| PUBLIO CLODIO PULCRO E LA MOGLIE DI CESARE Publio Clodio Pulcro, fratello minore della Clodia immortalata come Lesbia da Catullo, era un giovinastro sfaccendato attaccabrighe e donnaiolo che si era incapricciato di Pompea Silla, all'epoca moglie di Cesare. L'occasione era ghiotta: Pompea Silla non era una cima d'intelligenza ma era un bellissima donna, e l'idea di mettere le corna a Cesare, all'epoca Pontefice Massimo, era irresistibile per un uomo come Clodio, che pensò bene di ingraziarsi i favori di un'ancella per arrivare alla padrona. L'occasione ideale arrivò con le feste della Bona Dea, una divinità antichissima della fertilità tenuta in grande considerazione soprattutto dalle donne. La festa andava appunto celebrata dalle signore dell'alta società che per qualche giorno si radunavano nella casa di una di loro per compiere dei riti che rimanevano segretissimi, ma che erano considerati di importanza fondamentale per il buon andamento della città. Quell'anno toccava appunto alla casa di Cesare ospitare le signore: qualunque uomo, dall'ultimo dei servi a Cesare stesso, doveva allontanarsi dalla casa e farsi ospitare da qualcuno in attesa che i riti fossero compiuti. Clodio non resistette: si travestì da donna e s'intrufolò in casa assieme alle varie signore che stavano arrivando. Purtroppo per lui ad accogliere le ospiti c'era Aurelia, madre di Cesare, donna non giovanissima ma acuta osservatrice, che individuò subito qualcosa di strano in quella “signora”: senza por tempo in mezzo Aurelia scostò il velo dal viso di Clodio e riconosciutolo diede l'allarme. Fu un pandemonio inimmaginabile: per Roma tutta il giovane era un sacrilego paragonabile a un ladruncolo napoletano che tentasse di trafugare le ampolle di S. Gennaro. Mancò poco che le dame lo facessero a pezzi: la presenza di un uomo aveva vanificato il rito. Praticamente, quell'incosciente di Clodio per un capriccio stava rischiando la pelle. A salvare la situazione fu proprio Cesare, il marito offeso: fece il magnanimo, perdonò, dichiarò che tutti conoscevano Clodio per un giovane scapestrato, bisognava capirlo… quanto a Pompea, ebbe a dire che sicuramente era innocente, lasciando comprendere tra le righe che lei fosse troppo oca per essere complice di alcunché. Finì come doveva finire, con Cesare che non solo non perse la sua dignitas ma si guadagnò la gratitudine e i servizi di Clodio, che in seguito lui seppe molto ben sfruttare. Quanto a Pompea fu dichiarata innocente, ma Cesare divorziò subito dopo da lei pronunciando la famosa frase “Sulla moglie di Cesare non deve esservi alcun sospetto”. In realtà, pare fosse ben lieto d'essersi liberato d'una donna bella ma, appunto, parecchio oca. Niente da fare, Cesare cascava sempre in piedi…
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