Go Nagai Net

Daitarn origini

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 23/2/2021, 12:58     +2   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


Daitarn Origini



ima0233



1
Il mio nome è Koros

Lo devo uccidere! Lo devo uccidere!
Ripeteva la piccola Koros mentre ammucchiava nervosamente la sabbia con le mani; il rumore del mare le dava fastidio.
Lei avrebbe potuto fare tante cose, sentiva dentro di se una grande creatività, avrebbe voluto costruire un maestoso castello…con la sabbia, ma non aveva nemmeno un piccolo secchiello ne una paletta.
Il bambino vicino a lei invece aveva un secchiello bellissimo ma era un incapace e l’unica cosa che sapeva fare erano ammassi informi gettando sabbia sulla sabbia.
A dividerli era il secchiello. A dividerli era l’abilità. A dividerli era un grosso masso sulla sabbia.

Koros ora stava edificando il suo maestoso maniero con la sabbia, con il secchiello.
Il grosso masso era sporco di sangue!

-----------------------------------------------

La devo uccidere! La devo uccidere!
Si ripeteva Koros. Aveva solo dodici anni ed era costretta a vivere in uno scantinato insieme alla madre e ai suoi due fratellini, nonostante la nonna possedesse quell’immensa villa.
Sua nonna, che non aveva mai perdonato alla figlia di aver sposato un uomo che lei disapprovava, un uomo che poi l’aveva lasciata.
Ma è davvero tanto importante per gli esseri umani innamorarsi e accoppiarsi? Si domandava Koros.

La luce che trapelava dalle ampie finestre dell’attico riempiva l’intera stanza. Tutto era diverso ora, la nonna era morta!!
Basta poco quando si è avanti con l’età, il cuore è compromesso e si ha un forte raffreddore. La nonna aveva bevuto troppa camomilla!!

-------------------------------------------------------
Lo devo uccidere! Lo devo uccidere
Ripeteva Koros. Lei non aveva mai capito perché uomini e donne si cercano, perchè uomini e donne si amano, ma aveva voluto sperimentare anche quell’esperienza, con quel ragazzo, nonostante lo ritenesse un essere inutile, molto più stupido di lei, come quasi tutti.
Eppure quell’idiota l’aveva messa alla berlina davanti a tutta la scuola, l’aveva umiliata diffondendo voci poco edificanti sul suo conto e compromettendo le sue possibilità di entrare in un prestigioso college, nonostante la sua media elevata. Una media che lui non avrebbe mai potuto sognare.
Per quell’insignificante ragazzo esisteva solo la sua auto sportiva…è stato giusto che ci morisse dentro in quell’incidente!!!

-------------------------------------------------------------

La devo uccidere! La devo uccidere!
Ripeteva Koros a denti stretti. Nonostante i voti eccellenti, quell’insulsa grassona della presidenza di facoltà aveva respinto la sua domanda per fare da assistente al professore, adducendo come scusa che era solo al secondo anno. Nessuna regola proibiva formalmente ad uno studente del secondo anno di svolgere l’incarico di assistente, soprattutto se aveva una media tanto alta. Nessuna regola scritta, solo la consuetudine, la presa di posizione di quell’insulsa grassona repressa che valeva la metà di lei. Se solo non ci fosse stata, se solo fosse morta, nessuno l’avrebbe pianta.
E infatti nessuno l’ha pianta!

------------------------------------------------------------------

Li devi uccidere! Li devi uccidere!
Questo era l’ordine con cui Koros aveva programmato Don Zauker.
Nonostante fosse laureata in medicina, da quando era giunta sulla colonia marziana aveva affiancato il professor Haran Sozo, un brillante ricercatore di cibernetica, e l’aveva assistito nella creazione di quell’essere prodigioso. Di quell’arma bellica dalla devastante potenza!
Don Zauker era un simbolo, con il suo mantello scarlatto Don Zauker era il paladino della colonia marziana. Tutti amavano Don Zauker, tant’è che il team scientifico ne aveva anche rimodellato il volto che da uno scheletro di metallo aveva assunto dei lineamenti simili a quelli un uomo ed ora era anche capace di espressioni facciali.
Dotato di una rivoluzionaria neuro corteccia che lo rendeva simile ad essere pensante quasi del tutto autonomo (e comandabile dall’esterno soltanto attraverso un particolare dispositivo di controllo) e di un corpo d’acciaio impenetrabile, Don Zauker aveva contribuito a sedare numerose rivolte ed era stato impiegato con successo dall’esercito anche contro i pericolosi secessionisti del side di Deimos. Da solo Don Zauker era in grado di tenere testa ad un intero battaglione e lei, Koros, aveva contribuito a crearlo, aveva assistito il professor Haran, quell’uomo così diverso dagli altri, un uomo eccezionale, un uomo che credeva in lei!
Possibile però che mentre loro erano intenti a rivoluzionare la scienza. potevano continuare ad esistere individui così infimi e superficiali come i due adolescenti che Koros sentiva amoreggiare nel modulo abitativo dalla cabina confinante con la propria?
s--kor
Koros

imageedit_60_6172107600115d
Don Zauker (prototipo)
--------------------------------------------------------------------------


La devo uccidere! La devo uccidere!
Si ripeteva Koros. Lei aveva dato tutta se stessa a quell’uomo, il suo corpo, il suo spirito!
La stessa scienza che aveva dato vita a Don Zauker infatti aveva generato protesi e organi artificiali perfetti e in grado di essere impiantati nel corpo umano senza nessun pericolo di rigetto, ma il piano del professor Haran era molto più ambizioso.
Le sue ricerche avevano avuto un’applicazione per lo più militare e non era raro che l’esercito terrestre richiedesse nuovi modelli di robot da guerra (nei laboratori di Marte era stato creato anche un prototipo speciale, denominato Daitarn 3 in grado di trasformarsi in tre diverse configurazioni, ma tale modello non era mai strato impiegato in battaglia o prodotto in serie), ma lo scienziato ambiva a far raggiungere alla specie umana un nuovo stadio evolutivo e renderla capace di solcare i confini del Sistema Solare e colonizzare lo spazio.
Un numero sempre maggiore di abitanti della colonia marziana avevano sostituito progressivamente le parti organiche dei propri corpi con degli impianti bionici diventando dei cyborg, mossi dal desiderio di conquistare l’immortalità e di sconfiggere la vecchiaia e le malattie; ma non sempre l’operazione di conversione aveva il risultato sperato e con il tempo gli organismi cibernetici deterioravano, in altri casi invece l’operazione rendeva i soggetti mentalmente menomati.
Haran Sozo però non si lasciava scoraggiare dagli insuccessi e portava avanti i propri studi con zelo e applicazione.
Koros affascinata dal sogno di Sozo si era offerta volontariamente come cavia e il suo corpo era stato numerose volte modificato e perfezionato. Sotto la sua pelle apparentemente umana, ormai la ragazza era simile in tutto e per tutto a Don Zauker sviluppando nei confronti della creatura un senso di attaccamento e quasi di affetto non molto dissimile da quello che provava per il suo creatore.
Koros si sentiva gratificata a spogliarsi della propria umanità residua come dei vestiti per affrontare nuovamente il bisturi di Sozo. Il fatto di essere operata da lui la faceva sentire realizzata!
Al contrario la ragazza non sopportava affatto quando a mettere le mani su lei era il collaboratore di Sozo, il Professor Minamoto, un individuo viscido e debole dalle mani sempre sudate. Quell’essere così anonimo e insignificante era visto da Koros come un intruso, un’invadente terzo incomodo tra lei e il suo professore.

Ciò in cui Koros si imbattè successivamente però la sconvolse molto di più minando le fondamenta della sicurezza che si era costruita : apparentemente niente di che, una semplice videochiamata che il professor Haran aveva fatto alla moglie, gravemente malata.
Il tono premuroso e accorto con cui il professore si rivolgeva alla moglie provocò in Koros un forte senso di disagio e disgusto, provocandole la pelle d’oca e conati di vomito che la costrinsero ad abbandonare di corsa dal laboratorio.
Una parola in particolare continuava a risuonare nella testa della ragazza : “anata” appellativo confidenziale con cui in Giappone i coniugi sono soliti rivolgersi l’uno all’altro. Anata, anata, Haran Sozo chiamava sua moglie anata!
Di fatto Koros non aveva mai saputo molto sulla famiglia di Sozo se non che poco meno di un anno prima aveva perso il figlio maggiore, probabilmente a causa proprio di una complicazione post operatoria. Il fatto però che il professore, il suo professore, mostrasse una tale confidenza con un’altra donna era per Koros insopportabile, insopportabile come l’aver capito che le continue operazioni a cui l’uomo l’aveva sottoposta avevano la finalità di perfezionare il corpo robotico in cui convertire la moglie al fine di salvarle la vita.
Dopo aver corso a perdifiato fino a raggiungere il laboratorio sotterraneo, Koros cadde in ginocchio. Alzando lo sguardo la donna si trovò di fronte a Don Zauker a riposo e collegato alla propria tecno sedia per l’autoalimentazione.
Fissando lo sguardo inespressivo dell’essere di metallo, Koros non potè fare a meno che sussurrargli : “anata”!

L’idea della moglie di Sozo era diventato un chiodo fisso che continuava a tormentare la ragazza, finchè un giorno questa sopraffatta dalla gelosia decise di recarsi nel modulo abitativo del professore, sapendo bene che lo scienziato era al centro ricerche.
Con la pistola laser stretta in pugno, Koros entrò nella camera da letto della signora Haran. Scostando le tende del letto a baldacchino la ragazza si trovò così di fronte alla sua rivale, una donna bionda e dal volto bellissimo sebbene emaciato dalla lunga malattia.
Le due donne si fissarono negli occhi e la signora Haran sorrise alla ragazza per nulla stupita dalla sua presenza.
Fu allora che Koros realizzò : le continue operazioni a cui l’aveva sottoposta Sozo l’avevano resa a tutti gli effetti un alter ego della signora Haran, non solo nel corpo, ma anche nella mente. Ormai le due donne erano come un’unica entità e Koros un’appendice funzionale alla sopravvivenza dell’altra. Che senso avrebbe avuto quindi sparare a se stessa?

Lasciato il modulo abitativo degli Haran, Koros gettò la pistola per andare a nascondersi mestamente nella propria cabina.
Nello stato d’animo in cui si trovava, le voci della coppia dell’appartamento vicino le apparivano più insopportabili del solito, ma qualcosa stranamente destò anche la sua curiosità.
Uscita del corridoio e avvicinatasi alla porta adiacente semiaperta, Koros scoprì che il ragazzo che era solito amoreggiare a due passi da lei altro non era che Banjo, il figlio minore del professor Haran.
Il ragazzo era solito usare l’appartamento, a cui aveva libero accesso grazie all’influenza del padre, come garsoniere per i propri fugaci incontri con le ragazze. La sua compagna di divertimenti della serata però appariva ben poco divertita accusandolo di averla tradita e minacciandolo di raccontare tutto.
Koros riconobbe la ragazza, era Kasha la nipote del generale Jamitov, uno degli uomini più influenti della colonia.
Una situazione simile avrebbe provocato non pochi problemi al professor Sozo e Koros non poteva permetterlo.
Mentre Kasha in preda a tutte le furie aveva preso il corridoio rincorsa da Banjo, lo sguardo fermo di Koros la fissava intensamente…

Il giorno dopo fu ritrovato il corpo di Kasha Jamitov, precipitata accidentalmente da uno dei ponti della colonia.

------------------------------------------------------------------------------------

Dovete ucciderli! Dovete ucciderli!
Questo era l’ordine impartito dal colonnello Bask ai suoi uomini.
La colonia di Marte era diventata ormai zona di guerra. Tutto era accaduto molto rapidamente, dapprima alcuni piccoli gruppi di dissidenti che, ritenendosi superiori agli altri abitanti per il corpo meccanico acquisito, si erano resi colpevoli di alcuni violenti atti di terrorismo; successivamente il seme della ribellione aveva germogliato in tutto il pianeta, specialmente nei ranghi dell’esercito che con il tempo aveva preso le redini della rivoluzione.
Le vari cellule di rivoltosi si erano piano piano amalgamante in un’unica organizzazione che reclamava l’indipendenza dalla Terra, un gruppo di questi si era addirittura dato il nome di Cavalieri di Don Zauker, anche se il nome più comune con cui i cyborg avevano ribattezzato la propria condizione era Meganoidi.
Koros odiava il nome Meganoidi, gli suonava ridicolo e pacchiano, come odiava che i militari da sempre si fossero appropriati delle ricerche sue e di Haran Sozo solo per accrescere il proprio potere.
Ma fu proprio l’ultima scoperta dello scienziato a costituire la goccia che aveva fatto traboccare il vaso : gli esperimenti fatti sui robot da guerra dotati di interfaccia neuronale avevano permesso di apportare una modifica rivoluzionaria al cervello artificiale dei cyborg rendendoli capaci di accrescere le proprie dimensioni e trasformarsi in terrificanti giganti di acciaio senzienti, giganti a cui la ribellione aveva dato il nome di Megaborg.
Il caos ormai regnava sovrano sul pianeta rosso, quelle che un tempo erano delle divise dell’esercito regolare ora erano diventate le uniformi dei violenti secessionisti che grazie alla loro maggiore potenza bellica giorno dopo giorno decimavano e schiavizzavano la popolazione civile della colonia il cui tenue movimento di resistenza poco poteva contro la furia dei meganoidi.
Ogni giorno soldati dalla divisa azzurra, dalla maschera di lattice che li rendeva tutti uguali e dai vitrei occhi rossi, faceva fuoco su poveri innocenti.
Anche il laboratorio centrale era stato espugnato!

Koros fuggita miracolosamente alle truppe megaidi, corse a perdifiato verso il modulo abitativo del professor Haran.
Lo spettacolo che le si palesò davanti agli occhi la fece rabbrividire : il professore crivellato di colpi era accasciato sul corpo della moglie morta. Le tende del baldacchino erano logore di sangue, che colava anche dai bordi del letto.
E dire che mancava ancora poco! Il corpo meccanico che avrebbe regalato alla donna una nuova vita, salvandola dal male che la condannava era stato perfezionato! Gli esperimenti a cui era stato sottoposto il corpo di Koros, ormai sempre più simile a quello di una perfetta bambola di porcellana, erano infine stati inutili!

Il professor Sozo, tossendo sangue sulle lenzuola, invoca con un filo di voce il nome di Banjo intimandogli di fuggire, proprio mentre le grida del ragazzo, entrato di corsa nel modulo abitativo, si facevano sempre più vicine.
Il professore e sua moglie avevano organizzato la fuga del figlio a bordo di un’astronave di modello Mother (dotata di un sistema centrale automatizzato sviluppato dal prototipo della neuro corteccia di Don Zauker), su cui era stata caricata anche un’ingente quantità di oro estratto dalle colonie marziane e sottratto a Mr Weener un infido dirigente della World Banca in combutta con i secessionisti meganoidi.
A bordo del razzo, programmato per raggiungere la Terra, dove Banjo avrebbe potuto trovare riparo nella vecchia villa di famiglia gestita del fedele maggiordomo Garrison, era stato caricato anche il robot trasformabile Daitarn 3 utile al ragazzo nel caso in cui si fosse reso necessario combattere durante la fuga. Un modello ormai superato e dalle prestazioni limitante, la cui perdita non avrebbe costituito un grande danno per i partigiani anti meganoidi.

Perché Banjo era tornato indietro anzicchè recarsi allo spazioporto periferico come gli aveva indicato la madre? In questo modo il ragazzo si era condannato da solo! ma forse no, se fosse fuggito subito magari avrebbe avuto ancora una possibilità di sopravvivere!
Sozo però non aveva più fiato per gridare al figlio di scappare e questo in ogni caso non gli avrebbe dato ascolto perché lo odiava ed era interessato unicamente alla sorte della madre.
Koros prese la mano sanguinante di Sozo e chiuse gli occhi. La sua voce risuonò nella testa di Banjo come quella di sua madre incitandolo a fuggire e a raggiungere la Terra con la nave Mother su cui era stato caricato da oro da permettergli di vivere in pace per sempre.

La calda voce della signora Haran accompagnò il figlio per gli stretti e lisergici corridoi della fuga, incitandolo a non voltarsi indietro e conducendo il ragazzo, sempre così spavaldo e ribelle, ma ora quanto mai indifeso e sofferente, verso la salvezza.
banj_0
Banjo

Del resto Koros altro non era che un surrogato della moglie di Sozo e come tale aveva agito adempiendo alle ultime volontà della donna.

Il cadavere del professor Sozo era disteso su un lettino del laboratorio sotterraneo, alla sua testa erano collegati dei cavi che ne stavano trasferendo la coscienza alla nuova neuro corteccia, ultima fatica dello scienziato.
Koros, amorevolmente e scrupolosamente, stava supervisionando il backup delle memorie di Haran Sozo al gigantesco cervello artificiale, molto più grande del precedente modello, talmente grande da non poter essere inserito della scatola cranica di Don Zauker ma di dover essere innestato al di sopra di questo attraverso una cupola di vetro sferica.
L’operazione era comunque riuscita, ormai entrambi gli “anata” erano riuniti in un unico essere, un essere con cui Koros poteva comunicare grazie al dispositivo di controllo, una pietra venata simile ad un piccolo gioiello che si era incastonata nella fronte.

Grazie alla nuova neuro corteccia Don Zauker aveva acquisito la capacità di ingigantirsi come i megaborg, innalzandosi imponente nei cieli di Marte e scaricando la propria collera sugli esseri che avevano osato sfidarlo, le creature che si erano ribellati al loro creatore!
donS47

----------------------------------------------------------------------------------------

Koros! Koros! Sei rimasta qui al mio fianco!
Assiso sul proprio trono Don Zauker guardava la giovane assistente con i propri bulbi oculari artificiali e gialli. Nonostante l’inespressività del volto meccanico, Koros percepiva tutto il calore delle parole della creatura.
“Dov’è la moglie del professor Haran?” chiese Don Zauker
“E’ qui! Vive in me!” rispose Koros
“Dov’è Banjo?” domandò nuovamente l’androide
“Lontano dalla guerra” rispose Koros
Udendo le parole della giovane donna, Don Zauker sembrò come rasserenarsi, chiuse la sua bocca metallica e il bagliore giallo dei suoi occhi metallici si spense.
Koros si gettò piangente sul mantello purpureo che ricopriva le ginocchia del robot. “Anata!! Anata!! Non puoi lasciarmi! Ora, ora che mi hai trasmesso il tuo sogno, il sogno di rendere l’umanità in grado in solcare lo spazio e portare la propria stirpe su altri pianeti! Anata rispondimi!! Anata rispondimi!! “

-------------------------------------------------------------------------------------------------

Nella sala del trono, il cui pavimento era cosparso dai resti di scheletri metallici, erano radunati in ginocchio i comandanti meganoidi sconfitti e riportati all’obbedienza dall’eccelso Don Zauker.
Al fianco dello scranno dorato su cui sedeva l’imperatore dei megaborg, sempre avvolto dal proprio manto, c’era Koros che ora indossava anche lei un mantello viola e si rivolgeva ai subalterni con un tono fermo e autoritario.
“Noi meganoidi siamo superiori alla debole razza umana e come tale abbiamo il diritto e il dovere di asservire la carne al credo dell’acciaio! Ben presto il nostro impero avrà ragione della resistenza del decadente governo centrale della Terra che ci vorrebbe sottomessi ai suoi interessi!!”
“Aura Don Zauker!!” rispose l’esercito.

La rivoluzione dei meganoidi che aveva distrutto la famiglia Haran e minato il grandioso progetto di Haran Sozo, ormai era sedata, ma l’impero avrebbe potuto rivelarsi il mezzo più idoneo per realizzare quel fantastico progetto e questo Koros lo sapeva bene!
La Terra, un nemico fastidioso ma anche un’inesauribile fonte di materie prime e di soldati da coltivare per sviluppare una nuova razza, la razza evoluta capace di colonizzare il cosmo tanto anelata da Sozo.
Questo era l’imperativo di Koros e lo scopo della sua vita!!
11-ntil
Don Zauker l'imperatore dei megaborg
kor---
Koros "regina"


Edited by GOTAN X - 12/11/2021, 17:31
 
Top
view post Posted on 23/2/2021, 13:01     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501
 
Top
view post Posted on 23/2/2021, 19:51     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


2
Il grande amore di Haran Banjo


imageedit_84_7527935763
Haran Banjo

“Banjo svegliati!” “Allora Banjo vuoi svegliarti’!”
Come tutte le mattine, Kasha Jamitov era andata nel modulo abitativo dell’amico di infanzia Haran Banjo ed era stata praticamente costretta a buttarlo giù dal letto per non fare tardi a scuola.
“se solo non facessi sempre le ore piccole in giro per locali” diceva sempre Kasha
“se solo la smettessi di scocciami” ribatteva Banjo.

Prima di uscire di casa Banjo si affacciò alla camera della madre, molto malata che passava la maggior parte della giornata a letto, e la salutò. La signora augurò di passare una buona giornata al figlio senza alzarsi e rimanendo così coperta dalle tende del letto a baldacchino.
Il fatto di non aver potuto vedere la madre in viso, innervosì particolarmente Banjo.
“Quel dannato di mio padre passa tutto il tempo in laboratorio a fare i suoi esperimenti, eppure mia madre non si è degnata nemmeno di guardarmi mentre uscivo. Io che sto tutto il tempo vicino a lei. Sono sicuro che se ci fosse stato mio padre al mio posto, lei , malata o meno, si sarebbe buttata più dal letto per salutarlo!!
Kasha rimbrottò Banjo per le parole dette, ricordandogli l’importanza degli studi del padre, il professor Haran Sozo, sulla creazione degli organi artificiali utili a migliorare le condizioni di tanta gente malata e non solo…Sebbene la ragazzina fosse spaventata dall’idea, sempre più persone, anche sane, decidevano di sostituire parti del proprio corpo con protesi cibernetiche, una cosa mai vista che nel giro di meno di cinque anni aveva cambiato radicalmente il modo di vivere non solo sulla colonia marziana ma anche sulla Terra.
Inoltre gli studi del professor Haran avevano dato importanti contributi anche nelle missioni di pace. Era lui infatti il creatore di Don Zauker l’imbattibile androide protettore del pianeta rosso e le industrie militari, come quelle dirette dal generale Jamitov, nonno di Kasha, gli chiedevano di realizzare sempre nuovi e più perfezionati modelli di robot combattenti.
“Forse dovresti applicarti di più se vuoi diventare un uomo all’altezza di tuo padre!” disse Kasha a Banjo.
“Che importanza ha” rispose il ragazzo, lasciando l’amica sbigottita. “in un modo che ormai ha quasi sconfitto le malattie, le macchine rendono possibile ogni cosa e la pace è garantita dall’impiego di robot invincibili, che senso ha applicarsi per diventare qualcuno? Perché affaticarsi per coltivare le proprie abilità quando basta una semplice operazione di impianto cibernetico per renderci migliori ?”
Le parole di Banjo sembravano strafottenti e provocatorie ma nascondevano una profonda amarezza, forse dovuta alla perdita del fratello maggiore, avvenuta poco tempo prima. Certo il ragazzo era stato proprio sfortunato, a dire di Banjo, a morire prima che fosse stata ultimata la diavoleria tecnologica utile a risolvere il suo problema!
png
Kasha Jamitov

Quel giorno nel modulo adibito all’istruzione scolastica il professore annunciò che una nuova alunna si sarebbe unita alla classe.
La notizia di avere una ragazza nuova in classe fomentò gli animi di molti ragazzi, diffondendo gelosia e stizza tra molte ragazze; sensazioni che si acuirono quando la nuova alunna, Aqua Greenwell, fece il proprio ingresso in classe.
I lineamenti puliti e la bellezza ingenua della ragazza, che la rendevano simile ad una bambola, attirarono l’attenzione anche del cinico Banjo che rimase come rapito a guardarla, provocando le prese in giro di Kasha.
Ioone
Aqua Greenwell

Banjo era stanco, stanco della scuola, stanco delle prediche e delle battute di Kasha e stanco del peso che il proprio cognome gli procurava. Non aveva voglia di tornare a casa preferendo bighellonare fino a tarda sera nei locali del quartiere ricreativo della colonia e se sua madre si sarebbe preoccupata per lui tanto meglio!!!
Ad un certo punto l’attenzione del ragazzo venne attirata da delle grida. Una giovane stava venendo infastidita da dei soldati.
Banjo, che aveva sempre odiato i militari con la loro boria e la loro prepotenza, colse al volo l’occasione per attaccare briga, ma procedendo verso il Juke Box vicino alla porta, dove questi si erano radunati impedendo alla ragazza di scappare, si accorse che l’importunata altri non era che Aqua la sua nuova compagna di classe!!
L’intervento di Banjo venne accolto con molta supponenza dal gruppo di cadetti che sottovalutando il giovane si limitarono a sfruttare il pretesto per divertirsi un po’ malmenandolo e prendendolo in giro (in particolare uno di loro gli ammollò con non chalance una poderosa ginocchiata alla bocca dello stomaco), ma la sua grintosa reazione li portò presto a ricredersi. In breve nel locale si scatenò una rissa nonostante le continue e ignorate richieste di Aqua di finirla.
Banjo, rialzatosi da terra e pulitosi con la manica il sangue che gli usciva da un lato della bocca, afferrò il polso di Aqua e la trascinò fuori dal bar saltando in sella proprio ad una delle moto dei militari e partendo a tutto gas.
I soldati, saliti a propria volta sulle moto, si lanciarono all’inseguimento di Banjo per le trafficate reti stradali della colonia marziana.
Nonostante Banjo non avesse mai pilotato un veicolo simile prima di allora, mostrò tutta la sua abilità, riuscendo a far scontrare tra loro e a mandare fuori strada due dei suoi inseguitori. Il terzo allora, innervositosi, premette un pulsante sullo sterzo del proprio veicolo facendo fuoco contro Banjo. L’altro motociclista rimasto, ammonì severamente il compagno per quanto aveva fatto, ma ormai era troppo tardi : il computer della moto di Banjo rispose alla raffica di mitra azionando il dispositivo di trasformazione.
In un attimo il veicolo rosso assunse la configurazione di un piccolo robot antropomorfo!! Dopo aver superato il primo momento di stupore per l’incredibile situazione in cui si trovava, Banjo si sentì fomentato più che mai e, afferrato il guard rail con le mani meccaniche, ne staccò una parte per usarla come arma contundente contro i due inseguitori.
I due soldati, colpiti in pieno, non fecero in tempo ad azionare la trasformazione dei propri veicoli e vennero scaraventati fuori strada giù nel crepaccio.
imageedit_94_2214651585imageedit_97_4775949866

Riassunta la configurazione veicolo, la motocicletta proseguii la propria sfrenata corsa. Banjo accostò la moto vicino al marciapiede e invitò la ragazza a scendere per prendere qualcosa ad un bar.
Aqua, per nulla interdetta o spaventata dall’avventura appena vissuta, si limitò a chiedere a Banjo se secondo lui l’uso della forza in quella situazione fosse stata la scelta migliore.
Il ragazzo, senza troppo scomporsi, rispose di non essersi posto troppe domande a riguardo e rinnovò l’invito ad Aqua che però si congedò da lui affermando che era tardi e che doveva sbrigarsi a tornare a casa.
“Dai conosco un modulo abitativo dove potremmo spassarcela!” insistette Banjo “si non è proprio mio, ma grazie all’influenza del mio vecchio..” , la ragazza però aveva ormai voltato l’angolo.
Banjo si morse il pollice domandandosi se per caso non fosse stato un po’ troppo villano con lei coinvolgendola in una corsa simile senza neanche chiederle se stava bene!
Va bene, poco male, dice Banjo tra se e se, avrà anche perso una ragazza ma in compenso aveva guadagnato una fantastica moto in grado di trasformarsi in robot!! Con questa poteva rimorchiare quante ragazze voleva e sicuramente avrebbe trovato qualcuno da portare nel modulo abitativo!!

Il giorno successivo a casa Haran, a pranzo era presente anche il padre Sozo.
La tavola era riccamente addobbata e adornata con candele profumate. La signora Haran si era alzata dal letto e, accompagnata da una domestica, aveva preso posto a tavola.
Banjo fu quanto mai indispettito dalla cosa. Proprio oggi che c’era il padre la mamma si era alzata dal letto, tutti gli altri giorni invece lui doveva mangiare da solo!!
Ad inasprire ulteriormente il ragazzo arrivarono i rimproveri del padre, sempre pronto, quelle rare volte che c’era, a redarguirlo per la propria condotta e per le bravate che combinava.
Banjo, alzatosi da tavola afferrò una sedia vuota e la girò appoggiando le braccia incrociate sullo schienale.
“Banjo quello è” disse allarmata la madre, “lo so è il posto vuoto di mio fratello!” rispose il figlio aggiungendo che non vedeva la necessità di lasciare un posto a tavola per una persona ormai morta!
Ad un ulteriore ammonimento del padre di comportarsi a modo, Banjo dette un calcio alla sedia facendola cadere e poi rimproverò al genitore di essere stato proprio lui la causa della morte di suo fratello. “ora che non c’è più ci tieni alla sua sedia vuota, ma quando era vivo tu non hai potuto fare a meno di sottoporlo alle tue cure sperimentali ottenendo l’unico risultato di ucciderlo!!
“Banjo!! gridò rabbiosamente Sozo
“ Se il mio comportamento non ti va bene perché non mi installi qualche transistor per regolarmi come ti va più a genio?” rispose il figlio lasciando la sala pranzo.

Tra i coniugi Haran si creò un clima di grande tristezza.
“perdonalo Anata” disse la donna “ se solo non fossi malata, tutto questo non sarebbe successo!!”
“Non dire così” ribattè lui , “non l’ho operato solo per mettere a punto nuovi organi artificiali da impiantarti, ma perché fosse il primo modello di un uomo nuovo!!”
“Per fortuna Banjo non sa che suo fratello non era malato e non necessitava di nessuna operazione!” concluse la donna.

Banjo intanto stava sfogando i propri nervi lanciandosi in una corsa sfrenata sulla sua nuova moto. Kasha, seduta dietro, lo ammoniva nervosamente di rallentare, senza ottenere però nessun risultato.

Dalla nave cargo appena attraccata allo spazioporto erano stati scaricati i nuovi modelli di robot destinati alle forze di difesa sotto il comando del generale Jamitov. Kasha ne era oltremodo eccitata. I nuovi automi avevano una mobilità degli arti in tutto e per tutto simile a quella di un esser umani, le mani prensili ed erano equipaggiati con un pesante scudo, un mitra e una spada a lama di energia.
L’entusiasmo della ragazza però non era per nulla condiviso da Banjo che sosteneva che la sua moto era molto meglio di quegli scafandri con le gambe!
Le parole di Banjo provocarono una piccata reazione di Kasha a cui il ragazzo non diede peso, dando gas alla propria due ruote e partendo.

I movimenti del giovane Haran erano però tenuti sott’occhio da qualcuno, nascosto dietro alla veneziana di una delle finestre dello spazio porto.
Si trattava del generale Jamitov, informato da un sottoposto del fatto che il ragazzo si era fortuitamente impadronito di una delle nuove moto da combattimento durante una rissa con dei soldati in un locale la sera prima.
L’ufficiale incarica il proprio sottoposto di seguire Banjo e di recuperare la motocicletta stando però ben attento a non uccidere il ragazzo in quanto figlio dell’illustre professor Haran Sozo.

I modi brutali e sbrigativi degli agenti designati però diedero luogo ad altri due rocamboleschi inseguimenti notturni, il secondo dei quali sfociò in un nuovo combattimento tra robot.
Se la prima volta Banjo si era limitato a seminare alcune moto dell’esercito, approfittando del traffico, la seconda volta non potè evitare di trasformare nuovamente la propria moto in robot e affrontare i propri inseguitori che stavolta non si lasciarono prendere di sorpresa azionando a propria volta la configurazione antropomorfa.
I militari erano molto più bravi di Banjo a manovrare i robot e questo era riuscito a scampare in extremis alla cattura, riportando però consistenti danni al veicolo (ma riuscendo anche ad infliggerne agli avversari).

Gli scontri tra robot per le strade della colonia marziana stavano diventando troppo evidenti, come i danni a strade e edifici e il generale Jamitov pertanto doveva risolvere la questione definitivamente quanto prima.
imageedit_101_7228531521
Generale Jamitov

Seduto al banco di un bar tutto ferito, Banjo stava mandando giù tutto di un fiato un bicchiere di liquore quando notò Aqua seduta all’estremità dello stesso bancone.
Il ragazzo le si avvicinò cominciando a parlarle, cercando, seppur goffamente e con la consueta sbruffoneria di scusarsi per la brutta avventura in cui l’aveva coinvolta la sera prima e invitandola nuovamente a fare corsa in moto con lui.
La ragazza sorprendentemente accettò e i due saltarono in sella, partendo a tutto gas.

La compagnia di Aqua sembrava dare a Banjo un senso di serenità tanto dalla rabbia che aveva dentro quanto dalle ferite che aveva sul corpo, come grande è la serenità che gli infondeva la vista dall’alto della colonia marziana illuminata dalle luci della notte.
“Non credi che questo sia meglio che combattere?” gli domandò Aqua lasciandolo stupito. Banjo non riusciva a capire come pensava e agiva quella ragazza, tanto bella quanto misteriosa, per cui sembrava tutto stranamente naturale, ma si sentiva fortemente attratto da lei.
Fu allora che i due si baciarono….

Nel mese seguente Banjo e Aqua continuarono a vedersi ogni sera, quasi clandestinamente, per le loro corse in moto, senza sapere che l’esercito li stava osservando.
Banjo aveva raccontato ad Aqua della propria vita, della passione che aveva da piccolo per la prestidigitazione e della grande rabbia che aveva provato quando aveva dovuto lasciare la Terra e i propri amici per trasferirsi sulla colonia marziana per le ricerche del padre.
Le parlava della perdita del fratello, del genitore sempre assente eppure così severo, della madre malata che gli appariva così distante e che sembrava dare più attenzioni al marito che la trascurava piuttosto che a lui che cercava in tutti i modi di esserle vicino e di come tutto questo lo portasse ad essere sempre così arrabbiato e ribelle e a passare le serate lontano da casa, forse proprio nel tentativo di attirare l’attenzione della mamma.
Banjo sentiva che quella misteriosa ragazza lo capiva come nessuno, lei le era vicino, solo lei forse era in grado di non farlo pensare alla madre…

L’idilliaco incontro notturno venne però interrotto da un nuovo attacco delle moto robot dell’esercito e Banjo si trovò costretto a combattere nuovamente. La presenza di Aqua al suo fianco riusciva però ad infondergli un senso di pace anche durante la cruenta battaglia, tanto che Banjo non si poneva alcun dubbio su di lei, sul perché avesse accettato con tanta naturalezza di vederlo e sul perché non sembrasse mai spaventata ne turbata durante gli attacchi.

Sfuggito nuovamente ai suoi inseguitori, Banjo era ora libero di portare Aqua nel piccolo modulo abitativo di cui era solito usufruire, ma stavolta era diverso rispetto alle tante volte che ci era stato con altre ragazze. Ora era emozionato e sentiva il proprio cuore battere all’impazzata.

Quello che seguì fu sconcertante, Banjo ricevette un’amara sorpresa e scoprì finalmente com’erano quei corpi meccanici di cui aveva sempre sentito parlare, quei corpi sempre belli ed immutabili, quei corpi ..come quello di Aqua con cui gli sarebbe stato impossibile congiungersi!!
“Mi dispiace di non avertelo detto prima” disse la ragazza “rinunciare alla propria natura umana comporta anche questo. Noi siamo degli esseri nuovi creati per un domani diverso, dobbiamo distaccarci dai nostri corpi e cercare un’altra forma di appagamento. La mente non sarà più schiava delle passioni e potrà raggiungere un grado di consapevolezza superiore, proprio come auspica tuo padre!!”
Le parole di Aqua però non trovarono risposta da parte di Banjo, rannicchiato su se stesso in un lato del letto. Il ragazzo era intimamente ferito e spaventato dalla scoperta che aveva appena fatto e lei accorgendosene lasciò il modulo abitativo senza proferire parola.

“Banjo ma allora è vero!! Non posso crederci!” il ragazzo fu preso in contropiede dall’arrivo di Kasha nel monolocale. “Lo avevo sentito raccontare ma non potevo crederci..quindi tu porti qui le ragazze e…”
Banjo, traumatizzato dall’esperienza di Aqua non riuscì a sopportare l’ennesima predica di Kasha intimandole di farsi i fatti propri e di non intromettersi nella sua vita; al che la ragazza ribattè apostrofando Banjo come un egoista che in tanti anni non si era mai reso conto di quello che lei provava per lui. Banjo era solo un individuo infantile e narcisista che cercava di colmare il proprio senso di possessività verso la madre sotto la maschera del duro e del donnaiolo!!
Banjo, irritato dalle parole di Kasha le diede uno spintone, al che questa lasciò di corsa l’appartamento minacciando di dire a tutti quello che lui era solito fare e di essere quanto mai intenzionata a gettare fango sulla famiglia Haran!!
Banjo inseguì inutilmente Kasha per il corridoio chiamando il suo nome, senza accorgersi che dalla porta semiaperta di uno degli appartamenti del modulo qualcuno li stava osservando…

Il giorno dopo fu ritrovato il corpo di Kasha Jamitov, precipitata accidentalmente da uno dei ponti della colonia. Il corpo della ragazza era circondato dalla polizia che aveva delimitato l’area cercando di tenere lontani i curiosi.
In mezzo alla folla, Banjo stava fissando con gli occhi sbarrati il cadavere della sua amica di infanzia, della persona con cui si era lasciato tanto male la sera prima. In lui prese il sopravvento il dolore, poi l’angoscia, infine la rabbia.
Erano stati sicuramente quei bastardi dell’esercito ad uccidere Kasha, gli stessi che da tempo lo stavano perseguitando per recuperare la moto!

Salito il sella alla due ruote, Banjo si lanciò all’attacco della stazione di comando delle forze di difesa.
La motocicletta trasformata in robot sfondò la paratia d’acciaio dei laboratori militari incrociando il fuoco con le forze armate e con le decine di unità simili alloggiate in quel luogo.
Banjo si sentiva trasportato da una rabbia cocente, il suo sguardo era annebbiato da un velo sanguineo.

A battaglia conclusa, la moto robot di Banjo era ridotta ormai solo ad un rottame, come rottami e cadaveri erano l’unica cosa ormai presente nell’edificio.
Mentre il rumore delle sirene della polizia risuonavano da lontano, Banjo si trascinava fuori dalla carcassa del robot, strisciando per terra e riuscendo a fatica a rimettersi in piedi.
Tra i macchinari distrutti e le paratie dilaniate dalle esplosioni , il ragazzo scorse quella che gli sembrava l’entrata di un laboratorio segreto anch’esso distrutto e coinvolto nello scontro a fuoco.
Qui vi era una capsula di vetro in mille pezzi da cui sgorgava un liquido verdastro e in mezzo a questo c’era il corpo crivellato di Aqua che lasciava intravedere i circuiti interni.
Banjo corse verso la ragazza e la prese tra le braccia implorandola di svegliarsi. Aqua aprì i suoi occhi e mise a fuoco l’immagine di Banjo.
Avrebbero potuto essere felici, la natura li aveva fatti nascere simili, la scienza dell’uomo li aveva resi diversi.
Con un filo di voce, prima di spirare Aqua sussurrò : “ma che cosa ho fatto!!”


Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:15
 
Top
view post Posted on 24/2/2021, 20:57     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


3
L'ultimo uomo di Marte


Gli alti papaveri dell’esercito erano seduti ad un tavolo rotondo immersi nella semioscurità a discutere dell’esito della guerra.
Ormai sarebbero bastate poche per occupare il palazzo centrale dove aveva sede il governo della colonie marziana, decine di corazzate avevano occupato i cieli e inoltre c’erano le Turtleship a presidiare lo spazio al di fuori dell’atmosfera.
Era questione di tempo e i meganoidi avrebbero vinto comunque e all’occorrenza c’era la possibilità di trasformarsi in megaborg, motivo per cui il generale Jamitov riteneva l’utilizzo delle testate nucleari una mossa azzardata e inutile.
Il colonnello Bask però la pensava diversamente : il figlio del professor Haran era riuscito a fuggire dal pianeta a bordo di una nave Mother portandosi via una grande quantità di oro estratto dalle miniere ed era riuscito a forzare il blocco posto da quell’incapace di Wenner. Non era il caso di commettere altri errori!
Detto questo, Bask fece trascinare all’interno della sala riunioni un uomo malconcio e brizzolato a cui era stato fatto indossare un collare a elettroshock. Si trattava di Minamoto, uno degli assistenti del professor Haran che aveva aiutato Banjo nella fuga. Il suo gruppo di resistenza era stato decimato e lo scienziato fatto prigioniero.
“Individui come questo possono vivere o morire a mio piacimento!” affermò Bask aggiungendo che sarebbe stato divertente farlo lavorare come una bestia da soma nelle miniere o nel laboratorio di assemblaggio delle macchine da guerra o utilizzarlo come bersaglio per la “caccia all’uomo”, ma che in simili circostanze era meglio tenerlo sotto chiave per evitare ulteriori sorprese.

Il colonnello Bask ora era in piedi alle spalle del generale Jamitov, seduto sulla propria poltrona e rivolgeva all’anziano ufficiale parole di scherno : “so bene che nessuno più di lei odia la famiglia Haran e che non ha dimenticato che sono stati proprio loro a provocare la morte della sua nipotina Kasha, ma ora deve cedere il passo generale!” Il corpo di voi vecchi non è in grado di reggere una conversione maggiore rispetto alla semimeccanizzazione degli organi, ma il futuro della rivolta è nelle mani di noi megaborg!!”
Jamitov sapeva di non potersi opporre al violento collega, ma era ben consapevole che uomini come lui avrebbero finito per distruggere Marte seminando cadaveri da ambedue le fazioni.
imageedit_115_8873197715__1_

Colonnello Bask

Rinchiuso nella propria cella e rimasto solo, Minamoto non aveva potuto fare a meno di riflettere sulla propria condizione. Era un abile scienziato, il braccio destro del professor Haran e se solo si fosse sottoposto all’operazione di conversione, ora avrebbe potuto fare parte dei conquistatori. Qualcosa però gli aveva impedito di operarsi e di diventare un cyborg quando ancora era in tempo, nonostante i numerosi inviti di Sozo.
Minamoto aveva paura, paura di rinunciare al proprio corpo e soprattutto ai piaceri che questo poteva dargli. Era un ipocrita, aveva sottoposto numerose cavie ai più svariati esperimenti, aveva visto numerosi casi di morti per rigetto, ma non voleva assumersi la responsabilità di diventare anche lui come una delle sue creature.
Amava le donne! Sua moglie era morta da diversi anni e li su Marte ne aveva avute molte, approfittando anche del proprio prestigio e delle possibilità economiche che questo gli garantiva. Diventare un cyborg avrebbe significato rinunciare alle donne, ai liquori, al cibo. Perdere ogni sensibilità corporea per assurgere ad un sedicente stato di creatura più evoluta.
Forse se lo avesse fatto, ora non si sarebbe trovato ridotto in schiavitù e la sua vita non sarebbe stata in pericolo. Ma ormai era troppo tardi!!
imageedit_118_6576827464_0
Minamoto

---------------------------------------------------------------------------

Don Zauker ingigantitosi, incombeva minaccioso nel cielo di Marte; la sua furia era inarrestabile e sotto i suoi colpi caddero le navi corazzate che assediavano il palazzo centrale.
Ben due megaborg trovarono la fine del vano tentativo di fermare il colossale essere e loro teste furono schiacciate e liquefatte dalle sue mani meccaniche attraversate da scariche elettriche.
Al colonnello Bask non restava che scendere in campo di persona.
Salito al centro della piattaforma della macromacchina fu sottoposto all’irradiazione energetica dei ripetitori distaccati dai quattro lati.
Il corpo di Bask si ingigantì, mutò, venendo ricoperto da una terrificante armatura meccanica.
imageedit_111_9028291283

Megaborg Bask

Il megaborg Bask, le cui dimensioni erano di poco inferiori a quelle di Don Zauker, stava fronteggiando il proprio avversario in uno scontro serratissimo. Facendo ruotare di 360 gradi la propria testa, dai cui lati partivano due lunghe lame, Bask si lanciò come un ariete squarciando parte del mantello rosso di Don Zauker, ma l’attacco non riuscì a raggiungere nessun centro vitale.
Don Zauker riversò sul nemico le potenti scariche generate dalle mani, poi gli affondò una di esse nel torace. Don Zauker aveva estratto dallo squarcio nel petto di Bask il suo generatore centrale ancora attaccato ai cavi che lo connettevano al resto della struttura, poi lo stritolò tra zampilli di densa sostanza oleosa che tanto somigliava a sangue.
Il megaborg Bask precipitò al suolo deflagrando in un grande fungo atomico!

La perdita di uno dei propri leader principali provocò disorientamento e terrore tra le fila meganoidi. Don Zauker, il mitico protettore di Marte, l’essere a cui avevano sempre anelato e da cui avevano avuto origine era li davanti a loro in tutta la sua magnificenza.
Molte astronavi dei rivoltosi si ritirarono dallo schieramento, alcuni soldati gettarono le armi, altri cominciarono a combattere a fianco di Don Zauker contro i loro stessi compagni.
Determinante fu però la scelta del generale Jamitov, che ordinò alle Turtleship in orbita di ritirarsi e alle corazzate all’interno dell’atmosfera di Marte di cessare l’attacco.
In breve il resto delle truppe rimasto fedele a Bask fu costretto alla resa.

La porta metallica della cella in cui era stato rinchiuso Mimanoto si sollevò, lasciando trapelare la luce che ridestò lo scienziato che se ne stava accucciato in un lato della stanza.
Dei soldati meganoidi fecero alzare Minamoto e lo condussero verso l’uscita dove lo aspettava una donna dalla carnagione bianca e dai capelli rossi che portava sulle spalle un mantello viola.
Nonostante i lineamenti diversi, perfetti e cesellati, Minamoto riconobbe i suoi occhi : era Koros l’assistente del professor Haran Sozo!!!

Il resto successe molto in fretta : le truppe fedeli a Don Zauker occuparono il palazzo centrale, i capi rivolta in grado di trasformarsi in megaborg si sottomisero a lui ottenendo il grado di comandanti del governo appena formato.
I vecchi gerarchi e gli scienziati, che non avevano ricevuto la conversione totale del proprio corpo, vennero insigniti del titolo di Guardie Imperiali. Contraddistinte dal titolo di Don come il loro signore, le Guardie Imperiali indossavano degli abiti diversi da quelli dei comandati militari : al posto delle corazze chiuse in vita dalla cintura con la K di kommander impressa delle toghe rigate e delle cinture triangolari più leggere, sulle loro spalle un lungo mantello e un elmo tondo con due piccole corna laterali (proprio come quelle di Don Zauker) sulla testa.
Il generale Jamitov ora si chiamava Don Haun ma, nonostante avesse avuto la saggia idea di sottomettersi al più forte, non aveva dimenticato la ferita che affliggeva il suo animo.
Tra i tanti era uno dei pochi a sapere : nella neuro corteccia di Don Zauker risiedeva, seppur in catalessi, la coscienza di Haran Sozo e la suprema Koros che dava ordini in sua vece, “interpretando” i mugugni che emetteva regolarmente, era la sua vecchia assistente di laboratorio.
Gli Haran che avevano provocato la morte della sua cara nipotina Kasha ora comandavano Marte e il neo nato impero meganoide e, sebbene ora per lui era meglio servirli, Don Han avrebbe aspettato l’occasione per vendicarsi!

Nel frattempo Koros aveva condotto Minamoto nel laboratorio sotterraneo dove giacevano, su file di tavolini operatori, numerosi corpi, alcuni vestiti con la classica divisa celeste dei meganoidi, altri nudi. A molti di loro era stata prelevata la parte superiore della calotta cranica.
“Professor Minamoto, nonostante la sua scelta di rimanere un inferiore essere di carne e sangue, Don Zauker conosce le sue abilità e sa essere riconoscente nei confronti di chi lo ha servito” disse Koros aggiungendo che allo scienziato sarebbe stata risparmiata la vita in cambio della sua collaborazione nella modifica e nel perfezionamento dei cervelli elettronici.
“Non vorrà che io” chiese lo sgomento Minamoto
“Chi ha deciso volontariamente di convertire il proprio corpo diventando un meganoide è conveniente che mantenga la propria coscienza e le proprie motivazioni, ma a coloro che sono stati trasformati contro la loro volontà dovrà essere cancellata la memoria!!” ribattè Koros.
Minamoto conosceva molto bene quella pratica, il trattamento che veniva riservato ai deportati condannati alla pena capitale a cui veniva cancellata la memoria per essere impiegati come soldati nelle missioni ad alto rischio o come manodopera nelle miniere.
Agli occhi dello scienziato tutto divenne terribilmente chiaro : nonostante Bask fosse stato sconfitto, Don Zauker non aveva restituito ai coloni di Mare la libertà. I meganoidi avevano comunque conquistato il pianeta e i suoi abitanti sarebbero stati tutti convertiti in cyborg indipendentemente dalla loro scelta!
Minamoto aveva conservato la propria umanità e gli era stata risparmiata la vita, ma a che prezzo? Ora era l’unico essere umano di Marte, costretto a lavorare per i meganoidi.
Non c’era più nessuno con cui assaporare le gioie della vita, non c’era più niente per cui fosse valsa la pena di conservare il proprio corpo.
Minamoto era solo, avrebbe sentito il tempo scorrere su di se, le rughe solcare il proprio viso, i suoi capelli diventare gradualmente bianchi, circondato ed asservito ad esseri meccanici immutabili e imperituri!!

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:16
 
Top
view post Posted on 25/2/2021, 10:14     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


4
Il cacciatore di androidi


Sulla strada che costeggiava la spiaggia una decappottabile con dentro 4 adolescenti sfrecciava a gran velocità.
Il ragazzo allo guida era spazientito da una moto di grossa cilindrata che si rifiutava di concedergli il sorpasso : “Ehi tu ma vuoi levarti dai piedi!!”
Improvvisamente il motociclista rallentò e fece inversione di marcia puntando contro la decappottabile; la ragazza seduta vicino al guidatore urlò in preda al panico di fronte all’impatto imminente, ma la motocicletta spiccò un balzo saltando la macchina, per poi atterrare sull’asfalto frenando.
Anche la decappottabile frenò! “Grande bastardo!!”, “Ma quello è completamente matto?”
sia l’adolescente alla guida che la ragazza inveirono contro il motociclista.
Un terzo ragazzo, anche lui a bordo, come passeggero, interruppe la discussione cercando di placare le ire del proprio amico, mentre la ragazza bionda seduta al suo fianco sembrò riconoscere lo spericolato centauro, anche lui un ragazzo molto giovane che indossava un giubbotto di pelle e sfoggiava una vistosa capigliatura fiammeggiante.
“Banjo, tu sei Haran Banjo vero” gridò la bionda. Lo strano ragazzo affermò sarcasticamente di essere lusingato di essere stato riconosciuto, dopodiché saltò in sella alla propria moto e sfrecciò via.

Il gruppo di adolescenti era scombussolato per lo spavento preso a causa dell’incidente scampato per un pelo.
“Ehi il nome Haran Banjo non mi è nuovo!” affermò uno dei ragazzi anche se non si ricordava bene dove l’aveva sentito, mentre l’altra ragazza dichiarò di averne sentito parlare spesso e chiese alla bionda, di nome Beauty, se era veramente sicura che il motociclista era proprio lui.
Ad un cenno affermativo di Beauty, il terzo ragazzo emise un sospiro di sollievo e affermò di essere stato molto fortunato ad incontrarlo e ad esserne uscito incolume!!


Beautiful "Beauty" Tachibana

Haran Banjo, che frequentava il college come i quattro adolescenti, era famoso, anzi famigerato, per il proprio comportamento attaccabrighe e selvatico al di fuori di qualunque regola. Si diceva che possedeva un consistente patrimonio, ma nessuno sapeva molto di lui, dato che non viveva come gli atri studenti nel dormitorio del college, ma nella propria villa.
Molte ragazze trovavano che Banjo fosse molto affascinante, tuttavia molto spesso questo si rendeva protagonista di episodi particolari e imbarazzanti : una volta infatti era stato scoperto mentre cercava di intrufolarsi nel dormitorio femminile, un’altra invece intento a spiare le ragazze che si stavano cambiavano nello spogliatoio.
Nonostante il proprio comportamento, la media accademica di Banjo era molto alta e il ragazzo era molto portato soprattutto per le materie scientifiche.

-----------------------------------------------------------------------------

In un magazzino, vennero scaricate alcune casse da un rimorchio e gli addetti si affrettarono a caricarle su grossi camion.
Improvvisamente le pareti furono sfondate da un fuoristrada che aveva fatto irruzione nel locale. Alla guida c’era proprio Haran Banjo.
Il ragazzo non perse tempo e, impugnata una pistola, scese dal fuoristrada ingaggiando uno scontro a fuoco con gli uomini nel magazzino che gli spararono contro con dei mitra.
Banjo ebbe la meglio e dopo aver fatto fuori uno dei suoi assalitori, si impadronì del mitra che impugnava eliminando anche gli altri.
Uno degli uomini saltò sul camion e si affrettò a partire, ma venne freddato da un colpo di pistola sparato a bruciapelo da Banjo.

Il ragazzo ora solo nel magazzino aprì le casse caricate sul camion, poi si mise a inveire “Maledizione!!”, si era accorto che queste contenevano solo del caffè e delle buste di cocaina abilmente occultate.
“Purtroppo anche stavolta ho seguito la pista sbagliata!!”

-----------------------------------------------------------------------

Banjo era ora nella sua villa e si stava divertendo in piscina con una giovane professoressa dell’università che, dopo varie insistenze del ragazzo, aveva accettato finalmente il suo invito.
Dopo qualche tuffo, la giovane andò a cambiarsi nella dependance degli ospiti.
Banjo non perse tempo e la seguì entrando anche lui nella stanza : “Che cosa fai adesso!? mi tagli fuori proprio sul più bello?”
Improvvisamente però dei colpi di mitra attraversarono la porta.
Mentre la professoressa veniva sopraffatta dal panico, Banjo affermò tra i denti che si aspettava che Mr Scorpion non avesse preso bene la sua sortita al magazzino dell’altra sera, ma che l’attentato dei suoi sgherri era avvenuto nel momento meno opportuno!
Il ragazzo si affrettò ad impugnare la pistola e trascinò con se la professoressa fuori dalla dependance, saltò su una woltz wagen e partì a tutto gas per distanziare i propri assalitori.

L’inseguimento si spostò su una ripida strada, in discesa e tutta curve, dove la Woltz Wagen sbandava a destra e a manca, mentre i criminali facevano fuoco con i mitra da una berlina.
Improvvisamente un elicottero sorvolò la zona e sparò un missile contro la macchina di Banjo.
Il ragazzo però non si fece cogliere di sorpresa e utilizzò una parte divelta del guard rail come rampa per spiccare il balzo.
La woltz wagen atterrò in mezzo al bosco, lontano dai gangster.

“Tu sei pazzo tu sei davvero pazzo!!” inveii contro Banjo la professoressa, che finalmente potè riprendere fiato dopo aver superato lo sbigottimento, quindi se ne andò sbattendo la portiera della macchina.
A nulla servirono i richiami del ragazzo; la giovane donna affermò che, nonostante la città fosse lontana avrebbe trovato un passaggio.
Banjo si lasciò cadere sul sedile emettendo un verso di delusione. “A causa della gentile visita di quei criminali il mio appuntamento romantico si è trasformato in un altro due di picche!!”

-----------------------------------------------------------------------

In un club priveè frequentato da pezzi grossi del mondo della criminalità, si stavano svolgendo degli incontri di wrestling clandestini, all’interno di una gabbia, su cui i malviventi scommettevano grosse cifre.
Uno dei due lottatori sul ring era proprio Banjo che si stava battendo con un colosso alto il doppio di lui. Il ragazzo venne violentemente sbattuto contro la gabbia e poi stretto dall’avversario in una mortale presa alla schiena.
Banjo gemeva e sembrava provare vergogna di se stesso e della propria debolezza. Nella sua mente la figura dell’avversario mutò trasformandosi in un gigantesco essere meccanico dalla lunga tonaca rossa e dal cervello esposto e reso visibile da una teca di vetro.
Questa visione diede a Banjo la forza per reagire e, dopo essersi svincolato dalla presa dell’avversario, gli sferrò un calcio volante al volto sfruttando la spinta delle corde. Il colosso cadde a terra privo di sensi

Banjo era ora al bar del club, aveva il volto tumefatto per lo scontro e portava sulle spalle una camicia.
L’anziano barista fece al ragazzo i complimenti per l’incontro, ma questo affermò tra i denti di non essere ancora pronto e di aver vinto solo perché il tacco del proprio stivale nascondeva una placca di acciaio.
“Piuttosto il motivo per cui sono qui stasera sei proprio tu” disse Banjo al barista. “ Già Garrison Tokida, un tempo fedele maggiordomo della famiglia Haran, ma in seguito impiegato in una delle ditte appartenenti alle industrie Tachibana come esperto di informatica e con il particolare hobby della fabbricazione di armi!! E poi un tipo come te deve sentirne parecchie di voci interessanti!”
“Signorino Banjo, lei mi lusinga, dopo tanti anni si ricorda ancora di me!! E devo dire che è cresciuto proprio bene!! rispose Garrison che incuriosito chiese poi a Banjo per quale motivo lo stava cercando.
Banjo rispose di stare indagando sulle attività di Mr Scorpion che a quanto gli risultava era invischiato nel traffico di organi artificiali provenienti da Marte, poi aggiunse che non gli sarebbe dispiaciuto mettere le mani su qualcuna delle armi che Garrison amava realizzare nel “tempo libero”.
“Lei non cambia mai signorino!!” Garrison fece cenno a Banjo di seguirlo nel retro


Garrison Tokida

All’interno di una camera segreta, Garrison mostrò a Banjo alcune delle sue creazioni come una pistola in grado di sparare più colpi a ripetizione e delle micro bombe di grande potenza.
Il ragazzo era piacevolmente sorpreso ma a colpirlo maggiormente fu l’auto al centro della stanza coperta da un’ampia tela.
E’ un semplice veicolo che ho realizzato modificando un’auto della polizia, la vettura è ora capace di reggere qualunque strada, raggiungere velocità elevate e l’ho inoltre equipaggiata con dei missili intelligenti”!! disse Garrison con non chalance.
Mentre Banjo stava tenendo tra le mani il volante della formidabile auto chiese a Garrison conferma delle notizie che questo gli aveva appena dato : Mr Scorpion avrebbe ricevuto una partita di organi artificiali al porto la notte successiva

-------------------------------------------------------------------------

Nel luogo e nell’ora della consegna era presente di persona Mr Scorpion, un uomo calvo e grassoccio con un completo nero, che supervisionava il trasbordo di alcune casse dalla nave ai suoi camion.
Improvvisamente la zona venne devastata da una serie di esplosioni : Banjo a bordo del veicolo speciale di Garrison, che aveva battezzato Mach Patrol, si avventò sui camion di Mr Scorpion bersagliandoli con dei missili.
Gli stessi uomini del malavitoso, che si rivelarono dei cyborg, vennero tranciati dalle ruote dell’auto. Mr Scorpion riuscì a salire sulla propria limousine e a trovare una via di fuga, coperto da due macchine di scorta che cercavano di sbarrare la strada alla Mach Patrol.
L’auto però evitò di essere spinta fuori strada sollevandosi su due ruote e facendo sbattere le due macchine tra di loro, quindi finì l’opera sparando due missili contro di queste.
La Mach Patrol superò la limousine di Mr Scorpion rilasciando sulla strada dei particolari chiodi. La limousine bucò le gomme e fu costretta a fermarsi.
Gli uomini alla guida dell’automobile non fecero in tempo a scendere e ad impugnare le armi perchè vennero centrati dai colpi a raffica sparati dalla pistola di Banjo.

Mr Scorpion era con le spalle al muro e in apprensione, cercò di prendere la piccola pistola che teneva nascosta nella fondina sotto la giacca.
“Mostri paura eh? sei davvero un verme!!” Banjo derise il boss aggiungendo “Tu che hai tradito l’umanità traendo guadagno dal traffico di organi artificiali, non hai il diritto di vivere!!!”
Banjo quindi freddò il boss sparandogli in mezzo alla fronte.
Mr Scorpion, che si rivelò anche lui un cyborg, cadde a terra privo di vita.
Haran Banjo, dopo aver fatto roteare la pistola, la dispose nella fondina, dopodiché volse lo sguardo al cielo…verso Marte!

imageedit_59_9129671480
Match Patrol
-----------------------------------------------------------------------------

La mattina dopo Garrison, ora trasferitosi nell’ala destra della villa degli Haran e che aveva riassunto il vecchio incarico di maggiordomo, andò a svegliare il signorino Banjo.
“Lasciami in pace Garrison”, rispose Banjo rigirandosi tra le coperte “ho fatto tardi ieri sera e ho bisogno per lo meno di altre tre ore di sonno!!
“Che peccato signor Banjo, vorrà dire che dovrò dire a quella gentile signorina molto attraente che è venuta a cercarla di passare un’altra volta!!”
Banjo cambiò idea repentinamente, buttatosi giù dal letto e infilatosi frettolosamente i pantaloni e la camicia, scese di corsa le scale dirigendosi verso l’ingresso e si trovò di fronte…Beauty!!
La bionda ragazza sorrise in modo sbarazzino
“Banjo credo che forse avrai bisogno del mio aiuto!!”

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:16
 
Top
view post Posted on 26/2/2021, 09:51     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


5
La macelleria degli uomini bomba


Un’auto di pattuglia blu e gialla con lo stemma della polizia percorreva le strade di Shinza City; a bordo c’erano l’agente Reika Sanjo e la sua nuova e neodiplomata partner.
“Keiko oggi capirai che la vita del poliziotto è una cosa per ragazze toste!!” disse Reika alla collega. “Girl Power!!” esclamò Keiko con entusiasmo.
La ronda giornata si rivelò più noiosa del previsto e Reika cominciò a lamentarsi che oggi non era ancora successo nulla di interessante.
“Reika san sei proprio impaziente” la prese in giro Keiko “se continui a mostrati tanto nervosa e irruente nessun uomo ti sposerà mai!!”.
“Ehi novellina non prenderti troppa confidenza!!” rispose Reika arrabbiandosi giocosamente.
La discussione tra le due fu presto interrotta da una comunicazione della radio di pattuglia : era in corso una rapina armata in un negozio della quinta strada ed era richiesto l’intervento delle auto in zona.
In breve Reika e Keiko erano sul luogo del crimine dove era già arrivata un’altra auto della polizia.
Per le forze dell’ordine fu relativamente semplice avere ragione dei rapinatori, tre uomini con armi rudimentali come un fucile a canna mozze e due pistole.
Fu Reika quella che dovette faticare di più inseguendo uno dei rapinatori che aveva preso la fuga sul retro utilizzando le scale anti incendio, ma riuscì infine a catturarlo.

Mentre Reika stava ammanettando il criminale raggiunta da Keiko, una gigantesca esplosione sconquassò il vicolo.
Keiko sobbalzò, Reika non credette ai propri occhi : uno dei rapinatori, mentre stava per essere caricato sull’altra auto della polizia, saltò in aria distruggendo la macchina e uccidendo i due agenti.

imageedit_127_2402170579
Reika Sanjo

imageedit_121_9106538526__1_
Keiko

imageedit_124_8356700621

-----------------------------------------------------------------

Alla centrale della polizia, Reika e Keiko vennero chiamate a fare rapporto al sergente Coscon, un burbero uomo grassoccio e dai baffi folti.
Reika era molto scossa dall’accaduto e ribadì fermamente la gravità di quanto era successo e che un’esplosione così potente era del tutto impensabile, il malvivente avrebbe dovuto portare con se una bomba o qualcosa di simile, eppure era certa che dopo essere stato fermato, fosse stato disarmato e attentamente perquisito.
Il sergente, ringraziò le due poliziotte per il servizio reso ma nel contempo le invitò a non occuparsi della questione lasciandola alla sezione investigativa.
Reika si ribellò alle parole del superiore e uscì dall’ufficio del sergente sbattendo la porta.
Proprio in quel momento un altro agente entrò molto allarmato nell’ufficio di Coscon affermando che i due rapinatori stavano facendo a botte nella cella della centrale e che uno sembrava intenzionato a fare fuori l’altro.
Gli agenti non fecero in tempo a raggiungere la cella che uno dei malviventi, approfittando della confusione, riuscì a sfilare le chiavi al poliziotto di guardia e a disarmalo, quindi prese la fuga come in preda al panico cominciando a sparare all’impazzata all’interno della centrale.
L’avventata aggressione fu però stroncata sul nascere e il fuggitivo fu abbattuto dal fuoco dei poliziotti.
L’altro detenuto, rimasto in cella e malmenato dal compagno, fu aiutato ad alzarsi dagli agenti.
La sua camicia era aperta e strappata in seguito all’aggressione e Reika vide distintamente una cicatrice a forma di stella sulla sua schiena!

----------------------------------------------------------------------

Reika e Keiko erano alla caffetteria vicino alla centrale e la prima era molto nervosa, continuando ad inveire contro il sergente Coscon e la lamentarsi del fatto di essere stata esclusa dalle indagini, inoltre quella cicatrice a forma di stella sulla schiena del carcerato non la convinceva affatto. “Se Coscon vuole tenermi fuori dal caso vuol dire che indagherò da sola!!”

-----------------------------------------------------------

Nel frattempo all’interno di una gigantesca corazzata a forma di lumaca, nascosta al di sopra delle nuvole, un enorme individuo, dalla pelle verdastra e che vestiva la corazza distintiva dei comandanti meganoidi, si stava sfregando le mani crogiolandosi dal divertimento
“Uhhh, sii ho sempre adorato i fuochi d’artificio!!”
Improvvisamente il grande schermo alle spalle dell’individuo si accese mostrando l’immagine di Don Zauker seduto sul trono con Koros in piedi al proprio fianco.
“So-Sommo Don Zauker” esclamò il comandante genuflettendosi
“Comandante Butcher, Don Zauker è molto perplesso dal suo operato” disse Koros con tono glaciale, “Il suo incarico è quello di radunare i soggetti più idonei a subire la conversione in meganoidi; a quale scopo inserire dentro i loro corpi delle bombe a tempo? Questa sua iniziativa ha già provocato la morte di moltissime persone e provocato ingenti danni. Uccidere gli umani indiscriminatamente è contrario al codice meganoide!!”
“Ma Don Zauker”, si discolpò Butcher, “il mio unico scopo è quello di servire il bene dell’impero!” Il comandante aggiunse che sia l’interpol che l’esercito erano già sulle loro tracce e per questo aveva reputato una scelta conveniente quella di trasformare i soggetti scartati in bombe umane, in modo da cancellare le prove dell’operato dei meganoidi e aggiunse inoltre che le strategie basate sul terrore si rivelano sempre le più efficaci!”
Don Zauker si illuminò emettendo un rantolio, Koros tempestivamente “trasmise” il suo ordine a Butcher accordandogli il permesso a proseguire, ma esortandolo a stare molto attento a quello che faceva!


DBat-__0
Comandante Butcher
---------------------------------------------------------------------------

Reika intanto era quantomai decisa ad andare a fondo dell mistero degli uomini che esplodevano.
“Ma non abbiamo nessuna traccia su cui cominciare ad indagare!” obietto Keiko, al che la collega affermò di avere lei forse una possibile pista, quindi tirò fuori uno strano volantino che aveva trovato nel giubbotto di uno dei malviventi durante la perquisizione.
Il volantino sembrava strappato da un muro e su di esso c’era un invito per un raduno che si teneva ogni secondo Martedì del mese nel magazzino di proprietà del Grand Hotel Dynasty e c’era scritto a caratteri cubitali : “se davvero ritieni di valere di più di una persona comune dimostracelo!!.
Keiko dubbiosa chiese a Reika cosa la portasse a sospettare che un volantino con un messaggio così vago potesse essere legato agli uomini esplosivi.
“Simili inviti sono da tempo oggetto delle indagini dei detective della città, molti pensavo che le numerose sparizioni che si sono verificate di recente sono collegate proprio a questi raduni!!” rispose Reika.
Keiko, a bocca aperta, si congratulò con la collega per l’abilità investigativa dimostrata.
“Cosa credi, mica voglio rimanere un agente di pattuglia a lungo, lo sai che il mio obiettivo è quello di diventare quanto prima una detective!!” ribattè Reika.
Reika e Keiko decisero quindi di andare nel punto dell’incontro per scoprire qualcosa di più sulla faccenda, entrambe però sapevano di dover agire con cautela poiché stavano apertamente violando gli ordini ricevuti occupandosi di un caso che andava al di la delle loro competenze.

----------------------------------------------------------------

Le due agenti si recarono nel luogo e nella data descritte sul volantino dividendosi i compiti, Reika sarebbe andata in avanscoperta tenendosi in contatto con Keiko che aveva nascosto l’auto di pattuglia in un vicolo adiacente.
Per la giovane poliziotta fu facile infiltrarsi furtivamente nel magazzino dell’hotel rimanendo però sbigottita davanti allo spettacolo che vi trovò : un gran numero di persone, che dall’aspetto sembravano per lo più delinquenti e reietti della società, veniva fatto passare per un particolare tornello che sembrava agire come una sorta di scanner infrarosso, dopodiché veniva diviso in due file.
Reika fu scoperta da uno degli uomini armati che facevano da guardia a quello strano “smistamento” e venne violentemente strattonata.
La ragazza sferrò un calcio al suo assalitore che però non fece una piega, fu Reika invece a provare un grande dolore allo stinco come se avesse appena colpito una lastra di metallo.
La poliziotta agì quindi di impulso sfoderando la pistola e sparando due colpi contro l’aggressore prima che questo potesse fare fuoco su di lui. L’individuo ancora una volta non riportò danni.
Keiko, avendo captato gli spari tramite il walkie talkie, si allarmò e decise di irrompere nel magazzino con la macchina.
In breve si scatenò il caos e tutti gli sgherri di guardia fecero fuoco sull’auto.
Keiko però poteva contare su un vantaggio : le auto in dotazione alla polizia erano rinforzate con vetri e carrozzeria antiproiettile e per la ragazza fu facile aprirsi un varco tra il fuoco nemico e prendere Reika a bordo.
L’auto proseguì la propria corsa dividendo una delle due file e penetrando nella stanza dove questa stava confluendo : un’ampia camera dalle pareti metalliche del tutto simile ad un laboratorio.
A Reika vennero i sudori freddi di fronte a quelle apparecchiature, quella strana macchina con un braccio terminante in una sorta di trapano a forma di stella…
“Quello è proprio l’impianto per l’installazione delle bombe nei corpi umani!!”
Reika gridò a Keiko di puntate contro l’apparecchiatura approfittando del fatto che ancora nessuno era stato legato al lettino per subire l’operazione di impianto.
L’auto investì in pieno il dispositivo distruggendolo in mille pezzi.
Gli sgherri fecero fuoco serrato contro l’auto che fu costretta alla ritirata aprendosi una via fuga fuori dal magazzino.
Reika e Keiko corsero a tutto gas, quando si resero conto di avere alle calcagna due grosse auto blindate e equipaggiate con mitra e rostri alle ruote.
Reika premette sull’acceleratore riuscendo ad evitare di essere stritolate dalle due auto, ma sapeva bene che non sarebbe riuscita a tenere a lungo la distanza.
Quando per le ragazze sembrava ormai giunta la fine, Keiko avvistò una serie di luci intermittenti : c’era un blocco di macchine della polizia e anche un elicottero stava sorvolando la zona.
Gli inseguitori erano accerchiati!!

Nello stesso momento la strana fortezza volante a forma di lumaca, emerse rompendo il tetto del magazzino dell’Hotel Dynasty per poi innalzarsi in volo e sparire indisturbata nel cielo.

---------------------------------------------------------------------

Qualche giorno dopo, Reika venne chiamata a rapporto nell’ufficio del sergente Coscon.
All’incontro era presente anche un uomo in giacca e cravatta che indossava degli occhiali da sole. Si trattava di un agente dell’Interpol!
Sebbene avesse contravvenuto agli ordini intromettendosi in un caso molto delicato e di portata internazionale, l’azione di Reika era stata determinante per scoprire uno dei laboratori segreti dell’organizzazione meganoide.
I meganoidi, nuova generazione di cyborg che aveva rovesciato e conquistato la colonia marziana preoccupando non poco i vertici mondiali, avevano installato a Shinza City un centro di raccolta e smistamento degli esseri umani per farne dei soldati, attirando i delinquenti e gli strati più bassi della società.
Gli elementi reputati idonei a diventare soldati, venivano prelevati e sottoposti all’operazione di trasformazione in cyborg; nel corpo dei soggetti scartati invece veniva inserita una bomba a tempo e questi erano lasciati liberi in modo da diffondere morte e devastazione tra gli umani deflagrando entro un determinato lasso di tempo! Anche il malvivente catturato il giorno prima era stato trasformato in una bomba umana, come testimoniato dalla cicatrice a forma di stella sulla schiena conseguente all’operazione, ma era stato tempestivamente prelevato di cella dall intellignce e fatto esplodere in luogo sicuro, lontano dai centri abitati!
“Reika impallidì e sobbalzò nel sentire una cosa tanto orribile, pur trovando nelle parole dell’ispettore una conferma a tutti i propri sospetti.
Per il coraggio e le abilità dimostrate venne offerto a Reika di unirsi ad una divisione dell’Interpol a patto però di non rivelare a nessuno i segreti di cui era venuta a conoscenza.
La ragazza, dopo un primo momento di riluttanza, decise di accettare la proposta dell’Interpol e firmò i fogli relativi al proprio trasferimento.

-----------------------------------------------------------------------------

Prima di salire sull’auto che l’avrebbe portata al nuovo centro di addestramento, Reika volse lo sguardo alla sua vecchia centrale e vide Keiko che si sbracciava per salutarla augurandole buona fortuna.
Era difficile lasciare la propria vita e i propri amici ma di fronte a Reika si stavano aprendo nuove porte e nuove vie, vie che l’avrebbero condotta a combattere un’acerrima battaglia per la sopravvivenza dell’umanità

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:16
 
Top
view post Posted on 27/2/2021, 09:52     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


6
Oltre i limiti


Haran Banjo si tuffò dalla scogliera di fronte alla propria villa. Ogni mattina era solito nuotare per circa mezz’ora e poi tornare correndo a casa lungo la scogliera.
Ne seguiva la sessione di combattimento corpo a corpo dove il ragazzo affrontava sul ring della propria palestra personale i vari professionisti di boxe, arti marziali o wrestling che aveva ingaggiato per combattere con lui. Poi il simulatore di gravità, il tiro al bersaglio, infine la sauna.
“Non capisco come faccia a divertirsi tanto facendo queste cose!” esclamò Beauty
“Su un po’ di pazienza signorina” rispose Garrison
Dall’esterno quelle potevano sembrare soltanto le stravaganze di un giovane miliardario amante dello sport e del proprio fisico, ma in realtà Banjo si stava sottoponendo ad un allenamento molto serio volto a mettere alla prova i limiti del proprio corpo.
Il ragazzo aveva anche sostenuto diversi corsi di sopravvivenza con l’esercito e aveva reclutato mercenari da tutto il mondo organizzando missioni segrete a cui aveva preso parte personalmente.

“Non crede di essersi allenato abbastanza per oggi” chiese l’anziano maggiordomo
“Non esiste abbastanza considerata la battaglia che dovrò affrontare” rispose Banjo uscendo in accappatoio dalla doccia seguito dallo sguardo estasiato di Beauty, ma aggiunse che per il resto della giornata sarebbe comunque stato occupato con altro… “Oggi è il compleanno di mio fratello ricordi Garrison?”
“Fra-Fratellone?”, chiese Beauty visibilmente perplessa.
“Certo che ricordo e ho già predisposto tutto secondo quanto mi ha richiesto” assicurò Garrison.

La tavola della sala da pranzo era riccamente addobbata ed era abbellita con candele profumate. Oltre a quelli di Banjo e Beauty c’era un altro posto apparecchiato, un posto vuoto!
“Quando pensavo ad una cenetta a lume di candela con te mi immaginavo qualcosa di un po’ diverso”, disse tra se e Beauty con tono piccato, ma Banjo non le diede troppa retta
“Il salmone è davvero buono, non mi meraviglio che fosse il piatto preferito del mio fratellone!! disse il ragazzo mangiando con soddisfazione.
Un velo di commozione si rese visibile sul volto del maggiordomo che ricordò quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva visto il signorino.
Da anni a servizio della famiglia Haran, Garrison ne aveva visto nascere entrambi i figli. Nonostante gli anni trascorsi, aveva un ricordo nitido del figlio maggiore, così mite e dedito allo studio. Aveva sviluppato una grande passione per il calcio.
Dopo che era nato Banjo, tutta la famiglia era stata catturata da lui, un bambino vivace, precoce e molto intelligente, ma il fratello non era mai stato geloso, anzi si era sempre mostrato molto disponibile, giocando con il piccolo, dedicandocisi e facendo da allenatore alla squadra di pulcini nella quale giocava.
Banjo era un fenomeno a calcio, al contrario del fratello, che era riuscito a diventare titolare della squadra delle medie a prezzo di tanta fatica e allenamento, il piccolo Haran appena entrato nei pulcini aveva rubato il ruolo di attaccante al suo amichetto Kidogawa e alla sua prima partita aveva segnato tre goal.
Banjo era spensierato, viveva le sue giornate con leggerezza, al contrario del fratello che fin troppo presto aveva dovuto farsi carico della madre malata.
Garrison ricordava molto bene il giorno in cui il figlio donò un rene alla madre, ma ricordava ancora meglio quando il padre, Sozo, sviluppò il primo rene artificiale impiantato nel ragazzo in sostituzione dell’organo perso.
Poteva sembrare la soluzione di tutti i problemi, ma purtroppo fu l’inizio di un incubo!!
Le condizioni della signora peggiorarono progressivamente obbligando il professore ad incrementare i propri studi sugli organi cibernetici. L’ambizione dello scienziato però andava oltre e, partendo dagli studi fatti sul corpo della moglie, arrivò a teorizzare un nuovo modello di corpo artificiale capace di vincere le malattie e i limiti che affliggevano la vita umana.
Sozo avrebbe voluto fare i propri esperimenti su Banjo che aveva un fisico più predisposto, ma questo era ancora troppo piccolo, motivo per cui si trovò costretto a ripiegare sul figlio maggiore.
Il ragazzo, sottoposto a continue operazioni, era diventato una testimonianza vivente del progresso degli studi del padre.
A Banjo, che era ancora bambino, piacevano i muscoli artificiali esposti uniti da legamenti metallici del fratellone, ma questo, pur non dando a vederlo, si vergognava delle cicatrici e dello strano aspetto del proprio corpo e si nascondeva indossando maglie con maniche lunghe anche d’estate.
gkh
Fratellone di Banjo


Gli studi del professor Haran attirarono le attenzioni e i finanziamenti del governo e presto allo scienziato fu proposto di trasferirsi con la famiglia sulla colonia terrestre su Marte, luogo adatto per esperimenti volti a creare un nuovo uomo in grado di sopravvivere alle condizioni più avverse e portare la propria stirpe su altri pianeti.
A Garrison sembrava di vedere li davanti ai propri occhi il sorriso del figlio maggiore del professor Haran quando lo aveva salutato prima di imbarcarsi sullo shuttle che lo avrebbe condotto sul pianeta rosso.
Garrison non avrebbe mai più rivisto il signorino, anche se non gli furono mai chiare le cause e le circostanze effettive della sua dipartita, forse quando il padre aveva provato ad operarlo al cervello per sperimentare il nuovo modello di corteccia neuronale appena sviluppato…

A cena finita, Banjo tornò di nuovo in palestra e, infilatosi i guantoni, cominciò a prendere rabbiosamente a pugni il sacco. Il micidiale diretto destro aprì uno squarcio da cui fuoriuscì un copioso fiotto di sabbia.
“Devo diventare forte! Devo diventare ancora più forte!!, diceva slacciandosi i guantoni con i denti di fronte ad una Beauty sempre più esterrefatta.

Sceso insieme a Garrison nell’hangar segreto sotterraneo, Banjo digitò un codice segreto su una tastiera facendo aprire una paratia d’acciaio e rivelando un gigantesco robot argentato con una stella a tre punte sul petto.
Ancora non andava! Sebbene grazie ai propri mezzi e all’appoggio della Tacibana Zaibatsu del padre di Beauty, Banjo avesse rilevato le industrie pesanti Okawara e la compagnia di software Kitsune, nonostante fosse riuscito a comprare dall’esercito i brevetti delle nuove armi sviluppate impedendone la produzione in serie (in particolare i nuovi prototipi di robot antropomorfi Mobil Suit), non era ancora a sufficienza.
“Il professor Team Ray ha appena finito di ultimare l’aggiornamento alla neurocorteccia centrale del robot! Siamo stati davvero fortunati a trovare sulla Terra un esperto di robotica di tale calibro” affermò Garrison
“Saldalo e digli di rimanere a disposizione” ribattè Banjo senza mostrare un briciolo di entusiasmo.
I dati caricati su Mother e le conseguenti modifiche operate dai minirobot ad essa collegati non avevano reso ancora il suo Daitarn sufficientemente potente..
“E’ solo un semplice robot trasformabile. Solo una versione gigante della moto che avevo su Marte! diceva Banjo. “Non potrà mai tenere testa ai megaborg!!”.
Il giovane Haran sapeva di dover rendere il proprio robot ancora più forte e sapeva anche dove reperire la tecnologia per poterlo fare…
daitarn_11
Daitarn

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:17
 
Top
view post Posted on 27/2/2021, 16:42     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


7
A me il potere del sole


“Zambot Combination in!!”
I due velivoli Zambird e Zambase si agganciarono al carro armato Zambull, costituendo la testa e le gambe del robot gigante. Zambot 3 atterrò pronto ad affrontare l’assalto di un gigantesco triceratopo meccanico che stava devastando una città della penisola di Izu.
Lo scontro fu davvero difficile per il robot, perché il nemico oltre a caricarlo con le corna, poteva anche appallottolarsi come un armadillo e lanciare degli attacchi rotanti.
Zambot si lanciò sul nemico e quando vide che questo stava per ripiegarsi su se stesso usò i propri pugnali per infilzarlo sotto al muso e nel basso addome, quindi li unì formando la Zambot Blow. L’estensione della lancia contrastò ulteriormente il movimento del mostro che cadde con la schiena a terra.
Dopo aver bersagliato il mostro con gli Zambot Missiles, Zambot 3 era pronto per il suo attacco finale “Zambot Moon Attack!!” : la mezzaluna sulla fronte del robot si illuminò di energia e un proiettile lucente con la forma di falce di luna venne sparato contro il mostro che colpito in pieno esplose.

“Si il Moon Attack è proprio forte”, “Nessuno può battere il nostro Zambot” dicevano i due bambini, Kappei e Pino, scarabocchiando su dei fogli le avventure del loro robot immaginario
_1_
Zambot 3 (disegno)

“Sembrano proprio i progetti per un nuovo robot! chissà che in futuro non diventino anche loro due scienziati”, disse il professor Sanders, padre di Kino; il suo collega più anziano, il nonno di Kappei, però rispose borbottando che avrebbe preferito che il nipote si fosse trovato un lavoro più sicuro.
I due scienziati scoppiarono a ridere

Il laboratorio di ricerca sull’energia solare di Kamikita e Sanders somigliava ad una gigantesca piattaforma petrolifera posta in mare aperto, sopra alla quale erano stati montati degli enormi pannelli.

“Piuttosto Hisaemon che ne pensi della proposta di affari che abbiamo ricevuto?” chiese Sanders al collega
“Sai che non ho grande fiducia nei militari, tanto meno nei miliardari!” rispose Kamikita che era però convinto che nuovi fondi erano assolutamente indispensabili per portare avanti le loro ricerche, cosa che lo aveva portato ad accettare la strana richiesta che aveva ricevuto.
fan-art-_0
Professor Hisaemon Kamikita

ody_0
Professor Sanders

Kamikita e Sunders vennero prelevati dal loro laboratorio da un elicottero che li condisse sulla corazzata dell’ONU, dove avrebbe avuto luogo l’incontro segreto.
Una volta saliti sulla nave dell’Onu, ad attendere i due scienziati ,oltre ad un ammiraglio dell’esercito era presente all’incontro anche Haran Banjo accompagnato dal fido maggiordomo Garrison.
Hisaemon Kamikita conosceva Banjo solo di nome ma su di lui circolavano voci contrastanti : sue padre infatti era Haran Sozo comandante della sezione scientifica della colonia terrestre su Marte dove aveva ideato un modello rivoluzionario di cyborg, cyborg che poi si impadronirono della colonia autoproclamandosi impero meganoide.
Quali erano le intenzioni del figlio Banjo? Perché era così interessato alle loro ricerche sull’energia solare? Che legami aveva con l’esercito?

“Percepisco la sua perplessità professor Kamikita” affermò Banjo senza scomporsi “credo quindi che sia meglio andare subito al sodo : sono pronto a finanziare le vostre ricerche sull’energia solare ma voi dovrete costruire per me un’arma rivoluzionaria basata su questa!!”
“Che cosa un’arma” esclamò Kamikita quanto mai stupito da una simile proposta e molto reticente ad accettare
“Ma Hisamemon!!” intervenne Sanders” Haran Banjo è uno degli uomini più ricchi del mondo, capisci quale apporto potrebbe portare il suo supporto economico alla nostra ricerca!!”
Kamikita era però consapevole che un’arma alimentata dall’energia solare sarebbe stata oltremodo pericolosa se fosse finita in mani sbagliate e se Banjo si fosse rivelato simile al padre, talmente accecato dalla propria ambizione scientifica da superare ogni inibizione morale, sarebbe stato il soggetto meno idoneo a cui affidarla.
Banjo guardò Kamikita e sul suo viso affiorò un sorriso quasi beffardo “lei forse non sa quanto la minaccia dei meganoidi sia concreata e reale”, disse il ragazzo “so bene che mio padre si è reso colpevole di creare esseri tanto abietti e malefici ed è proprio per questo che mi sono ripromesso di combatterli!!”
Il giovane Haran aggiunse di avere nelle sue mani un robot da combattimento progettato dalla tecnologia meganoide, ma che questo, nonostante le modifiche apportate, era ancora inadeguato per fronteggiare le forze di Marte ed era proprio per quello che necessitava delle ricerche di Kamikita e Sanders sull’energia solare!!

Tornato al centro ricerche, Hisaemon Kamikita si chiuse nella propria cabina senza parlare a nessuno dei dettagli dell’incontro e della proposta di Banjo.
Il vecchio scienziato era oltremodo agitato dato che le parole di Haran corrispondevano al vero: la minaccia dei Meganoidi era quanto mai incombente.
Accettare l’offerta di Banjo però comprendeva l’accettare un’ulteriore clausola e mettere le ricerche sull’energia solare unicamente a suo servizio. Dopo la realizzazione della nuova arma, il laboratorio sarebbe stato sigillato e i progetti messi sotto chiave in modo da evitare che qualcuno se ne potesse impadronire. Tale clausola era stata fortemente osteggiata da Sanders, in un primo momento tanto propenso ad accettare la proposta.
Da un lato i fondi di Banjo avrebbero permesso a Kamikita di salvare la Terra, i propri figli, i propri nipoti e disporre di mezzi utili a completare gli studi di tanti anni sull’energia solare, dall’altro accettare tale proposta avrebbe significato dover rinunciare per sempre alle proprie ricerche!

Sotto la supervisione del professor Kamikita, il dispositivo del Sun Attack stava venendo montato sul Daitarn.
Il robot, la cui corazza nel frattempo era stata potenziata con una nuova lega e colorata di rosso e blu, ora aveva assunto un aspetto simile a quello di un antico samurai con un diadema sulla fronte simile alle corna di un elmo kabuto con al centro un vistoso globo rosso

360fec99ba2da90f5d65c8aaddc92c78---s
Daitarn 3

unnamed__2_

Il professor Sanders era rimasto solo sulla vecchia piattaforma, ormai abbandonata e sigillata. La sua rabbia nei confronti di Kamikita era immensa : lo aveva scavalcato accettando la proposta di Haran Banjo e aveva venduto le loro ricerche obbligandolo ad abbandonarle.
“Professor Sunders” una voce femminile chiamò lo scienziato echeggiando tra le pareti vuote del laboratorio “potremmo fornirle noi i mezzi e la possibilità di portare avanti le sue ricerche sull’energia solare!!”
Sunders guardò incredulo la misteriosa donna dai capelli rossi e ammantata di viola che aggiunse “Il suo genio sarà sicuramente utile alla prosperità dell’impero meganoide!!”

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:17
 
Top
view post Posted on 1/3/2021, 14:50     +1   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


8
Beauty e Garma


Sebbene l’influenza dell’impero meganoide andava crescendo giorno dopo giorno, la colonizzazione del Sistema Solare da parte della Terra era ancora assai limitata e costituita solamente dai Side, colonie orbitanti cilindriche situate nei 5 punti di Lagrange del Sistema Terra-Luna.
I Meganoidi erano riusciti a prendere gradualmente possesso di diversi Side la cui popolazione fu convertita in cyborg. Le minoranze che non avevano accettato la conversione furono rimandate sulla Terra a bordo di alcuni shuttle e il loro rilascio fu oggetto di delicate negoziazioni con il governo Terrestre.
Una guerra frontale con la Terra sarebbe stata deleteria per l’impero e questo Koros lo sapeva molto bene e per questo si era finora limitata a sovraintendere a traffici di organi artificiali sul pianeta madre e ad un proselitismo sotterraneo volto a creare alcune cellule che aderissero volontariamente alla causa meganoide.

A turbare ulteriormente l’equilibrio interplanetario fu la questione di Side 3 che, dopo aver ottenuto lo statuto di nazione sovrana dal governo centrale, aveva instaurato un regime militarista che aveva preoccupato non poco i vertici mondiali.
Il patriarca della famiglia al potere, Degin Sodo, era da poco morto lasciando il governo della colonia nelle mani dei suoi figli. Il maggiore, Giren cultore del concetto di superiorità raziale e con idee politiche vicine al nazionalsocialismo, era propenso a stringere un’alleanza con i meganoidi, mentre la sorella Kycilia voleva mantenere l’autonomia del Side.
Donna pragmatica e autoritaria, Kycilia era molto simile a Koros come carattere e tra le due si era instaurato un rapporto di reciproca rivalità.
Il figlio di mezzo, Dozul, un uomo tutto di un pezzo a cui era stato affidato il comando dell’esercito, era l’elemento su cui fare leva, l’ago della bilancia che avrebbe stabilito l’alleanza del “principato” degli Zabi con la Terra o con i meganoidi.

------------------------------------------------------------------------------------

“No questo non va!!” “questi colori sono troppo smorti!, “Questo è passato di moda l’anno scorso”, Beauty stava frugando rabbiosamente nel proprio armadio spargendo capi di vestiario qua e la. Un paio di mutandine andarono a finire in faccia all’imperturbabile, eppure lievemente imbarazzato, Garrison.
“Avanti Beauty, in fondo si tratta solo di un party” disse Banjo affacciatosi alla porta.
“Ehi ma non sei abituato a bussare?” esclamò Beauty nascondendosi dietro una delle ante dell’armadio e ribadendo che quello di quella sera era molto più di un party, era una festa da ballo all’ambasciata di Side 3!!
Pur scherzando, Banjo sapeva benissimo quanto era importante quell’occasione mondana. Da qualche tempo Garma, il figlio minore degli Zabi, un giovincello scapricciato cresciuto nella bambagia, aveva iniziato a mostrare interesse per Beauty dopo averla incontrata ad un party organizzato dal padre di lei, e aveva cominciato a corteggiarla assiduamente con doni floreali, regali e cene in lussuosi ristoranti.
Se gli Zabi si fossero alleati con i meganoidi, questi sarebbero diventati molto più pericolosi e l’infatuazione del bel principino per Beauty poteva tornare utile a Banjo.
“Si ma vedi di mostrati un po’ più geloso!!” disse Beauty stizzita a Banjo che, scrollando le spalle, assicurò alla ragazza che anche lui sarebbe stato presente alla festa. Del resto una celebrità come lui non poteva mancare.

-------------------------------------------------------------------------------------

Banjo e Beauty si recarono all’ambasciata di Side 3, una sontuosa villa bianca con un ampio laghetto con riproduzione della Fontana di Trevi nel giardino privato, accompagnati in limousine da Garrison.
Garma in persona accolse gli ospiti facendo il baciamano a Beauty.
A Banjo quell’irritante ragazzino con i capelli viola e il fastidioso tic di giocare con le proprie ciocche, non andava proprio giù e tra i due volarono presto sottili frecciatine nascoste da un’apparente educazione e ospitalità.
Garma1
Garma Zabi

Reika Sanjo, neo diplomata agente dell’Interpol, era presente sul luogo per vigilare su possibili attentati alla vita di Garma. Banjo che già da tempo teneva sott’occhio la giovane e promettente detective, seguendo i numerosi casi da lei risolti e informandosi sul suo passato, capì subito che la presenza della donzella avrebbe potuto essere un problema.
“Scusi signorina permette un ballo?”, il ragazzo, dal volto opportunamente coperto da una maschera prese la detective al volo mentre lei era intenta a parlare al ricetrasmettitore con un collega e, nonostante, le proteste di questa, la trascinò in un walzer.
Nonostante il comportamento invadente di quello trano sconosciuto, Reika fu rapita dal fascino che emanava e per un momento si distrasse dal proprio lavoro finendo il ballo con lui.
imageedit_30_8710542532


Beauty osservava la scena da lontano e con gelosia mandò giù un bicchiere di ponch ignorando la richiesta di Garma di ballare con lui; al che il giovane rampollo, leggermente spazientito, decise di “rincarare la dose” e di invitare Beauty in terrazza.
La ragazza, scusandosi per la propria maleducazione accettò l’invito del giovane.

“Sai che al mio fianco la tua bellezza potrebbe splendere ancora di più?” disse il giovane Zabi, “vieni con me su Side 3, come mia promessa sposa saresti trattata come una principessa!!”
“Garma ne abbiamo già parlato, sono ancora troppo giovane per certe scelte e poi” cercò di svicolare la ragazza.
“Ho bisogno di unirmi a te almeno una volta prima di fare il grande passo” disse Garma cercando di baciare Beauty che però si divincolò all’ultimo momento.
Garma ora era molto spazientito dall’atteggiamento sfuggente di Beauty e si stava tormentando il ciuffetto sopra la fronte, fin da piccolo non gli era mai stato negato nulla di quello che desiderava e anche stavolta sarebbe stato così, avrebbe avuto quella bellissima ragazza!!
Il rampollo si ricompone e parla a Beauty apertamente : “lo sai che la bellezza e la gioventù sono effimere? Lo sai che il corpo umano è destinato ad invecchiare? Però io conosco un modo, si un modo per rendere i nostri corpi e la tua bellezza eterni”.
Beauty purtroppo aveva capito dove il discorso del giovane voleva andare a parare, Garma era già stato sedotto dal credo meganoide.
“Passiamo la notte insieme, un ultima notte prima di convertire i nostri corpi!!” Garma aveva afferrato Beauty per un polso e la stringeva con molta forza. Beauty riuscì a liberarsi ma Garma la inchiodò al muro “non credere che non lo sappia!! Tuo padre, è stato tuo padre a finanziare le ricerche di Haran sui cyborg, anche tu sei responsabile della nascita dei meganoidi!! Quindi non fare tanto la schizzinosa, cosa pensi di ottenere appoggiando quel Banjo, un uomo che vuole voltare le spalle a quanto il suo stesso padre ha creato!!” “Garma no non parlare di Banjo così” protestò Beauty
E per quale motivo dovrei farlo?” ribattè Garma “non credere che io rinunci a te con tanta facilità! Tu sei mia!”
“Garma mi spaventi io non!!” vano fu il tentativo di Beauty di sfuggire e la ragazza fu spinta sulla panchina del gazebo. Reagendo di istinto Beauty sfoderò la piccola pistola che teneva nascosta nella fodera e fece fuoco centrando Garma in pieno petto!
Dopo essere indietreggiato tenendosi con la mano la ferita da cui sgorgava sangue, Garma guardò Beauty con occhi increduli per poi stramazzare a terra.
Il colpo fu udito distintamente da tutti. Gli agenti corsero sul luogo insieme ai paramedici. Ormai per Garma però era troppo tardi

---------------------------------------------------------------------------------

Grazie ai propri contatti con la polizia, per Banjo fu facile occultare le prove e far sparire l’arma del delitto. Beauty si scusò con Banjo per il gesto avventato con cui aveva compromesso la possibile alleanza con Side 3, però il suo animo era profondamente scosso dalle parole di Garma e da quanto era avvenuto la sera prima…suo padre aveva finanziato le ricerche del padre di Banjo, la responsabilità della nascita dei meganoidi ricadeva anche su di lei! Ma questo la ragazza lo sapeva fin troppo bene ed era per questo che aveva deciso di aiutare Banjo a combatterli!

------------------------------------------------------------------------------------

Su Marte, il comandante Sumika comparse dal nulla alle spalle di Koros annunciandole che la missione era compiuta : le sue agenti ninja avevano appena assassinato Giren e Kycilia Zabi facendo passare il delitto come l’esito di una funesta lite tra fratello e sorella.
Rimasto solo e profondamente ferito per la sorte di Garma, ucciso sulla Terra, Duzul Zabi aveva deciso di far aderire Side 3 all’impero meganoide e lui stesso per primo di sottopose alla conversione del corpo.
Aveva ricevuto il grado di comandante e di direttore della sezione disciplinare dell’impero. Visto che per la sua enorme stazza e il volto squadrato pieno di cicatrici fin da bambino era stato soprannominato Frankenstein, decise di assumere il nome di Franken

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:17
 
Top
view post Posted on 2/3/2021, 13:53     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


9
Il valore di un comandante sfregiato

Ora l’impero meganoide poteva contare su numerosi side sottomessi, ma la situazione non era comunque migliorata, anzi la crescita esponenziale del popolo aveva portato con se numerosi problemi, relativi soprattutto alla sovrappopolazione. Pur non necessitando di essere alimentato, il corpo meccanico doveva essere sottoposto a continue revisioni così come le apparecchiature per la conversione dei corpi. L’impero aveva bisogno di fondi e di materie prime cose che potevano essere forniti unicamente dalla Terra, dato che le risorse di Marte erano ormai state sfruttante quasi del tutto.
In quelle condizioni, una guerra con la Terra sarebbe stata da evitare, oltretutto differentemente da quanto auspicavano le frange più estremiste dell’impero meganoide, il fine ultimo non doveva essere la conquista della Terra, ma l’acquisizione di un’autonomia necessaria per poter portare la propria stirpe nello spazio e al di fuori del Sistema Solare.
Koros si era mostrata molto abile a tenere nascosto il sogno trasmessole da Haran Sozo e tirare le fila dell’esercito attraverso l’interpretazione dei versi emessi da Don Zauker in modo da condurre il proprio popolo la dove lei voleva, ma quella in cui si trovava non era certo una posizione sicura e una nuova rivolta avrebbe potuto detronizzarla.

Una delle crisi più grandi dell’impero meganoide fu quella provocata dal folle comandante Kamen Kamen. Quest’uomo, che si autoproclamava discendente da un’antica dinasta egizia, aveva proposto a Don Zauker il progetto sviluppato da uno degli scienziati a proprio servizio, il professor Dyson, tale progetto aveva teorizzato la fissione di Giove per trasformare l’idrogeno del pianeta in materia solida e poi suddividerla ricavandone trenta nuovi pianeti della stessa massa della Terra su cui emigrare.
Tale progetto oltre che richiedere un dispiego eccessivo di fondi, avrebbe rischiato di compromettere irrimediabilmente l’equilibrio gravitazionale tra i pianeti, senza contare che il governo terrestre non se ne sarebbe stato tranquillo mentre i meganoidi bombardavano Giove.
Kamen Kamen non aveva preso bene il fatto che il progetto Dyson fosse stato respinto da Don Zauker e aveva deciso di portarlo avanti autonomamente, forte delle truppe a lui fedeli che aveva ribattezzato Figli di Aton.
4332_1__0
Kamen Kamen

Una simile iniziativa aveva reso necessario l’intervento della sezione disciplinare e il comandante Franken era stato incaricato da Koros di fermare Kamen Kamen.
Gli intestini erano severamente vietati dal codice meganoide, ma in questo caso Kamen Kamen era stato privato di fatto del proprio grado di comandante e classificato come minaccia.
Senza_nome__1_
Comandante Franken


La guerra combattuta tra i pianeti esterni del Sistema Solare si protrasse per molti mesi senza che nessuna fazione riuscisse a prevalere sull’altra, ne quella di Franken forte dei mobil suit della famiglia Zabi, ne quella di Kamen Kamen che poteva contare sulle risorse della propria organizzazione criminale, la Nubia Connection.
959e1897f78cceb4d49caadd4f8414c1
Mobil Suit armata di Franken

“Comandante Franken come mai non è ancora riuscito ad avere ragione dei ribelli?” domandò Koros dallo schermo per le videocomunicazioni.
“Gli uomini di Nubia sono ormai allo stremo e la nostra forza bellica è maggiore, ma quei bastardi hanno deciso di spostare le loro basi orbitanti proprio nell’orbita di Giove” rispose Franken, aggiungendo che se avessero lanciato un attacco in massa contro l’insediamento nemico avrebbero rischiato di provocare la fissione del pianeta, cioè proprio quello che avrebbero voluto evitare, e probabilmente era proprio su questo che contava Kamen Kamen consapevole di trovarsi ormai in una posizione di svantaggio.
“C’è solo una soluzione possibile a questo punto sommo Don Zauker” sentenziò Franken “Io di persona dovrò trasformarmi in megaborg e cercare di spingere Kamen Kamen ad uno scontro diretto!!”
Don Zauker si illuminò emettendo uno dei suoi rantolii simili a respiri profondi. “Don Zauker autorizza la sua strategia comandante Franken, aspettiamo ulteriori aggiornamenti da parte vostra” sentenziò Koros chiudendo la videocomunicazione.

L’ufficiale medico Maria, che aveva ascoltato la discussione dalla soglia della camera di comando della base orbitante, si avvicinò a Franken con apprensione. Trasformarsi in megaborg e lanciarsi nel mezzo della battaglia avrebbe significato mettere seriamente a repentaglio la propria vita e Maria, che aveva già visto molti soldati morire in quei mesi, non riuscì a nascondere la grande preoccupazione che in quel momento stava provando per il suo comandante.
Franken intuì l’apprensione di Maria e cercò in modo burbero, ma anche un po’ protettivo, di dissuaderla dal preoccuparsi per lui e ad invitarla a concentrarsi sul proprio incarico di ufficiale medico.
Le attenzioni di Maria però riscaldavano il cuore del gigante sfregiato. Fin da giovane, pur appartenendo al prestigioso casato degli Zabi, Franken aveva trovato numerose difficoltà a rapportarsi con le ragazze, forse perché si vergognava per il proprio aspetto terrificante in tutto e per tutto simile a quello di un protagonista di un film dell’orrore.
Il giovane Dozul, era solito guardare con malinconia, nascosto tra gli alberi artificiali, le coppie felici al parco centrale di Side 3 e per questo motivo, alla morte dei membri della sua famiglia, gli unici affetti che aveva, non gli pesò abbracciare il credo meganoide, non solo per garantire un futuro al proprio popolo (molti abitanti della colonia che non desideravano subire la trasformazione in cyborg infatti furono rimandati sulla Terra), ma anche per distaccarsi completamente da quei sentimenti che tanto lo avevano fatto soffrire.
La premura di Maria però ora sembrava riaccendere in Franken dei sentimenti che credeva sopiti.
Avrebbe dovuto combattere anche per lei, fino alla fine!!!
meg
Maria



Protetto da una squadriglia di Zaku, Franken lasciò la base orbitante per lanciare il proprio attacco alla base di Kamen Kamen che gravitava intorno a Giove.
Mentre i Mobil Suit tenevano occupate le truppe di difesa di Nubia, l’astronave personale di Franken si aprì rilasciando il corpo del comandante nello spazio aperto. Avvolto in una luce rossastra, che andò piano piano a dissolversi, il comandante Franken era ora gigantesco e ricoperto da una folta pelliccia che lo faceva assomigliare ad un enorme gorilla. Il Megaborg atterrò sulla corazzata di Kamen Kamen cominciando a devastare tutto con la propria furia selvaggia!!
imageedit_40_3423554668
Megaborg Franken

“Quel maledetto bestione!!” inveiì Kamen Kamen “pensa di avermi messo con le spalle al muro! Ma se è lo scontro diretto che cerca è quello che avrà!!”
Kamen Kamen sali sulla piattaforma della macromacchina sottoponendosi al campo energetico piramidale generato dai ripetitori, anche il suo corpo si ingigantì venendo ricoperto da una sinuosa armatura e da una maschera dorata da faraone
imageedit_33_6315323032
Megaborg Kamen Kamen

Lo scontro tra i due megaborg infuriò nello spazio aperto, Franken poteva contare su una maggiore forza fisica, ma si trovava in difficoltà non potendo poggiare i piedi a terra, Kamen Kamen, più a proprio agio a muoversi nel vuoto, bersagliò il nemico con una scarica di raggi laser.
A Franken, ferito in più punti e ridotto allo stremo, non restava che un’unica, disperata, mossa : vedendo l’enorme corpo dell’avversario ormai fluttuare inerte, Kamen Kamen gli si scaglio contro per dargli il colpo di grazia con la lama che aveva fatto fuoriuscire dal dorso della mano. Franken aspettò di essere trafitto per intrappolare Kamen Kamen in una presa mortale, dopodichè, girando vorticosamente su se stesso, eseguì un piledriver spiaccicando la testa dell’avversario sulla corazzata.
Mentre la nave di Kamen Kamen esplodeva e il meganoide precipitava nell’atmosfera di Giove corroso dalle fiamme, Franken ormai incosciente andava alla deriva nello spazio, era regredito dallo stato di megaborg alle proprie sembianze umane.
Il corpo di Franken fu recuperato da una navetta di soccorso, Maria gli corse incontro abbracciandolo.

Poche ore dopo Franken riprese i sensi nell’infermeria della base orbitante. Maria manifestò tutta la propria felicità, ma il comandante, reprimendo le lacrime di commozione, si rigirò dall’altra parte del letto, provando quasi vergogna nel farsi vedere tanto fragile e vulnerabile.
Maria, ripreso contegno, informò il comandante che le sue funzioni vitali erano ormai stabili e che i danni al fisico biomeccanico erano stati riparati sostituendo due organi interni artificiali ed un arto.

Privi del proprio comandante, i figli di Aton furono facilmente sconfitti dalle truppe meganoidi. Il potere centrale era riuscito a sedare la pericolosa rivolta

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:17
 
Top
view post Posted on 3/3/2021, 14:30     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


10
La guerra in tasca


La piccola città dell’Europa era completamente devastata e invasa dalle fiamme. I pochi cittadini superstiti si davano ad una fuga disordinata mentre per le strade diroccate risuonavano i passi pesanti dell’armata dei robot che procedeva in una fila da tre ordinata e implacabile.
Con il sole alle spalle, in mezzo alle rovine, si ergeva fieramente un ragazzo dalla tuta bianca attillata con una enorme C rossa sul petto e una mezzaluna al centro dell’elmetto che portava in testa. Ad affiancare il misterioso personaggio vi era un doberman robotico azzurro.
Spiccando un grande balzo ed effettuando una piroetta nel cielo, il misterioso ragazzo si gettò senza paura sui robot. I suoi pugni e suoi calci riuscivano a passare da parte a parte le corazze metalliche degli automi, i suoi colpi dati con il taglio della mano ne dividevano simmetricamente a metà le teste. Anche il cane con movimenti fulminei e veloci colpi d’artiglio riuscì ad eliminare molti nemici e in un caso, con un morso, staccò ferocemente il chiodo posto sulla testa di uno dei robot.
Il ragazzo e il cane vennero però accerchiati dai nemici che li soverchiavano numericamente. Quando robot spararono contro di loro i micidiali ganci acuminati successe l’incredibile : ad un comando vocale del ragazzo, “Friender Drill!!”, il cane robotico assunse la forma di un piccolo veicolo cingolato con una trivella frontale. Salito a bordo del mezzo, l’eroe si scavò la via della fuga nel sottosuolo.
imageedit_67_4680078224
Cashern e Friender


“Friender Drill” gridò Toppy scalciando le coperte per poi cadere dal letto. L’impatto con il pavimento e le grida della mamma, che lo incitava a svegliarsi per non fare tardi a scuola, riportarono il bambino alla realtà.
Dopo essersi vestito in fretta, Toppy lasciò la propria camera, arredata con un gigantesco poster del supereroe in tuta bianca, Cashern il ragazzo Androide, sulla parete e diversi modellini di robot disposti sulle mensole o sparsi per il pavimento.
Il ragazzino scese le scale di corsa e altrettanto di corsa fece colazione per poi uscire di casa scordandosi lo zaino, venendo richiamato per l’ennesima volta dalla mamma.

Toda Totta soprannominato “Toppy” era nato nel secondo decennio del XXI secolo e aveva sempre vissuto in una piccola città nel golfo di Suraga; suo padre era impiegato in una piccola ditta locale, ma a lui non interessava minimamente di seguire le orme paterne e tanto meno gli interessava lo studio.
image_13065_1_1080_1_5961
Toda Totta "Toppy"

Svogliato a scuola, Toppy si faceva sempre riprendere per le marachelle che combinava e anche oggi era intento a parlare con i suoi compagni di “malefatte” .
L’argomento della discussione dei ragazzini era l’ultima puntata di Cashern, il telefilm di grido interpretato dalla star dei film d’azione Wong Lo.
Il programma televisivo era nato sull’onda della “psicosi collettiva” provocata dall’impero marziano e dai tesi rapporti con il governo terrestre, si era cominciato a parlare sempre più diffusamente dei Meganoidi, su cui fino a pochi anni prima l’informazione pubblica e i telegiornali erano sempre stati vaghi e che erano da sempre considerati alla stregua di una leggenda metropolitana.
Secondo le voci diffuse sempre più velocemente, i Meganoidi avevano ramificazioni anche nelle alte sfere del governo, dell’esercito e della finanza, i casi di persone scomparse erano ricondotti al loro progetto di rapire e trasformare in loro simili il maggior numero di esseri umani e secondo alcuni si era ad un passo da una guerra interplanetaria tra Marte e la Terra.
L’argomento era diventato l’oggetto di dibattito di numerosi Talk Show e uscirono diversi film sull’argomento. Lo stesso Wong Lo l’anno prima aveva girato ben tre film d’azione sull’argomento interpretando il ruolo o del soldato speciale o del reduce di una guerra interplatenaria a cui era affidata la missione di tornare sul Side occupato dai meganoidi per liberare i propri compagni o poveri cittadini tenuti in ostaggio e destinati alla conversione in cyborg.
Anche un’altra icona del cinema, Jimmy Dean, l’idolo delle adolescenti, aveva girato un film sull’amore contrastato tra un umano e una meganoide.

“Lo sai che anche Wong Lo è in realtà un meganoide” affermò Katsu, uno dei ragazzini, venendo subito ripreso da Toppy, accanito nel difendere il proprio eroe.
“Il difensore della giustizia non può essere un meganoide, “ma quello è un film mica combatte davvero” erano questi i commenti che volavano tra i compagni.
Improvvisamente, una voce squillante interruppe l’animata discussione dei ragazzini. Si trattava di Chobi, una piccola ragazzina con un grande sombrero sulle spalle che frequentava la loro stessa scuola.
“Che ci fai qui sei troppo piccola per essere ammessa nel nostro gruppo” le disse Toppy
“Ma avevi promesso di riaccompagnarmi a casa fratellone” protestò Chobi.
Toppyn controbattè che aveva da fare e non aveva tempo da perdere con lei, ma la ragazzina, con un ghignetto malefico, lo minacciò che se non l’avesse accompagnata a casa, lei avrebbe fatto la spia su tutte le malefatte che Toppy combinava in giro e che era stato punito tre volte in quella stessa settimana per non avere fatto i compiti.
Toppy, azzittì la bimba, e, temendo la reazione che avrebbe avuto la mamma se Chobi l’avesse veramente messa al corrente di tutto quello che aveva combinato, accettò proprio malgrado di riportarla a casa, tra le prese in giro degli altri amichetti.
Daitarn3_settei_schizzi_097
Chobi

Toppy e Chobi stavano tornando a casa e la bimba per tutto il tragitto continuava a vantarsi di aver fatto il disegno più bello della classe e del proposito di candidarsi come rappresentante, annoiando non poco l’amico.
L’argomento della discussione virò però su un argomento più serio e triste, l’assenza prolungata di una loro compagna di scuola, Hiromi, a causa di un lutto familiare.
Toppy affermò di aver sentito che ad essere morto era il fratello di Hiromi, anche se il preside e i professori avevano tenuto un insolito silenzio sull’argomento. Il ragazzino aggiunse poi che il fratello di Hiromi aveva da qualche tempo lasciato la loro provincia per lavorare nella sede di un importante multinazionale, una multinazionale di cui si era parlato spesso sui giornali poiché, contrariamente ad altre aziende che avevano effettuato forti tagli al personale in seguito all’incremento dell’automazione, aveva sempre preferito garantire il posto ai propri dipendenti.
L’atmosfera tesa e triste venne improvvisamente spezzata da un repentino cambio d’umore di Toppy che si mise a correre tutto eccitato verso un piccolo negozio, lasciando Chobi interdetta.
Il ragazzino si fiondò verso il chioschetto fuori al locale e mise una manciata di monete sul tavolo.
Alla disapprovazione di Chobi che lo rimproverò di non stancarsi mai di quegli “stupidi giochi”, Toppy prestò poca attenzione limitandosi ad affermare entusiasta di essere un asso al tirassegno e che stavolta sarebbe riuscito a vincere il plamo del Mobil Suit più grande.
Chobi proprio non riusciva a condividere l’entusiasmo di Toppy e succhiò con aria perplessa e sconsolata un lecca lecca comprato all’emporio.
La proprietaria del negozietto, una signora grassotta chiamata “zia” Michi, rise benevolmente e affermò che Toppy era proprio pieno di entusiasmo.
Poi un velo di malinconia comparve negli occhi della donna mentre vedeva Toppy tutto intento a sparare ai bersagli, quindi rivolse lo sguardo alla baia.
Mentre nella mente di Zia Michi affiorava il ricordo dei danni arrecati alla città dai bombardamenti dell’ultima guerra, l’ombra di una gigantesca corazzata volante a forma di testa di leone con due cannoni laterali coprì il cielo.
La guerra, la vera guerra avrebbe presto stravolto la vita di Toppy e nulla sarebbe stato più come prima!

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:18
 
Top
view post Posted on 4/3/2021, 14:55     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


11
La prima battaglia di Daitarn 3

Il Golfo di Suraga in breve si era trasformato in un inferno e le città costiere erano ridotte in macerie mentre infuriava lo scontro tra la fortezza volante a forma di testa di leone e le forze della marina giapponese comandate dalla corazzata dell’ammiraglio Magellan.

Poche ore dopo, Toppy e Chobi stavano scappando tra i palazzi distrutti facendosi largo tra i cadaveri e le macerie per sfuggire a due Mobil Suit cingolati e trovando infine rifugio proprio nelle fauci giganti della fortezza meganoide abbattuta e schiantatasi al suolo.
Addentrandosi per i corridoi metallici della nave i due bambini giunsero nell’hangar dove trovarono alloggiato un Mobil Suit bianco e grigio.
53b7f985231037ce069518a82c14906c

“non vorrai attivarlo?” chiese la bimba “l’interno del robot può essere un buon nascondiglio ma..”
“Beh ma una volta salito sopra a questo affare cos’altro potrei fare?” rispose Toppy “E poi quei maledetti hanno ammazzato la mia famiglia e io non voglio certo essere il prossimo!! A costo di farmi ammazzare non voglio dargli questa soddisfazione!!” aggiunse il ragazzino sbattendo i pugni sul cruscotto della cabina di comando e facendo aprire un vano e cadere una sorta di quaderno, il manuale di controllo del Mobil Suit!!
Seguendo quanto scritto, Toppy riuscì, dopo qualche tentativo, a far alzare in piedi il Mobil Suit e farlo camminare uscendo all’esterno della corazzata.
Gli altri due Mobil Suit cingolati fecero fuoco contro di lui, ma la corazza del modello bianco e grigio
si mostrò sufficientemente resistente da incassare la raffica nemica.
6c281a909e0600ba18aa0d571f1d9ff7

Sempre seguendo le istruzioni del quaderno, Toppy fece fuoco a propria volta contro i nemici le cui corazze però si dimostrarono altrettanto resistenti e in breve tempo il bambino esaurì le munizioni.
“Toppy!!” esclamò Chobi terrorizzata. Spinto dall’istinto di sopravvivenza e dalla disperazione, Toppy lanciò il proprio mobili suit contro uno dei due cingolati ingaggiando un corpo a corpo con questo, riuscendo a ribaltarlo e ad usarlo come scudo contro le raffiche dell’altro robot.
I colpi del secondo Mobil Suit raggiunsero il generatore del primo provocandone l’esplosione, mentre Toppy colse al volo l’occasione per far sguainare al proprio robot una lama di energia alloggiata bella spalla e a conficcarla nella testa dell’avversario uccidendo il soldato meganoide ai comandi.
Mente il Mobil Suit si accasciava sul nemico appena abbattuto emettendo fumo, Toppy respirava affannosamente e il suo cuore batteva a mille. Aveva combattuto una battaglia, una battaglia vera, molto diversa da quelle che tanto lo entusiasmavano in tv. Aveva sperimentato sulla propria pelle la tragedia della guerra eppure sentiva dentro di se la rabbia e il desidero di combattere, combattere i meganoidi!!


In quel momento la spia di emergenza si stava illuminando simultaneamente su tutte le Deathbattle, le basi segrete e i laboratori meganoidi presenti sulla Terra e in orbita intorno al pianeta. Don Zauker voleva conferire con urgenza con tutti gli ufficiali!”

Apparsa a fianco del trono di Don Zauker sullo schermo gigante, Koros ragguagliò tutti i comandanti in videocomunicazione sul grave fatto che era appena accaduto : una Deathbattle, incaricata del prelievo di alcuni umani da sottoporre alla conversione, era stata avvistata dalle forze del pacifico nel Golfo di Suraga da li ne era seguito uno scontro con alcune portaerei della marina giapponese e alcune città costiere erano state devastate.
I rapimenti in massa di terrestri erano severamente vietati dal codice meganoide e, oltre al prelievo di soggetti che si erano offerti volontariamente, erano ammessi unicamente i sequestri di piccoli gruppi composti da criminali o reietti. I soggetti dovevano però essere comunque radunati e caricati sulle Deathbattle e i movimenti di queste, avrebbero potuto essere rilevate dai radar terrestri come purtroppo era avvenuto.
Il comandante della fortezza in questione era stato avventato ad aprire il fuoco, anzicchè ordinare la ritirata, ma il fatto che fosse rimasto ucciso in battaglia avrebbe risparmiato a Koros di sottoporlo alla corte marziale. Ben altro problema sarebbe stato affrontare i vertici mondiali e quel singolo, limitato incidente avrebbe potuto logorare del tutto la fragile tregua tra la Terra e Marte.

Koros, in grande stato di apprensione, chiuse il canale e voltò le spalle al grande schermo, senza accorgersi che qualcuno era rimasto connesso e stava osservando i suoi movimenti.
Si trattava della guardia imperiale Don Haun che sogghignò malignamente.
“Vedo che quella donna si sta dando da fare” affermò Don Haun “ma io ho un vantaggio su di lei : mi trovo sulla Terra e da qui ho maggiore libertà di azione!!
La guardia imperiale quindi apro una videocomunicazione su un canale segreto con il comandante Butcher.
“Noi siamo i meganoidi, siamo i migliori! Esistono destini peggiori!! Noi tutti dominiamo e chi non vuole farsi convertire , lo sterminiamo!!” stava cantando il pachidermico essere verde immerso nella schiuma della propria vasca idromassaggio, accorgendosi in ritardo della chiamata del proprio superiore a cui si premurò di rendere omaggio mettendosi sull’attenti e facendo il canonico saluto militare.
Don Haun rassicurò Butcher aggiungendogli, anzi che lo aveva contattato per dargli buone notizie e annunciargli che ben presto avrebbe potuto sbizzarrirsi e divertirsi come più lo aggradava.

Improvvisamente, nel mezzo delle città, a bordo della metropolitana o in fila al volante delle proprie auto, le persone catturate dai meganoidi e in cui era stata impiantata una bomba a tempo, cominciarono ad esplodere una dopo l’altra provocando numerosi danni e vittime

“Uhhh, la mia è stata proprio un’idea geniale!!” affermò il mastodontico comandate a bordo della propria Deathbattle a forma di lumaca “gli uomini bomba sono molto più economici dei megaborg, dei mobil suit o delle Deathbattle e uccidono molta più gente!!”
Ad un certo punto però una raffica di mitra bersagliò il pannello di comando e lo schermo della sala comandi. Butcher si girò di scatto e vide che un intruso con un fucile in mano se ne stava appoggiato con non chalance sulla soglia della porta dopo aver fatto fuori i soldati di guardia; indossava una tuta molto simile a quella dei soldati semplici meganoidi, ma anzicchè essere azzurra, era colorata di rosso e giallo. L’individuo non portava la classica maschera di lattice sotto il casco, ma aveva il volto coperto unicamente da una visiera verde trasparente sugli occhi. Si trattava di Haran Banjo!!!

“Penso che tu ti sia divertito abbastanza macellaio!!” disse Banjo puntando la propria arma contro Butcher.
“Stai molto attento a quello che fai moscerino” rispose con un ghigno, seppur in apprensione, Butcher “mi basta poco per premere questo pulsante rosso che attiverebbe la detonazione immediata di tutte le bombe umane!!”
“Perché non è quello che avevi intenzione comunque di fare” replicò Banjo con fermezza.
Butcher era intimorito dalla risolutezza mostrata dal ragazzo, non aveva idea se stesse bluffando o meno, ma sembrava un tipo imprevedibile con cui non sarebbe stato il caso di rischiare.
Coperto dal fuoco dei propri soldati, Butcher scomparve attraverso la parete viscida della sala comando.
Banjo, dopo essere riuscito a fare fuori qualcuno dei suoi inseguitori, trovò riparo nel velivolo con cui aveva fatto irruzione nella Death Battle.
L’Avio Match, la configurazione aerea della Match Patrol, abbandonò la fortezza sotto il fuoco serrato del nemico.
macpppp
Avio Match

“Daitarn Came Here”, al richiamo verbale di Banjo tramite il ciondolo ricetrasmittente che portava al collo, nei cieli della città comparve l’ astronave Daifighter nella quale si inserì la Match Patrol, dopo aver ritirato le ali e il muso aereodinamico.
Mentre la cabina di pilotaggio si staccava dall’automobile venendo trasportata fino al centro di controllo centrale, il Daifighter operò la propria trasformazione assumendo la configurazione di robot antropomorfo.
“Per la pace del mondo combatterò i Meganoidi con il Daitarn 3! Se non temi questa potenza, combatti!” tuonò la voce del pilota. Daitarn 3 era pronto a combattere.

Nel contempo il comandante Butcher, esposto ai raggi emessi dai propulsori della macromacchina, mutò la propria forma e si ingigantì. Il colore verdastro della pelle e le orecchie a punta rimasero uguali ma il corpetto da comandante fu sostituito da una corazza sulle spalle con una vistosa catena sul petto e da un paio di larghi pantaloni.
but
Megaborg Butcher

Il Megaborg estrasse la scimitarra che portava al fianco e si lanciò contro Daitarn che però respinse con disinvoltura l’assalto con il Daitarn Javelin, poi il robot richiamò il Daitarn Fan e scagliò il tagliente ventaglio alla base del collo dell’avversario.
A poco servì il contrattacco del nemico che riuscì a centrare Daitarn con un raggio sparato dalla pietra che aveva sulla fronte; il robot riuscì a schivare il successivo attacco di scimitarra del megaborg e a rispondere assestandogli un calcio nell’addome.
Il megaborg fu scagliato lontano mente Daitarn era pronto per il proprio attacco definitivo : “e ora a me la potenza del sole! Colpo Mortale!! Sun Attack!!”. Un proiettile di luce venne sparato dal globo al centro del diadema sulla fronte del robot e raggiunse il nemico in pieno petto.
“Daitarn Crash!!” Daitarn colpì con un calcio la zona centrata dal sun attack trapassando il nemico da parte a parte.
Butcher, nonostante fosse ormai prossimo alla morte, sembrava soddisfatto e continuò a sghignazzare anche mentre la testa gli schizzava fuori dalle spalle come un pupazzo a molla.
“Io ero pronto a questo già da molto tempo” disse il meganoide “ma lasciami dire una cosa : noi meganoidi siamo il male che si annida nell’animo di ogni essere umano anche nel tuo e continueremo ad esistere finchè continuerà ad esistere l’umanità stessa!”
“Taci e muori in silenzio essere immondo”! rispose Banjo “voi meganoidi siete la nemesi dell’umanità e io la proteggerò da voi grazie al mio potere!!”
“Addirittura!!” rispose Butcher ironicamente “dalla morte non potrà che nascere altra morte e la Terra prima o poi verrà distrutta! Io vi guarderò uccidervi a vicenda dall’aldilà facendomi un sacco di risate!!”
Il meganoide scoppiò in una risata malefica interrotta soltanto dal suo collasso e dalla sua esplosione

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:18
 
Top
view post Posted on 5/3/2021, 12:26     +2   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


12
I ragazzi di Godam


Su Marte Koros ascoltava il rapporto di una guardia imperiale relativo alla comparsa sulla Terra di Daitarn 3 e alla sconfitta del comandante Butcher
“Vada pure Don Karas”, disse la donna “penserò io ad informare Don Zauker”

Rimasta sola, Koros si gettò in ginocchio ai piedi del trono dopo era assiso il dormiente Don Zauker.
“Anata non posso crederci” diceva tra le lacrime “il figlio di Haran Sozo, il figlio dell’uomo che ci ha creato ha deciso ora di combatterci! Ricordo molto bene quando, seguendo il tuo volere, ho guidato Banjo al Daitarn perché potesse trovare rifugio sulla Terra, sfuggire alla sanguinosa battaglia che stavamo combattendo qui per edificare un mondo nuovo. L’oro trafugato dalle miniere marziane avrebbe dovuto permettergli di vivere in pace, senza problemi, per il resto della sua esistenza, come volevi tu, come ha imparato a volere la madre che hai fatto prendere forma in me!
Ma invece lui ha usato quell’oro, quella ricchezza, per potenziare Daitarn 3 per renderlo una micidiale arma da guerra e poter contrastare la realizzazione del tuo sogno!”
“Oh Anata” continuò la donna asciugandosi gli occhi “non era nei nostri piani attaccare la Terra, non lo è mai stato! E’ proprio per quello che avevi deciso di mandare Banjo laggiù! Ci servivano soltanto le sue risorse al fine di fortificare le nostre, invadere la Terra potrebbe essere la nostra rovina, ma dalla piega che stanno prendendo gli eventi questo sembra ormai inevitabile!!”

Infatti gli eventi sembravano proprio volgere in favore dello scoppio di una guerra tra la Terra e l’impero Meganoide.
Dopo la tragedia di Suraga, tanto i vertici mondiali quanto l’opinione pubblica, si erano fortemente allarmati. C’era stata poi la comparsa di Daitarn 3, l’invincibile robot in grado di combattere alla pari contro i megaborg nemici, che aveva riacceso la speranza degli uomini. Dopo il comandante Butcher erano stati sconfitti altri due megaborg.
Dappertutto la gente parlava di Daitarn 3 e del suo fantomatico pilota, il giovane miliardario Haran Banjo, che erano diventati i campioni della Terra così come lo era stato a suo tempo Don Zauker per la colonia marziana.

Spinti dalla presenza e dall’esempio del robot terrestre, alcuni Side cominciarono a mettere in atto una politica più aggressiva nei confronti delle colonie vicine poste sotto il controllo dei meganoidi ed erano scoppiate alcune guerre nel Sistema Solare.
Side 5 era esploso e Side 2, gravemente danneggiato, era stato fatto evacuare e rientrare nell’orbita marziana.
Ormai a Koros non restava altra via che incrementare la deportazione coatta dei terrestri da convertire in meganoidi e dare maggior carta bianca ai comandanti, pur riuscendo a tenerli ancora sotto freno grazie all’autorità di Don Zauker.

---------------------------------------------------------------

Gli enormi felini rossastri stavano dando la caccia agli umani nelle rovine delle città costiere del golfo di Suraga. Coloro che non finivano affettati dagli artigli d’acciaio delle belve, erano radunati nelle piazze e nei grandi centri di raccolta, dove venivano prelevati dalle Dathbattle per essere sottoposti all’operazioni di conversione.
Improvvisamente però una delle belve, allontanatasi dal disastrato centro urbano e addentratasi nei boschi, venne centrata in piena fronte da un colpo di fucile, sparato dalla cima di una roccia circostante.
Altri mostri furono vittima di un rudimentale campo minato, due ragazzini addirittura si fecero seguire da un felino e, girando intorno alla roccia, riuscirono a legarlo con una grossa corda.
Gli esseri rimanenti si ritrassero in preda al terrore di fronte ad una barricata costituita da vecchie auto e altri rottami a cui era stato dato fuoco dopo averli cosparsi di benzina

“Quei partigiani ci stanno creando un sacco di problemi! E dire che sono soltanto dei ragazzi! esclamò il comandante meganoide dai bianchi baffi arricciati.
i97715__1_kkk
Comandante Katroff

“Sono dei vermi! non sanno che le mie bestiole sono dei capolavori, delle creature magnifiche che se esposte ai raggi della macromacchina sono in grado perfino di trasformarsi in megaborg” commentò un uomo in camice bianco anch’egli presente sul ponte di comando della Deathbattle.
8f98211
Professor Animad
imaganimad
Belva meganoide


“Hanno un grande spirito combattivo! Diventeranno sicuramente ottimi guerrieri” osservò con una punta di compiacimento il comandante, osservando con un binocolo l’enorme relitto intorno al quale si erano accampati. “Perché mai avranno scelto un rifugio così vistoso!!”
“Sono soggetti reticenti, Katroff” ribattè un altro comandante, una donna, dallo schermo per le videocomunicazioni “sarà meglio cancellare loro la memoria come protocollo, del resto si tratta di teppisti e fuggitivi, nessuno indagherà troppo sul loro conto”
“Hai ragione Doil” disse Katroff “ma la loro combattività mi ha sorpreso, sono certo che possano diventare qualcosa di più che semplice soldataglia”
“Beh se le piacciono le creature leggendarie io avrei in mente tanti possibili esperimenti da fare con il loro corpo!! affermò il viscido scienziato intromessosi di nuovo nella conversazione
“Neanche per idea Professor Animad” ribattè Katroff “lei eseguirà la normale conversione in cyborg!!”
“Ma ha visto anche lei che i miei lavori sono eccezionali”, insistette Animad “lo chieda anche al comandante Doil, i bio cyborg dalle ali da pipistrello che ho realizzato per suo conto sono stati..”
“Si attenga agli ordini!” sentenzio Katroff voltando le spalle al ponte di comando.
Doil chiese al collega come faceva ad essere sempre così serio e ligio agli ordini.
“In un esercito sono la disciplina e l’organizzazione a garantire la vittoria. Trovo veramente fastidiosi individui come quell’ Animad o come il Comandante Benner o Tors che sfruttano la propria posizione per coltivare passioni puerili come il collezionismo di modellini o il morboso attaccamento ai giocattoli”
“Se devo parlare sinceramente” ammise Doil “anche io ho un mio sogno, perfezionare un nuovo prototipo di cyborg realizzato unicamente con materiali sintetici e privo di parti meccaniche è solo l’inizio! I miei studi archeologici mi hanno portato a rinvenire un’antica città sommersa nel mar mediterraneo, l’ho tirata io stessa su dalle acque nella mia forma di megaborg. Ma non era un reperto come gli altri era una città frutto di una tecnologia sconosciuta e molto avanzata! La civiltà di Lumis è esistita davvero! Ne sapremo di più dopo avremo ridestato gli abitanti dal loro sonno millenario e li avremo trasformati in cyborg. Sono certa che reinserendoli come quinta colonna nella loro comunità, che sono sicura essere ormai prossima a ridestarsi, riusciremo a carpirne tutti i segreti!!”
oihh
Comandante Doil

-comandante-doil
Megaborg Doil


Vedendo però il suo collega scettico, Doil gli domandò : “Ma tu non hai mai avuto una passione?”
“Non ne ho idea” ribattè Katroff senza scomporsi, “anche a me è stata cancellata la memoria perché ero un soggetto reticente!”

-----------------------------------------------------------------

Una comunità di sopravvissuti in continua crescita si era radunata nel golfo di Suraga intorno al relitto di una corazzata meganoide abbattuta durante una delle prime battaglie.
I rifugiati avevano ribattezzato l’enorme carcassa “Godam” e lo avevano eletto a proprio protettore e simbolo della neonata comunità.
Si trattava per lo più di una comunità di orfani e di giovanissimi che avevano perso la famiglia durante gli assalti dei meganoidi. Si dedicavano a procurarsi il cibo andando a caccia e pescando, anche se non erano rari i baratti, i piccoli furti e le contrattazioni con i mercati neri che erano sorti in breve tempo.
I più grandi e coraggiosi avevano addirittura istituito una sorta di piccolo esercito dedito alla guerriglia per difendersi dai raid dei meganoidi sempre più frequenti.
Si erano dati il nome cumulativo di “Gowapper” parola che univa il termine inglese wapper (che poteva significare più o meno sgominatore) con il nome Go, che apparteneva ad una delle prime vittime della guerra, un ragazzo coraggioso che era morto pugnalato mentre stava strangolando un soldato meganoide.
png
Godam

“Certo che siete stati proprio in gamba!!” affermò Rad, il ragazzo più grande, reputato da tutta la comunità come un fratellone “e dire che quando l’altro giorno mi avevate detto di essere stati voi a catturare quel cinghiale non vi avevo creduto!!”
“Fai male a sottovalutarci” disse Toppy
“già il fratellone pensa sempre che siamo bugiardi” aggiunse la piccola Chobi.
Toppy e i suoi amici, dopo aver perso le proprie case, avevano trovato rifugio proprio nella comunità di Godam.
“Tu non sei di qui Rad!” affermò Toppy “perché hai deciso di radunare questa comunità”
“E’ da tanto tempo che girovago per il Giappone, non mi trovavo bene nella mia famiglia!” rispose il ragazzotto “forse questa guerra avrà l’effetto positivo di abbattere questa società marcia! Fosse così almeno sarà servita a qualcosa!”
de_4
Rad


Il gruppo di orfani stava mangiando allegramente intorno al fuoco. La carcassa del felino gigantesco, una volta tolte le parti metalliche, aveva garantito carne alla griglia per tutti.
Proprio in quel momento, un’ombra minacciosa era pronta ad incombere sulla comunità!!

-----------------------------------------------------------------------------

Poche ore dopo il comandante Katroff, trasformatosi in megaborg, era già riuscito ad avere ragione del piccolo gruppo di partigiani.
Il Megaborg Katroff, un gigante dal cui corpo fuoriuscivano numerose trivelle, teneva nel proprio pugno il giovane Rad, ma questo non sembrava per nulla intimorito.
“Allora mostro? Che cosa aspetti a schiacciarmi?” disse il ragazzo con aria di sfida
“Non ancora” rispose Katroff “ho altri progetti per te!!”
“Che tipo di progetti!!” chiese Rad
“Hai una forza notevole è un peccato che vada sprecata” osservò il meganoide
“Sono pronto a fare quello che vorrai a patto che tu lasci intatta questa comunità e i ragazzi che la abitano” affermò Rad
“Tu avresti intenzione di pormi delle condizioni?” chiese Katroff tra lo stupito e il divertito

----------------------------------------------------------------------

Rad era stato portato da Katroff sulla Deathbattle e condotto alla camera di conversione dove erano stati radunati altri ragazzi più o meno della stessa età
“Da oggi voi sarete il corpo dei Blue Bellers, i berretti blu” sentenziò Katroff
Rad fissò il comandante con visibile stupore e preoccupazione
“già non solo i comandanti sono in grado di combattere e voi insieme potrete diventare un megaborg esattamente come me!!”

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:18
 
Top
view post Posted on 6/3/2021, 16:53     +2   +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


13
Sul filo del pericolo


Kidogawa si tuffò dalla scogliera di fronte al proprio palazzo. Ogni mattina era solito nuotare per circa mezz’ora tra gli squali che infestavano le acque e poi tornare correndo a casa lungo la scogliera.
Ne seguiva la sessione di combattimento corpo a corpo dove il giovane, assunta la propria forma di megaborg, affrontava diversi Mobil Suit. Il primo a cadere fu un modello cingolato sotto i colpi dei cannoni che il megaborg aveva montati nelle spalle.
Poi fu il turno di altri due robot che lanciarono un attacco simultaneo venendo trafitti da due delle numerose spade che Kidogawa teneva dietro la schiena.
Una voce all’alto parlante annunciò che l’esercitazione era finita e ordinò alle unità superstiti di rientrare, mentre Kidogawa si sottopose ad un check in modo da analizzare, e eventualmente migliorare con nuove modifiche, le prestazioni del proprio corpo cibernetico grazie ai dati raccolti in allenamento
b__1_
Kidogawa

comogawa
Megaborg Kidogawa

“Maledetto Banjo vedo che sei diventato famoso!!” disse il giovane meganoide in doppiopetto “ma vedrai che presto ti dimostrerò che sono io il migliore!!”
Kidohawa aveva sempre nutrito una forte rivalità nei confronti di Banjo, che gli aveva rubato il ruolo di attaccante nella squadra dei pulcini alle elementari e numerose ragazze al college. Tra i due le sfide sportive o le gare di velocità erano all’ordine del giorno, ma l’ossessione di primeggiare si acuii sempre di più in seguito ai successi dell’ex compagno, spingendo Kidogawa a diventare un meganoide per poterlo sconfiggere.
“Credo che una simile ossessione di primeggiare sia tipicamente umana”, disse il giovane dottore dagli spessi occhiali. “l’obiettivo di noi meganoidi dovrebbe essere l’affrancarci da…”
“Sono stanco delle sue chiacchiere dottor Preud” lo azzittì Kidogawa “credo proprio che opterò per un altro tipo di terapia!”.
Preud strabuzzò gli occhi nel vedere nel salotto del palazzo di Kidogawa la giovane dottoressa Milene, anch’essa laureata in psicologia ma specializzata in poco ortodossi metodi di controllo della mente e del comportamento. Era chiaro che la sua presenza li aveva un significato particolare e che la possibile applicazione dei suoi studi per sottomettere gli esseri umani aveva attirato l’interesse degli alti piani dell’impero.
Preud non gradiva l’approccio alternativo della collega e si mostrò oltremodo contrariato.
lWQfvqF__1___1_
Dottoressa Milene

“Signor Kidogawa” disse la governante “ho fatto visitare al nostro ospite il palazzo come lei mi aveva detto”
“Molto bene, lo faccia accomodare a tavola” rispose Kigodogawa.
L’agente Tsuchida dell’interpol si era recato alla residenza di Kidogawa per svolgere delle indagini. Il ricco industriale infatti era solito investire forti somme in compagnie che si erano rivelate poi collegate all’impero meganoide e ne aveva anche rilevata qualcuna.
“Spero che la visita alla mia dimora sia stata di suo gradimento, mi sono limitato ad acquistare un antico palazzo scozzese e l’ho fatto trasportare qui pezzo per pezzo!!” a Kigogawa divertiva molto fare sfoggio del proprio potere e incutere soggezione nell’investigatore con la propria ricchezza “ad ogni modo credo che la cosa che gradirà di più sarà il pranzo”.
“Mister Kidogawa a dire il vero io sono qui per” cercò di ribattere Tsuchida.
Kidogawa premette un pulsate nascosto con il piede e da sotto alla sedia di Tsuchida si spalancò una botola che portava direttamente al mare infestato dagli squali.
L’agente dell’interpol riuscì ad evitare il peggio, rallentando la caduta nello stretto tunnel che dava sullo strapiombo grazie ad alcuni rampini che teneva nascosti nei polsini.
“La visita a Kidogawa non si è rivelata del tutto inutile in fondo”, affermò Tsuchida che, grazie alla speciale lente a contatto con macchina fotografica che portava all’occhio sinistro, era riuscito a scattare un’istantanea del biglietto dorato che l’ambiguo milionario teneva nel taschino.
Si trattava di un invito per il concorso di bellezza Miss Inter Beauty

---------------------------------------------------------------------------------------

Gli indizi seguiti portarono un altro agente dell’Interpol, la giovane Reika Sanjo, al Cabaret della Magia, un piccolo teatro, con negozio per effetti speciali e trucchi annesso, dove l’anziano prestigiatore Edwin teneva i propri spettacoli. Molte persone “pescate” tra il pubblico dal mago per partecipare ai suoi numeri erano sparite davvero senza lasciare alcuna traccia.
Visto che il teatrino era poco frequentato, la notizia passò inosservata per parecchio tempo e fu ignorata dai grandi media, ma attirò l’attenzione della polizia internazionale che già da tempo stava indagando sulle misteriose sparizioni che potevano essere riconducibili ai meganoidi.
Reika suonò il campanello nel teatro e una telecamera a molla spuntò fuori dal nulla riprendendo l’esterrefatta poliziotta.
Una voce chiese all’ospite chi fosse e quando Reika mostrò le proprie credenziali la porta si aprì di scatto. La voce la invitò ad entrare del regno dell’illusione.

Reika Sanjo

Reika si addentrò nel piccolo teatro vuoto dirigendosi verso il palcoscenico sul quale apparì Edwin in mezzo ad una nuvola di fumo e annunciato da uno squillo di trombe.
“Signor Edwin ho bisogno di farle qualche domanda” disse la poliziotta
“Più che volentieri” rispose il prestigiatore “ma mi segua nel retro”. Dopodichè Edwin si dissolse immergendosi nel buio che permeava il palco.
EHj0hKEU8AAeA7b__1_
Edwin

Attraversato il palcoscenico, Reika si ritrovò in una sorta di magazzino, pieno dei più svariati attrezzi scenici tra cui numerose maschere giganti. Le bocche di queste improvvisamente cominciarono ad emettere una sostanza schiumosa che in breve allagò la stanza mentre una paratia d’acciaio scese alle spalle di Reika bloccandole la via d’uscita.
La ragazza mise a fuoco una piccola porta dall’altra parte della stanza e riuscì a buttarla giù con una spallata prima che schiuma corrosiva, che già aveva fatto dissolvere un tacco delle sue scarpe e parte della manica della camicia, potesse arrivare a danneggiare il suo corpo.
Dopo aver schivato un’enorme lama di ghigliottina, Reika spiccò un balzo trovandosi sospesa nel vuoto e, dopo aver evitato anche il pendolo di un gigantesco orologio a muro, riuscì ad aggrapparsi ad una delle lancette.
Evitando si essere decapitata dall’altra lancetta, che si mise a girare vorticosamente, Reika, con un colpo di reni, saltò sulla sommità dell’orologio trovandosi davanti una stanza piena di specchi.
L’immagine di Edwin appariva su tutte le superfici riflettenti mentre la sua voce invitava Reika a trovarlo.
Con un colpo di pistola la ragazza distrusse uno degli specchi dietro al quale si trovava un piccolo camerino con al centro un tavolo con un grande pacco regalo sopra.
Allentando incautamente il fiocco, Reika aprì la scatola che rivelò un nuovo e micidiale trabocchetto che la ragazza riuscì ad evitare di striscio : un pupazzo a molla di un gangster con un mitra che sparava a raffica proiettili veri!
“Quel bastardo me l’ha fatta!! È riuscito a dileguarsi!!” Reika frugava nervosamente nella stanza alla ricerca di qualche indizio. In mezzo ad una serie di carte e bollette da pagare, la poliziotta trovò qualcosa di molto interessante : un biglietto dorato. Un invito al concorso di bellezza Miss Inter Beauty organizzato ogni anno da Lord Sandrake.
Lord Sandrake era stato uno dei più famosi esperti di escapologia al mondo e si era esibito anche al Madison Square Garden con il suo numero più famoso : liberarsi da un forziere immerso nell’acqua indossando una camicia di forza.
Con il tempo Lord Sandrake si era ritirato dalle scene e, grazie ai soldi guadagnati, si era dedicato alla promozione di eventi, in particolar modo del concorso di bellezza mondiale da lui istituito.
Il vecchio Edwin era solito lavorare con Lord Sandrake tenendo lo spettacolo di l’illusionismo d’apertura ed era molto probabile che il cabaret dove ora si esibiva gli era stato comprato proprio dal suo più celebre e facoltoso collega.
Un concorso di bellezza avrebbe potuto essere un’ottima occasione per rapire persone e questa edizione sarebbe stata diversa dalle altre poiché la detentrice storica del titolo, Zeta, non avrebbe partecipato, spingendo così molte più ragazze a iscriversi.
Le indagini di Reika erano solo all’inizio

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 30/3/2021, 11:32
 
Top
view post Posted on 7/3/2021, 16:01     +1   -1
Avatar

Fratello di Trinità e Bambino

Group:
Mod
Posts:
12,087
Reputation:
+1,593

Status:


14
Donne Guerriere


Lo schermo gigante della sala comando si illuminò mostrando il trono dorato di Don Zauker con Koros in piedi al suo fianco
“Tenente Mazzony a che punto sono le operazioni per il recupero della Deathbattle e per la conversione della popolazione in meganoidi?” chiese la sovrana
“A dire il vero Don Zauker” esitò Mazzony “il comandante Katroff prima di affidarmi il comando delle operazioni aveva promesso l’amnistia al gruppo di ribelli di Suraga in cambio della resa del loro capo”
La calotta di vetro di Don Zauker si illuminò e questo emise il proprio rantolio”
“Non possiamo permettere che la tecnologia meganoide resti in mano dei terrestri e il relitto di quella Deathbattle può ancora essere riparato e tornare funzionale” ribattè accigliata Koros “inoltre la situazione contingente richiede la trasformazione in soldati del maggior numero di umani”
“le devo ricordare” concluse la rossa gerarca “ che la sua promozione a comandante può dipendere proprio dal risultato di questa operazione?”

“Quella maledetta”, bofonchio Mazzony tra i denti. Soggetto reticente e trasformato contro la propria volontà dopo la cancellazione dei ricordi, il tenente Mazzony era riuscita a fare carriera nei ranghi dell’esercito meganoide, ma nutriva un forte odio per la propria condizione e in particolar modo per quella Koros. Ai suoi occhi tradire i patti stretti dal comandante Katroff e trasformare i ragazzi della comunità in meganoidi, sarebbe stato un atto vile, tuttavia non aveva scelta. Affrontare la corte marziale non sarebbe servito a niente e inoltre la nomina a comandante avrebbe permesso a Mazzony di poter creare un proprio esercito personale e una maggiore liberà di azione, motivo per cui, pur vergognandosi della propria codardia, non le restava che obbedire agli ordini.
imageedit_6_4306524994
Mazzony

I raid dei meganoidi nel golfo di Suraga continuavano ad essere sempre più feroci e la piccola comunità di ragazzi non aveva ne i mezzi ne le risorse per poterli contrastare.
“Non ci resta che chiedere aiuto agli adulti della città vicina” disse uno dei ragazzi alla riunione di emergenza tenuta ai piedi di Godam
“Sei pazzo!! Io non voglio l’aiuto di quei vecchi!” ribattè un altro ragazzino “e poi dopo tutte le volte che abbiamo rubato al loro mercato sicuramente non ci aiuteranno mai, anzi sarà già tanto se non ci gonfieranno di botte!”
“Allora non capite” esordì Toppy “neanche a me fa piacere chiedere l’aiuto degli adulti, ma se rimaniamo soli i meganoidi ci uccideranno tutti e non credo che il fratellone desiderasse questo!!”
Già il fratellone. Toppy e gli altri ragazzi non sapevano nulla del destino che era toccato a Rad e della sua conversione in meganoide, l’unica cosa che sapevano era la sua cattura dopo la resa e che i meganoidi non erano stati ai patti continuando ad attaccare la comunità e a cercare di impadronirsi di Godam.
“Posso andarci io in città” disse Chobi
“Tu?” ribattè Toppy obiettando che la ragazzina era troppo piccola
“Proprio per questo!! Passo più facilmente inosservata e i grandi non saranno tanto cattivi con me”
I ragazzi erano molto dubbiosi. Chobi aveva ragione, ma mandare in avanscoperta una bambina tanto piccola significava esporla ad un pericolo mortale.
Si passò comunque ai voti e la proposta di Chobi fu, pur con qualche reticenza, accolta.

In piena notte Toppy e altri ragazzi aprirono il recinto di legno provocando la fuga del numeroso branco di maiali messo da parte.
La luce delle torrette di guardia dei meganoidi intercettarono il movimento sospetto e qualche soldato fece addirittura fuoco abbattendo qualche maiale.
Dopo aver visto però che si trattava solo di un branco in animali, i soldati, pigri e stanchi dopo ore di vedetta, lasciarono perdere e tornarono a giocare a carte.

Aggrappata al ventre di uno dei maiali e nascosta dall’oscurità notturna Chobi riuscì a raggiungere la disastrata città vicina.
Gli abitanti del borgo, radunati in piazza, accolsero con sospetto la richiesta di aiuto della bimba, dopo tutti i furi e i grattacapi che quei furfanti dei Gowapper gli avevano provocato, tuttavia erano coscienti della situazione e del pericolo che i meganoidi rappresentavano anche per loro.
Il vecchio Toragoro, un uomo corpulento con una vistosa panciera di lana sotto il kimono, che era un po’ il capo dei mercanti della comunità, alla fine decise di acconsentire alla richiesta della bambina e spingendo perché anche i compaesani a facessero altrettanto.

Il giorno successivo sulle macerie del vecchio municipio venne issata la bandiera bianca e nella piazza della città molti membri del gruppo di Godam erano stati legati, pronti per essere consegnati ai meganoidi insieme al vecchio relitto che usavano come quartier generale, in cambio della salvezza della città.
“Gli umani sono davvero vigliacchi” osservò Mazzony che guardava la scena dallo schermo della propria Deathbattle “dopo che si saranno arresi e ci avranno consegnato il relitto, trasformeremo tutti in meganoidi senza fare eccezioni”.
La militare però non sapeva di essere caduta nel tranello che le avevano teso i cittadini.
Proprio quando la Deathbattle atterrò ed estese i propri bracci robotici per sradicare Godam dal terreno, i ragazzi che si erano nascosti tra le rocce circostanti, entrarono nella corazzata prendendo alle spalle i soldati di guardia.
Toppy premette la pistola contro la schiena di Mazzony in modo che le guardie non facessero fuoco e nel contempo altri ragazzi obbligarono i macchinisti a mettere il moto la corazzata abbattendo le torri di guardia e volgendo verso la città.
Nella piazza centrale del mercato i ragazzini, legati lievemente, sciolsero facilmente le corde e si scagliarono contro i soldati che volevano catturarli. Alla zuffa si aggiunsero gli abitanti della città e ben presto gli umani riuscirono a disarmare i meganoidi, scatenando un inseguimento tra i palazzi diroccati del borgo, proprio quando sopraggiunse la Deathbattle, sotto il comando dei Gowapper, schiacciando le navette meganoidi
“non conosci la vecchia storia del cavallo di Troia” affermò Toragoro
“Tro che?” chiese Toppy
“il modo migliore per attirare in trappola qualcuno è fingere di arrendersi e portargli un dono di pace!!”

Mazzony tuttavia riuscì facilmente a liberarsi e Toppy insieme a Toragoro e gli altri furono accerchiati dai soldati nella sala comando.
La porta di espulsione si aprì sotto i loro piedi lasciandoli cadere a pochi metri dal suolo.

“Ritirata” ordinò Mazzony nonostante le obiezioni dei sottoposti. “La battaglia di Suraga è persa. Gli umani si sono mostrati molto più coesi e abili di noi, ma questo è soltanto l’inizio. Quando sarò comandante costituirò un nuovo esercito composto unicamente da abili combattenti e non così dipendente dai mezzi meccanici e allora gli umani saranno costretti a soccombere!!”

Il pericolo era passato, Godam era salvo e il gruppo dei ragazzi da allora in poi avrebbe collaborato con gli adulti della città.
Toppy con la sacca sulla spalla era pronto per partire. Un traghetto per la città di Hellington avrebbe salpato da li a poche ore.
“Vedrete amici tornerò insieme a Daitarn 3 e allora non avremmo più nulla da temere!!”
“Fratellone torna presto!!” gridò Chobi
“Si e tu non fare più la pipì a letto” rispose Toppy
“Io non faccio la pipì a letto” protestò Chobi
Davanti a Toppy si stavano aprendo i nuovi orizzonti di una grande avventura

-----------------------------------------------------------------------------------------

Beauty aveva finito di cenare nella villa di suo padre che era molto ansioso per la partecipazione della figlia al concorso di Miss Inter Beauty, ignorando che questo sarebbe servito alla ragazza per infiltrarsi nella base meganoide per conto di Banjo.
Beauty, differentemente da Banjo, aveva sempre avuto un buon rapporto con suo padre e anche se questo era stato in qualche modo responsabile della creazione dei meganoidi, non gli serbava rancore.
La ragazza, nonostante la propria apparenza da bionda svampita e vanitosa, aveva deciso di seguire Banjo per farsi carico degli errori del proprio genitore e in parte riscattarlo.
Anche se la sua collaborazione con Banjo la portava a passare poco tempo a casa, Beauty sapeva che un giorno vi avrebbe fatto ritorno definitivamente, più matura e più forte, per aiutare il padre e portare avanti le imprese di famiglia.

Mentre Beauty stava per salire sulla limousine, l’aria venne invasa da una densa nebbia rossa. La ragazza si sentì mancare, tutto intorno a lei cominciò a vorticare e quando riaprì gli occhi non credette a quello che vedeva.
La casa della famiglia Tachibana, il grande giardino, la città, tutto era scomparso per lasciare spazio ad uno scenario medioevale che sembrava uscito da un libro fantasy.
Sotto un cielo rossastro dove la Terra era affiancata alla Luna, sorgeva un antico e lugubre maniero su una cima brulla e rocciosa.
Intorno alla torre principale volteggiavano degli esseri terrificanti e uno di questi si lanciò in picchiata su Beauty.
La ragazza tirò fuori la pistola che teneva nella fondina legata alla coscia e cominciò a fare fuoco, ma i proiettili non scalfirono neanche la corazza chitinosa del mostro che afferrò la ragazza con le proprie zampe artigliate.

Legata ad una croce, Beauty fu portata a cospetto della signora del maniero, una procace donna dalla pelle violacea che sedeva su un trono ricoperto di pelliccia. Ai suoi piedi vi era un tappeto ottenuto dalla pelle di una tigre
“Che orrore! hai un pessimo gusto!!” disse Beauty
“Stai zitta non osare parlare così alla regina Zenoya” rispose la donna sferrandole un colpo di frustino sulla guancia.
Per nulla intimorita Beauty chiese a Zenoya se era una meganoide, al che questa rispose di essere la sovrana di Bryston Well.
“Si tu sei l’autrice di quella serie di romanzetti fantasy!!” realizzò Beauty
“Non sono affatto romanzetti fantasy” reagì piccata Zenoya “io sono stata capace di creare un mondo nuovo e meraviglioso e di fargli assumere consistenza grazie ai miei studi sulla scienza quadrimensionale!! Se solo non ci fosse quella dannata Koros ora sarei la sposa di Don Zauker e l’alleanza tra i nostri due popoli ci avrebbe reso invincibili!!”
Beauty restò interdetta dalle parole della strana scrittrice scienziata ma capì ben presto quali erano le sue intenzioni : prendendola prigioniera voleva arrivare a Banjo, il pilota di Daitarn, e dopo averlo eliminato spianarsi la strada al trono meganoide.
La ragazza si mostrò comunque pronta e riuscì a liberarsi i polsi grazie ad un piccolo grimaldello che teneva nascosto nella manica, quindi a gettare una bomba fumogena e a liberarsi anche i piedi, balzando giù dalla croce
-meg
Zenoya

Inseguita dalle guardie di Zenoya, Beauty riuscì a raggiungere l’hangar del castello e, dopo qualche tentativo, a far decollare uno dei mostruosi insetti biomeccanici, controllabili attraverso la cabina di pilotaggio situata nell’addome
“Prendetela presto!! Si è impadronita di uno degli Aura Battler” gridò Zenoya.

Beauty ai comandi dell’automa riuscì a volare via dal castello inseguita da altri Aura Battler che sparavano contro di lei all’impazzata.
Accelerando il più possibile, l’enorme insetto si illuminò di uno strano bagliore e lasciò una scia lucente al proprio passaggio.
Oltrepassata la barriera dello spazio quadrimensionale, Beauty si ritrovò a volare al di sopra della città così come l’aveva lasciata : illuminata dalle luci dei palazzi
imageedit_9_4417147216
Aura Battler

“Che strano essere” commentò Garrison mentre analizzava l’Aura Battler nel laboratorio della villa “sembra il gigantesco cadavere di un insetto in cui sono stati innestati degli impianti cibernetici”
“I meganoidi stanno diventando ogni giorno più pericolosi” affermò Banjo addentando una mela.
Beauty concordò. Aveva vissuto un’avventura surreale!

Sullo schermo del palazzo di Zenoya apparve Koros al fianco di Don Zauker rimproverandola per l’iniziativa presa e incitandola a completare al più presto i propri studi sullo spazio quadridimensionale e sulle sue creature biomeccaniche. Come comandante dell’impero meganoide era questo il suo dovere!!
Zenoya manda giù mal volentieri gli ordini di Koros immaginandosi al suo posto al fianco di Don Zauker.
“Si un giorno ci riuscirò! Io la regina Zenoya, che ho dato vita ad un mondo irreale, regnerò anche sui meganoidi!!”

Qui potete postare i vostri commenti
https://gonagai.forumfree.it/?t=78305501

Edited by GOTAN X - 12/3/2021, 10:19
 
Top
22 replies since 23/2/2021, 12:58   2014 views
  Share