Seconda parte del racconto "Scambio di coppia" Perché questo titolo? Giudicate voi...
A Jun, nelle ore che seguirono, sembrò di essere tornata indietro nel tempo, ai giorni in cui la rassicurante routine della Fortezza e la presenza delle persone amate le donavano quasi una parvenza di vita normale. Si era svegliata con un peso in meno sul cuore, dopo la serata in piscina con Tetsuya, convinta che forse non era destinata a perdere anche il suo prezioso partner, dopo l’amato padre adottivo. Un ulteriore segnale positivo lo ebbe dalla presenza di Tetsuya a mensa per la colazione, cosa che la convinse a tentare nuovamente la sorte dopo il lavoro e, con l’aiuto di un paio di succulente crocchette al curry che il giovane adorava, si mise ad aspettarlo vicino alla piscina.
Dopo circa un’ora la giovane dovette arrendersi al fatto che quel pomeriggio la nuotata non era nei programmi di Tetsuya, ma senza darsi per vinta iniziò ad ispezionare con aria casual tutti i posti frequentati abitualmente dall’ace pilot, fin quando non finì per imbattersi in Koji, che giocava distrattamente con la sua consolle portatile, fuori dalla sala riunioni.
“Se cerchi Tetsuya è in riunione con Sayaka” disse sbrigativamente il giovane, senza alzare gli occhi dalla Switch. Jun si fermò e lo guardò con aria interrogativa:
“In riunione?”
Finalmente Koji si decise a mettere in pausa la sua importante battaglia virtuale e rivolse a Jun uno sguardo colmo di malcelata irritazione:
“Ne so quanto te,” sentenziò “Sayaka mi ha solo detto che aveva una cosa urgente da discutere con Tetsuya…” Jun inarcò istintivamente le sopracciglia, un po’ sorpresa, mentre l’altro bofonchiava tra i denti: “non capisco cosa ci sia da discutere con Tetsuya che non può prima discutere con me!”
Senza darci troppo peso, e per stemperare l’animo dell’impulsivo collega, Jun gli si avvicinò con un sorriso ed esclamò:
“Vedrai che ti racconterà tutto più tardi!” e, con una leggera pacca sulla spalla, lo oltrepassò decisa a tornarsene mestamente in camera sua, quando improvvisamente ci ripensò e si voltò di nuovo verso il giovane:
“Ah Koji!” lo chiamò: “per caso ti piacciono le crocchette al curry?”
Per il resto della settimana non ci furono altri tentativi di approccio da parte di Jun, né con né senza crocchette. Alla ragazza bastava vedere che Tetsuya aveva ripreso a frequentare spesso la mensa, che si sedeva al tavolo con lei, e sembrava interagire serenamente con gli altri colleghi. Tuttavia, il suo tempo dopo il lavoro era sempre off limits: effettivamente, quando non si sfiancava di allenamenti o usciva in moto, il pilota del Gureto trascorreva molto tempo in quelli che sembravano interminabili meeting serali con Sayaka, cosa che non poteva più essere ignorata dalla sua bella partner. Chi invece stava prendendo decisamente molto peggio tali randezvous era ovviamente Koji, il quale non era ancora riuscito ad ottenere dalla compagna una risposta convincente che giustificasse tanta segretezza, e che in quel periodo prendeva abbastanza male tutto ciò che implicasse in qualche modo in coinvolgimento di Tetsuya nella sua sfera affettiva. Diciamo che i due irruenti giovani si erano assestati su una specie di fragile tregua, basata più che altro sul limitare i loro scambi al minimo, cercando di convivere e di adempiere alle loro mansioni lavorative senza pestarsi i piedi a vicenda. Per rendere l’idea, i vari membri del Centro di ricerca generalmente si auguravano di non finire seduti ad un tavolo o, ancor peggio, in ascensore con i due piloti, visto che la tensione tra loro si tagliava con una spada diabolica. Nell’assistere ad uno scambio di battute scherzose tra Tetsuya e Sayaka a pranzo, Jun non poté fare a meno di pensare che, qualsiasi cosa stesse succedendo, la tempistica di questo nuovo rapporto non era effettivamente delle migliori.
La tensione salì a mille quello stesso pomeriggio, quando Koji irruppe nel salotto riservato ai dipendenti, dove Jun stava finendo di visionare dei documenti sorseggiando del tè.
“Boss mi ha detto che li ha visti insieme!” la ragazza trasalì, non essendosi nemmeno accorta della presenza del giovane. Non ci mise molto tuttavia a capire di chi stesse parlando e, ignorando la morsa allo stomaco, optò ancora una volta per fare da pacere:
“Cerca di calmarti, Koji…” gli disse dolcemente, facendoglisi incontro: “abbiamo appurato che sono entrambi coinvolti in una sorta di progetto top secret, cosa c’è di…”
“Li ha visti insieme FUORI di qui!” ringhiò furioso il pilota dello Zetto, agguantandole impulsivamente le spalle: “solo tu ancora credi alla storia del progetto top secret!”
Jun lo guardò un po’ spaesata, nella sua mente si susseguirono una miriade di pensieri più o meno assurdi, ma la bella pilota si rifiutò di farsi trascinare sulla strada della cieca gelosia e, facendo un bel respiro, scandì:
“Non capisco cosa credi che stia succedendo, Koji…”
“Ah non capisci eh?” la schernì lui “forse fai finta di non capire! O vuoi farmi credere che non ti importa se quei due ce la fanno sotto il naso!”
A quell’insinuazione Jun fu pericolosamente vicina ad assestare una sonora sberla sulla già notoriamente famosa faccia da schiaffi del giovane Kabuto. A fermarla fu solo la realizzazione che Koji, come lei e Tetsuya, stava a suo modo gestendo il dolore (e ovviamente la rabbia) per la tragica morte del padre, ed aveva fatto del pilota del Gureto il capro espiatorio di tutti i suoi mali, presenti, passati e futuri. Il ragazzo si morse le labbra e la guardò con aria vagamente colpevole, mentre Jun abbassava pensierosa lo sguardo. “Senti… Io non…” balbettò imbarazzato, ma lei lo interruppe:
“E va bene. Andiamoli a cercare ora e facciamoci spiegare una volta per tutte che diavolo sta succedendo…” propose, fissandolo con aria risoluta: “Così forse riusciremo a dare un senso a questi misteri e a darci tutti una calmata!” e, abbandonati tè e documenti, precedette il collega verso l’uscita.
I due scesero al piano inferiore, carichi come fucili a pallettoni, e decisi a bussare ad ogni sala riunione per cogliere i rispettivi partner sul fatto. Tale affannata ricerca non ebbe però alcun esito, così Jun e Koji furono costretti a raffreddare i bollenti spiriti e a rimandare il confronto ad un altro momento. Mentre s’avviavano mesti nelle rispettive stanze, percorrendo l’austero corridoio del dormitorio dipendenti, furono sorpresi dal rumore di una porta che si apriva seguito da rapidi passi e fitti bisbigli. Alzando gli occhi, i due realizzarono con sgomento che il trambusto proveniva dalla camera di Tetsuya e che ad esserne appena usciti con aria furtiva erano proprio il pilota del Gureto e Sayaka. Le due improbabili coppie si trovarono così l’una di fronte all’atra, pronte per quello che appariva ormai come un inevitabile confronto.
In realtà il povero Tetsuya non realizzò immediatamente a quali fraintendimenti la situazione si prestasse, ma a Sayaka bastò una rapida occhiata all’espressione furibonda di Koji e a quella sgomenta di Jun per rendersi conto che le cose si stavano mettendo male, molto molto male. Fu un attimo: prima che la giovane potesse proferire parola, il compagno si avventò su Tetsuya imprecando e afferrandolo per il colletto della camicia, mentre Jun optò per una drammatica ritirata, decisa a processare quel che credeva di aver visto sola con sé stessa.
Solo a quel punto il cervello di Tetsuya mise insieme due più due e costrinse il giovane a lanciarsi all’inseguimento della sua partner, scansando in malo modo il pilota dello Zetto. A quel punto Sayaka capì che giocare a carte scoperte era l’unico modo per interrompere quella assurda escalation di equivoci e melodrammi e, balzando di fronte a Koji per bloccarlo, gridò con tutto il fiato che aveva in corpo:
“Stavamo preparando una sorpresa! Una sorpresa per Jun!”
La rivelazione sortì l’effetto sperato, dal momento che ognuno si bloccò sul posto, neanche stessero giocando a “Uno, due, tre stella!”. Koji le lanciò un’occhiata truce, decisamente poco convinto da quella giustificazione.
“Ma davvero?” replicò seccato: “e c’era bisogno di tanta segretezza? Mi hai preso per un cretino!?” Sayaka sospirò vistosamente, cercando con lo sguardo il supporto di Tetsuya, il quale nel frattempo era riuscito a raggiungere Jun e l’aveva istintivamente agguantata per un braccio.
“Tetsuya mi ha chiesto di non parlarne con nessuno e io ho solo rispettato il suo riserbo…” spiegò la pilota di Diana, rivolgendo poi uno sguardo intimidatorio al “complice”: “Non è forse così, Tetsuya?”
Il giovane a sua volta esitò per un istante, ma un’occhiata al volto incollerito della sua partner lo convinse ad uscire immediatamente allo scoperto.
“È come dice lei…” biascicò. Koji sembrò finalmente aver recuperato un po’ di lucidità e si rivolse alla sua compagna:
“E si può sapere di che sorpresa di tratterebbe?”
“Beh questo non sta a me dirlo” replicò, sostenendo seria il suo sguardo, poi si affrettò a prenderlo per mano e, con fare un po’ civettuolo, lo accompagnò verso l’ascensore: “però se mi porti a cena fuori ti racconto tutto…” Il confuso pilota dello Zetto non poté fare altro che seguirla, non prima di aver lanciato un’altra occhiataccia a Tetsuya.
Rimasti soli, tra gli ex pupilli della Fortezza delle Scienze piombò un profondo imbarazzo. Jun si divincolò bruscamente dalla stretta del suo partner e, fissandolo con le braccia conserte, immediatamente lo affrontò con un secco:
“Ebbene?”
Il provato Tetsuya restò un attimo in silenzio, cercando le parole per spiegare alla sua agguerrita e palesemente ingelosita partner che in realtà le riunioni serali di quella settimana erano servite a rinegoziare i termini della sua collaborazione con il centro di Huston, ai quali aveva chiesto un iniziale contratto che coprisse solo il periodo di addestramento del team mecha, per poter poi essere libero di tornare in Giappone. Pur trattandosi di soli tre anni, il giovane si era però reso conto che voleva condividere anche quella nuova esperienza con Jun, e aveva chiesto consiglio a Sayaka su come convincere la ragazza a partire con lui. Esaltata dalla confessione ricevuta dal burbero collega, la giovane Yumi si era offerta di proporre a Jun un master di perfezionamento sponsorizzato dal Centro, e si era messa a fare ricerche con Tetsuya sul computer privato di lui, per non lasciare traccia sui terminali dell’ufficio. Incerto sulla reazione di Jun, e consapevole che non poteva prendere una decisione così importante per lei, Tetsuya si era alla fine convinto a tentare un approccio più soft, regalandole un viaggio negli Stati Uniti per il suo compleanno, per dare alla sua partner la possibilità di capire se quel tipo di vita le interessasse o meno. Era il regalo il motivo per cui si era recato insieme a Sayaka presso un’agenzia di viaggio in città, il pomeriggio in cui erano stati avvistati da Boss. Quel pomeriggio poi, in camera di Tetsuya, i due avevano finito di mettere insieme un itinerario e preparato un simpatico biglietto d’auguri per Jun.
Ora, davanti all’espressione piccata della sua partner, era evidente che tutti i piani faticosamente studiati dai due erano saltati, e che l’equivoco che si era loro malgrado venuto a creare necessitava di una soluzione rapida e definitiva. Dicendo mentalmente addio a feste a sorpresa, torte di compleanno, e lunghi preamboli, il prode pilota sospirò, prese il coraggio a quattro mani e finalmente ruppe il silenzio:
“Mi hanno proposto un lavoro temporaneo negli Stati Uniti e mi piacerebbe che venissi con me.” A quelle parole, Jun sgranò gli occhi, non riuscendo a nascondere un velo di emozione: “Che ne dici? Ti andrebbe di ricominciare per qualche tempo in America?”
Per speculare sulla risposta della bella pilota di Venus, o per suggerire a tutti di prendersi una camomilla:
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