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.Luce.
view post Posted on 22/4/2023, 16:02 by: .Luce.     +1   +1   -1
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Professore della Girella

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CONGETTURE

1_248

THE TOKIO BALLET - SABATO 5 APRILE – ORE 20,00
Presenta: “LA BAYADERE” Balletto in quattro atti e sette scene, coreografie di Petipa musiche di Ludwig Minkus.


Si arriva puntuali, docciati e depilati.
Ben vestiti e pettinati.
Profumati e rinfrescati.
Si parcheggia vicino al Teatro.
Si entra senza correre e in religioso silenzio.
In caso di difficoltà a trovare il posto, è possibile, con molta discrezione, farsi aiutare dalla maschera.
Mai attirare gli sguardi alzando la voce.

Per tutta la durata dello spettacolo astenersi da qualunque commento vocale, che per quanto gentile, suona sempre di dubbio gusto.
Chi si reca a trovare ristoro al Bar vi rimanga solo lo stretto indispensabile.
Nel caso di necessità della toilette evitare di chiedere dove si trova e chi vi si reca, lo faccia il più discretamente possibile.
All'uscita vanno mantenute le regole sopra descritte.
Classe, sobrietà ed eleganza.


Da almeno un quarto d'ora, Zuril non faceva altro che rigirare tra le mani con sguardo tra l'attonito e lo sbigottito quel cartoncino contente un biglietto per il teatro con ferree regole di galateo allegate.
La suddetta rappresentazione era sulla Terra, per la precisione nella città di Tokio, il giorno... In fondo, c'era la firma di re Vega, non c'erano dubbi, ma che storia era questa?
A quanto ne sapeva, doveva sì, recarsi in Giappone assumendo sembianze terrestri per fare un attentato, ma che c'entrava questo col teatro? Che roba era, poi? “La Bayadere”? Un balletto? Cos'era uno scherzo? Va bene che Vega era il re e lui, benchè eminente scienziato un suo sottoposto, ma essere preso in giro non gli garbava per niente.
“Ora vado a sentire di che si tratta, voglio sapere chi davvero me l'ha mandato; e se fosse uno scherzo di Gandal e signora? Da come gli sono simpatico potrebbe anche darsi, pesce d'aprile scommetto, ma non mi faccio fregare da nessuno, tantomeno da quei due insopportabili.”
Il Ministro delle Scienze si diresse con passo spedito verso gli uffici del sovrano.
La porta era socchiusa, quindi bussò per pura formalità e, senza attendere, entrò nello studio.

“Buongiorno sire, anzi, buon pomeriggio, ecco, io ho trovato questo biglietto sulla scrivania, riportante la sua firma. Non capisco di che si tratta: cosa c'entra il teatro con le spedizioni belliche?”
Il re lo guardò dall'alto in basso con aria di compatimento, poi lo apostrofò con un: “Non capisci? E secondo te, per quale motivo l'ho mandato?”
“Non... non so, avevo ipotizzato un possibile scherzo di qualche mio sottoposto, una piccola vendetta: del resto, l'ultimo mostro progettato da Gandal contro i terrestri non ha avuto un grande successo, anzi una pessima figura ha fatto e, devo ammettere che anch'io ci sono andato pesante con gli insulti, quindi...”
“Nooo!” gridò il re battendo un pugno sul tavolo, mente le carte si sparpagliavano a terra.
“Non ci siamo! Se Gandal ha ideato qualche mostro giocattolo, in quanto a stupidità, tu non sei da meno.”
Zuril sarebbe voluto sprofondare, ma al tempo stesso si sentiva divorare dalla rabbia, mista a senso di impotenza.
“Ci devi arrivare da solo, ecco! All'interno di questa opera teatrale ci sono degli indizi, delle tattiche per battere i terrestri, ma ci dovrai arrivare col tuo acume a capirlo, chiaro?!!!”
“No... cioè sì, va bene, però io...”
“Niente, non ci sono scuse di nessun genere! Corri a prepararti, svelto, su! Sei o no, lo scienziato? Sei o no, il numero uno? Vuoi rimanere al top, o fare una brutta fine?”
“Va bene, va bene maestà, ho capito… cioè… cercherò di capire, perchè adesso proprio non...”
“Fuori di qui!!! Esci!!!”
Rassegnato, Zuril uscì con la coda tra le gambe, sistemò alla meglio le sue cose e partì.

La sera dello spettacolo arrivò puntuale a teatro: il suo posto era in una poltrona centrale proprio in mezzo alla sala; postazione ottimale per non lasciarsi sfuggire nulla.
Il computer oculare era stato potenziato al massimo, anche se ovviamente mascherato per non destare sospetti.
“Che eleganza”, pensò osservando il pubblico maschile e femminile; anche lui però faceva la sua bella figura, col completo nero lucido e i mocassini in vernice.
Il terzo e ultimo squillo del campanello annunciava l'inizio dello spettacolo, quindi le luci si fecero sempre più opache fino a spegnersi insieme ad ogni brusio.

Bayadère I Atto.
Il giovane Solor, dopo una caccia soddisfacente, manda i suoi servitori dal Rayah con una tigre da lui cacciata in dono. Solor rimane al tempio, sperando di essere visto da Nikiya.
Un bramino tenta di conquistare il cuore di Nikiya, che lo respinge. Si propone allora di vendicarsi. Il fachiro Magdaveya avvisa Nikiya che Solor la sta aspettando. Nikiya esce dal tempio con un servo ed incontra Solor, che vorrebbe che lei scappasse con lui. Lei acconsente ma pretende da lui un giuramento d'amore presso un fuoco sacro. Intanto il bramino di nascosto ascolta la conversazione.

II Atto. Il Rayah è impressionato dal regalo di Solor e lo invita, offrendogli la mano di sua figlia. Solor per paura di offenderlo e colpito dalla bellezza di Gamzatti (la figlia del Rayah), scorda la promessa fatta a Nikiya. Una festa è indetta per il fidanzamento. Alle danze di intrattenimento prendono parte la confidente di Gamzatti, Aiya, e Nikiya. Mentre il Rayah viene informato per volontà del bramino della promessa di Solor a Nikiya, questa è avvicinata da Gamzatti, la quale le svela il nome del suo promesso sposo. Nikiya rifiuta di crederle e si scaglia contro la rivale, ma è fermata da un vecchio servitore. Aiya consiglia Gamzatti sul modo per vendicarsi dell'oltraggio subito.

III Atto. Il Rayah ordina che Nikiya balli con le altre bayadere. Durante la danza Aiya le dà un cesto di fiori dai quali spunta un serpente velenoso che la morde. Il fachiro uccide il serpente e il bramino si offre di salvarla, a patto che lei poi sia sua. Nikiya rifiutando, balla fino alla morte.

IV Atto.
Solor è addolorato dalla morte di Nikiya. Il fachiro allora gli consiglia il modo di distogliersi dai cattivi pensieri, sottoponendosi agli effetti di un particolare veleno. Solor cade addormentato e sogna di essere in un posto sconosciuto accompagnato da Nikiya. Il fantasma della bayadera morta gli appare, ma alla fine ritrovando la sua Nikiya, le giura che mai più verrà tradita.

Alla fine dello spettacolo il pubblico era in delirio: ovazioni, applausi interminabili, richieste di bis: gli artisti non smettevano più di ringraziare, dai palchi e dal loggione piovevano fiori. Anche Zuril era suo malgrado entusiasta della rappresentazione, solo che, per quanto fosse stato attento e ripassasse a mente il balletto rileggendo la trama più e più volte durante gli intervalli, niente gli faceva pensare ad un possibile collegamento, un qualsiasi aggancio all'idea di un attentato perfetto a quella sfilza di ballerine indiane e le loro danze folli, quegli amori di gelosia e tradimenti con omicidio annesso, riti indù, il Regno delle Ombre. Ma che roba era? Il suo sovrano era per caso andato fuori di testa, o aveva bevuto?
“Che me lo venga pure a dire lui via radio, che razza di appiglio, di idea, di accidenti ci sta in questo polpettone di balletto, col piazzare una super bomba al centro ricerche di Procton, o scovare il nascondiglio di Goldrake, o sterminare tutto il Giappone”, ragionava tra sé lo scienziato parlando da solo a bassa voce, catturando l'interesse dei vicini di poltrona.
Dalla Base lunare un gran fermento era nell'aria, perché, all'insaputa di Zuril, seguivano ogni suo movimento minuto per minuto e la sua espressione tra il disperato, incredulo e sconcertato insieme ai suoi monologhi, faceva sbellicare tutti dalle risate. La principessa Rubina era la più divertita: era piegata in due dal ridere e dovette massaggiarsi le guance ormai semiparalizzate.
Ad un tratto Vega intimò il silenzio, quindi rimasero sull'attenti.
“Avete visto bene tutti, vero? E' ormai chiarissimo, che questa specie di scienziato è diventato un essere degno da esporre al museo, o meglio da rottamare, un prodotto di scarto. Doveva saperlo da solo che questa era solo una bufala, lo capisce anche un bambino, quindi l'unica cosa saggia e sensata che lui avrebbe dovuto fare, era mettere in atto gli attentati previsti già da alcuni mesi, poi rinviati per cause di forza maggiore; ma siccome col tempo si è via via rincretinito, o affetto da demenza precoce, o altro, non mi interessa, c'è cascato come un pollo e non capisce più cosa deve fare”. Qui il re diede un'occhiataccia nella direzione di Gandal, il quale imbarazzato, volse lo sguardo altrove.
“Comandante Dantus, ora è vostro il compito primario, dò a voi l'onere di conquistare il pianeta Terra e so che ci riuscirete, avete carta bianca fin da ora.”
“Grazie maestà, non ve ne pentirete”.
Seguì un elegante baciamano alla principessa, poi il generale uscì silenziosamente dalla sala.

Ignaro di tutto, Zuril uscì lentamente dal teatro. Cosa avrebbe fatto ora? Lo sguardo distratto si posò sulla locandina dove in ordine di data erano indicati altri spettacoli.

“Carmen”, “Madama Butterfly”, “Excelsior”, “Il Rigoletto”, “La Boheme”: “mica male” pensò, “quasi quasi...”
Una mano femminile si infilò con discrezione sotto il suo braccio, poi, guardandolo dal basso verso l'alto, gli disse: “Buonasera. Scusi se sono inopportuna, ma durante lo spettacolo la osservavo e l'ho visto un tantino spaesato; è la prima volta che viene a teatro, vero?”
“Perchè, si vede?” domandò Zuril imbarazzato.
“Io ho l'abbonamento per due persone: sa, io e il mio fidanzato ci siamo appena lasciati, saremmo dovuti andarci insieme le sere a venire. Le andrebbe di venirci con me? Sempre che le piaccia e non abbia altri impegni, ovviamente.”
La ragazza era molto graziosa in quell'aderente e scollato abito da sera fatto tutto di pailettes rosso fuoco. Sembrava cucito apposta su di lei.
Zuril rimase alcuni secondi a pensare, poi le disse: “Molto volentieri, grazie, e intanto contraccambio il suo regalo con l'invitarla a cena proprio adesso.”
Nel dirlo, la guidò verso la strada prendendola per mano e insieme attraversarono la via.
Alla base lunare Skarmoon intanto, si brindava senza economia.


FINE
 
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