OLOCAUSTOTitolo originale Holocaust
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1978
Genere drammatico, storico
Puntate 4
Durata 475 minuti
Lingua originale inglese
Regia Marvin J. Chomsky
Soggetto Gerald Green
Sceneggiatura Gerald Green
Interpreti e personaggi
James Woods: Karl Weiss
Meryl Streep: Inga Helms Weiss
Marius Goring: Heinrich Palitz
Rosemary Harris: Berta Palitz Weiss
Sam Wanamaker: Moses Weiss
Fritz Weaver: Josef Weiss
Joseph Bottoms: Rudi Weiss
Tovah Feldshuh: Helena Slomova
Robert Stephens: Kurt Dorf
Michael Moriarty: Erik Dorf
Deborah Norton: Marta Dorf
Anthony Haygarth: Heinz Muller
George Rose: Lowy
Michael Beck: Hans Helms
Ian Holm: Heinrich Himmler
David Warner: Reinhard Heydrich
Tom Bell: Adolf Eichmann
Hans Meyer: Ernst Kaltenbrunner
Doppiatori e personaggi
Romano Ghini: Karl Weiss
Maria Pia Di Meo: Inga Helms Weiss
Vittoria Febbi: Berta Palitz Weiss
Sergio Fiorentini: Moses Weiss
Giuseppe Rinaldi: Josef Wiss
Sandro Acerbo: Rudi Weiss
Micaela Esdra: Helena Slomova
Giorgio Piazza: Kurt Dorf
Massimo Giuliani: Erik Dorf
Flaminia Jandolo: Marta Dorf
Michele Gammino: Heinz Muller
Piero Tiberi: Hans Helm
Manlio De Angelis: Heinrich Himmler
Gianni Marzocchi: Reinhard Heydrich
Sergio Graziani: Adolf Eichmann
Prima TV originale
Dal 16 aprile 1978
Al 19 aprile 1978
Rete televisiva NBC
Prima TV in italiano
Dal 20 maggio 1979
Al 19 giugno 1979
Rete televisiva Rai 1
Olocausto (Holocaust) è una miniserie televisiva statunitense del 1978 diretta da Marvin J. Chomsky che racconta l'olocausto attraverso il vissuto di due famiglie tedesche, una ebrea, i Weiss, ed una, i Dorf, il cui padre di famiglia, spinto dalla disoccupazione, si arruola nelle SS fino a diventare uno spietato criminale di guerra al fianco di Hitler. L'argomento era un'occasione per rappresentare sullo schermo l'atrocità e la follia dei crimini nazisti contro gli ebrei, trattando direttamente argomenti come la creazione dei ghetti e l'uso delle camere a gas.
Lo sceneggiato all'uscita fece il giro del mondo, innescando una serie di dibattiti sull'argomento, in un periodo in cui non veniva trattato apertamente dall'opinione pubblica. La sua proiezione in Germania fornì l'occasione per una revisione delle posizioni sulle responsabilità del popolo tedesco.
Berlino, 1935. La famiglia Weiss vive una vita serena ed agiata: il padre Josef è un affermato medico generico mentre il figlio Karl, un giovane pittore, è appena convolato a nozze con Inga, una ragazza cattolica che assiste la moglie di Erik Dorf, un avvocato disoccupato che, conoscendo il capo della Gestapo Reinhard Heydrich, viene convinto ad entrare come ufficiale nelle SS come suo attendente. Le leggi razziali e le mire espansionistiche di Adolf Hitler fanno tuttavia precipitare la Germania dapprima in una limitazione dei diritti civili agli Ebrei, quindi in una serie di violenze nei loro confronti, culminando nella notte dei cristalli, e successivamente, dopo l'Anschluss e l'occupazione della Cecoslovacchia, nell'eliminazione sistematica.
Il conflitto devasta il destino delle due famiglie. Karl Weiss viene imprigionato nel campo di concentramento di Buchenwald con l'accusa di "spionaggio", subendo numerose torture. Suo fratello Rudi fugge da Berlino riparandosi in Cecoslovacchia, e poi tra i partigiani sovietici dopo l'invasione nazista del suolo russo nella famigerata operazione Barbarossa. La figlia minore dei Weiss, caduta in stato catatonico a seguito di uno stupro, è tra le prime vittime della camera a gas a motore, applicata inizialmente sui disabili. Stessa sorte, con lo Zyklon B, per i suoi genitori: suo padre Josef, ormai malato ed inabile al lavoro, nel campo di concentramento di Auschwitz e sua madre Berta, destinata alla morte appena arrivata nel campo; suo zio Moses muore durante la rivolta del ghetto di Varsavia, Karl - essendo un pittore - fa parte degli artisti chiusi a Terezín. Accusato di essere sovversivo, viene bastonato in un forte, dove gli maciullano le mani: spedito ad Auschwitz, vi muore di stenti poco prima dell'evacuazione del campo.
Per un periodo, Inga è libera, in cambio di favori sessuali ad un ufficiale delle SS innamoratosi di lei; però, poi, preferisce la prigionia nei campi nazisti.
Erik Dorf diviene un freddo burocrate della morte, attraversando, costantemente presente, tutte le fasi dello sterminio. Diventa uno degli ufficiali di Paul Blobel, fino al massacro di Babij Jar, conosce Heydrich alla conferenza di Wannsee, in cui si definì la soluzione finale ormai già in atto, viene assunto tra i comandanti di un lager e, infine, arrestato alla fine della guerra dagli Alleati. Scoperta la sua complicità ai crimini nazisti, egli muore suicida ingerendo del cianuro, per evitare gli interrogatori. Suo zio Kurt (fratello del padre militante socialista) tiene un duro discorso ai nipoti orfani, comunque leali all'ideologia paterna. Rudi è catturato e mandato a Sobibór, dove organizza la fuga; ormai solo, noto per il suo eroismo anti nazista, si arruola in un'organizzazione sionista per la costituzione delle forze armate del nascente stato israeliano e, alla fine della guerra, ritrova Inga, che cresce da sola il figlio avuto da Karl.