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La persona abusiva - le convinzioni

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view post Posted on 13/3/2021, 21:43     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Un testo interessante trovato online qualche giorno fa, magari può aiutare qualcuno di voi. Se ho fatto errori grammaticali nella traduzione, chiedo venia. :via:


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Se hai mai avuto a che fare con una persona abusiva nella tua vita - che si trattasse di un partner o di un genitore - probabilmente ti sei spesso chiesto cosa la spinge a comportarti così verso di te. Il pensiero retrostante di solito è che se riuscirai a capire il perché, potrai convincerla a smettere.

Allora, perché le persone abusive dimostrano un comportamento così tossico e distruttivo? Non sanno controllare il loro umore? Hanno problemi di alcool, o altre droghe? Sono vittime di traumi passati, o hanno una personalità disturbata? Dovrebbero imparare a comprendere i loro sentimenti e a comunicarli meglio? No.
(Tutto questo è possibile ma non conduce necessariamente una persona a comportarsi in maniera abusiva.) 1

Un comportamento abusivo proviene da convinzioni abusive. Le persone abusive - che ne siano consapevoli o meno - hanno idee specifiche riguardo ai loro rapporti, e sono queste idee a causare il loro comportamento e a giustificare, per esse, ciò che infliggono alle loro vittime. Anche se la persona abusiva nel tuo caso forse non ha mai esplicitamente espresso le sue opinioni in merito, probabilmente riconoscerai alcune tra di queste.

Tu sei responsabile per le mie emozioni. Io non ho la minima responsabilità di riflettere sulle mie reazioni emotive o imparare a gestirle meglio, è invece tuo compito di smettere di dire o fare cose che mi irritano o fanno arrabbiare.
Io devo agire a seconda delle mie emozioni. Se mi sento arrabbiato, ti aggredisco. Tu non hai il diritto di criticarmi per questo e non è compito mio imparare di controllare ciò che provo - sei tu che devi smetterla di farmi reagire in questo modo. Chiedermi di non agire a seconda delle mie emozioni significa volermi controllare ed è sbagliato.
Tu sarai sempre responsabile per le mie emozioni. Anche se il nostro rapporto finirà, tu continuerai a essere responsabile per ciò che provo, e io mi aspetterò sempre che tu prioritizzi le mie emozioni al disopra di qualsiasi altra cosa.
I miei sentimenti riguardano solo me. Se qualcosa che fai o pensi causa una reazione emotiva in me, io ho il diritto di immischiarmi e di dirti cosa devi dire o pensare. I miei sentimenti contano più di tutto. Tu non hai il diritto di dirmi che questo o quest’altro non mi riguarda.
Devi giudicarmi a seconda delle mie intenzioni, non le mie azioni. Se ti dico che non avevo l’intenzione di ferirti o di spaventarmi, tu non hai il diritto di sentirti ferito o spaventato. Nessuno ha il diritto di confrontarmi se non sono consapevole della mia intenzione di fare del male. E non è mio dovere assumermi questa consapevolezza. 2
Cosa sono le tue intenzioni lo decido io. Se tu mi hai ferito, lo hai fatto apposta. Se mi hai fatto ingelosire, lo hai fatto apposta. Nessuna cosa che fai può essere accidentale o non intenzionale; qualsiasi cosa tu faccia è intenzionale e malvagia, anche se lo hai fatto in risposta a qualcosa che ho fatto io.
I miei sentimenti sono genuini, i tuoi sono manipolativi. Se io mi agito, i miei sentimenti sono reali e importanti. Se tu ti agiti, hai un secondo scopo - vuoi manipolarmi o convincere gli altri a offrirti attenzione e simpatia.
Se hai delle libertà, è perché io te le concedo. Qualsiasi libertà che hai nella tua vita - anche se si tratta solo di ciò che indossi - si basa sul fatto che io ti concedo generosamente di averla, e mi aspetto la tua gratitudine per questo. Ho il diritto di privarti di qualsiasi tua libertà in ogni modo e in qualsiasi momento a seconda di come mi pare, e il tuo dovere è di obbedirmi.
Se tenti di trarre limiti tra noi due, significa che ti comporti male verso di me. Se tu mi volessi bene veramente, non mi diresti o implicheresti mai “Fino qui e non oltre.” Lo fai esplicitamente solo per ferirmi, il che significa che non ho la minima ragione per rispettare i tuoi limiti.
Se tu mi confronti con il fatto che ti ho ferito, questo è molto peggio di qualsiasi pena che ti ho inflitto. Ciò che provo quando mi chiedi di prendermi la mia responsabilità è mille volte peggio di qualsiasi cosa io ti possa avere fatto. Se io sento anche solo un barlume di rimorso per una cosa sbagliata che ho fatto, sono già punito abbastanza. I tuoi tentativi di discutere ciò che è stato o di chiedermi di rendermene conto significano solo che vuoi maltrattarmi.
Se io mi scuso per qualcosa, è il tuo dovere accettare le mie scuse. Anche se il nostro rapporto è terminato, io mi aspetto che tu accetti le mie scuse e faccia la pace con me. Tu non hai il diritto di chiedermi tempo per riflettere o di discutere con me; una volta che mi sono scusato, ciò che è stato è stato una volta per tutte. Mentre io posso decidere di perdonarti, ma se mi fa comodo posso rivangare qualcosa che tu mi hai fatto vent'anni fa per farti sentire colpevole. 3
Il nostro rapporto non è terminato se non lo decido io. Fino a che io desidero un rapporto con te, tu devi essere a mia disposizione. Tu non hai il diritto di decidere su questo. Anche se abbiamo posto fine al nostro rapporto, devi rimanere a mia disposizione affinché io possa tornare da te in futuro, se lo desidero. Non volere un rapporto con me significa crudeltà o immaturità da parte tua.
Io sono l’unica autorità in questo rapporto. Io sono molto più intelligente e perspicace di te. Io so cos’è la cosa migliore per entrambi noi due. La mia versione degli avvenimenti è sempre quella giusta e non ne esistono altre. Il mio giudizio, le mie opinioni e i miei gusti sono superiori ai tuoi. Se tu osi farmi domande o non essere d’accordo con me dopo che ti ho detto ciò che penso, provi solamente di essere immaturo e incapace di sapere ciò che è giusto per te.
Io ho il diritto di controllarti. È nel mio assoluto diritto decidere tutto ciò che fai e con chi passi il tuo tempo. Tu non hai nessun diritto di decidere da te. Obbedienza e controllo assoluto mi sono dovuti. Se tu non mi dai queste cose, ti comporti male verso di me e mi neghi il rapporto con te che io mi merito.
Se tu resisti al mio controllo, questo mi dà il diritto di fare qualsiasi cosa io ritenga necessaria per riaverti alla mia mercé. La tua resistenza giustifica qualsiasi cosa farò per tornare a controllarti. Io non sono responsabile di ciò che faccio se tu mi resisti; sei tu che mi hai costretto a farlo, quindi la colpa è tua.
Il centro di ogni tua attenzione devo essere io. Qualsiasi altra cosa o persona nella tua vita è secondaria dopo di me. Prima di prendere una decisione devi come prima cosa prendere in considerazione i miei sentimenti a riguardo. È tuo dovere fare sacrifici al fine di pormi al centro della tua vita. Contemporaneamente, io non ho il minimo dovere di fare la stessa cosa per te.
Se spendo denaro per te o faccio qualcosa per te, questo ti pone in mio debito. Se tu spendi denaro per me o fai qualcosa per me, questo non cancella il tuo debito verso di me; e io non sono mai in debito verso di te. Tu sei in debito con me finché lo decido io. Io posso anche decidere che qualsiasi cosa tu possiedi o guadagni sia mia, visto che sono io a gentilmente permetterti di averle. Allo stesso modo posso in qualsiasi momento decidere che tu debba ricambiare un regalo che ti ho fatto, anche se avevo esplicitamente detto che si trattava di un regalo.
Il mio comportamento non è abusivo, e tu non hai il diritto di dirlo. Lo so io cos’è l’abuso, e le persone veramente abusive sono mille volte peggiori di me. Se nel nostro rapporto siamo stati contenti insieme per un solo momento, non può trattarsi di un rapporto abusivo. Se tu mi accusi di abusarti in verità sei tu ad abusare me, o sei finito sotto a qualche influsso nocivo che ti fa credere le cose sbagliate di me.
Il nostro rapporto non deve richiedere nessuno sforzo (per me). A me è dovuto un rapporto tranquillo e comodo senza che io debba muovere un dito. Il tuo compito è quello di fare sì che noi abbiamo questo tipo di rapporto. Se tra noi due ci sono tensioni o conflitti la colpa è tua, e tu mi deprivi del rapporto che ho il diritto di avere.
Il fatto che tu sei capace di autocontrollo e autocritica ti rende ideale per un rapporto con me. Io utilizzo queste tue qualità per richiedere qualsiasi cosa e qualsiasi comportamento da parte tua. Segretamente io ti invidio per queste tue caratteristiche ma non lo ammetterei mai, neppure davanti a me stesso. Invece il fatto che tu sappia controllare le tue emozioni e riconoscere i tuoi sbagli sono per me, uno che non si fa tanti scrupoli, una prova della mia superiorità e di conseguenza del fatto che tu non potresti mai vivere senza la mia protezione. 4

Sia persone abusive che vittime spesso credono che un comportamento abusivo provenga da un carattere aggressivo: le persone abusive si arrabbiano spesso, e questa è una caratteristica che si può imparare a controllare. Ma questo non è il nocciolo del problema. Una persona non è abusiva perché è arrabbiata, è abusiva perché il suo atteggiamento è abusivo.

Un compagno o genitore non abusivo non è una persona che ha imparato in qualche modo a non esplodere solo perché passi del tempo con i tuoi amici, o perché vieni a casa con un quarto d’ora di ritardo. Una persona non prona all’abuso semplicemente non si arrabbia per delle cose così insignificanti. L’aggressione della persona abusiva affonda le radici nelle sue convinzioni riguardo ai rapporti nella sua vita - è convinta di avere tutto il diritto a relazioni che incontrino le sue impossibili aspettative, e quando naturalmente non le ottiene, ribolle di rabbia. Che lo sappia o no, ha delle convinzioni riguardo ai rapporti intrapersonali fermamente inculcate nella sua mente, e sono queste convinzioni a generare l’abuso in qualsiasi forma.

Le persone abusive possono smettere di credere in queste cose? Forse. Se possono riconoscere che hanno queste convinzioni, accettare che sono irragionevoli e pericolose e liberarsene, forse in futuro non abuseranno più le persone intorno a loro.
Forse. (Prove concrete sono sconosciute.) 5

Comunque non è il tuo compito restare ad aspettare se queste persone cambiano o no. Se ti trovi in un rapporto abusivo di qualsiasi genere, meriti di meglio. Ci sono molte persone in questo mondo che non hanno convinzioni abusive riguardo ai rapporti umani; e tu meriti di passare una vita serena e appagata insieme a loro.



1 - 5 N.d.T.


https://missmentelle.tumblr.com/post/64434...abusers-believe

Edited by Delari - 14/3/2021, 15:45
 
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view post Posted on 15/3/2021, 20:15     +1   -1
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Le persone abusive non si riconoscono subito


Uno dei peggiori problemi in un rapporto abusivo è che per un lungo periodo ti tempo, l’abuso non è riconoscibile. Una persona abusiva, inizialmente, si presenta come la persona che hai sempre desiderato incontrare. Ed è proprio lì che si trova il pericolo.

Una persona abusiva non ti picchia la prima volta che uscite insieme. Non scrive “Ti umilierò e farò di tutto per farti sentire inferiore” sul suo acconto su facebook o tinder. Non indossa una maglietta con la scritta “Mi piace spaccare oggetti per intimidare la mia compagna”. Le vittime non finiscono in un rapporto abusivo perché hanno sentito puzza di abuso lontano un miglio, e hanno deciso di frequentare questa persona lo stesso.

All’inizio di un rapporto, una persona abusiva può essere la persona più attenta e premurosa che tu abbia mai conosciuto. Ti mette al centro di tutte le sue attenzioni, ed è proprio questo che la rende così pericolosa con il passare del tempo. Ti fa dei regalini, si ricorda del tuo compleanno, ti manda messaggini a ogni occasione. Ti ascolta, si confida con te e ti racconta cose buffe che solo voi due potete capire. La maschera “migliore amico, affettuoso e devoto” può rimanere intatta per mesi o magari anni.

Per questo, la prima volta che questa persona ti urla in faccia per un nonnulla o ti picchia, tu non vedi una persona abusiva. Quello che vedi è il tuo migliore amico, la persona fidata, quella che ti cucinava minestrine calde mentre eri malato, che rideva delle tue barzellette o ti ascoltava quando ti lamentavi di qualche collega rompiscatole.
E allora ti dici “ha solo passato una brutta giornata”. Pensi che il tuo amico sia stanco, malato, stressato. Perché tu lo conosci. Hai costruito una vita insieme con lui, di cui fa integramente parte. E magari lui si scusa e dice che si vergogna di quello che ha fatto, che non era in sé. E anche tu pensi che non è stata la persona che conosci a maltrattarti.

E allora le cose ritornano a essere normali per un po’. Magari anche molto belle. Si tratta sempre di uno dei migliori rapporti della tua vita, anche contando quel piccolo incidente. Voi due tornate a uscire insieme, a farvi le coccole e a discutere per ore di qualsiasi cosa.
Ma poi, l’abuso accade ancora. E tu, ancora non vedi una persona abusiva. Ciò che vedi è la persona che conta di più per te del resto del mondo. Ti dici che ha dei problemi, che sta attraversando una lotta interiore… che forse si tratta di un malanno psichico. Lui ti aveva raccontato qualche cosa terribile che gli era successa da piccolo, e tu pensi di sapere che cos’ha, perché deve esserci un collegamento. Perché comunque sia, tu non vedi una persona malvagia che ti maltratta e ti sfrutta. Non ancora. Quello che vedi è la persona che ami e che ora ha più che mai ha bisogno di te.

E allora le cose vanno nuovamente lisce per qualche tempo. Quindi, accade un altro “incidente”. Poi si ritorna alla normalità. Quindi, va di nuovo male. Poi, bene. Male. Bene. Male. Bene. E ogni volta che accade qualcosa di male, per te diviene più difficile uscirne. Il tempo e gli sforzi che hai investito nel rapporto aumentano e allo stesso tempo la tua autostima va a picco.
Quando finalmente riesci ad accettare che sì, la persona che pensavi di conoscere è abusiva con la A maiuscola, ci sei dentro fino al collo. Sei come il rospo nella pentola piena d’acqua riscaldata a fuoco lento e sei diventato parte integrante della zuppa prima ancora di accorgerti che l’acqua si stava un po’ scaldando.

Tu non hai voluto questo. Non te lo sei andato a cercare, anche se è ciò che la persona abusiva e anche molte persone a cui chiederai aiuto te lo diranno. E non te lo aspettavi in nessun modo. Hai solo fatto il grave errore di offrire la tua fiducia a una persona indegna.

Tutti noi abbiamo un’idea abbastanza precisa in testa riguardo a come deve presentarsi una persona abusiva. Magari la nostra fantasia lo ritrae come un uomo robusto con la fronte bassa e la canottiera rigata, che urla bestemmie alla moglie mentre si ubriaca davanti alla tv. Pensiamo che siano come un incendio che si preannuncia da lontano con fumo e scintilla. E che se sappiamo dove si trovano queste persone, è facile evitarle.

Ma una persona abusiva non è così facilmente riconoscibile. Può trattarsi di chiunque. Maschio o femmina. Intelligente o meno. Educato o ignorante. Di famiglia ricca o povera. Omosessuale o no. Politicamente può trovarsi alla destra, alla sinistra, al centro. Può essere un artista. Un atleta. Una persona che fa la carità regolarmente. Può provenire da qualsiasi società, paese, religione, sfondo sociale. E non è la colpa della vittima se non se ne è accorta prima. La colpa è solo della persona abusiva, perché ha preparato il campo e, ancora e ancora, ha perpetrato l’abuso pensando solo a sé stessa.



https://missmentelle.tumblr.com/post/17258...-labels-abusers
 
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view post Posted on 19/3/2021, 17:11     +1   -1
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L’aggressività reattiva


La cosiddetta “aggressività reattiva” avviene quando una vittima si difende contro una persona abusiva, urlando, alzando le mani, imprecando, offendendo o magari perfino gettando oggetti, in risposta al maltrattamento subito. Si tratta di un fenomeno piuttosto comune tra le vittime di violenza domestica; ed è uno dei maggiori strumenti di una persona abusiva per convincere parenti e amici che la vittima sia in verità il perpetratore.

Scenario 1: Sam maltratta la sua compagna Erin. La critica e canzona in continuazione, ma senza alzare la voce, usando un tono calmo e razionale. Le dice per esempio che il suo abbigliamento non le dona e che dovrebbe indossare abiti a sacco prima di essere dimagrita un po’. Ha la sua da dire riguardo a tutto ciò che la donna mangia e ogni volta le chiede “Ma devi davvero mangiarlo?” Fa il paragone tra lei e le mogli dei suoi amici e le chiede perché non riesce a essere come loro. Le parla come se fosse una stupidina, critica la sua cucina, il modo in cui pulisce la casa, le cose che acquista e il suo aspetto. Dopo settimane di questo trattamento, Erin perde la pazienza: dice a Sam di andare a quel paese e lasciarla in pace, e si chiude in camera.
Scenario 2: John maltratta il suo compagno Raj. Si diverte a intimidire Raj ponendosi a livello superiore, spingendolo in qualche angolo, piazzandosi nei vani delle porte per impedirgli di uscire; sferra i pugni nei muri e rompe oggetti casalinghi quando si arrabbia. Un giorno, durante una lite John prende Raj per un braccio e gli urla in faccia. Raj gli dice di mollare, ma John lo ignora dicendo “Guardami mentre ti sto parlando!” Nel disperato tentativo di liberarsi, Raj spinge John al petto facendolo cadere per terra.

In questi scenari, Erin e Raj sono gli aggressori, eppure sono essi stessi le vittime. Si tratta di classici esempi di aggressività reattiva - una persona diventa aggressiva perché non sopporta più la pressione dell’abuso costante. Questo non significa che siano delle persone abusive; in un rapporto normale non si metterebbero a urlare o aggredire l’altro. È il maltrattamento che cerca sfogo.
Quando una vittima dimostra aggressività reattiva, la persona abusiva la utilizzerà quasi sempre contro di essa. Continuerà a rinfacciare questo comportamento alla vittima come prova del fatto che questa sia “instabile” e irrazionale, e che è la persona abusiva a soffrire del comportamento e l’umore imprevedibile del suo compagno. Sam può utilizzare lo scoppio di rabbia di Erin come “prova” per il maltrattamento da parte di questa, per esempio dicendo “Stavo solo tentando di avere una conversazione normale con lei, e tutt’a un tratto si è messa a urlare. Ho tentato di calmarla ma non voleva ascoltarmi, mi ha detto di andare al diavolo e si è chiusa in camera da letto per ore. Devo sempre camminare in punta di piedi intorno a lei, la minima parola e subito si agita.”

Causare e poi strumentalizzare l’aggressività reattiva è tipico per una persona abusiva per guadagnarsi la simpatia di amici e parenti, fare sì che questi voltino le spalle alla vittima, e isolarla ulteriormente. Spesso riescono anche a convincere esperti e psicologi professionisti che il loro compagno sia una persona terribile, e utilizzare la “terapia” contro la vittima. Se Sam racconta a un terapeuta dello scoppio irato di Erin a modo suo, secondo lui completamente “irrazionale”, è ben probabile che il terapeuta si metta dalla sua parte e gli dica esattamente ciò che vuole sentire. Quindi può andare a casa con la coscienza tranquilla, dire ad Erin che il terapeuta ha detto che lei è una persona cattiva e bacata, e che Sam non è tenuto a sopportare il suo comportamento.

Vi sono molti esempi reali di casi dove una vittima, dopo essersi sentita dire ancora e ancora e da diverse persone che è una persona cattiva che aggredisce il suo compagno senza motivo reale, finisce per credere di essere così realmente. Raj per esempio ha aggredito fisicamente il suo compagno, una cosa che John non ha mai fatto in quella maniera, anche se guardando i fatti l’aggressore è John. Ora sarà molto facile per John utilizzare questo sfogo contro Raj per mettergli in testa che il colpevole è lui, in particolare dato il fatto che l’autostima di Raj probabilmente è già fortemente danneggiata a causa delle sue esperienze nel rapporto abusivo. Quando Raj comincerà a dubitare di sé e a pensare di essere davvero una persona terribile, sarà molto più facile per John controllarlo, e per lui diventerà molto più difficile lasciare il rapporto; non crederà più di “meritare” appoggio e un rapporto con una persona non abusiva, accuserà se stesso e magari comincerà perfino a credere di dover essere grato a John perché invece di lasciarlo, questo rimane con lui e lo “sopporta” e cerca di aiutarlo.

È di vitale importanza comprendere ciò che segue riguardo all’aggressività reattiva:

L’aggressività reattiva non è paragonabile ad abuso reciproco. “Abuso reciproco” è un termine che si usa per un rapporto dove entrambi i partner si maltrattano a vicenda e sono in egual misura responsabili per il male che si fanno. Ma l’abuso reciproco è una cosa rara, al punto che molti esperti pensano che non esista veramente. Un rapporto abusivo richiede una determinata dinamica dove una persona vuole controllare l’altra, e questo tipo di dinamica non funziona reciprocamente. Una persona che diventa aggressiva in reazione al comportamento dell’altro non è abusiva: si trova sotto a una enorme pressione, e non appena abbandona il rapporto abusivo smette subito di divenire aggressiva. Una persona veramente abusiva si comporta sempre così, in qualsiasi rapporto, ancora e ancora.
Quasi chiunque commette aggressività reattiva in determinate circostanze. Se prendi a calci un cane, prima o dopo ti morderà, chi prima, chi dopo. Essere sottoposto ad estremo stress cambia una persona - se vivi in quel tipo di rapporto ogni giorno, presto o tardi l'affaticamento emotivo ti cambierà profondamente, e magari dimostrerai rabbia e aggressione in un modo di cui non ti saresti mai ritenuto capace. E non c’è nulla che tu possa fare per gestire un tale rapporto finché dura: l’unica cosa che puoi fare per salvarti è andartene. Molte persone sopravvissute a abusi domestici testimoniano che alla fine del rapporto quasi non riconoscevano più se stesse, la persona che erano divenuta dopo avere sopportato l’abuso per anni.
Una persona che ha commesso aggressività reattiva non è abusiva. Chi si difende o si arrabbia in circostanze estreme non è un pericolo per un futuro compagno. Quasi tutti perdono la pazienza quando vengono spinti al limite della sopportazione per mesi o interi anni - una volta che l’abuso finisce, la vittima ritorna ad essere calma e ragionevole. Il fatto che ti difenderai se ti aggredisce un lupo non vuole dire che dopo andrai a casa e darai un calcio al tuo cane; che in circostanze estreme e pericolose senti il bisogno di difenderti non significa assolutamente che tu faccia la stessa cosa in circostanze normali.
L’aggressività reattiva è uno dei motivi per cui la terapia non è consigliabile per le persone abusive. Quando una persona abusiva, nel corso di una terapia, impara da cosa si riconosce l’abuso e come si traggono limiti in un rapporto, non riconosce le proprie tendenze: migliora solo le sue tecniche per accusare le sue vittime di essere loro i veri perpetratori. Le persone abusive sono spesso incredibilmente abili quando si tratta di utilizzare terapie e linguaggio psicologico per convincere le persone intorno ad esse che il loro compagno sia “irrazionale” e che loro siano le vittime. Una persona abusiva che vuole davvero cambiare il suo atteggiamento ha bisogno di una terapia speciale con terapeuti che sappiano guardare attraverso il loro comportamento, e riconoscere l’aggressività reattiva. 1



1 Concreti esempi di una persona abusiva che abbia cambiato il suo atteggiamento sono sconosciuti. (N.d.T.)


https://missmentelle.tumblr.com/post/64059...-reactive-abuse
 
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Da dove riconoscere la famiglia abusiva


La maggior parte delle persone ha un’idea piuttosto chiara riguardo all’abuso dei minori. Se le persone con cui cresci ti picchiano, non ti danno da mangiare, o ti molestano sessualmente, non è difficile capire che il loro comportamento è inappropriato e che la tua famiglia (o qualunque sia il posto dove cresci) è tossica. Ma non tutti gli ambienti tossici sono facilmente riconoscibili. È possibilissimo crescere in circostanze abbastanza agiate e con genitori non violenti, ed essere lo stesso soggetti ad abusi domestici che causano sofferenze e disturbi a lungo termine.

I tuoi genitori ti usano come terapeuta personale, affardellandoti con i loro problemi quando sei ancora un bambino o un adolescente. Bambini e adolescenti non hanno gli strumenti emotivi per comprendere e giudicare situazioni come l’infedeltà matrimoniale, problemi finanziari o esperienze di abusi sofferti in passato. Non hanno ancora sviluppato la maturità per affrontare situazioni simili, e la loro unica reazione, solitamente, è il panico. In un ambiente sano, genitori e altre persone responsabili proteggono i figli da informazioni che sono al di là delle loro capacità e trovano modi per risolvere i loro problemi che non coinvolgono i bambini. Se un genitore o un altro adulto ti ha utilizzato per sfogarsi dei suoi problemi con te mentre eri ancora troppo giovane, per esempio raccontando dettagli riguardo alla loro vita matrimoniale / sessuale, i loro sentimenti in generale, difficoltà materiali o altre cose che né potevi comprendere né offrire sostegno e consiglio, questo comportamento era inappropriato.
Sei costretto a mentire o dissimulare per nascondere i vostri problemi domestici. I tuoi parenti ti hanno proibito di parlare di certe cose con gli estranei, o ti hanno inculcato cosa dire. (Questo o viene detto o implicato. 1) Un membro della famiglia sta scontando una pena in galera? È in viaggio. Un parente che si droga è “stressato”; un genitore che soffre di una malattia psichica “sta benissimo”. L’apparenza conta di più dei fatti, e qualunque problema causato della situazione casalinga viene negato o messo da parte con lo scopo di presentare all’esterno la facciata della famiglia normale e felice. Questo atteggiamento impedisce ai figli di trovare aiuto esterno, e ancora peggio, non permette loro di accettare le loro paure e preoccupazioni, e ancora meno esprimerle. Anche da adulti spesso sono chiusi e non parlano quasi mai di sé stessi, e al solo pensiero che qualcuno potrebbe sospettare che hanno un problema vanno in preda al panico.
Non hai spazio privato a sufficienza. I bambini hanno bisogno di spazio privato per il loro sviluppo, e più crescono più aumenta questa necessità. I genitori tossici non hanno nessun rispetto per la sfera privata dei loro figli. Entrano nelle loro stanze a ogni ora senza bussare, vogliono accesso al laptop e il cellulare del figlio, leggono il suo diario, ispezionano il suo armadio e i cassetti quando non è in casa, e tengono d’occhio qualsiasi spesa. Il loro obbiettivo non è quello di proteggere e tenere d’occhio il figlio affinché non gli accada nulla di male; invece, insinuano cattive intenzioni e richiedono giustificazioni per qualsiasi cosa. Vogliono sapere perché hai inviato questo o quell’altro messaggino a un amico ieri, perché hai speso 5 € da McDonald’s, insistono che tu tenga la tua porta aperta giorno e notte come prova che non hai nulla da nascondere. Questo comportamento spesso continua per lungo tempo anche quando sei già adulto e vivi da solo: vogliono una copia delle chiavi della tua casa, e se tu ti rifiuti di accusano di non fidarti e di avere qualcosa di segreto di cui loro non devono sapere.
Doni e favori hanno sempre un prezzo. I tuoi genitori ti offrono spesso un dono materiale o un favore - magari anche qualcosa che non hai né chiesto né desiderato - insistendo che tu accetti. Una volta che lo fai, il “dono” diviene la spada di Damocle perennemente appesa sopra la tua testa. Tuo padre ti regala la sua vecchia macchina che non sai dove parcheggiare e che ha urgente bisogno di riparazioni costose? Rifiutati e terrà il broncio, ti chiamerà un ingrato, e dirà che non sai proprio accettare nulla. Ma se accetti questo “regalo”, ogni volta che fai qualcosa che non gli va o lui ti chiede qualcosa che adesso proprio non hai il tempo e l’energia di fare, ti dice “Io sono stato così generoso da regalarti una macchina, ed è così che mi ringrazi?” Per questo tipo di genitori i doni non sono atti di gentilezza o un modo di dimostrare il loro affetto, sono strumenti di ricatto per tenere i loro figli intrappolati e in debito con loro per sempre.
Al centro del mondo si trovano sempre e solo loro. Se ti ammali, devono cambiare i loro progetti per la giornata per portarti dal medico, e quindi è stressante per loro avere un figlio malato. Se a scuola sei soggetto a bullismo, quelli che soffrono sono loro perché gli tocca occuparsene. Se vieni accettato all’università, pensano che dovranno pagare per mantenerti, anche se tu lavori per mantenerti da te.
Qualunque cosa accada nella tua vita non riguarda te, riguarda in primo luogo i tuoi genitori e i problemi che tu potresti causare. I tuoi sentimenti non vengono neppure considerati, figuriamoci rispettati. Spesso ti trovi nell’assurda situazione di dovere consolare i tuoi genitori, anche se ciò che sta accadendo riguarda te e non loro. Se vuoi essere il protagonista della tua propria vita, ti chiamano un egoista.
I tuoi spesso ti chiamano infantile e immaturo, ma allo stesso tempo ti impediscono attivamente di crescere. I tuoi genitori non vogliono che tu esca con questa o quest’altra persona, e poi ti rimproverano perché sei single. Ti minacciano spesso di punirti se non ti attieni a determinate regole, ma poi fanno tutto il possibile per impedirti di traslocare. Elencano tutti i disagi e pericoli possibili se vuoi accettare un lavoretto durante le vacanze, e dopo ti chiamano un fannullone. Vogliono che tu rimanga sempre “il bimbo di mamma e papa”, sabotando attivamente ogni tuo tentativo per raggiungere mete importanti. Vogliono che tu rimanga sempre a casa, per poi lamentarsi del “peso” di doverti mantenere e ricordarti a ogni occasione che la casa è loro e non tua.
Prendono decisioni per te, e ti incolpano se i risultati sono sfavorevoli. Volevano per forza che tu facessi una formazione minore invece di andare all’università, e ora ti incolpano di essere incolto. Non vogliono che tu conosca nessuno e poi ti chiedono perché non sei fidanzato, come tutti i figli dei loro amici. Sono loro a scegliere la tua carriera, le scuole che frequenti e i tuoi hobby senza rispettare obiezioni, e poi ti domandano ancora e ancora perché non sei bravissimo in tutte queste cose.
Non puoi mai fare decisioni per te stesso, ma sei responsabile al 100 % dei risultati delle decisioni che vengono fatte per te. I tuoi genitori si rifiutano di accettare ogni influsso che hanno preso sulla sua vita, e insistono che le scelte sono tutte state tue, anche se lo sai benissimo che non lo erano.
Ai tuoi genitori interessa solo che i tuoi successi lascino fare bella figura a loro, e si vergognano se non sei sempre il primo della classe. A loro non interessa se trovi un buon lavoro, se costruisci un matrimonio felice, e se le altre tue attività ti appagano. Pensano solo a vantarsi dei tuoi successi e fare una figura migliore dei loro amici, parenti e vicini, e magari beneficiare anche finanziariamente del tuo impiego e stato sociale. Non si congratulano mai onestamente con te se sei riuscito bene in qualcosa: devi sempre essere perfetto, e se non lo sei sarai in qualche modo punito. In pubblico magari si vantano di te e dei tuoi successi, ma quando siete soli fanno il paragone fra te e altre persone della tua età che paiono migliori, e ti domandano perché non puoi essere come loro. Una volta pensionati, forse richiedono aiuti materiali, ricordandoti di tutto il denaro che hanno speso per mantenerti.
Amano punzecchiarti per le tue insicurezze, e ti prendono in giro se questo ti fa arrabbiare, o se cerchi di migliorare. I genitori tossici trovano sempre qualcosa in cui il loro figlio si sente insicuro - di solito cose di dominio pubblico come l’aspetto, l’intelligenza, il talento, il successo nello sport - e si divertono a deriderlo per questo, spesso anche pubblicamente. Se il figlio si sente ferito e magari chiede apertamente che la smettano, viene accusato di “non avere senso dell’umorismo”; la colpa è sua per reagire al maltrattamento, non dei genitori perché sono offensivi e insensibili. Si aspettano che il figlio rida delle proprie insicurezze mentre la famiglia le adopera come intrattenimento personale, dicendo cose come “bello il nostro ciccione, la pancia arriva sempre per prima” o “il nostro grande artista, che non è stato accettato alla scuola d’arte”. Se i tuoi sentimenti sono feriti, la colpa è tua perché sei irragionevole. Se tenti di migliorare in questi campi, per esempio facendo dieta, studiando di più ecc., dicono che non ne vale la pena e magari tentano attivamente di impedirtelo. Vogliono che tu rimanga insicuro di te stesso affinché abbiano sempre qualcosa a loro disposizione per ferirti.
Vogliono che ti fidi di loro, e poi tradiscono la tua fiducia. Se ti rifiuti di dire loro qualche cosa che ti accade, si arrabbiano, ti accusano di avere qualcosa da nascondere o si agitano perché non ti fidi. Magari interpretano anche il ruolo del genitore preoccupato, offrendo di ascoltarti e aiutarti, per convincerti a parlare. Ma una volta che lo fai, non esitano a sbandierare i tuoi problemi più intimi ai quattro venti, per quanto tu li implori di non farlo. Il dolore subìto quando la tua ragazza ti ha mollato, l’imbarazzo riguardo a un problema medico che hai vengono apertamente discussi con parenti e amici a cena, e magari anche a sfuggevoli conoscenze che vengono in visita. Mentre la prossima volta che cerchi di nascondere qualcosa fanno gli offesi se non vuoi sputare il rospo, e si ricomincia daccapo.
Ti dicono che genitori che sono gentili e premurosi con i loro figli sono “stupidi” e “deboli” e che il maltrattamento da parte dei tuoi ti renderà una persona forte. Se noti che i tuoi amici vengono rispettati e aiutati in famiglia, i tuoi ti dicono che questi metodi di educazione sono sbagliati e che devi essere grato per il loro trattamento. L’idea di un amore incondizionato viene accolta con disprezzo; si mettono a elencare tutti i problemi e gli sbagli di questi altri genitori, o insistono che siccome tu sei un caso “speciale” questo tipo di rapporto / educazione non è adatto per te. Se provieni da una famiglia di immigranti, possono dire che questa educazione è normale nella cultura da cui provengono (e tu non lo puoi accertare 2) e che non ammetterebbero mai di educarti alla maniera “straniera”. Magari arrivi al punto di difendere la tua famiglia se i tuoi amici ti dicono che il loro comportamento riguardo a te li preoccupa.

Le famiglie tossiche sono tutte diverse, e non tutti i punti sopra elencati valgono sempre. Ma è certo che solo due o tre di questi atteggiamenti, se perpetrati per l’intera infanzia e adolescenza di una persona, hanno un impatto profondamento nocivo sulla sua vita emotiva che può continuare a tormentarla anche quando è già adulta da un pezzo.

I genitori non sono automaticamente “buoni” perché hanno dato da mangiare al figlio e non lo hanno picchiato. Se sei cresciuto in un ambiente tossico, hai tutto il diritto di sentirti disingannato, anche se ci sono molti figli che hanno sofferto di peggio per mano delle loro famiglie. Accettare che la tua educazione non è stata normale e sana è il primo passo per liberarti di una famiglia tossica, e per decidere di intraprendere misure per liberarti degli effetti a lunga durata che questo trattamento ha lasciato sul tuo animo.


1, 2 N.d.T.



https://missmentelle.tumblr.com/post/19095...toxic-household

Edited by Delari - 31/3/2021, 11:32
 
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view post Posted on 31/3/2021, 10:27     +1   -1
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Grand Pez di Girella

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Da dove riconoscere persone emotivamente mature
Dal libro Adult Children of Emotionally Immature Parents, Lindsay C. Gibson, Psy.D.


Le persone emotivamente mature sono realiste e affidabili.

Affrontano la realtà invece di lottare contro di essa. Quando vedono problemi li riconoscono e fanno del loro meglio per risolverli, invece di agitarsi e fissarsi su come le cose dovrebbero essere.
Sanno accomunare sentimenti e razionalità. La capacità di pensare anche se si sentono agitate significa che queste persone sono ragionevoli e chi si può discutere con esse. Non perdono la capacità di considerare un altro punto di vista solo perché non ottengono ciò che vogliono.
La loro costanza li rende affidabili. Avendo un senso di sé profondamente integro, non ti sorprendono con reazioni volubili e inaspettate.
Non si sentono sempre e subito offesi. Hanno la capacità di ridere delle loro debolezze. Sono abbastanza realisti per non farti sentire respinto solo perché hai fatto un errore.


Sono rispettose e reciprocano i sentimenti.

Rispettano i tuoi limiti. Ciò che desiderano dal loro rapporto con te è connessione e intimità, non intrusione, controllo e fusione. Rispettano la tua individualità e il fatto che non sono loro a decidere le motivazioni altrui. Magari ti dicono ciò che provano riguardo a qualcosa che hai fatto, ma non affermano di conoscerti meglio che tu te stesso.
Il loro atteggiamento basa sulla reciprocità. Non vogliono usare le persone e non amano la sensazione di essere usati.
Sono flessibili e accettano compromessi. Persone collaborative e mature non hanno qualche scopo (magari segreto) che pensano di dovere raggiungere ad ogni costo, per cui non ti senti usato da loro come mezzo per raggiungerlo. Un vero compromesso non significa sacrificio da entrambi i lati, significa trovare equilibrio tra i desideri di entrambe le parti. Le persone mature hanno riguardo per i tuoi sentimenti e non vogliono che tu ti senta insoddisfatto.
Sono tranquille e serene. Non fanno il muso per giorni o settimane e non ti costringono a comportarti come se tu stessi attraversando un campo minato. Se si arrabbiano di norma ti dicono perché, e ti chiedono di non fare o dire più una determinata cosa. Quando avete un conflitto spesso sono loro a prendere l’iniziativa per trovare una soluzione.
Non disdegnano di imparare cose nuove. Non si sentono aggredite se altre persone vedono certe cose diversamente, e non hanno paura di fare la figura dei deboli e stupidi se non sanno qualcosa. Comprendono il punto di vista di un altro, anche se magari non sono d’accordo.
Sono autentiche. Se ti hanno dato una impressione sbagliata di sé stessi, comprendono che questo ti irrita.
Sanno scusarsi e aggiustare le cose. Sono responsabili per il proprio comportamento e non si sentono umiliate quando devono scusarsi.


Sono disponibili.

La loro empatia di dà un senso di sicurezza. Insieme alla capacità di introspezione, l’empatia è al cuore dell’intelligenza emotiva.
Ti fanno sentire visto e ascoltato. Il loro comportamento rispecchia il loro desiderio di conoscerti veramente invece di quello di riconoscersi in te. Non sono intimidate dai tuoi sentimenti e non ti dicono che dovresti o non dovresti provare questo o quest’altro.
Amano dare e ottenere conforto. Sono partecipi alla tua vita e sanno quanto è importante ricevere un appoggio amichevole.
Sanno riflettere sul loro comportamento e se necessario sanno cambiare. Comprendono che le persone hanno un impatto emotivo le une sulle altre. Ti prendono seriamente e non fanno spallucce quando qualcosa che hanno fatto o detto ti ha ferito. Rimangono attente e provano con il loro comportamento che sono disposte a cambiare.
Sanno ridere e scherzare. Lo scherzo è un tipo di gioco da pari a pari che riflette l’abilità delle persone di non tenere sempre tutto sotto controllo.
Loro presenza ti dà un senso di benessere. Anche se non sono sempre felici, sono responsabili per sé stessi e nella maggior parte dei casi sanno come fare per sentirsi bene e godersi la vita.


– © Adult Children of Emotionally Immature Parents, Lindsay C. Gibson, Psy.D.
 
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view post Posted on 29/10/2021, 19:36     +1   -1
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Cosa significa dovere vivere con persone di strette vedute


Anche se è una verità scomoda: ci sono molte persone di strette vedute in questo mondo, e se per un motivo o l’altro devi conviverci e non puoi uscirne, è un’esperienza terribile. Sono cresciuto in una piccola cittadina piena di gente di questo tipo, e dopo essere traslocato per trovarmi in mezzo ad altre persone simili, so quanto è traumatizzante. Può infliggere cicatrici sulla tua anima che ti rimangono per il resto della vita. Se non hai la necessaria fiducia in te stesso per resistere, alla meglio rimani confuso e annebbiato. Perché gli altri non vedono ciò che vedi tu? Sei tu a sbagliare? È l’esperienza del sentirsi solo in una stanza piena di gente.

Ti fanno sempre passare per bugiardo.
Siccome le persone di strette vedute credono solo in determinate cose, facilmente ti prenderanno per bugiardo se tu credi in cose che sono diverse da queste. E siccome comprendono e quindi credono solo a poche cose, sarai spesso apostrofato un bugiardo.
Una ragazza con cui lavoravo una volta mi chiamò bugiardo perché le avevo detto che mio padre è americano. È la verità, ma lei non lo capiva, quindi si mise a farsi beffe di me e dire a tutti che non sapevo neppure di dove venisse mio padre.
Hanno sempre un’idea di ciò di cui sei capace. Persone di strette vedute non ti prenderanno seriamente perché vedono solo poche cose. Se tu racconterai a loro che sei riuscito in qualche compito difficile, crederanno che stai mentendo.
Se racconti loro qualcosa che è un fatto ma che non rientra nelle loro idee, rifiuteranno di pensarci o di cercare prove per ciò che dici, anche se al giorno d’oggi abbiamo tutte le informazioni a portata di mano con i nostri telefonini.

È difficile formare un legare con loro.
Persone di strette vedute di norma non cambiano molto e non raggiungono mete nelle loro vite, semplicemente perché non credono che questo o quest’altro sia possibile. Se non è successo a loro, o a qualcuno che conoscono, non è possibile e basta. Si sono arrangiati con le loro credenze e il loro stile di vita da adolescenti o da giovani adulti, e così rimangono per il resto della vita.
Se sei una persona che già da giovane ha avuto molta esperienza e che ha molti sogni, non riuscirai a trovare un luogo comune con loro. Anche se fanno esperienze, non impareranno da esse se contraddicono ciò che hanno imparato da ragazzi. Tu invece cambierai a seconda delle tue esperienze e imparerai ad arrangiare la tua vita di conseguenza.

Si fanno spesso beffe ti te.
Siccome hanno le loro convinzioni anche riguardo a te, non hanno fiducia nelle tue capacità. Non crederanno mai che per esempio potresti diventare un maratoneta, anche se ti alleni e migliori di giorno in giorno. Per loro non sei il tipo del maratoneta, e la sola idea che potresti diventarlo è ridicola secondo loro. Continueranno a scoraggiarti e a dirti che non potrai mai farcela.
Se questo continua per anni, la tua stima di te comincia a corrodersi. Se fai parte di un gruppo di questo tipo dopo un po’ credi che stanno dicendo la verità, anche se i fatti parlano diversamente. Magari non vogliono neanche ferirti; sono semplicemente convinti che non sei e non sarai mai qualcosa di diverso da loro.
Un mio amico reagì scioccato quando feci la patente. Non mi avrebbe mai ritenuto capace di farlo perché aveva una bassa opinione di me. Più la mia vita migliorava, più i miei amici diventavano miei nemici. Secondo loro ero colui che non sarebbe mai dovuto riuscire in niente, invece stavo mietendo successi.

Non riescono a vedere il quadro completo.
Se cerchi di parlare con chi non sa e non vuole vedere il quadro completo di una situazione, non avrete mai una vera conversazione. Invece, litigherete a causa di qualcosa che si potrebbe confermare con facilità ma che loro rifiutano di vedere.
Certe persone pensano che sia impossibile divenire più ricchi, più atletici, o fare qualcosa d’altro per migliorare la propria vita, anche se i fatti provano diversamente. Se altri ci sono riusciti, anche tu puoi farcela. O forse no, ma almeno vale la pena di provarci. Ma la persona di strette vedute reagirà sempre con “Te lo avevo detto.”

Si intestardiscono sui minimi dettagli.
Non essendo capaci di vedere un quadro completo, vedono solo i piccoli dettagli di una situazione. Ti diranno che sbagli, che sei stupido, ti criticheranno per fare le cose diversamente da loro anche se magari il risultato è lo stesso. Sono convinti che ci sia un modo solo per concludere determinate cose, cioè come lo fanno loro. Anche se magari il tuo risultato è migliore, ti chiameranno un idiota perché sei andato per un’altra strada.
Guardano tutto superficialmente, quindi giudicano le persone a seconda della loro prima impressione. Invece di fare una cosa perbene, si concentrano a farla sembrare fatta bene.

Difficilmente pensano agli altri.
Una persona di strette vedute pensa solo a sé stessa, e magari di quando in quando a certe persone che si trovano con essa nel suo piccolo mondo. Quindi se prendono decisioni che vanno al di là di questo, non penseranno alle conseguenze per gli altri.
È un comportamento paragonabile a quello di certi autisti: persone che guidano come se la strada fosse stata costruita unicamente per loro. Non si attengono alle regole ma pensano solo alla propria sicurezza; non pensano al pericolo che possono significare per gli altri.
Questo tipo di persone magari si offre di “aiutarti”, senza neppure chiedertelo prima. Forse non vuoi il loro aiuto o avresti bisogno di qualcosa d’altro di ciò che ti offrono. Ma i tuoi desideri o bisogni sono l’ultima cosa a cui pensano; sono solo interessate a fare ciò che vogliono fare.

Le differenze li rendono insicuri.
Questo è ciò che mi irrita maggiormente nelle persone di strette vedute: odiano tutto ciò che è diverso da loro. Se non comprendono una cosa, si sentono infastiditi e vogliono che questa cosa scompaia dalla loro vita. Questo è anche un fattore determinante nel razzismo: certa gente non capisce le persone che sono diverse da esse, e magari si sente personalmente offesa da queste persone diverse.
Un mio amico reagì scioccato quando una volta gli dissi che non mi va il prosciutto. Chiunque conosceva e aveva conosciuto crescendo mangiava prosciutto, io ero la prima persona a non volerlo. Mi accusò di essere un pallone gonfiato; non gli passò nemmeno per la mente che le persone hanno gusti diversi.
Una cosa che ho notato è che questo tipo di persone spesso chiama “gay” le persone che non capisce. Sono diverse, loro non capiscono perché sono diverse, quindi o sono palloni gonfiati o omosessuali.

Credono sempre al mainstream.
Magari tu tenti di convincere una persona di qualcosa; questa rifiuta la tua idea; ma poi legge o sente la stessa cosa in televisione o nei social e automaticamente ci crede. E poi viene da te e ti vende la stessa idea come se l’avesse inventata lei. La verità è che ci crede solo ora che lo ha sentito in televisione. Se il mainstream dice una cosa per queste persone è credibile. Quando lo dicevi tu non volevano accettarlo, anche se avevi delle prove a portata di mano.
Altri naturalmente vanno per il verso opposto, si rifiutano di credere al notiziario e credono solo a quello che hanno sentito da certe oscure ma sensazionalistiche fonti. E così divampano le teorie di cospirazione.

Morirebbero per le cose in cui credono, piuttosto che ammettere che sono sbagliate.
Certe persone rifiuteranno di cambiare il loro atteggiamento nonostante tutte le prove contrarie, semplicemente perché ci hanno creduto tutta la vita. Sono incredibilmente testarde e non si smuovono, anche se credono in qualcosa che sta rovinando la loro vita. Non vogliono accettare che una cosa in cui hanno sempre creduto possa essere sbagliata, così piuttosto passeranno il resto della vita a vivere con una menzogna.

Amano e incoraggiano pettegolezzi stupidi.
Persone di strette vedute fanno spesso ciò che io chiamo “generalizzazione”. Una persona di questo tipo vede una cosa una volta o due e penserà che sia sempre così.
Per esempio tu hai una lite con una ragazza e un tuo amico vi sente; ora crederà che tu sei sempre cattivo con le ragazze. Non si prende la briga di accertare se si trattava di un caso isolato; magari non vuole neppure essere offensivo. Semplicemente ha visto una cosa che gli è rimasta impressa e ora per lui, tu sei quello che odia le femmine.

Assumono molte cose, e spesso.
Le persone intelligenti e di aperte vedute cercano prove e guardano fatti prima di giungere a conclusione. Persone di strette vedute semplicemente assumono questo e quello, perché si illudono di sapere già tutto. Diranno che in base ad A e B deve accadere C, anche se ci sono molte altre possibilità.

In base a tutto questo si trova sempre una gamma di convinzioni molto piccola. Le persone di strette vedute non guardano mai al di là del loro orizzonte perché credono di sapere già tutto ciò che serve per fare una decisione intelligente. E assumono che gli altri debbano amare le cose che amano loro, perché conoscono solo il loro punto di vista e nessun altro. “Mi piacciono i panini al prosciutto, quindi tutti devono amare i panini al prosciutto.”



https://oinotna.medium.com/being-surrounde...ng-3fd4779dae88
 
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