Pettegolezzi storici

A me piacerebbe molto, ma mi è indigesto. Rimedio mettendo l'origano, che adoro.

CAMILLE SAINT-SAËNS
L’autore del Carnevale degli animali fu un giovanotto decisamente di carattere, e portato a compiere bravate. Suo fidato compagno di ribalderie fu il grande violinista spagnolo Pablo de Sarasate.
Un giorno, i due furono invitati a una merenda offerta da una nobildonna di Parigi, che si dava arie di patrona delle arti. I due si presentarono puntuali, e il maggiordomo li fece accomodare in una sala d’aspetto: – Madame arriverà quanto prima.
“Quanto prima” fu oltre un’ora dopo; e quando la signora si degnò di affacciarsi al salottino, mancò poco che svenisse: i mobili erano stati completamente spostati, rigirati, accatastati… i due impuniti, in maniche di camicia, stavano sistemando una vetrinetta.
– Madame, la disposizione dell’arredamento era di pessimo gusto – e l’imperturbabile Saint-Saëns prese a infilarsi la giacca – Noi abbiamo provveduto ad apporre qualche piccolo ritocco.

GIUGURTA
Tito Livio riporta che Giugurta, re di Numidia che conosceva piuttosto bene come andassero le cose a Roma, un giorno sbottò: – Roma, città in vendita, andrai presto in rovina, se mai si troverà qualcuno in grado di comperarti!
Questo c’insegna come il passato, a volte, sembri ritornare.

Purtroppo... e non solo Roma. 😔

CLARA WIECK SCHUHMANN E…
Ottima pianista concertista, la moglie di Robert Schumann durante un suo concerto eseguì, tra gli altri brani, Carnaval, opera del marito.
Grande successo, applausi scroscianti. La pianista si alzò dal pianoforte e andò al proscenio per ringraziare il pubblico in delirio.
Alla fine, tra gli ultimi battimani, si udirono delle note: qualcuno era salito sul palco, si era rimesso a suonare Carnaval! Clara rimase incredula: era Listz, che dalla sala aveva ascoltato il pezzo, e ora lo stava eseguendo senza spartito, ricordando alla perfezione quel che aveva appena ascoltato!

WILLIAM SHAKESPEARE E RICHARD BURBAGE
Per un certo periodo, il Bardo scrisse e recitò per la compagnia The Lord Chamberlain’s Men, di cui il primo attore era Richard Burbage. Ottimo artista, amato per le sue interpretazioni piene di fuoco, Burbage era anche molto ammirato dalle signore, di cui faceva facilmente conquista.
Una sera, prima della rappresentazione del Riccardo III, un tipo si avvicinò discretamente all’attore, che avrebbe interpretato il protagonista: – Terminata la recita, andate al tale indirizzo: v’aspetta una bella signora che spasima d’amore per voi. Bussate alla porta, e quando vi chiederanno chi siete, rispondete “Riccardo III”.
Shakespeare, che più o meno casualmente si trovava nascosto dietro le quinte, non aveva perso una sola lettera del discorso: una bella dama disponibile? Soffiarla all’idolatrato collega? Una tentazione irresistibile.
Terminata la recita, Burbage corse a farsi bello per la sua ammiratrice; Shakespeare invece non perse tempo. Si precipitò all’indirizzo, diede il nome richiesto, entrò e godette la sua inaspettata avventura; quanto alla signora, per dirla come Dumas di notte tutti i gatti sono grigi, e si spera che sia stata soddisfatta pure lei.
Sta di fatto che, ovviamente sul più bello, Burbage bussò alla porta.
Shakespeare inventò una scusa qualsiasi, lasciò l’amante e corse all’uscio, senza aprire: – Chi è?
– Sono Riccardo III! – rispose Burbage.
– Sei arrivato tardi, già fatto – tagliò corto Shakespeare.
– Ma come? Io sono Riccardo III!
– E io, Guglielmo il Conquistatore!

VOLTAIRE
In un lavoro teatrale di Voltaire ambientato nell’antica Roma, a un certo punto si ha un dialogo tra Remus, il gemello di Romulus, e un personaggio secondario.
L’attore che impersonava questo personaggio iniziò la sua battuta: – O Remus…
Sganasciata dal pubblico. Qualcuno intonò con fare ecclesiastico Oremus, causando una sghignazzata generale… e, per dirla con Verdi, la tragedia mutò in commedia.

CALLIMACO DI CIRENE
Poeta e grammatico di casa con i Tolomei II e III, Callimaco doveva essere un tipo che amava andare subito al nocciolo delle questioni, senza perdersi in giri di parole. Non per nulla, e con buona pace dei romanzieri che sfornano tomi da centinaia e centinaia di pagine, una sua massima era: – Più un libro è grosso, più sciocchezze contiene.

AMEDEO DI SAVOIA-AOSTA
L’eroe di Amba Alagi, soprannominato il Duca di Ferro, era forse più portato per le imprese militari che non per la diplomazia. Tra lui e il regale parente Vittorio Emanuele III non scorreva certo il fiume dell’umana bontà: i due mal si sopportavano, e non ne facevano mistero. Il duca provava insofferenza verso il cugino, sia per il suo carattere schivo che per il fisico infelice, e aveva ben poca stima della regina Elena, montenegrina, di stirpe considerata poco aristocratica e di indole piuttosto “alla mano”, come si dice.
Durante una serata, vedendo apparire Sua Maestà e regale consorte, il duca si lasciò scappare un certo commento, detto oltretutto a voce non proprio bassissima… il giorno dopo fu convocato dal re e, come fu come non fu, Sua Grazia partì subito per il Congo Belga, dove sotto nome falso assunse un incarico in una fabbrica di saponi.
Cos’aveva detto il duca, di tanto scandaloso?
All’apparire di re e regina, aveva alluso a due celeberrime battaglie risorgimentali, dicendo: – Ecco Curtatone e Montanara.

COURTELINE E GLI SCOCCIATORI
Poeta e drammaturgo ottocentesco, e oltretutto Accademico di Francia, George Courteline veniva fin troppo spesso interpellato dai giornali per inchieste varie. Non potendone più di vedersi scroccar dotti pareri, alla fine decise di farsi stampare delle risposte preconfezionate da spedire direttamente in risposta alle richieste. Il testo cominciava pressappoco così: “Spettabile Redazione, ho l’onore di informarVi che m’infischio completamente della questione che tanto v’interessa. Cordialmente, eccetera”.

Spiritoso, anzi!👍