In gambissima, Margareta!!!
VESPASIANO E TITOL'imperatore Vespasiano è passato alla storia come un individuo taccagno; in realtà si trattava di una persona dai gusti frugali che si era sobbarcato l'ingrato compito di dover riempire le casse dello Stato svuotate dalle spese folli dei suoi predecessori, Caligola e Nerone
in primis.
Uomo pratico, Vespasiano istituì i bagni pubblici, ovviamente a pagamento; per evitare che la gente continuasse ad usare le vie di Roma quali gabinetti, istituì per i trasgressori una multa talmente cospicua da far sì che tutti preferissero usare i bagni per soddisfare i propri bisogni corporali; in più, l'orina così raccolta poteva essere venduta alle tintorie, che l'utilizzavano quale mordente per la tintura delle stoffe. Ricavo per lo stato e allo stesso tempo città pulita: più pratico di così!
Il figlio Tito comunque ebbe a lamentarsi della cosa: guadagnare a quel modo gli pareva… come dire… poco dignitoso…
Vespasiano prese una moneta e gliela cacciò sotto al naso: – Puzza, forse?
– No – dovette ammettere Tito.
– Eppure, proviene dall'orina! – concluse Vespasiano, trionfante.
Pecunia non olet, si sa.
Uomo spiritoso, Vespasiano non si smentì neanche quando fu gravemente malato. Quando capì che ormai era alla fine, riferendosi all'abitudine dei romani di divinizzare gli imperatori deceduti ebbe a dire: – Ahi… sento che presto diventerò un dio!
Morto l'imperatore, poco tempo dopo suo figlio e successore Tito ebbe ad assistere a uno spettacolo comico in teatro.
Fu allestita la farsa del funerale di Vespasiano: un attore che interpretava il defunto, un corteo, lutto, lacrime e sospiri… all'improvviso, il “cadavere” si rialzò a sedere gridando: – Ma quanto accidenti costa, questo funerale?
– Milioni di sesterzi! – gli fu risposto.
– Ma siamo matti?! Tenete i soldi e gettatemi nel Tevere!
Risata generale, cui pare abbia partecipato pure Tito.