli orchestrali commentarono ghignando “Chi Sewisky, Sewisky”.
 
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view post Posted on 13/11/2016, 00:08     +1   -1
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L'AMANTE DI LUIGI XV
Incorreggibile donnaiolo, Luigi XV non solo aveva l'amante in carica, cosa del resto comune ai sovrani, ma spesso la tradiva con altre donne. In genere si trattava di capricci senza conseguenze; una di queste però, l'irlandese Louise O'Murphy, rischiò davvero di scalzare dal suo posto Madame de Pompadour, la favorita ufficiale.
Ultima di quattro sorelle, tutte prostitute come lei, la O' Murphy riuscì a “sistemarsi” talmente bene da far sì che suo padre dicesse orgogliosamente: – Oh, finalmente ho anch'io una figlia perbene!
 
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view post Posted on 14/11/2016, 19:08     +1   -1
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KATHARINE HEPBURN
Ricevuto un copione da visionare, la Hepburn lo legge ma lo trova pessimo. Decide quindi di restituirlo con acclusa una lettera di rifiuto: “Caro signore, questo copione è davvero schifoso...”
No, troppo forte. Un minimo di diplomazia non guasta.
“Caro signore, ho apprezzato molto il suo lavoro, ma purtroppo...”
No, una bugia no.
“Caro signore, sono rimasta veramente sconcertata dal suo copione...”
Troppo brusco.
“Caro signore, purtroppo il ruolo che mi propone non è nelle mie corde...”
E adesso devo fare io la figura dell'incapace che non sa recitare?
Il giorno dopo, un amico chiede alla Hepburn che avesse fatto alla fine.
– Semplice! – risponde lei – Ho preso una busta, ho infilato dentro tutte e quattro le lettere e gliel'ho spedita!
 
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view post Posted on 15/11/2016, 19:30     +1   -1
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D'ANNUNZIO ED ELEONORA DUSE
Tornata da una tournée teatrale, la grande Eleonora Duse trovò nel letto di D'Annunzio una forcina per capelli che non le apparteneva: ormai stanca dei continui tradimenti del poeta, lo lasciò per sempre.
I due si incontrarono solo parecchi anni dopo e del tutto casualmente. Vedendola, D'Annunzio le rivolse un inchino plateale e le disse: – Oh, quanto vi ho amata!
E la Duse: – Oh, quanto vi ho dimenticato!
 
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view post Posted on 15/11/2016, 19:54     +1   -1
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D'accordo, questo non è molto storico, è del 2008...

La cancelliera Merkel e il "Busengate"
La cancelliera tedesca, di solito conosciuta per il suo modo di vestire pratico, all'opera di Oslo apparve inaspettatamente con un bell'abito lungo e tanto di scollatura. I presenti spalancarono gli occhi, primo fra tutti l'uomo che a quel tempo era ancora presidente della Francia.
Il giorno dopo rideva quasi tutto il paese. "Ah ah, l'avete vista la faccia di Sarkozy...?"
Il risultato: la cancelliera non si fece mai più vedere in pubblico scollata... (Peccato. :innocent.gif: )

Attached Image: Merkel 2008 Oper Oslo

Merkel 2008 Oper Oslo

 
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PUBLIO CLODIO PULCRO E LA MOGLIE DI CESARE
Publio Clodio Pulcro, fratello minore della Clodia immortalata come Lesbia da Catullo, era un giovinastro sfaccendato attaccabrighe e donnaiolo che si era incapricciato di Pompea Silla, all'epoca moglie di Cesare. L'occasione era ghiotta: Pompea Silla non era una cima d'intelligenza ma era un bellissima donna, e l'idea di mettere le corna a Cesare, all'epoca Pontefice Massimo, era irresistibile per un uomo come Clodio, che pensò bene di ingraziarsi i favori di un'ancella per arrivare alla padrona.
L'occasione ideale arrivò con le feste della Bona Dea, una divinità antichissima della fertilità tenuta in grande considerazione soprattutto dalle donne. La festa andava appunto celebrata dalle signore dell'alta società che per qualche giorno si radunavano nella casa di una di loro per compiere dei riti che rimanevano segretissimi, ma che erano considerati di importanza fondamentale per il buon andamento della città. Quell'anno toccava appunto alla casa di Cesare ospitare le signore: qualunque uomo, dall'ultimo dei servi a Cesare stesso, doveva allontanarsi dalla casa e farsi ospitare da qualcuno in attesa che i riti fossero compiuti.
Clodio non resistette: si travestì da donna e s'intrufolò in casa assieme alle varie signore che stavano arrivando.
Purtroppo per lui ad accogliere le ospiti c'era Aurelia, madre di Cesare, donna non giovanissima ma acuta osservatrice, che individuò subito qualcosa di strano in quella “signora”: senza por tempo in mezzo Aurelia scostò il velo dal viso di Clodio e riconosciutolo diede l'allarme.
Fu un pandemonio inimmaginabile: per Roma tutta il giovane era un sacrilego paragonabile a un ladruncolo napoletano che tentasse di trafugare le ampolle di S. Gennaro. Mancò poco che le dame lo facessero a pezzi: la presenza di un uomo aveva vanificato il rito. Praticamente, quell'incosciente di Clodio per un capriccio stava rischiando la pelle.
A salvare la situazione fu proprio Cesare, il marito offeso: fece il magnanimo, perdonò, dichiarò che tutti conoscevano Clodio per un giovane scapestrato, bisognava capirlo… quanto a Pompea, ebbe a dire che sicuramente era innocente, lasciando comprendere tra le righe che lei fosse troppo oca per essere complice di alcunché.
Finì come doveva finire, con Cesare che non solo non perse la sua dignitas ma si guadagnò la gratitudine e i servizi di Clodio, che in seguito lui seppe molto ben sfruttare. Quanto a Pompea fu dichiarata innocente, ma Cesare divorziò subito dopo da lei pronunciando la famosa frase “Sulla moglie di Cesare non deve esservi alcun sospetto”. In realtà, pare fosse ben lieto d'essersi liberato d'una donna bella ma, appunto, parecchio oca.
Niente da fare, Cesare cascava sempre in piedi…
 
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view post Posted on 18/11/2016, 18:34     +1   -1
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VLAD TEPES DETTO DRACULA
Voivoda di Valacchia, Vlad meritava ampiamente la sua fama di uomo crudele; era capace di ordinare stragi senza batter ciglio, e dicerie popolari volevano che usasse banchettare contemplando foreste di uomini impalati.
Dotato di un singolare, macabro umorismo (quando due ambasciatori turchi si erano rifiutati di scoprirsi il capo per salutarlo, lui fece loro inchiodare i turbanti sulle teste) era però molto sensibile alle lodi: con lui, una risposta arguta e adulatrice poteva davvero molto.
Un giorno, un ambasciatore era ospite alla sua tavola. All'improvviso fu portato un palo acuminato dalla punta ricoperta d'oro.
– Per chi credi che sia? – ghignò Dracula.
– Immagino – rispose l'ambasciatore, mantenendo il suo sangue freddo – che sia destinato a una persona di rango.
– Infatti. È per te.
– Signore, se voi ritenete che io abbia meritato questo, sicuramente avete ragione a farmi condannare.
Dracula scoppiò a ridere e gli fece grazia della vita.
 
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