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Pettegolezzi storici

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view post Posted on 19/11/2016, 19:11     +1   -1
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Fratello di Trinità e Bambino

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ABRAHAM LINCOLN
Uomo di straordinaria arguzia, un giorno Lincoln venne apostrofato da un avversario politico che l'accusava di essere un ipocrita, e che lo aggredì urlandogli: – Voi avete una faccia doppia!
– Se davvero avessi una doppia faccia – rispose sorridendo Lincoln – credete davvero che continuerei ad andare in giro con questa che mi ritrovo?
 
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view post Posted on 20/11/2016, 19:06     +1   -1
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AMILCARE PONCHIELLI
Oltre che compositore operistico (La Gioconda è la sua opera più famosa), Amilcare Ponchielli era anche il direttore della principale banda di Piacenza. Uomo veramente amabile ma assai distratto, almeno in un'occasione Ponchielli ebbe a suonare per la città con la banda indossando la regolamentare uniforme, dimenticandosi però di mettersi le scarpe e sfilando in ciabatte…

Sempre distratto, Ponchielli entrò in un ufficio per fare dei documenti. Gli fu chiesta la sua identità, e lui ebbe un tuffo al cuore: – Io? Ma come mi chiamo, io?
Uscì confuso in strada; incontrato un amico che lo salutò, gli chiese subito quale fosse il proprio nome.
Rientrato nell'ufficio esclamò trionfante: – Mi chiamo Amilcare Ponchielli!
 
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view post Posted on 22/11/2016, 19:56     +1   +1   -1
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WINSTON CHURCHILL
Un giorno, il celebre politico fu attaccato da lady Astor, prima donna inglese eletta in parlamento e sua diretta rivale, che gli disse: – Signor Churchill, se voi foste mio marito, vi servirei un tè avvelenato!
– Se io fossi vostro marito – replicò Churchill – lo berrei!
 
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view post Posted on 22/11/2016, 20:30     +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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Questa è meravigliosa!
 
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view post Posted on 22/11/2016, 21:37     +1   -1
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Grazie!!!
 
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view post Posted on 23/11/2016, 18:22     +1   -1
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FEDERICO IL GRANDE DI PRUSSIA
Un giorno, mentre passava in rivista le sue truppe, Federico di Prussia scorse un caporale della sua guardia che aveva una magnifica catena cui, non avendo un orologio, teneva appesa una palla da moschetto.
– Difficile sapere l'ora, con quell'orologio! – scherzò il re.
– No, Maestà – rispose il caporale prendendo in mano il proiettile – Il mio orologio mi ricorda che la mia vita ad ogni ora è a servizio del il mio re.
Commosso, re Federico gli donò un orologio d'oro tempestato di brillanti.
 
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view post Posted on 23/11/2016, 21:27     +1   -1
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Federico II di Prussia (sempre lui... :innocent.gif: )

Federico passava regolarmente in rassegna i suoi soldati, di cui non tutti erano tedeschi. Un giovane soldato inglese, che ancora non sapeva la lingua, era molto nervoso e chiese al suo caporale come rispondere in caso che il re gli rivolgesse la parola.
Il caporale sapeva che il re, se interrogava i suoi soldati, poneva sempre le stesse domande: riguardo all'età, il periodo di arruolamento, e la regolarità delle razioni e del pagamento. Il soldato inglese, diligentemente, imparò a memoria tutte e tre le risposte in tedesco che gli insegnò il bravo caporale.
Arrivato il fatidico giorno, il re si era stufato di fare sempre le stesse domande nello stesso ordine, e decise di porle diversamente. Il destino volle che si rivolgesse anche al nostro giovane inglese, e la conversazione andò più o meno così:
Federico: "Da quanto tempo fate parte dell'esercito prussiano?"
Soldato (serio e compito): "Vent'anni, Maestà."
Federico (sorpreso data la giovane età di questo): "Ma quanti anni avete?"
Soldato (sempre più serio): "Sei mesi, Maestà."
Federico (esasperato): "Sentite un po', siete matto voi o lo sono io?"
Soldato (serio serissimo): "Entrambi, Maestà..."
 
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view post Posted on 25/11/2016, 00:23     +1   -1
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SOFOCLE
Un giorno, il celebre drammaturgo fu abbordato per strada da un ragazzo: in Grecia l'omosessualità era persino raccomandata, per cui era molto facile fare incontri del genere. I due s'appartarono in un vicoletto, e a cose fatte Sofocle s'accorse che il suo lussuoso mantello era misteriosamente sparito… lasciando il posto a quello vecchio e rammendato del ragazzo!
 
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view post Posted on 26/11/2016, 22:25     +1   +1   -1
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JOHANNES BRAHMS
Johannes Brahms sapeva essere davvero pungente.
Un giorno ebbe la ventura di duettare con un mediocre violoncellista; per non doverlo ascoltare, Brahms suonava pestando sui tasti.
– Amico mio – disse il violoncellista – se suonate così forte, io non riuscirò a sentirmi!
E Brahms: – Beato voi!

Un'altra volta, a una cantante che aveva appena scempiato uno dei suoi Lieder e che gli aveva chiesto un'opinione, rispose: – Cantare è indubbiamente difficile. Ma ascoltare, a volte, è anche peggio.
 
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view post Posted on 27/11/2016, 21:37     +1   -1
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KIRK DOUGLAS E STANLEY KUBRICK
Kirk Douglas è sempre stato un attore molto serio e professionale: capricci da divo e ritardi per lui sono inammissibili mancanze di rispetto nel confronto degli altri.
Per il film Spartacus, Douglas non era solo l'attore protagonista, ma ne era anche il produttore, e come tale era molto attento e scrupoloso sia nella scelta degli interpreti sia nella lavorazione del film. Come regista volle il giovanissimo Stanley Kubrick, all'epoca per nulla famoso e con cui aveva già lavorato nel film Orizzonti di gloria.
Contrariamente a Douglas, Kubrick aveva un modo tutto suo d'agire: innanzitutto trattava gli attori come semplici esecutori dei suoi ordini, compreso lo stesso Douglas che, in qualità di produttore, aveva tutti i diritti di essere interpellato; in più tendeva alla scarsa disciplina, recandosi sul set in forte ritardo sull'orario stabilito, e mostrandosi insofferente a qualsiasi rimostranza.
Un giorno Douglas, più seccato che mai, era già in costume e a cavallo in attesa che il regista arrivasse; vedendolo finalmente giungere del tutto indifferente allo scompiglio che stava causando, gli andò incontro, con il cavallo lo incantonò in un angolo e cominciò con un: – Sentimi bene, figlio di putt… – e qui diede sfogo a tutto quel che doveva dirgli. E doveva essere parecchio.
Pare che Kubrick si sia messo subito in riga e che il resto della lavorazione del film sia filata senza problemi.
 
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view post Posted on 28/11/2016, 17:40     +1   -1
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OSCAR WILDE
Mentre si trovava in America, Wilde ebbe occasione di leggere in pubblico dei brani scritti da Benvenuto Cellini.
– Peccato che non abbiate portato con voi l'autore – commentò qualcuno.
– Sarebbe stato impossibile – rispose Wilde – È morto da tempo.
– Morto? – ribatté l'altro – E chi gli ha sparato?

Un giorno, un nobile che si dilettava di poesia scrivendo versi banalissimi, si lamentò con Wilde, ormai già scrittore affermato e famoso: – Nessuno si occupa delle mie poesie! I critici le snobbano, i giornali non ne parlano… una vera congiura del silenzio contro di me! Che cosa mi consiglia, caro amico?
– Di unirsi senz'altro alla congiura – rispose Wilde.
 
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view post Posted on 28/11/2016, 17:44     +1   -1
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Risposta illuminante.
 
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view post Posted on 28/11/2016, 18:02     +1   -1
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Guarda, avrei voluto vedere la faccia dell'individuo.

Beh, anche quella di Wilde.
 
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view post Posted on 29/11/2016, 18:32     +1   -1
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KATHARINE HEPBURN
Dopo la morte dell'amato Spencer Tracy, Katharine Hepburn era molto provata, a forte rischio depressione.
Intervennero allora due suoi amici, il regista Garson Kanin e sua moglie Ruth Gordon: i due portarono Katharine in vacanza in un albergo in montagna. Il posto era incantevole, l'albergo comodo e piacevole: Katharine, profondamente amante della vita all'aria aperta, ne fu entusiasta.
Bisogna tener presente che nonostante fosse famosissima, la Hepburn non aveva affatto atteggiamenti da diva: al contrario, girava in scarpe da montagna, jeans stinti e vecchie magliette, e fino ad allora nessuno l'aveva riconosciuta.
Una sera, mentre erano a chiacchierare sulla veranda dell'hotel, a breve distanza da loro sedeva un signore anziano, molto sordo, con accanto la sua infermiera.
La donna adocchiò la Hepburn, la riconobbe e sussurrò qualcosa all'anziano.
– Cosa? – disse questi.
Nuovo bisbiglio.
– Cosa? – fece lui, a voce alta.
Bisbiglio ulteriore.
– Che cosa? – il signore puntò il bastone verso la Hepburn – Non vorrà farmi credere che quella là sia una stella del cinema!
La Hepburn rise tanto da piegarsi in due.
 
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view post Posted on 30/11/2016, 19:03     +1   -1
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ANDRÉ-MARIE AMPÈRE
Ampère era di una distrazione unica: spesso, durante le lezioni, si soffiava il naso col cancellino della lavagna.

Una volta, mentre camminava per strada, vedendo lo sportello di una carrozza che gli ricordava una lavagna, prese a scrivervi formule matematiche; quando la carrozza partì, si mise a correre perché non aveva ancora finito…

Un giorno, Napoleone Bonaparte visitò l'Accademia di Francia. Gli fu presentato Ampére; l'imperatore l'invitò a pranzo per il giorno dopo.
Naturalmente, al pranzo del giorno successivo vi fu una sedia vuota: Ampére si era totalmente dimenticato dell'invito.
 
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