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Ultimo film visto

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view post Posted on 2/3/2020, 13:03     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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Tutto quella notte di Chris Columbus (1988)

Mio mito personale insieme ai Goonies e a Chi ha incastrato Roger Rabbit, una commedia che segna l’esordio alla regia di Chris Columbus dalla storia semplice e dai personaggi stereotipati ma che oggi come trent’anni fa diverte e intrattiene.
Colonna sonora interessante tra pop, blues e soul.
 
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view post Posted on 2/3/2020, 16:34     +1   +1   -1
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Ducaconte della Girella

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Ah, questo è un mio film cult, l'ho rivisto proprio recentemente su BD.
Film delizioso, attori azzeccati, bella colonna sonora.

Questo film e Karate Kid mi hanno causato la grandissima cotta adolescenziale per la Shue.
 
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view post Posted on 9/3/2020, 12:48     +1   -1
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Lascia ch'io pianga, mia cruda sorte, e che sospiri la libertà

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I ponti di Madison County di Clint Eastwood (1995)

Clint Eastwood è noto al grande pubblico per la sua “rocciosità” e per la sua annale collaborazione con Sergio Leone che di lui soleva sempre dire “Clint Eastwood possiede solo due espressioni, con il cappello e senza” ma da quando ha abbandonato la 44 Magnum ha dimostrato di essere uno dei registi più talentuosi e capaci del panorama hollywoodiano.
Questo suo film(che sicuramente non piacerà ai detrattori dei drammi sentimentali-romantici) è di una bellezza straordinaria, una pellicola dolce ma che non cade nel melenso, sensibile ma non troppo, commovente ma non melodrammatica, girata con una raffinatezza, un’eleganza e uno stile unico, qualità che solo un grande regista possiede.
Il Clint regista e’ davvero tanta roba per me.
E consiglio anche la lettura del romanzo di Robert James Walker.
 
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view post Posted on 9/3/2020, 13:07     +1   -1
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The gift - il dono di Sam Raimi(2000)

Raimi abbandona per un attimo la sua vena horror per dedicarsi al thriller con venature soprannaturali.
La sceneggiatura è intrigante e ben congeniata, anche se non tanto convincente nella prima parte(decisamente un po’ lenta) ma alla fine sono rimasta colpita da tutto l’insieme, dalla fotografia, dalle atmosfere oniriche e surreali e soprattutto dall’elemento giallo, davvero ben studiato e congeniato, tanto da ricordarmi i gialli dei bei vecchi tempi.
Un film che alla fine non porta nulla di innovativo ma che nel suo piccolo sa come conquistare.
Certo non è il miglior Sam Raimi ma non è nemmeno quella schifezza descritta da molti.
 
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view post Posted on 13/3/2020, 12:52     +1   -1
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Quella villa accanto al cimitero di Lucio Fulci (1981)



Senza alcun dubbio uno dei migliori thriller/horror nostrani.
Non manca nessuno degli elementi tipici dell’horror, i bambini preveggenti e una strana governante(e questo ricorda
un capolavoro della letteratura mondiale, “Giro di vite” di Henry James come testimonia anche la frase finale del film, « Nessuno saprà mai se i bambini sono mostri, o se i mostri sono bambini »), pianti misteriosi provenienti dall’interno della casa, bambole antiche, fantasmi più o meno reali, ombre sulle scale, cantine non aperte da secoli, lapidi illuminate dalla Luna e apparizioni varie, tutto contribuisce a creare nello spettatore un continuo senso di angoscia, tensione, terrore e claustrofobia, accompagnate dalla grandissima abilità di Fulci che riesce a scatenare a ogni fotogramma scariche di adrenalina grazie anche alle splendide e inquietanti musiche di Walter Rizzati.
Quel che non riesco a capire è perché sia stato(e continui ancora a esserlo) così bistrattato dalla critica, personalmente lo reputo come uno dei migliori horror del nostro cinema, un gradino inferiore alle grandi produzioni anni’70-’80 di Dario Argento, un film dalle atmosfere angoscianti, con un finale tanto tetro e atipico quanto bello.
Un piccolo capolavoro che consiglio a tutti gli amanti del genere(e magari qualcuno riuscirà anche a ricredersi sul suo conto).
 
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view post Posted on 16/3/2020, 13:51     +1   -1
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Appuntamento con un angelo di Tom McLoughin (1987)

Altro mio mito personale degli anni ’80, una commedia graziosa e simpatica, un mix riuscito di risate e malinconia.
Una fiaba moderna dolcissima, peccato solo per la presenza di alcuni personaggi fastidiosi come gli amici del protagonista(sarebbero da prendere a sberle dalla mattina alla sera da quanto sono idioti).

Mona Lisa Smile di Mike Jewell (2006)


Rifacimento al femminile de “l’attimo fuggente” ma il confronto con il film di Peter Weir è alquanto improponibile, la regia è abbastanza convincente ma al film manca pathos e la profondità è solo apparente.
L’interpretazione della Roberts è buona ma non eccelsa(se non sbaglio è stata anche candidata all’Oscar per questo ruolo.
 
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view post Posted on 16/3/2020, 16:25     +1   +1   -1
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Comm.Grand.Pres. della Girella

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CITAZIONE (Minerva X @ 16/3/2020, 13:51) 
Mona Lisa Smile di Mike Jewell (2006)


Rifacimento al femminile de “l’attimo fuggente” ma il confronto con il film di Peter Weir è alquanto improponibile, la regia è abbastanza convincente ma al film manca pathos e la profondità è solo apparente.
L’interpretazione della Roberts è buona ma non eccelsa(se non sbaglio è stata anche candidata all’Oscar per questo ruolo.

In verità il film dovrebbe essere un remake de "La strana voglia di Jean" del '73 con Maggie Smith, che interpreta un'insegnante di storia dell'arte in un collegio femminile.
La Smith vinse l'oscar come migliore attrice protagonista.
Il film con la Smith è ambientato nel 1932 mentre quella di Julia Roberts nel '53.
 
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view post Posted on 20/3/2020, 13:43     +1   -1
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The Grudge di Nicholas Pesce (2020)

Sconsigliato in toto, inutilissimo e noiosissimo sequel del quale non si sentiva affatto il bisogno.
 
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view post Posted on 23/3/2020, 12:31     +1   -1
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Ghost di Jerry Zucker (1990)

Una delle piu’ belle storie d’amore mai raccontate in un film, l’amore che supera tutto, anche la morte.
Ci si commuove ma non solo, si ride con i siparietti comici di Whoopi Goldberg, giustamente premiata con l’Oscar come attrice non protagonista.
Un film che è diventato un cult e che, nonostante siano trascorsi trent’anni dalla sua uscita, fa ancora emozionare.

Shock di Mario Bava (1977)

Il testamento cinematografico di Mario Bava, uno dei suoi film meno riusciti ma ugualmente interessante.
Il regista è molto bravo a tenere il dubbio nello spettatore se ciò che accade in quella casa è da attribuirsi a strane presenze o a una follia della protagonista.
Il punto focale della storia e’ il difficile rapporto tra una madre dal passato tormentato e il figlioletto. Ottima anche l’idea di un’ambientazione cupa e dalle atmosfere misteriose che si sposano alla perfezione con la trama.
La narrazione a tratti va a rilento, ci sono scene all’apice della tensione mentre altre cadono un po’ nella noia ma tutto si riscatta con un finale inquietante, accompagnato dalle ottime musiche di due dei componenti dei Goblin.
Daria Nicolidi l’ho vista poco convincente nel ruolo di protagonista (ho capito da chi ha ereditato Asia Argento la sua scarsa capacità attoriale).
Un film non ai livelli dei grandissimi capolavori precedenti di Bava ma di sicuro interessante sotto alcuni punti di vista.
 
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view post Posted on 27/3/2020, 13:55     +1   -1
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Operazione paura di Mario Bava (1966)

Perla rara del grandissimo precursore dell’horror Mario Bava, una pellicola dal sapore gotico e dai toni macabri, onirici e surreali, piena di effetti speciali che ti stordiscono, che evocano incubi che ti fanno rabbrividire, con inquadrature particolari e per quell’epoca originali (stiamo parlando del 1966).
Bava scava nell’inconscio realizzando un’opera cinematografica degna di alto valore, che tratta il tema delle case infestate e degli spiriti senza pace evolvendosi per intensita’ e profondita’, dando cosi’ spunto in futuro per altrettanti film sul tema.
Una pellicola da riscoprire per gli amanti del genere.
 
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view post Posted on 30/3/2020, 14:28     +1   -1
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Sette note in nero di Lucio Fulci (1977)



Uno dei migliori thriller-soprannaturali mai diretti nel nostro paese, un film che si rifà al giallo classico, al cosiddetto intreccio rompicapo.
Fulci per la prima volta attinge a piene mani al cinema nostrano, ad Argento su tutti e ne tira fuori un giallo psicologico a forti tinte e dalla profonda suspense.
Molti i tributi che Sette Note in Nero deve al capolavoro argentiano, “Profondo Rosso”, a partire dal tipo di narrazione, ai colori degli interni, fino ad arrivare al citazionismo pure
( le picconate al muro e il cadavere murato omaggiano la sequenza da brivido nella villa del bambino urlante, arcinota a tutti gli amanti del genere e non solo).

Comunque non si deve assolutamente pensare a una banale scopiazzatura, questo intenso thriller di Fulci brilla assolutamente di luce propria, con trama avvincente impreziosita da sequenze mozzafiato e un finale perfettamente congegnato.
E il tutto senza grandi spargimenti di sangue(
da notare l’incipit del film, in cui Fulci filma il corpo della madre di Virginia, in caduta da una rupe altissima, fracassarsi all’altezza della testa con un fuggevole, quanto oggi risibile effetto splatter)
.
E poi non mancano assolutamente le ossessioni visive(
emblema delle quali è la suggestiva sequenza della visione premonitrice).

Jennifer O’Neill, successivamente con Cronenberg in “Scanners”, ci regala un’ottima performance, talmente convincente agli occhi del regista che è quasi ossessiva la sua ricerca del primo piano, soprattutto nel dettaglio dello sguardo, filmato insistentemente attraverso primi piani improvvisi atti a cercare l’angoscia persistente della donna(
emblematiche, a questo proposito, le sequenze del primo ingresso della donna nella camera apparsale nella visione)
.
A contribuire alla creazione della perfetta atmosfera thriller vi è l’azzeccato motivo sonoro, quello del carillon che si attiva nel momento clou, che inquieta dolcemente e ipnoticamente e che rimanda alle nenie infantili (anche qui il più noto è sempre argentiano: ancora una volta Profondo Rosso, con la terrificante Lullaby).
Il motivo in questione è oramai famoso in tutto il mondo grazie a Quentin Tarantino, amante dichiarato del cinema fulciano, il quale lo ha inserito in uno dei momenti cruciali di Kill Bill vol.1.
Il film più rappresentativo del cinema di Fulci, nel quale la fanno da padrone le sue tematiche più importanti, quelle a cui era maggiormente legato, il tempo, l’inconscio e la metà oscura dell’infanzia.
Un capolavoro nel suo genere.
 
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view post Posted on 3/4/2020, 12:06     +1   -1
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La maschera del demonio di Mario Bava (1960)

Tratto da un racconto di Gogol, “Vij”, questo film rappresenta l’esordio assoluto dietro la cinepresa di Mario Bava e soprattutto rappresenta l’horror piu’ importante della storia del cinema nostrano.
Le inquadrature sono spettacolari, le scenografie inquietanti e affascinanti allo stesso tempo, la fotografia curatissima.
C’e’ inoltre da aggiungere che, nonostante siano passati sessant’anni, alcune scene hanno tutt’oggi un notevole impatto (
la maschera conficcata sul volto della strega)
, cosi’ come alcuni effetti speciali, considerata l’epoca, lasciano tutt’oggi sbigottiti per quanto sembrano realistici.
Un classico del genere, un film girato con estrema eleganza e che segna l’esordio di uno dei più grandi registi che il cinema italiano abbia mai avuto.
 
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view post Posted on 6/4/2020, 11:56     +1   -1
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Danza macabra di Antonio Margheriti(1964)

Danza macabra è uno dei gotici italiani più famosi, un buon manifesto per il genere anche se i suoi cinquantasei anni se li porta tutti.
L'incipit è invitante (un omaggio a "Berenice" di Edgar Allan Poe), le atmosfere sono molto curate (l'inquietante castello con annesso cimitero, gli spiriti in pena che si manifestano allo scoccare della mezzanotte con le loro passioni mai sopite) e la fotografia è magnificamente realizzato.
Il finale è poi perfetto per una storia macabra come è questa.
Ottime le performance degli attori, su tutte quella dell'immancabile Barbara Steele, la regina del gotico.
Non sarà un film di Mario Bava ma è ugualmente un gotico italiano di ottima qualità.
 
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view post Posted on 10/4/2020, 14:57     +1   -1
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Rosemary's Baby di Roman Polanski (1968)

Mi sono rivista questo capolavoro d’angoscia e di orrore, uno dei migliori film horror che abbia mai visto.
Film che ricorda molto un altro capolavoro di Polanski, “L’inquilino del terzo piano”, stesse tematiche(un quartiere sconosciuto, un nuovo arrivato che fa fatica ad ambientarsi in quel luogo malsano, vicini all’apparenza amorevoli ma che sotto nascondono seconde e oscure intenzioni) e stesso senso di angoscia che ti opprime per tutta la durata del film.
Le paure di Rosemary (una bravissima Mia Farrow) riescono quasi a commuoverti, le paure di una donna che combatte per amore del figlio contro un mondo che sembra voler fare di tutto per distruggerle quel rapporto unico e prezioso.
La tematica del Maligno, che sarà presente anche ne "La Nona Porta", viene affrontata con toni decisamente inquietanti e surreali.
Un film angosciante come pochi, un horror atipico, tutto giocato a livello psicologico e senza l’uso di scene a tinte forti.
Mi ha letteralmente terrorizzata quel palazzo dei misteri che sembra quasi un’entità dotata di vita propria e pronta a inghiottire chiunque vi entri, mi hanno soffocato tutte quelle continue incursioni da parte dei vicini, premure le loro tanto fastidiose quanto terribili nella loro falsa gentilezza.
Una piccola curiosità, nel film il bambino nasce non a caso il 6 Giugno del 1966 ovvero 666, che nella Bibbia identifica il numero della bestia.
Come detto bravissima Mia Farrow ma una citazione va anche a Ruth Gordon che per il ruolo della diabolica e invadente vicina vinse un meritatissimo Oscar come miglior attrice non protagonista.
Consiglio anche la lettura del libro di Ira Levin.
 
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view post Posted on 17/4/2020, 11:29     +1   -1
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L'inquilino del terzo piano di Roman Polanski (1976)

Thriller ossessivo e paranoico che, minuto dopo minuto, avvolge lo spettatore in una spirale di angoscia e inquietudine.
Simile a Rosemary's Baby sotto alcuni punti di vista (il misterioso palazzo, i vicini invadenti, la fredda ambientazione) trovo che sia di gran lunga più terrificante.
Sia la storia che i personaggi ricordano molto Hitchcock e il finale lascia posto a ogni tipo di interpretazione personale, oltre a essere degno di una pellicola che tiene in ansia dal suo inizio alla sua fine.
Realizzazione tecnica perfetta.
 
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